24 Settembre 2024, martedì
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Il Pdl riscrive il Dl scuola

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“Il Pdl ha depositato 83 emendamenti e 13 articoli aggiuntivi al Dl Scuola. Si tratta di interventi volti a migliorare il provvedimento soprattutto nella parte relativa al rapporto scuola-lavoro, all’orientamento, al diritto allo studio ad ogni livello del sistema di istruzione e formazione. Altre misure riguardano la semplificazione delle procedure per i percorsi di abilitazione e le graduatorie dei concorsi, affinche’ abbiano valenza biennale”. Lo annuncia Elena Centemero, responsabile nazionale Scuola, universita’ e ricerca del PdL.

“Proponiamo inoltre lo status dello studente in alternanza e la possibilita’, in tutti i cinque anni della scuola superiore e a partire dal primo anno, di effettuare periodi di formazione in azienda e in apprendistato, che deve essere diffusi anche nei percorsi post diploma”, dice ancora.

Travaglio, contro le carceri affollate si utilizzi la Bossi-Fini

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Il condirettore del Fatto quotidiano, Marco Travaglio, ha giudicato strumentale il messaggio alle Camere del presidente Giorgio Napolitano (che chiede con forza l’amnistia e l’indulto). Il Capod ello Stato, in realtà, con Silvio Berlusconi vorrebbe salvare “un mezzo elenco telefonico” di politici, manager, banchieri, imprenditori che hanno “grassato e depredato” l’Italia negli ultimi anni. Ciò, “con la scusa dei poveri detenuti che affollano le carceri”. Ma allora qual è l’alternativa possibile? Per Travaglio basterebbe abolire un paio di leggi volute dal Cavaliere: la ex Cirielli “che tiene dentro i recidivi per periodi spropositati” e la Giovanardi-Fini che dal 2006 equipara le droghe leggere alle pesanti ed ha generato 26mila reclusioni su un totale di 65mila

Maroni, se il Pdl vota l’amnistia rinnega sè stesso

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“Siamo stati abituati a tutto in questi ultimi mesi, però spero davvero che il Pdl non approvi una legge amnistia e una riforma che cancelli la Bossi-Fini perché vorrà dire che rinnega tutto quanto fatto con noi al governo in questi ultimi dieci anni”. Lo ha detto il leader della Lega, Roberto Maroni, a margine di una conferenza stampa a Milano. “Io sono alleato del Pdl in Regione Lombardia e nelle regioni del Nord – ha aggiunto Maroni – mi pare difficile pensare che il Pdl possa approvare un provvedimento di amnistia e una riforma che cancelli la Bossi-Fini”. Un’eventuale espressione del PdL a favore dell’amnistia significherebbe “rinnegare” il passato, comprese le battaglie condivise con la Lega. Cosi’ la pensa il segretario del Carroccio, Roberto Maroni, che ha ricordato di essere “alleato del Pdl in Lombardia e nelle altre regioni del Nord. E’ difficile – ha aggiunto – pensare che possa approvare un provvedimento di amnistia o una riforma che cancelli la Bossi-Fini”. “In questo ultimo mese il PdL ci ha abituato a tutto”, Maroni, tuttavia, spera “che non succeda (il voto all’amnistia ndr), perche’ altrimenti vorrebbe dire che il PdL rinnega tutto quello che ha fatto con noi al Governo negli ultimi 10 anni”.

“Sono nettamente contrario a qualsiasi forma di amnistia e di indulto – ha aggiunto Maroni -, il problema delle carceri è un problema serio che si risolve costruendo nuove carceri e non rimettendo in libertà migliaia di detenuti. Faremo le barricate in Parlamento, se serve, per evitare che questo provvedimento passi. Nuove carceri – ha concluso Maroni – si possono realizzare rapidamente o si possono utilizzare quelle che esistono già, ma questa strada, quella dell’amnistia, è la peggiore delle soluzioni”.

Brunetta, fuori i compensi di Benigni, Littizzetto e dei dipendenti Rai

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Viale Mazzini ancora nel mirino di Renato Brunetta che, in tre distinte interrogazioni al presidente della Vigilanza Rai, Roberto Fico, chiede di conoscere i compensi di Roberto Benigni, per il suo prossimo programma, di Luciana Littizzetto, per ‘Che tempo che fa’, e i curricula dei dipedenti Rai, con relativi compensi. Nella prima interrogazione, il capogruppo Pdl alla Camera chiede ” se il presidente e il direttore generale della Rai, Tarantola e Gubitosi, non ritengano opportuno rendere noti tutti i costi del prossimo show di Roberto Benigni dedicato ai ‘Dieci Comandamenti’, in particolare il compenso che verra’ percepito dal comico toscano”, perche’ “da indiscrezioni di stampa si parla di un importo che non sarebbe inferiore ai 4 milioni di euro”.  Nella seconda, Brunetta chiede “se il presidente e il direttore generale della Rai non ritengano opportuno rendere nota la tipologia di contratto in esclusiva che lega Luciana Littizzetto alla Rai, nonche’ l’ammontare del compenso percepito dall’attrice torinese per la presenza all’interno del programma ‘Che tempo che fa’, anche alla luce dell’ulteriore compenso che ricevera’ per la propria partecipazione al prossimo festival della canzone italiana” . Nell’interrogazione viene evidenziato come “per la trasmissione ‘Che tempo che fa’, Luciana Littizzetto percepirebbe un cachet che ammonta a 20mila euro per ogni puntata, che prevede circa 10 minuti di monologo”, e che “la comica torinese ha tra l’altro partecipato all’ultima edizione del Festival di Sanremo, condotta sempre da Fabio Fazio, suscitando diverse polemiche per l’ammontare dei compensi percepiti (600mila euro per Fazio e circa 350mila euro per la Littizzetto), pubblicati da diversi organi di stampa”.

Nella terza interrogazione, l’esponente Pdl chiede “se il presidente e il direttore generale della Rai non ritengano opportuno rendere noti, attraverso la pubblicazione sul sito internet della Rai, tutti i curricula del personale di recente nomina e, piu’ in generale, di tutto il personale Rai, con i corrispondenti compensi, anche alla luce delle prossime disposizioni del Contratto di Servizio 2013-2015, in linea con la vigente normativa in materia di trasparenza”. Brunetta ricorda come “la legge 18 giugno 2009, n. 69, recante ‘Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione e la competitivita’, nonche’ in materia di processo civile’, stabilisce, all’articolo 21, comma 1, che tutte le pubbliche amministrazioni debbano rendere note, attraverso i propri siti internet, alcune informazioni relative ai dirigenti, come il curriculum vitae, la retribuzione, i recapiti istituzionali”.

Mercato del libro, qualche spiraglio. Cresce il settore ebook

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Il quadro economico per il settore del libro resta molto negativo (nel 2012 le vendite dei canali trade sono calate del 7,8% e le cose continuano ad andar male anche nel 2013: nel primi 8 mesi si registra un peggioramento ulteriore del 5,4), ma dal Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2013 dell’Aie, presentato oggi alla Buchmesse di Francoforte, qualche segnale positivo arriva e riguarda in primo luogo l’incremento della lettura nel nostro paese. Tra gli italiani con più di 6 anni legge il 46% della popolazione, dato lievemente migliore rispetto all’anno passato, seppur ancora molto basso e al di sotto dei parametri europei.

Cifre ancora limitate, ma in forte crescita, a cui si aggiunge il fatto che nel caso di alcuni titoli di fiction si arriva fino al 5%. Percentuale a cui l’Associazione degli editori ritiene possa arrivare nel 2013 l’intero settore. Anche perché si registra contestualmente anche una forte crescita (+45%) della lettura degli ebook rispetto al 2011, dato che diventa un +136% se si considerano i risultati del 2010. «Chiediamo una politica per il futuro che passi per una vera promozione del libro e della lettura», ha detto il presidente dell’Aie Marco Polillo, «un’Iva parificata tra ebook e libri di carta, il riconoscimento della centralità dei contenuti all’interno dell’agenda digitale, un aggiornamento serio, non improvvisato, delle normative sul diritto d’autore».

Dieci contestatori per Barroso, Letta e Alfano a Lampedusa

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Una decina di manifestanti hanno contestato il presidente del Consiglio Enrico Letta, il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il presidente della Commissione Europea Manuel Josè Barroso al loro arrivo sull’isola di Lampedusa, teatro dell’immane tragedia costata la vita a quasi trecento immigrati il 3 ottobre scorso. “Vergogna”, “buffoni” e “assassini”, sono tra gli insulti gridati dai manifestanti al corteo di auto con a bordo i politici, in uscita dall’aeroporto. “La situazione insostenibile. Il centro di prima accoglienza e’ invivibile. Neanche i barboni vivono in questo modo indecoroso. Ci sono pure bambini”: lo grida una straniera che vive a Lampedusa da sei anni e che assieme a molti isolani aveva contestato Letta e Barroso al loro arrivo in aeroporto.

Enrico Letta, accompagnato da Barroso e Alfano, appena atterrato a Lampedusa ha reso omaggio alle salme degli immigrati raccolte nell’hangar dell’aeroporto di Lampedusa. Il presidente del Consiglio si e’ inginocchiato davanti ai feretri bianchi dei bambini che hanno perso la vita nella tragedia, per un minuto di raccoglimento, e, affiancato dal presidente della Commissione Ue e dal ministro dell’Interno, si e’ nuovamente inginocchiato per deporre un mazzo di fiori sulle prima fila di bare.

Abenomics mette il turbo alle auto di lusso made in Italy

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Abenomics, la serie di iniziative macroeconomiche adottate la scorsa primavera dal premier Shinzo Abe per risollevare il Giappone dalla depressione economica, giova a Ferrari e Lamborghini, che hanno visto le vendite delle loro auto di lusso esplodere nel Sol levante. Nei primi sei mesi dell’anno, le vendite di Ferrari sono balzate del 28% nell’Arcipelago, e sull’intero anno potrebbero registrare un +30%, come ha rivelato al quotidiano francese Les Echos Giuseppe Cattaneo, responsabile della casa di Maranello per l’Estremo Oriente. Secondo Cattaneo, a giovare a Ferrari è «questa nuova euforia, legata ad Abenomics». Il mese scorso anche Lamborghini aveva registrato un boom degli ordini dal Giappone, che dovrebbero portare a un aumento del 13% delle vendite nei primi nove mesi.

Soltanto Letta può decidere se salvare Alitalia

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Aumento di capitale da 300 milioni, coperto per la meta’ da Fintecna, convinta in extremis e direttamente dal premier Enrico Letta, e per gli altri 150 milioni dai soci attuali, con Intesa Sanpaolo e Unicredit pronte a costituire il consorzio di garanzia per coprire l’inoptato. È questa la soluzione sul tavolo dal governo, scrive MF, per tenere in piedi l’Alitalia, al termine di una giornata convulsa andata avanti fino alla tardissima serata di ieri con un nuovo vertice a Palazzo Chigi, dove sarebbe tornato anche l’ad di Fs Mauro Moretti insieme al premier, ai ministri interessati, ai vertici della compagnia e ai due banchieri Federico Ghizzoni per Unicredit e Gaetano Micciche’ per Intesa, mentre si moltiplicavano le voci su una societa’ ormai prossima al default e nemmeno piu’ in grado di fare il pieno ai propri aerei.

Di tutte le soluzioni possibili studiate ieri nel corso della giornata di incontri a palazzo Chigi, continua il giornale, l’ipotesi di un prestito sarebbe quella al momento piu’ gettonata. Il modello sarebbe piu’ o meno quello dei Monti-bond usati per il salvataggio di B.Mps: l’azienda emette delle obbligazioni, il governo le sottoscrive, Alitalia ne ottiene della liquidita’ in cambio del pagamento di lauti interessi. Se poi alla scadenza (sufficientemente lunga) delle obbligazioni, l’azionista non fosse in grado di restituire il dovuto, i bond si convertirebbero in azioni. La condizione posta dal governo per sottoscrivere i Letta-bond e’ la fine di ogni incertezza sul futuro di Alitalia. La linea resta la stessa di ieri: l’unico e realistico compagno di strada per Alitalia sono i cugini franco-olandesi.

Telecom a Moody’s: il gruppo è solido

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«Il gruppo Telecom I. è solido dal punto di vista sia industriale sia finanziario, come dimostrato dalla generazione di cassa, che negli ultimi cinque anni è stata pari a 32 mld di euro». È questa la risposta affidata a una nota diffusa ieri in tarda serata della società di tlc dopo il taglio del rating da parte dell’agenzia Moody’s a Ba1, con outlook negativo.. Negli ultimi cinque anni, prosegue la nota, la società «a fronte di 25 mld di euro di investimenti complessivi nei paesi in cui opera, ha ridotto il proprio indebitamento nella misura di 7,6 mld di euro. La riduzione del debito è sempre stata e continuerà a essere una priorità per Telecom Italia, nell’ambito di un percorso di sviluppo sostenibile delle attività industriali. Nel corso degli anni Telecom Italia ha perseguito un approccio prudente alla gestione dei rischi finanziari, mantenendo un margine di liquidità almeno pari alle scadenze del debito dei successivi 18/24 mesi (a fine giugno il margine di liquidità era pari a 12,8 miliardi) e adottando una documentazione contrattuale relativa ai propri finanziamenti priva di clausole di step-up o di accelerazione nel rimborso del capitale legate al rating.

Questa sera alla Casa Bianca la nomina ufficiale di Janet Yellen

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Per la prima volta in 100 anni una donna guiderà la Federal reserve. Sarà infatti la 67enne Janet Yellen a prendere il posto di Ben Bernanke dal prossimo 31 gennaio, quando scadrà il mandato del presidente in carica. La nomina sarà ufficializzata questa sera da Barack Obama durante una cerimonia nella East Room della Casa Bianca alla quale parteciperà anche Bernanke. La Yellen, numero due della Fed dal 2010, si appresta così a diventare la donna più potente della storia americana. La designazione della Yellen, già da tempo considerata in pole position come futuro capo della Fed, soprattutto dopo il ritiro della corsa dell’ex consigliere economico di Obama Larry Summers, è arrivata in pieno shutdown e mentre sugli Usa incombe il rischio di un default.