22 Settembre 2024, domenica
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Contraffazione, indagato l’a.d. di Ittierre

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L’amministratore delegato della Ittierre, Antonio Bianchi, è indagato dalla procura della Repubblica di Isernia per produzione e commercializzazione di capi di abbigliamento falsi e truffa. Ieri, le fiamme gialle hanno eseguito diverse perquisizioni in negozi e show room di Milano, Roma, Firenze, Sesto San Giovanni, Olbia, Campobasso, Mantova, Civitanova Marche, Urbino, Lodi, Melegnano, Colleferro e Montaquila e sequestrato circa 10 mila capi contraffatti commercializzati con i marchi Ferré, Ermanno by Ermanno Scervino, di cui l’azienda era licenziataria. Le indagini sono state avviate a seguito dei sequestri di prodotti falsi eseguiti a carico dell’Ittierre a luglio e agosto scorsi, dopo la denuncia presentata dalle case di moda che avevano rescisso il contratto di licenza

Tremonti fa l’americano e si allea con lo studio Shearman & Sterling

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Lo Studio Tremonti Vitali Romagnoli Piccardi e Associati, fondato nei primi anni ’80 dall’ex ministro dell’economia, Giulio Tremonti, specializzato in diritto tributario, ha definito un’«alleanza strategica» con lo Studio legale internazionale Shearman & Sterling LLP, finalizzata, come si legge in una nota, «ad offrire a clienti italiani e stranieri assistenza legale e fiscale su base globale e integrata». I due studi, di recente, avevano già lavorato assieme, per esempio come advisor di JP Morgan, UniCredit, Banca IMI e Mediobanca nell’emissione obbligazionaria da 425 milioni di euro per Manutencoop Facility Management. «L’accordo con Shearman & Sterling in Italia», commenta Enrico Vitali, partner dello Studio Tremonti Vitali Romagnoli Piccardi e Associati, «rappresenta la naturale evoluzione di una proficua esperienza comune maturata negli anni e realizza una collaborazione strategica rivolta al mercato globalizzato che consentirà di offrire ai nostri rispettivi clienti assistenza ancor più profonda, estesa e diversificata». Lo studio Tremonti, composto da 40 professionisti, tra commercialisti ed avvocati, ha ora a disposizione un network mondiale, quello di Shearman & Sterling, composto da più di 850 professionisti in tutte le principali piazze finanziarie internazionali. «Pur mantenendo ciascuno studio la propria indipendenza – commenta l’avvocato Domenico Fanuele, managing partner di Shearman & Sterling in Italia, «l’alleanza rappresenta la base per integrare le competenze delle nostre organizzazioni in Italia e all’estero con lo scopo di offrire assistenza legale e fiscale ai nostri rispettivi clienti italiani e internazionali nelle loro più importanti operazioni societarie e finanziarie e nel contenzioso fiscale».

Ritorna il garzone di bottega

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L’apprendistato fa ritorno sul garzone di bottega. Con un quarto tipo di contratto, c.d. semplificato, da aggiungere ai tre vigenti, e che preveda una disciplina rimessa alle parti (impresa e lavoratore) e, soprattutto, con una formazione semplificata cioè limitata a quella «on the job», appunto in bottega. Per ora è solo una proposta, una delle 35 previste dalla bozza di Destinazione Italia, il documento del governo, oggi all’esame del consiglio dei ministri, che punta a rilanciare l’economia sfruttando i vantaggi della globalizzazione, a cominciare dal rendere il paese attraente agli investitori esteri con misure che migliorino le condizioni per fare impresa.

Giochi, magro incasso per lo stato

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Un’entrata erariale netta di 5,090 miliardi di euro nel 2012 e di 3,62 miliardi di euro fino ad agosto 2013. Queste le cifre che l’amministrazione finanziaria è riuscita a recuperare attingendo direttamente dal comparto dei giochi, in particolare, dal settore delle new slot (awp) e dalle videolottery (vlt). Queste le cifre rese note ieri durante il question time che si è svolto in Commissione finanze alla Camera, dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli che, attraverso il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta, ha risposto a un’interrogazione inoltrata dall’Enrico Zanetti (Sc). I dati forniti dall’Agenzia mostrano, però, come il quantum netto che entra nelle casse dello stato, corrisponda, in realtà, a quasi un decimo di quello che è la raccolta complessiva legata al settore delle new slot e delle videolottery.

Contribuenti salvi grazie a terzi

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Il processo tributario apre alle dichiarazioni dei terzi a favore del contribuente. Infatti, nonostante il divieto di prova testimoniale, possono essere acquisite e valutate dal giudice come presunzioni semplici le dichiarazioni rese da un fornitore, ad esempio, circa le movimentazioni bancarie. Tuttavia, per sconfessare un accertamento del reddito d’impresa sono necessarie spiegazioni analitiche e non sommarie di qualunque versamento o prelevamento. È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con la sentenza n. 21305 del 18 settembre 2013, ha accolto due motivi di ricorso presentati dall’amministrazione finanziaria.

Nelle motivazioni i Supremi giudici sembrano dare «un colpo al cerchio e una alla botte». Da una parte, infatti, confermano la legittimità dell’acquisizione delle dichiarazioni dei terzi e dall’altra, invece, ne escludono l’influenza sull’accertamento nel caso in cui risultino troppo generiche e circostanziate, com’è avvenuto in questo caso.

Bonus assunzioni in più tappe

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Due domande e tre scadenze con termini perentori. È l’iter di riconoscimento del bonus assunzione giovani messo a punto dall’Inps nella circolare n. 131/2013 di ieri, dopo il via libera all’incentivo del ministero del lavoro. La procedura ruota attorno all’autorizzazione dell’Inps in base alla disponibilità di risorse. L’ok può arrivare prima o dopo l’assunzione, a scelta del datore di lavoro che deve farne domanda. Se chiesto prima, entro sette giorni dall’eventuale autorizzazione dell’Inps va fatta l’assunzione, da comunicare poi entro 14 giorni all’Istituto di previdenza. Se chiesto dopo, come deve fare adesso chi ha già fatto assunzioni dal 7 agosto, la procedura si riduce alla doppia istanza.
Incentivi per i giovani. Dopo il via libera del ministero del lavoro (si veda ItaliaOggi di ieri) arrivano le istruzioni Inps per chiedere il nuovo bonus occupazione. Bonus, si ricorda, che interessa tutti i datori di lavoro in caso di assunzione di giovani tra i 18 e i 29 anni ossia, precisa l’Inps, di giovani che al momento dell’assunzione hanno «compiuto 18 anni ma non 30 anni».

Edilizia, semplificazioni in serie

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Meno pratiche edilizie e paesaggistiche. Un emendamento al decreto cultura, allungando di tre anni il termine di efficacia delle autorizzazioni paesaggistiche, integra una norma del decreto del fare (n. 69/2013), che già aveva prorogato di un biennio l’efficacia dei permessi di costruire e degli altri titoli edilizi (Dia, Scia). Il decreto del fare, in particolare, ha stabilito che l’interessato ha la possibilità di comunicare all’ufficio tecnico la propria decisione di avvalersi della proroga di legge. L’effetto di questa comunicazione è che sono prorogati di due anni i termini di inizio e di ultimazione dei lavori indicati nei titoli abilitativi rilasciati o comunque formati prima del decreto del Fare e, naturalmente a condizione che i termini non siano già decorsi al momento della comunicazione dell’interessato. Altro presupposto è che i titoli abilitativi non siano in contrasto, al momento della comunicazione dell’interessato, con nuovi strumenti urbanistici approvati o adottati. Il decreto del Fare ha comunque lasciato mano libera alle regioni di regolamentarsi diversamente e ha incluso nella proroga anche le convenzioni di lottizzazione e accordi similari. Con una aggiunta di carattere tecnico, l’emendamento approvato in commissione istruzione e beni culturali al senato aggiunge che anche l’autorizzazione paesaggistica vede prolungata ex lege la sua efficacia: l’emendamento proroga di tre anni il termine delle autorizzazioni paesaggistiche in corso di efficacia. Con le proroghe in questione si possono proseguire i lavori senza nuova pratica edilizia e di autorizzazione paesaggistica.

Governo, Letta avanti tutta. Ma rischia sull’economia

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Due consigli dei ministri in due giorni, oggi e domani, con il fiato del Pdl sul collo e gli umori del Pd sempre più ribollenti nei confronti dell’alleato delle larghe intese. Il premier, Enrico Letta, accelera i tempi e va avanti con la parte economica del programma di governo:  il piano per l’attrazione degli investimenti esteri già messo a punto da Letta e dal ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, è stato presentato questa mattina e domani alle 10 del mattino, a palazzo Chigi, si parlerà anche della nota di aggiornamento al Def, Documento di economia e finanza, base della prossima Legge di stabilità che il governo vuole presentare prima della scadenza di ottobre.  Una accelerazione già decisa da tempo, ma resa ancora più necessaria dal precipitare degli eventi sull’Iva, con l’aumento che ormai sembra inevitabile, tanto che il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni avrebbe minacciato di dimettersi nel caso in cui il Pdl e il Pd, che ha già espresso la sua contrarietà allo scatto del rialzo delle aliquote già deciso dai governi Berlusconi prima e Monti poi, obbligassero via XX Settembre a manovre spericolate che metterebbero in pericolo il già difficile obiettivo di contenere il deficit nei limiti del 3% del Pil. Certo è che il presidente del consiglio, dopo il videomessaggio di Silvio Berlusconi che ha ribadito in sostanza l’appoggio al governo e affidato ai ministri del Pdl il compito di fare pressing sui provvedimenti di politica economica, in particolare sul fisco, non può comunque stare tranquillo. Nel governo si teme che il Cavaliere, furibondo per le vicende giudiziarie che lo costringeranno alla decadenza da senatore, voglia tenere in vita l’esecutivo soltanto per non passare come il responsabile di una crisi al buio che sarebbe pericolosissima per l’Italia. Ma il prezzo per questo appoggio sarebbe altissimo, si sostiene in ambienti di palazzo Chigi, con il tentativo del Pdl di attribuirsi il merito di tutti gli eventuali successi e di scaricare su palazzo Chigi e sul Pd la responsabilità dei possibili fallimenti, grandi o piccoli che siano. Una strategia già riuscita con il governo Monti, e che adesso il Pd non può più tollerare. Insomma, fino all’approvazione della legge di stabilità Letta resterà al comando. Ma la navigazione sarà sempre in acque agitate.

Pd e Pdl: prove tecniche di separazione

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Difficile che restino insieme a lungo. Pd e Pdl, dopo il discorso di Silvio Berlusconi, che ha attaccato pesantemente la magistratura e “questa sinistra”, sembrano intenzionati a una separazione più o meno consensuale che segnerebbe la fine rapida dell’esperienza delle larghe intese diventate sempre più larghe contese.  Come sembra piuttosto chiaro anche dalle interviste dell’ex presidente del senato e attuale capogruppo Pdl a palazzo Madama  Renato Schifani e di Rosy Bindi. Schifani alCorriere della Sera  ha chiarito che il “il Pdl resta al governo per non lasciare spazi al partito delle tasse e della spesa pubblica. Ci siamo battuti per cancellare l’Imu, ci stiamo battendo affinché non sia aumentata l’Iva perché questo è un punto focale per la crescita. La crisi, ora, avrebbe il sapore di una resa”, ha spiegato. Senza negare la possibilità di un voto anticipato, Schifani ha aggiunto che tutto “dipende dalla capacità del governo di dare una svolta alla politica economica, con tagli coraggiosi alla spesa pubblica, incentivi ai consumi che permettano di riavviare la crescita, snellimento della burocrazia e sgravi fiscali al mondo produttivo”.Un’ipoteca sul programma del governo che farà crescere di certo l’insofferenza del Pd, che già è a livelli di guardia dopo il discorso di Berlusconi, come ha detto a Repubblica la Bindi: “Dopo questi insulti è difficilerimanere alleati,  con questo discorso Berlusconi ha staccato la spina al governo Letta”, ha osservato.  “Il video è l’inizio della campagna elettorale e si può leggere la performance di Berlusconi in due maniere: esaltando gli aspetti patetici, che pure ci sono; o prendere sul serio le sue parole. Io preferisco quest’ultimo approccio e dico che il discorso che abbiamo sentito è eversivo, anticostituzionale, un manifesto elettorale, il primo della nuova Forza Italia fatto nello stile format di 20 anni fa”.

Baretta: deficit al 3,1%, correzione necessaria

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Le indiscrezioni sull’aggiornamento al Def che approderà domani in consiglio dei ministri, e che prevederebbe un rapporto tra deficit e Pil al 3,1%, “non sono irrealistiche; siamo attorno a questi risultati, bisogna che sia chiaro che consolideremo questi vincoli anche se richiederanno un piccolo aggiustamento”.Il sottosegretario del ministero dell’’Economia, Pierpaolo Baretta, conferma  a “L’economia prima di tutto” su Radio1 Rai, che il governo farà qualche aggiustamento ai conti pubblici: “I conti finali li faremo oggi, se i numeri confermeranno questo elemento non c’è dubbio che, anche se non servirà una vera manovra correttiva, avremo bisogno di aggiustamenti, e questi aggiustamenti implicano delle risorse finanziarie”, conferma Baretta.  Il numero tre del dicastero di Via XX settembre si è poi soffermato sul rischio di dimissioni del ministro dell’economia, Fabrizio SAaccomanni, nel caso in cui lo scostamento dallobiettivo del 3% di rapporto tra deficit e pil fosse sensibile: “Non credo che il tema siano le eventuali minacce di dimissioni del ministro Saccomanni, che peraltro è ingiustamente sottoposto ad attacchi quotidiani francamente insostenibili, la questione è se l’Italia e il suo governo decidono che da un lato stanno dentro i vincoli e dall’altro fanno scelte di politica di sviluppo”. Baretta ha anche prospettato lo slittamento di un anno del pareggio di bilancio strutturale, ma ha aggiunto che l’obiettivo importante “è il tetto del 3%  e confermo che lo rispetteremo”. Il sottosegretario ha poi aggiunto che c’è ancora il 50% di probabilità di scongiurare l’aumento dell’Iva, “ma soltanto se si considera l’intero pacchetto di urgenze: la seconda rata dell’Imu, un ulteriore intervento sugli ammortizzatori sociali, il rifinanziamento delle missioni all’estero. Bisogna trovare più o meno 5 miliardi di euro”.   Baretta non esclude che le risorse per scongiurare l’incremento dell’Iva vengano trovate modificando le soluzioni sull’Imu: “qui si tratta di trovare le risorse per coprire l’Iva e la seconda rata dell’Imu e quindi tutto è a disposizione di una maggioranza e di un governo che vogliano trovare la soluzione