23 Settembre 2024, lunedì
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‘NDRANGHETA NEL PONENTE LIGURE. OGGI AL VIA IL MAXI PROCESSO. ATTESO ANCHE L’EX SINDACO

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Inizia questa mattina a Genova la maxi udienza preliminare legata all’operazione “Svolta” che lo scorso 3 dicembre aveva portato i carabinieri ad un blitz nel ponente ligure contro la ‘Ndrangheta.

Sul tavolo degli imputati ci sono 36 persone, diciotto delle quali devono rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Secondo l’Antimafia esisterebbero due punti di comando della ‘Ndrangheta nel ponente: il primo tra Ventimiglia e Vallecrosia, il secondo a Bordighera.

A Genova è atteso anche l’ex sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino accusato di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso.

Vibo: Truffa all’Inail. Una denuncia

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Le Fiamme Gialle della Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, nell’ambito di indagini di Polizia Giudiziaria volte a tutela della Spesa Pubblica Nazionale, hanno scoperto un redditizia frode ben studiata ed articolata, messa in pratica da un soggetto, residente nella provincia vibonese.

Questi avrebbe ottenuto, mediante la presentazione all’INAIL di documentazione medica redatta ad hoc e falsi certificati medici, riportanti anche l’intestazione e la firma di due inconsapevoli medici specializzati in Medicina del Lavoro, l’indebito pagamento di Danni Biologici per una somma pari a € 40.000,00.

In particolare, il soggetto, scovato dagli investigatori, avrebbe utilizzato formats ed intestazioni di pregresse “Relazioni Mediche” già in suo possesso, per redigere ulteriore documentazione attestante danni biologici e/o aggravamenti degli stessi conseguenti ad infortunio sul lavoro, che, successivamente presentate all’INAIL di Vibo Valentia, gli hanno fruttato il fraudolento pagamento.

Il ben congeniato sistema di frode scoperto dalle Fiamme Gialle vibonesi mediante altresì l’importante apporto collaborativo dei Reparti territoriali di Reggio Calabria e Messina, denota un alto acume investigativo, trattandosi di un settore, quello della Medicina del Lavoro, molto complesso ed articolato.

L’indagine svolta nell’ambito dei poteri conferiti al Corpo dal D.Lgs.68/2001 assume spiccata importanza, laddove vede la Guardia di Finanza costantemente impegnate sul versante della difesa degli interessi erariali del Paese e della tutela della Spesa Pubblica Nazionale, settori in relazione ai quali il Corpo svolge attento ed imprescindibile contributo al fine di prevenire o reprimere illeciti in tale ambito, volti a rilevare l’esistenza di eventuali anomalie nel percepimento di indennità e vitalizi di infortunio sul lavoro, corrisposte dall’INAIL.

Scoperta e sequestrata piantagione di marijuana a Caulonia (RC)

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I finanzieri della sezione operativa navale di Roccella Ionica (RC) hanno scoperto e sequestrato una piantagione composta da 15 piante riconducibili alla famiglia della “cannabis sativa”, alte oltre 3 metri.

I militari delle Fiamme Gialle sono stati impegnati nel fine settimana nella ricerca di piantagioni illecite di canapa indiana sul territorio calabrese – che ben si presta a tale tipo di coltivazione; e’ stato anche impiegato un elicottero del corpo, del reparto di volo di Lamezia Terme che, sorvolando la contrada rosi in agro del comune di Caulonia (RC), individuava nella fitta boscaglia la presenza sospetta di alcuni tubi per l’irrigazione.

Al termine della ricognizione i finanzieri scoprivano un terrazzamento, su terreno demaniale, ricavato lungo un costone assai scosceso e ben occultato dalla fitta vegetazione, una coltura di canapa indiana composta da 15 piante, oramai pronte per la raccolta, abilmente mimetizzate “a macchia di leopardo” da altri arbusti presenti sul terreno.

la sostanza stupefacente immessa sul mercato avrebbe fruttato circa 130.000 euro, secondo gli attuali prezzi di mercato di vendita al dettaglio.

BANDA DEL BUCO IN AZIONE : “SVALIGIATI DUE NEGOZI”

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Banda del buco in azione nella notte in via Tuscolana. Ad allertare la polizia, con una segnalazione intorno alle sette di questa mattina, una persona che riferiva di aver trovato un buco nella propria cantina in via Tuscolana 909. Attraverso tale passaggio, i ladri, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbero voluto entrare in un bar, invece si sono ritrovati in un Golden Point. Non soddisfatti, il gruppo ha realizzato un altro buco attraverso il quale sono entrati in un negozio di rivendita di videogiochi Gamestop.

Università di Messina, arrestati due docenti

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Due docenti dell’Università di Messina sono stati arrestati dalla Guardia di finanza con l’accusa di aver inquinato un concorso per ricercatore in microbiologia e microbiologia chimica in modo da pilotarne l’esito. Secondo l’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Ada Merrino e dal sostituto Diego Capece Minutolo, che ha chiesto e ottenuto dal Gip Massimiliano Micali le ordinanze di custodia agli arresti domiciliari, la commissione giudicatrice e il vincitore del concorso, venivano stabiliti a monte dagli arrestati, con la collaborazione di loro colleghi. Gli arrestati sono un direttore di Dipartimento e un professore ordinario. Altri tre docenti sono indagati.

Il concorso oggetto delle indagini, sostiene l’accusa, era stato manipolato per chiudersi con la nomina a ricercatore di un parente di uno degli arrestati, ma la presenza di un candidato con un punteggio più elevato aveva creato qualche problema. Il concorrente meritevole era stato poi costretto a ritirarsi. “Pacta servanda sunt”, i patti vanno rispettati dicevano in un’intercettazione i due arrestati, e così alludevano alla necessità che il potenziale vincitore del concorso debba farsi da parte dietro la promessa che gli sarebbe stato riservato un posto di ricercatore in un successivo concorso. L’indagine è stata avviata dopo una denuncia per una falsa fattura utilizzata presso il Dipartimento ove operava uno dei arrestati, che si sarebbe peraltro appropriato di somme del “fondo economale” del Dipartimento con il concorso di un dipendente amministrativo della Facoltà.

Il Segreto, anticipazioni: la triste storia di Tristan

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E alla fine Tristan restò disarcionato. Uno dei protagonisti assoluti della soap opera Il Segreto non vivrà nelle prossime settimane un periodo felice. Qualcuno dice che nel nome ci sia già un pezzo della propria storia, e quello di Tristan sembra davvero calzare a pennello.

Che sia colpa soltanto della maledizionelanciatagli dalla moglie in punto di morte? Moglie che tra le altre cose si rifarà viva a breve sotto altre spoglie, quelle di una suora, il cui arrivo getterà di nuovo nel terrore Pepa e anche la flemmatica Donna Francisca.

No, in questo caso le faccende che vedranno occupato Tristan saranno molto più concrete che una “semplice” maledizione. Non solo infatti il soldato ha perso definitivamente Pepa dopo la caduta a cavallo, ma rischierà di perdere tra non molti giorni anche la propria vita.

Il motivo? Questioni tra soldati, che altro. Alla tenuta infatti si farà vivo un vecchio compagno di Tristan al tempo della guerra in Sud America, di nome Maximiliano. Costui è in cerca di denaro e non esiterà a ricattare Tristan con una lettera nella quale egli giura di averlo visto uccidere un altro commilitone.

Dalle parole si passerà ben presto ai fatti. Tristan infatti verrà condannato a morte e soltanto la clemenza del re potrebbe fermare la macchina infernale della ghigliottina. Ci metterà la faccia anche Pepa, la quale non farà altro che peggiorare la propria situazione con il dottor Alberto, che ormai accecato dalla gelosia scriverà un’altra lettera con cui spera addirittura di accelerare la condanna a morte.

DRAMMA IN MESSICO, COCCODRILLO UCCIDE UN BAMBINO

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Un bambino di dieci anni è morto, attaccato da un grosso coccodrillo, lungo circa 4 metri, sulla riva di un fiume nello stato messicano di Oaxaca. L’attacco è avvenuto nel comune di Santiago Pinotepa Nacional, mentre il bambino, in compagnia del fratello poco più grande di lui, si trovata sulla riva del fiume in piena. Il coccodrillo, secondo quanto riferito dalle autorità locali, «ha afferrato il piccolo alla testa, trascinandolo diversi metri per poi lasciarlo andare e sparire nell’erba alta». Fatali sono state le conseguenze della stretta delle mandibole dell’animale che hanno causato al bambino ferite e lesioni mortali.

 

La crisi? Il gesto di un uomo disperato

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Questa volta Berlusconi ha sbagliato, e la disponibilità a votare la legge di stabilità è un modo come un altro per recuperare una situazione compromessa, che gli sta sfuggendo di mano. Un gesto irresponsabile? Certo ma soprattutto un atto di ritorsione contro gli avversari politici, contro i magistrati che lo hanno condannato, contro il PD e Napolitano che non lo hanno salvato.

Berlusconi è un uomo disperato, rincorso dagli incubi di probabili mandati di cattura successivi alla sua decadenza da senatore. In preda al terrore del carcere, ha imboccato, sulla pelle degli italiani e sulla sua pelle, una via senza uscita, che non lo libera dalla situazione in cui è impelagato. La crisi non risolve i suoi problemi, non gli dà il condono, non gli da consensi, ma apre la strada al suo isolamento politico e al dissenso interno, a defezioni di autorevoli membri del suo partito.

Berlusconi ha sbagliato, ma questo errore lo paghiamo tutti noi. Se non viene approvata la legge di stabilità e la legge elettorale questo Paese a sbattere, perde la sua indipendenza politica, sarà governato dalla troika finanziaria (BCE Fondo monetario, Commissione UE), e non da un governo scelto dagli italiani. Ma queste cose non importano al cavaliere, a cui preme solo di evitare la decadenza, le sue aziende, la prossima campagna elettorale. Per questo tenta di far cadere il governo, senza subire contraccolpi negativi. I suoi interessi prima di tutto, a spese degli italiani. E per questo obiettivo utilizza qualsiasi mezzo, anche se porta alla rovina l’Italia.

La crisi è l’ultimo atto di un ventennio in cui Berlusconi ha sempre anteposto i suoi interessi a quelli del Paese. Tutti i governi di Berlusconi non hanno pensato a governare, ma ad accorciare i tempi di prescrizione, ad eliminare il falso in bilancio, insomma ad adottare provvedimenti atti ad aiutare il cavaliere nelle sue vicende giudiziarie, a fare condoni e ad eliminare l’IMU per acquisire consensi. All’inizio della crisi non erano all’attenzione del governo di allora i provvedimenti per tamponarla, ma il lodo Alfano.  E come ultimo atto fa cadere il governo, come ritorsione alla probabile pronuncia di decadenza da senatore della commissione parlamentare sulle immunità. E in questa operazione fa sentire in pieno il pugno del comando. Le dimissioni dei ministri non vengono discusse negli organi di partito. I ministri non vengono preventivamente avvertiti. Quando sono in ballo i suoi interessi non si comporta da statista, da leader, dapadrone che dà ordini ai suoi servi senza consultarli.

Ma poi avverte che questa volta il gioco è troppo scoperto per poter reggere. I suoi elettori nonostante la campagna mediatica di Mediaset, del Giornale, di Libero, di Panorama, sanno benissimo che la crisi è figlia degli interessi personali del cavaliere e che anteporre gli interessi personali a quelli del Paese non è accettabile. Così le motivazioni personali diventano motivazioni economiche, le sua responsabilità per lo strappo addossata ai suoi avversari. E come ha giustamente rilevato Letta, copre una iniziativa nata da una vicenda personale con una vicenda economica. Le ragioni vere della crisi sono collegate alla decadenza.

TITANFALL – LA DEMO DELL’EUROGAMER EXPO GIRAVA SU UNA GEFORCE GTX 770 A 60 FRAME PER SECONDO

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Il community manager di Respawn Entertainment ha rivelato che la demo di TitanFall portata dalla software house all’Eurogamer Expo girava a 60 frame al secondo su un PC equipaggiato con una Geforce GTX 770.

Il manager ha anche affermato che la qualità della versione Xbox One sarà la medesima ma non ha rivelato dettagli in merito alla risoluzione. In queste settimane abbiamo avuto la conferma che Forza Motorsport 5 sarà in 1080p mentre Ryse girerà in 900p e Killer Instinct dovrà accontentarsi della risoluzione 720p.

Immigrati annegati, arrestati 7 uomini dell’equipaggio

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Polizia di Ragusa, Carabinieri e Guardia di finanza di Modica hanno fermato 7 siriani, ritenuti i componenti dell’equipaggio del peschereccio con 160 migranti a bordo, tutti eritrei, 13 dei quali sono morti annegati durante lo sbarco su una spiaggia di Scicli, nel Ragusano. Contestato il reato di morte a seguito dell’evento criminoso.

Tra i fermati non ci sono i due presunti ‘scafisti’ che erano stati bloccati nell’immediatezza e condotti nella caserma dei carabinieri della Tenenza di Scicli. I due non sono stati riconosciuti dagli altri ‘compagni di viaggio’ e quindi sono stati rilasciati e condotti nel centro di accoglienza di Pozzallo. Ai sette fermati è stato contestato il reato di morte a seguito dell’evento criminoso perché,allo stato delle indagini,manca la prova che le vittime siano state costrette a gettarsi in mare dagli ‘scafisti’.