22 Settembre 2024, domenica
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Debiti p.a. ancora ignorati

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Per sapere a quanto ammontano effettivamente i debiti delle pubbliche amministrazioni verso imprese e professionisti occorrerà attendere ancora. Al momento, infatti, «non possono essere fornite quantificazioni, posto che una compiuta conoscenza dello stock (…) necessita di una rielaborazione e verifica dei dati pervenuti, al fine di accertare sia il tasso di adesione alla ricognizione sia la corretta individuazione della tipologia dei debiti da considerare». Operazione alquanto complessa se si pensa che, per esempio, alcuni comuni con più di 20 mila creditori dovranno mettere a punto e comunicare 20 mila elenchi dei propri debiti.

La causa è da ricercare nell’incoerenza e nell’eccessiva complessità dei meccanismi, accentuate dalle circolari della Ragioneria generale dello stato che, da un lato, hanno introdotto non poche eccezioni all’obbligo di comunicazione/certificazione dei debiti, dall’altro hanno imposto un vero è proprio «tour de force» alle p.a.: per esempio, come detto, alcuni comuni hanno più di 20 mila creditori e devono caricare 20 mila elenchi sulla piattaforma. Ciò determina un’ulteriore conseguenza negativa: i creditori, infatti, non sono in grado di sapere se e quando il caricamento dei dati è stato completato. Il risultato è che, ancora oggi, nessuno è in grado di conoscere l’esatto ammontare di debiti scaduti, nella migliore delle ipotesi, da otto mesi (ma che in molti casi sono assai più antichi).

Rendite al test congruità

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Le rendite catastali potranno essere impugnate nel merito. In particolare, ai contribuenti sarà lasciata la possibilità di far valutare valori e rendite nella loro congruità. All’interno delle Commissioni censuarie, inoltre, saranno presenti i rappresentanti di categoria del settore immobiliare. A rendere note le novità contenute all’interno dell’art. 2 (Revisione del catasto e dei fabbricati) della delega fiscale, il presidente della Commissione finanze della Camera, Daniele Capezzone, nel corso del convegno dei legali della Confedilizia, che si è svolto sabato 21 settembre a Piacenza.
I ricorsi. «L’era in cui i proprietari di immobili potevano solo subire le decisioni prese dalle Commissioni censuarie si appresta a finire», ha spiegato Capezzone durante il convegno, «i contribuenti, infatti, avranno la possibilità di difendersi anche nel merito, facendo valutare valori e rendite nella loro congruità».

Elusione, per la colpevolezza non serve il dolo

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Più facile condannare il professionista per l’elusione fiscale del cliente. Infatti, risponde di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, il commercialista che, attraverso una complessa operazione commerciale, fa cadere le garanzie dell’erario in fase di riscossione. Non è necessario, quindi, per l’accusa provare il dolo specifico che è insito nella sicura conoscenza che il professionista ha delle pratiche fiscali. L’uomo ha orchestrato un azzeramento di capitale della società per perdita e, subito dopo, la sua ricostituzione da parte della socia di minoranza, convivente dell’amministratore. Due i punti sui quali si impernia l’impianto accusatorio confermato in sede di legittimità. Il dolo specifico per giungere alla condanna per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, «consapevolezza che», dice a chiare lettere la Cassazione, «sicuramente appartiene al professionista». In secondo luogo, il fatto che si tratta di un reato di pericolo che scatta per il solo fatto di aver sottratto delle garanzie all’erario.

Chrysler (Fiat) deposita alla Sec il prospetto per l’Ipo

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Chrysler ieri ha presentato la documentazione preliminare alla Securities and exchange commission (Sec), la Consob americana, per un possibile sbarco in borsa. A finire nelle mani dei regolatori è il documento S-1 che rappresenta il primo passo per arrivare a Wall Street. A guidare la cordata dell’Ipo c’è JP Morgan a cui è stata affidata l’operazione. Tuttavia non è ancora stato stabilito il numero delle azioni che saranno messe sul mercato e il prezzo offerto. Sarà proprio il Veba, che detiene il 41,5% di Chrysler, a ricevere i proventi dell’eventuale Ipo. Fiat da tempo cerca di arrivare a un accordo con il sindacato per avere il 100% del controllo di Chrysler. L’Ipo era stata preannunciata qualche giorno fa dallo stesso amministratore delegato del gruppo, Sergio Marchionne: è valutata intorno a 100 milioni di dollari anche se gli analisti considerano questa cifra solo indicativa. L’Ipo di Chrysler, che dovrebbe mettere la parola fine alla disputa con il Veba sul valore della società, potrebbe ritardare, se non addirittura impedire, la piena integrazione con Fiat, che ha comunque ribadito la volontà di salire al 100% di Chrysler dall’attuale 58,5%.

 

Montezemolo: bisogna ridurre le tasse sul lavoro

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Dieci miliardi per ridurre il cuneo fiscale sul costo del lavoro sono pochi. Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari e numero uno della Fondazione Italia Futura, con una lettera inviata al Corriere della sera, chiede al governo di fare molto di più per ridurre le tasse sul lavoro. E suggerisce, prima che sia troppo tardi, una cura davvero shock per rilanciare l’economia e restituire competitività all’Italia: “Agganciare la ripresa adesso deve diventare il nostro unico obiettivo”, sottolinea Montezemolo nella missiva. “ Per farlo bisogna agire su più fronti e con provvedimenti articolati inseriti in un unico piano coerente, misurabile e credibile. Inizio dalle proposte più controverse. Occorre operare un taglio del cuneo fiscale e dell’Irap per 20 miliardi di euro”. Una cifra davvero importante che si aggiungerebbe ai soldi da trovare per Imu, Iva e misure varie già messe in campo dal governo. Ma Montezemolo insiste: “Insieme alle residue coperture da reperire per i provvedimenti già varati dal governo, questo vuol dire aumentare il deficit di circa un punto e mezzo di Pil”, sottolinea. “ Il rientro di questo deficit in eccesso dovrà essere assicurato da tagli di spesa, non lineari, a regime in quattro anni e dalla maggior crescita che dovrebbe derivare dall’abbassamento delle tasse. Sia chiaro, nessun aumento del deficit potrà essere proposto per altro motivo che non sia diminuzione della tassazione su lavoro e imprese. Lo Stato non dovrà avere in nessun caso la disponibilità di altre risorse da sperperare in interventi pubblici improduttivi”.   Il presidente della Ferrari ritiene che senza questi interventi e in assenza di investimenti “nel giro di due anni, non solo l’Italia, ma anche altri paesi d’Europa, si troveranno fuori mercato in termini di competitività”.

Indebitarsi per le tasse

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Cinque aziende su otto chiedono prestiti in banca per pagare le tasse. È uno degli ultimi risvolti della crisi nel nostro paese. A segnalarlo è l’ufficio studi di Unimprese, secondo cui oltre il 62% delle micro, piccole e medie imprese italiane è stato costretto a ricorrere a un finanziamento per onorare le scadenze fiscali. E c’è l’Imu (Imposta municipale unica) in cima alla lista dei balzelli che hanno spinto gli imprenditori a rivolgersi agli istituti di credito.
I numeri. Oltre 76.200 pmi associate a Unimpresa hanno chiesto soldi alle banche, nel primo semestre 2013, per rispettare le scadenze tributarie. Oltre all’Imu, l’Irap è l’altra tassa che sta mettendo in crisi gli imprenditori italiani, tenuto conto che l’imposta regionale sulle attività produttive si paga anche quando i bilanci sono in perdita. Tre i comparti dell’economia definiti «strozzati dal tributo immobiliare». Gli ostacoli maggiori sono stati riscontrati per le categorie che basano più di altre la loro attività imprenditoriale proprio sugli immobili. Si tratta di operatori turistici (con i proprietari di alberghi in cima alla classifica), piccole industrie e fabbriche (per i capannoni), grande distribuzione organizzata (per i cosiddetti supermercati).

Generali svaluta la quota Telco per 65 mln

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«Siamo soddisfatti di aver concluso questo accordo che è in linea con i nostri obiettivi di rafforzamento patrimoniale e che ci permette di guardare con ottimismo alla distribuzione di un dividendo soddisfacente a fine anno». Questo il commento del ceo di Generali, Mario Greco, all’accordo con Telefonica per il riassetto di Telco che controlla Telecom. Generali ha reso noto che la svalutazione netta della quota Telco sarà di circa 65 milioni e sarà registrata nel terzo trimestre del 2013. L’accordo definisce infine in modo chiaro i possibili periodi di uscita da Telco: il primo a giugno 2014; il secondo a febbraio 2015.

Il governo decide per un patto con la coalizione

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Adesso Letta passa al contrattacco. Stretto tra gli attacchi di Matteo Renzi e cinto di assedio dal Pdl, che pretende di imporre la sua linea di politica economica al ministro Fabrizio Saccomanni, il premier, in questi giorni in missione in Canada e negli Usa, ha deciso di cambiare strategia. Al suo ritorno, e in vista della legge di stabilità per il 2014, il presidente del consiglio chiederà ai partiti che fanno parte della maggioranza delle larghe intese  non soltanto di raggiungere un accordo politico preventivo sulla legge di stabilità 2014, ma anche di sottoscrivere un patto di coalizione che renda più sicuro l’incedere dell’esecutivo nei prossimi mesi, quando sarà indispensabile evitare che le fibrillazioni delle larghe intese ne rallentino l’azione. Ecco perché il premier, a New York per l’assemblea generale dell’Onu e anche per promuovere l’Italia  ha invitato i partiti italiani a fare qualcosa di positivo per l’Italia. “La Legge di stabilità sarà il momento in cui chiameremo tutti i partner della coalizione a prendersi le loro responsabilità per il futuro”, ha sottolineato il presidente del consiglio.

Fisco, la Svizzera dà l’inizio al Fatca

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Più nulla ormai (a meno di un eventuale referendum) dovrebbe impedire alla Svizzera di trasmettere i dati dei contribuenti americani al fisco degli Stati Uniti. Il consiglio di stato ha infatti dato il via libera all’accordo cosiddetto Fatca (Foreign account tax compliance act)  e alla sua legge di applicazione, eliminando tacitamente una divergenza minore concernente l’entrata in vigore, che inizialmente era fissata per l’inizio dell’anno prossimo. Nel frattempo, tuttavia, il governo degli Stati Uniti aveva fatto sapere che le nuove regole si applicheranno soltanto da inizio luglio. Da qui la decisione dei due rami del parlamento di procrastinare l’entrata in vigore, lasciando all’esecutivo la competenza in materia. Grazie al Fatca, Svizzera e Usa instaurano un quadro giuridico per regolare la tassazione dei futuri conti detenuti da cittadini americani in Svizzera. Per quanto attiene al passato, Berna e Washington hanno trovato un’altra soluzione che dovrebbe sfociare per alcune banche elvetiche nel pagamento di forti ammende e nella consegna di informazioni al fisco statunitense.

Brevetti, in 8 mesi 5.976 domande. Lombardia fa da capolista

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Da gennaio ad agosto 2013, sono state 5.976 le domande per invenzione depositate dagli italiani: un dato stabile rispetto allo stesso periodo del 2012 (5.990 invenzioni). Per quanto riguarda i marchi, nei primi otto mesi del 2013, sono state 37.441 le richieste contro le 36.525 dello stesso periodo 2012 (+2,5%). Questi i dati elaborati da Senaf su base Uibm, l’Ufficio italiano brevetti e marchi, in occasione del Salone della proprietà industriale, in programma a Parma il 30 settembre.  La classifica dei cittadini più creativi dal punto di vista delle invenzioni depositate nei primo otto mesi del 2013 vede al primo posto quelli residenti in Lombardia (1.176), seguiti da quelli dell’Emilia Romagna (836), Veneto (820), Piemonte (461), Toscana (408), Lazio (354). In particolare, guardando alle province, sono i cittadini di Milano (498), seguiti da quelli di Bologna (340) e Roma (297) a calcare il podio dei cittadini più creativi. Se si guarda ai marchi depositati nei primo otto mesi del 2013, si vede come siano gli abitanti della Lombardia (6.764) a guidare la classifica, seguiti da quelli del Lazio (4.154), Emilia Romagna (3.388), Veneto (3.241), Toscana (2.702), Piemonte (2.692). Anche su questo fronte, guardando alle province più creative, spiccano al primo posto i cittadini residenti a Milano (4.103) seguiti dai residenti a Roma (3.618) e Torino (1.334).