21 Settembre 2024, sabato
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Lupi: Air France dia sicurezze sull’Alitalia

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Alitalia diventi pure franco-olandese con Air France-Klm, ma la compagnia dovrà avere come orizzonte strategico l’Italia e fornire “garanzia formali e sostanziali” sul piano industriale, le prospettive di sviluppo per l’Italia e sul rafforzamento del sistema aeroportuale italiano, Maurizio Lupi, ministro dei trasporti e delle infrastrutture,  “Ribadirò al ministro che non esistono preclusioni all’acquisto di Air France-Klm. Ma che vogliamo capire le condizioni: che piano industriale è previsto? Il modello per Alitalia è quello Klm, che ci piace, o la regionalizzazione? Quali garanzie ci sono sull’occupazione”? Lupi ha difeso la scelta del governo guidato da Silvio Berlusconi nel 2008 di  privatizzare l’Alitalia con la compagine azionaria dei cosiddetti capitani coraggiosi, che avrebbe dovuto salvaguardare l’italianità della compagnia di bandiera. Quell’operazione, costata ai contribuenti italiani circa 5 miliardi, secondo il ministro dei trasporti all’epoca era ancora possibile e giustificata, mentre “negli ultimi quattro anni la situazione del trasporto aereo è cambiata e oggi è  obbligatorio mettersi  insieme  sottolineando il ruolo dell’Italia che è un punto strategico”, “Le aziende facciano i loro accordi  ma il governo, visto che l’Alitalia è un asset strategico, deve chiedere garanzie formali e sostanziali su quali sia il progetto industriale, quali siano le prospettive di sviluppo e quali sono gli investimenti previsti per il nostro paese e se si ritiene o meno che gli aeroporti italiani, come Malpensa e Fiumicino siano veri hub e non scali regionali”.

Mps, al via a Siena il processo su Alexandria

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Si apre domani al palazzo di giustizia di Siena il processo, con rito immediato, nei confronti di Giuseppe Mussari, ex presidente di Banca Mps, di Antonio Vigni, ex direttore generale, e di Gianluca Baldassari ex capo dell’area finanza del gruppo senese, che devono rispondere dell’accusa di ostacolo all’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza. Il processo, che si terrà a porte aperte, verte sulla ristrutturazione del derivato Alexandria. Si tratta del primo processo riguardante i vari filoni delle inchieste sul gruppo bancario senese.

Iva ferma, arriva la manovra

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Prima di parlare di Imu, Iva e riduzione del cuneo fiscale sul lavoro bisogna rimettere in sicurezza i conti pubblici. Pier Paolo Baretta, sottosegretario del  ministero dell’economia, ha spiegato così che il, ministro, Fabrizio Saccomanni, intende prima di tutto riportare il deficit, che ha superato di poco (3,1%) il tetto del 3% in rapporto al pil, soptto controllo. “La prima operazione da fare è risolvere la questione del rientro del 3%: “Abbiamo superato il limite, sia pure di poco, dello 0,1%, e dobbiamo trovare 1,5-1,6 miliardi per coprire questo buco con misure strutturali. In sostanza, venerdì prossimo, il governo si riunirà in consiglio dei ministri per varare la manovra da 3 miliardi di euro che consentirà di correggere il deficit, bloccare l’aumento dell’Iva che altrimenti scatterebbe dal primo ottobre  e finanziare le missioni militari.

Conti, a ogni equivoco c’è ripiego

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Non esiste un errore contabile il cui effetto fiscale sia impossibile da rimediare. E ciò anche se l’errore è già cristallizzato nel bilancio dell’esercizio e indipendentemente dal fatto che dalla correzione dello stesso possa derivare una maggiore o minore imposta dovuta. Se il contribuente ha commesso un errore nella imputazione di un costo o di un ricavo, infatti, è sempre possibile rimediare alle conseguenze tributarie di tale errata rappresentazione in bilancio, ripristinando  la corretta competenza fiscale di tali componenti negativi o positivi del reddito.Ed è proprio dei rimedi esperibili in tali circostanze che si occupa la circolare n.31/e diffusa ieri dall’Agenzia delle entrate. In particolare il citato documento di prassi amministrativa si occupa della correzione degli errori in bilancio e degli effetti degli stessi sull’imputazione temporale dei componenti del reddito d’impresa.

Le cartelle di Equitalia si possono pagare ora anche presso Lottomatica e Sisal

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I contribuenti possono saldare i bollettini di pagamento Rav allegati alle cartelle tutti i giorni della settimana, compresi sabato e domenica. Grazie agli accordi firmati con le due reti di ricevitorie, in applicazione del protocollo d’intesa Reti amiche, i cittadini hanno a disposizione circa 60 mila punti di pagamento in più oltre agli sportelli di Equitalia e agli altri canali già attivi sul territorio (banche, tabaccai, Poste). Nei punti vendita Lottomatica e SisalPay possono essere pagate le cartelle di Equitalia notificate a partire dalla fine di giugno di quest’anno in cui è presente uno speciale codice a barre. Il pagamento nelle ricevitorie può essere effettuato sia entro la scadenza dei 60 giorni dalla data di notifica della cartella sia oltre la scadenza in quanto l’importo viene aggiornato automaticamente con le somme aggiuntive previste dalla legge. Per trovare i punti vendita Lis Paga di Lottomatica abilitati al servizio, che accolgono anche pagamenti con carta PagoBancomat, carte prepagate Lottomaticard e carte di credito, basta consultare il sito www.lisclick.it. Per scoprire invece il punto SisalPay più vicino a casa è disponibile l’indirizzo www.sisalpay.it.

Boccia al Pd: chiarimento politico? Prima sostenga il governo

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Serve un chiarimento politico tra i tre partiti di maggioranza su legge di stabilità, finanziamento pubblico ai partiti e legge di stabilità. Una verifica che evidentemente ormnai sia Letta sia il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, ritengono indispensabili dopo le fibrillazioni, gli ultimatum e le minacce che hanno rallentato l’azione dell’esecutivo nelle ultime settimane e accenbtuato l’immagine di instabilità che l’Italia fornisce di sé all’estero. “Mi auguro che il governo imponga un chiarimento politico ai tre partiti di maggioranza su questi tre temi”, ha osservato Boccia prima di attaccare anche il Partuito democratico, che con le sue continue liti e divisioni mette a repentaglio la vita del governo: “Nel Pd c’è qualcuno che pensa di fare l’anima bella perché siamo in una fase congressuale”, ha detto Boccia. “Ma Il congresso del Pd non si può fare sulla pelle di un governo nato per risolvere le emergenze del paese e vorrei che si scindessero le emergenze e si facesse un congresso su quale sinistra vogliamo e su come intendiamo governare il paese da sinistra. E invece dentro il Pd ci sono dinamiche che portano alcuni a non assumersi e responsabilità collettive che invece ci siamo assunti”. Insomma, Boccia ritiene indispensabile un chiarimento immediato e chiede che Pd, Pdl e Sc “si assumano la responsabilità di dire al presidente del consiglio sì o no su questi temi”.  E conclude: “Penso che per serietà, rigore e correttezza nei confronti degli italiani, prima ancora che del capo dello Stato, ci debba essere un chiarimento politico”.

Tesoro, bene l’asta di Ctz: tassi in ribasso e notevole domanda

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Il ministero dell’economia ha collocato Ctz a 24 mesi per 2,5 miliardi di euro a tassi in calo dello 0,25% all’1,623%. Forte la domanda, risultata pari a 4,429 miliardi con un rapporto di copertura di 1,77 contro l’1,46 precedente. Il mercato ha assorbito anche Btp decennali indicizzati all’inflazione della zona euro per 750 milioni a un rendimento lordo del 2,62%.

Finanziamenti pubblici, al voto senza accordi

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Si vota dalle 16, ma l’accordo non c’è. Pd e Pdl sono arrivati alla quasi rottura sul finanziamento pubblico ai partiti, o meglio sulla riforma voluta dal presidente del consiglio Enrico Letta e a questo punto si profilano nuove grane per il governo. Ieri i capigruppo del Pdl di camera e senato, Renato Brunetta e Renato Schifani, hanno abbandonato il vertice con i colleghi del Pd e oggi in aula alla camera approda un testo sul finanziamento ai partiti sul quale la commissione affari costituzionali ha cercato una mediazione che tenesse insieme le posizioni di Pd e Pdl. Il governo spera che alla fine si giunga a una soluzione condivisa da entrambe le parti in tempi brevi. Il timore è che tra l’esame al senato e la promulgazione della legge scatti il termine entro il quale i partiti riceveranno la tranche del rimborso pubblico che gli spetta. Se ciò accadesse, si darebbe fiato alla campagna del M5S che ha già descritto il testo della riforma come «il tentativo della casta di tenersi il malloppo» e che in aula promette battaglia sugli emendamenti più delicati come quello che garantisce quindici milioni alla cassa integrazione per i dipendenti dei partiti politici che dovessero perdere il posto in seguito al cambio di regime di finanziamento. Ma il governo, attraverso il ministro delle riforme costituzionali Gaetano Quagliariello, ha già messo le mani avanti: “È fortemente auspicabile che di fronte alla possibilità di atti di rottura ci si renda conto delle conseguenze che essi produrrebbero”, ha avvertito. Niente scherzi, insomma, o sarà decreto legge.

Pd, rompicapi siciliani a Roma con Crocetta

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Non bastasse il congresso, non bastassero le larghe contese con il Pdl, arrivano dalla Sicilia le nuove grane per il Partito democratico. E arrivano da Palermo a Roma con le sembianze del governatore dell’Isola, Rosario Crocetta, che si è ritrovato senza l’appoggio del Pd regionale alla sua giunta ed è pronto a sbarcare oggi nella Capitale che incontrerà prima  Pier Luigi Bersani e poi il segretario Guglielmo Epifani  per un vertice a tre.  All’indomani dell’infuocata direzione regionale del Pd che ha deciso “l’uscita immediata dalla giunta” degli assessori in quota democratica e lo stop al sostegno al governo, la situazione è rimasta del tutto ingarbugliata. Due degli assessori in quota Pd, Nelli Scialabra (Formazione)e Maria Lo Bello (Ambiente) , hanno fatto sapere che non si dimetteranno mai, mentre gli altri due, Luca Bianchi (Economia) e  Nino Bartolotta, sono rimasti al loro posto ma si sono detti pronti a rimettere il loro incarico nelle mani di Crocetta se lo strappo non  sarà ricucito: “Pronto a gettare la spugna”, ha detto Bianchi, “ma attendo un chiarimento con il partito nazionale per verificare se ci sono margini di ricucitura dello strappo”. Il segretario del Pd siciliano, Giuseppe Lupo, è stato però categorico: “Questi assessori per me sono fuori dal partito, Bianchi può parlare con chi vuole ma è il Pd siciliano che ha deciso  e sono fuori dal Pd anche Crocetta e gli altri dirigenti del Megafono che fanno parte di gruppi parlamentari o consiliari nei comuni diversi da quelli democratici”.

P.a.: a banche e intermediari ceduti 6,2 mld di crediti

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Ammontano a 6,2 miliardi i crediti della pubblica amministrazione, scaduti entro la fine del 2012 e quindi pagabili, che le imprese hanno ceduto a banche e intermediari finanziari. Lo ha reso noto l’Abi, al termine di una rilevazione trasmessa al Tesoro, spiegando che per circa 3,5 miliardi di crediti la banca ha avuto un trasferimento pieno, mentre per 2,7 miliardi l’impresa resta a garanzia.