22 Settembre 2024, domenica
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Cassina rilancia il brand Simon

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Cassina rilancia Simon collezione, storico marchio di tavoli, sedie e mobili da ufficio acquistato la scorsa estate dal gruppo Estel per 2,1 mln di e destinato a portare in dote nei prossimi tre anni un fatturato di 15 milioni di euro a Poltrona Frau group, la holding dell’arredamento che controlla Cappellini, Cassina e Poltrona Frau.

«La sfida più grande sarà conquistare nuovi mercati visto che l’80% dei clienti Simon sono italiani, il contrario esatto di quanto avviene per Cassina», spiega Dario Rinero, amministratore delegato di Poltrona Frau group, «mentre a livello distributivo, la complementarità dell’offerta, ovvero tavoli, sedie e mobili per l’area business, costituisce un tassello importante per la linea Cassina Contemporanei».

Per la mobilità basta la Rsu

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Legittimo il licenziamento collettivo anche se l’avvio della mobilità non è reso noto a Cgil, Cisl e Uil. Possibile? Sì, se la comunicazione del datore raggiunge almeno le rappresentanze sindacali unitarie: non è infatti necessario interpellare tutte le organizzazioni dei lavoratori presenti in azienda.
Causa concertazione.Bocciato il ricorso dei lavoratori: lamentavano che del via libera al licenziamento collettivo non siano state messe a parte le rappresentanze sindacali delle organizzazioni confederali per il necessario confronto sulla procedura. Ma il collegio osserva che la consultazione delle Rsu non implica quella con tutte le sigle sindacali presenti in azienda. Il tutto grazie agli accordi sulla concertazione del 23 luglio 1993, secondo i quali le organizzazioni firmatarie o quelle che ad esso aderiscono successivamente acquistano il diritto di promuovere la formazione delle Rsu e di partecipare alle relative elezioni, rinunziando così alla costituzione di proprie Rsa e le Rsu subentrino alle Rsa nella titolarità dei diritti, dei permessi e libertà sindacali nonché nella titolarità dei poteri e nell’esercizio delle funzioni attribuite dalla legge.

Rimandato il ddl svuota province

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Gli enti locali bocciano il ddl svuota province. Questa la posizione espressa da regioni e province in Conferenza unificata sul ddl Delrio che riforma l’architettura istituzionale dello stato, svuotando di funzioni le province, rilanciando le città metropolitane e obbligando i piccoli comuni all’esercizio associato di funzioni.

E se il no delle province, ridotte a poca cosa in attesa di essere definitivamente cancellate dalla Costituzione, appariva scontato, la stessa cosa non può dirsi per la bocciatura dei governatori che, pur ritenendo «giusta e condivisibile» l’intezione che ha animato il ministro per gli affari regionali, hanno ritenuta «non idonea» la proposta del governo, «non solo per il mancato rispetto delle competenze legislative regionali, ma anche perché i comuni avrebbero su alcune materie difficoltà se non impossibilità a gestire le funzioni».

L’Upi ha provato a fare due calcoli e ha stimato che, a fronte di 11 milioni di risparmi determinati dalla riduzione dei costi della politica (per la soppressione di consigli e giunte provinciali), senza le province la spesa pubblica aumenterebbe di 2 miliardi. A questa cifra, che da sola vale circa la metà di quanto servirebbe per evitare l’aumento dell’Iva, si arriva considerando l’aggravio di costi che il bilancio dello stato dovrebbe sopportare col passaggio della gestione degli edifici scolastici dalle province ai comuni. Si passerebbe da 107 a 1.327 centri di spesa i quali peraltro, non potendo spuntare gli stessi prezzi di favore che oggi le province si assicurano gestendo con un solo contratto di servizio da 20 a 300 scuole per ente, pagherebbero un conto molto più salato per riscaldamento, manutenzione, progettazione.

Avocat nel mirino

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In un anno, infatti, si sono moltiplicate le richieste di iscrizione da parte di avvocati stabiliti provenienti dalla Romania. Che nella maggior parte dei casi hanno ottenuto l’abilitazione presso una struttura parallela non autorizzata. Il ministero della giustizia, che si è mosso ad aprile scorso richiedendo informazioni alle autorità rumene, ha quindi inviato nei giorni scorsi una nota al Consiglio nazionale forense chiarendo qual è l’unica istituzione riconosciuta competente a rilasciare il titolo di avvocato, anche ai fini dello stabilimento in altro stato dell’Unione europea: la Unbr.
Tutto nasce dal fatto che la denominazione dell’autorità competente romena è pressoché identica a quella della c.d. Unbr – «struttura Bota», che si differenzia dalla prima, specifica il Cnf, solo per quanto riguarda la sede, «che non si trova presso il Palazzo di Giustizia di Bucarest, bensì in Str. Academiei, nn. 4-6, sempre in Bucarest.

Best Western ospiterà su misura

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Best Western Italia cerca nuovi clienti tra i viaggiatori leisure, quelli cioè che si spostano per turismo, un segmento che, grazie all’enogastronomia e all’arte, nella Penisola può crescere. Per farlo la catena si concentrerà sulla proposta di servizi su misura per vari tipi di ospiti, per esempio le famiglie con bambini, i motociclisti, chi vuole portarsi il proprio animale domestico o chi è attento alla sostenibilità. La previsione per il 2013 è di chiudere in pareggio con l’anno precedente, concluso con fatturati aggregati degli alberghi, generati da circa 7 milioni di presenze, per oltre 300 milioni di euro.

 

Letta: il Pdl umilia l’Italia

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“Considero quanto accaduto» nel Pdl «mentre rappresentavo l’Italia, non me stesso, all’Onu e negli incontri con gli imprenditori Usa un’umiliazione, non mia personale ma un’umiliazione dell’Italia”. Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, parlando in conferenza stampa a New York non ha perso il naturale aplomb ma le sue parole sono state dure come pietre.  In mattinata era giunto il monito del capo dello Stato, dopo l’annuncio di dimissioni dei parlamentari Pdl: «Fatto inquietante» e «Assurdo evocare il golpe».

Brunetta gioca a parole: sì alla fiducia, il governo non c’entra

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“Il Governo non c’entra in questa vicenda, o meglio; il Governo viene eletto da una maggioranza, nella maggioranza ci sono Partito Democratico, Popolo della Liberta’-Forza Italia e Scelta Civica. Bene, non e’ possibile che questa stessa maggioranza che regge il Governo cambi al Senato per votare retroattivamente la decadenza del Senatore Berlusconi. La fiducia? Se sara’ per il Governo, non ci sara’ alcun problema, il problema sara’ del Partito democratico: con chi vota la fiducia, con la stessa maggioranza con cui vuol far decadere Berlusconi?”. Lo afferma a Radiouno Renato Brunetta, capogruppo dei deputati Pdl. Brunetta prosegue: “Al Senato, la maggioranza si e’ spaccata: Pd, Sel e Cinquestelle hanno votato per la decadenza di Berlusconi e questa, ripeto, e’ stata una ferita gravissima non solo per la tenuta parlamentare, ma per la stessa sopravvivenza della maggioranza di Governo.

 

In una lettera aperta dei capigruppo del Pdl, Renato Brunetta e Renato Schifani, a Giorgio Napolitano. Brunetta e Schifani hanno ribadito i loro “dubbi di legittimita’” sulla legge Severino. “Il rifiuto di ascoltare questi dubbi”, proseguono i due capigruppo nella lettera pubblicata da ‘Il Giornale’, “è stato ritenuto dalla totalità dei partecipanti alla riunione dei gruppi di Forza Italia un’inaccettabile negazione dello Stato costituzionale di diritto, tale da rendere intollerabile la permanenza in un Parlamento che si dimostrasse cosi’ sordo alle ragioni della legalità.

Borse europee. Milano apre a +0,06%

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Piazza affari apre l’ultima seduta della settimana poco sopra la parità. L’indice Ftse Mib segna un modesto +0,06% a 17.881 punti, l’All-Share un +0,07% a 18.917 punti. Poco mosse anche le borse europee. Dopo i primi scambi, a Francoforte il Dax registra un +0,1%, a Londra l’Ftse 100 cala dello 0,11%. Modesto il rialzo di Parigi (Cac 40 +0,08%), mentre cala dello 0,05% l’Ibex-35 di Madrid. Lo spread tra i Btp i Bund tedeschi si attesta a 251 punti base.

L’ex collaboratore di Cossiga: sul voto di fiducia molti tradiranno.

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“Mercoledi’, quando si passerà sotto i banchi della Presidenza per votare la fiducia, Berlusconi avrà soprese e delusioni. Lo deluderanno persone insospettabili, a lui vicinissime”. Lo afferma il senatore Gal, Paolo Naccarato, in una intervista a ‘Repubblica’. Naccarato rende noto che non si dimetterà da senatore e che voterà contro a tutte le dimissioni dei senatori del Pdl.

A settembre migliora la fiducia delle imprese

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A settembre l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane sale a 83,3, da 82 di agosto, il livello massimo da oltre un anno (dal luglio 2012). Lo rileva l’Istat, spiegando che l’andamento positivo dell’indice composito rispecchia un miglioramento della fiducia diffuso in tutti i settori economici. L’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere aumenta, passando da 93,4 di agosto a 96,6. I giudizi sugli ordini e le attese di produzione migliorano (da -32 a -28 e da -1 a 3, rispettivamente); il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino passa da 0 a -1. Anche l’’indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione sale da 76,4 di agosto a 78,6. I giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione e le attese sull’occupazione migliorano (i saldi aumentano da -52 a -49 e da -18 a -16, rispettivamente). L’indice destagionalizzato del clima di fiducia delle imprese dei servizi cresce da 79,8 a 80,8.