25 Settembre 2024, mercoledì
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Il Nobel per l’economia a tre americani

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Il premio Nobel all’economia del 2013 è stato assegnato a tre diversi economisti statunitensi per l’analisi empirica dei prezzi di azioni e bond e la valutazione del rischio. I premiati sono Eugene F. Fama, nato nel 1939 a Boston e docente all’università di Chicago; Lars Peter Hansen, nato nel 1952 a Minneapolis, anch’egli dell’ateneo di Chicago; e Robert J. Shiller, nato nel 1946 a Detroit e professore a Yale. Il Nobel all’economia è il più recente delle onorificenze più prestigiose del mondo: è stato infatti istituito nel 1968 dalla banca centrale svedese, la Sveriges Riksbank, alla celebrazione del suo 300esimo anniversario.

“Sud e Territorio: per crescere Insieme”

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22 Ottobre 2013 – ore 18.00

Il punto di partenza che Ciro Di Dato considera indispensabile per dare vita a qualsiasi impegno rivolto alla comunità, è il “sociale”.

In occasione dell’investitura a responsabile della sede di San Sebastiano al Vesuvio dell’Associazione “INSIEME” alla presenza dell’Assessore Regionale al Lavoro, Prof. Severino Nappi, responsabile e fondatore dell’associazione, propone il convegno/dibattito : “Sud e Territorio: per crescere Insieme” che si terrà alle ore 18:00 al Tennis Club Canterbury, Via M. Falconi, n° 7 – San Sebastiano al Vesuvio (Na).

Gli argomenti trattati in questo primo incontro spaziano dall’immigrazione agli handicap (fisici e mentali), da terra dei fuochi e dei veleni ai minori a rischio e bullismo, dal lavoro al “caro” assicurazioni.

Modera Luigi Di Maria, direttore di “Obiettivo Campania Sapori e Tradizioni”.

Coordinamento Edoardo Lanza per PROMOTEGA, info 3388116046

sud e territorio per crescere

Leeds, pensionato morto con ferita alla testa. Arrestato bimbo di 10 anni

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Un bambino di 10 anni è stato arrestato a Leeds per la morte di un pensionato di 79 anni, che era volontario in una parrocchia. La vittima, che secondo fonti locali si chiamava Victor Hepworth, è stato trovato a terra in una strada di Leeds con una ferita alla testa.

Secondo il quotidiano inglese Mirror l’ipotesi è che il bambino e l’uomo abbiano avuto una lite e che il pensionato, che soffriva di cuore, si sia accasciato al suolo. I medici del pronto soccorso hanno cercato di salvare Hepworth ma è stato tutto inutile: l’uomo è morto poco dopo nell’ospedale della città.

La polizia di Leeds ha interrogato il bambino e tenta di ricostruire il fatto accaduto nella serata di lunedì 14 ottobre.  ”Era un nostro fedele cliente, veniva qui tutti i giorni, una persona tranquilla e gentile, che riposi in pace”, ha detto il negoziante Liaqat Ali.

Sequestrato ospizio ‘lager’ a Enna

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Arrestati a Enna un titolare e tre dipendenti di una casa di riposo abusiva dove, secondo la Guardia di finanza che ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip,una cinquantina di anziani vivevano in condizioni di degrado, sottoposti a vessazioni e violenze.Maltrattamenti, abbandono di incapace, sequestro di persona, violenza privata, lesioni personali sono le accuse contestate agli indagati, che rispondereanno anche di truffa per aver continuato a ritirare la pensione di alcuni ricoverati deceduti. L’ospizio “Sant’ Antonio Abate”, ex “Villaggio del fanciullo”, nella zona di Pergusa, e’ stato sequestrato. I degtenti sono stati trasferiti in altre strutture. L’indagine era stata avviata su denuncia di alcuni ex dipendenti della casa di riposo.

Con intercettazioni telefoniche e ambientali e con riprese video, i finanzieri hanno documentato la condizione di abbandono degli anziani, alcune dei quali affetti da gravi malattie degenerative. A pazienti con Alzheimer, costretti nei loro letti, venivano somministrate forti dosi di sedativi da operatori privi di qualsiasi competenza medica o infermieristica. Le indagini proseguono per quantificare anche gli illeciti patrimoniali perpetrati dai responsabili della struttura, che generava un giro di affari annuo complessivo di oltre 600 mila euro, In molti casi, gli amministratori, approfittando di ricoverati che non avevano parenti, operavano illecitamente sui loro libretti-pensione e sui loro conti correnti, e dopo la loro morte si appropriavano delle somme depositate.

Omicidio-suicidio nel Perugino

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Una 26enne è stata trovata morta, uccisa con una pistola, nella sua abitazione a San Giustino Umbro, nel Perugino; accanto a lei l’ex fidanzato 28enne, ferito gravemente e poi morto in ospedale. L’ipotesi dei carabinieri di Città di Castello è che si sia trattato di un caso di omicidio-suicidio: l’uomo avrebbe sparato alla ex per poi togliersi la vita.

l 28enne avrebbe suonato il campanello di casa della ragazzaverso l’una di notte e, quando lei ha aperto, le avrebbe sparato immediatamente almeno tre colpi di una pistola calibro 9 regolarmente detenuta dall’uomo. Il 28enne sarebbe, invece, morto dopo circa mezzora, dopo essersi sparato un colpo con la stessa arma. A carico del ragazzo non ci sarebbero denunce per stalking o violenze nei confronti della ex.

I militari sono arrivati a casa della giovane, in via Alfieri alla periferia del paese, e l’hanno trovata chiusa. Per entrare e’ stata forzata una finestra. All’interno hanno così trovato i corpi, uno accanto all’altro. Entrambi erano del posto. A dare l’allarme, a quanto pare, sono stati amici e familiari dell’uomo, preoccupati per alcuni sms e probabilmente anche per un messaggio lasciato dal giovane. Il 28enne è risultato incensurato.

A casa di lui lettera di addio – Ha lasciato a casa sua una lettera d’addio, nella quale si faceva riferimento alla fine della relazione sentimentale con la fidanzata, di due anni piu’ giovane, il 28enne residente a San Giustino, disoccupato, che nella notte appena trascorsa ha ucciso la sua ex fidanzata e si e’ poi suicidato. La tragedia si e’ consumata in un appartamento alla periferia del paese umbro, dove la donna, che sembra lavorasse come cameriera, viveva da sola. La relazione tra i due era finita da circa 2 mesi e mezzo, che il giovane, pero’, pare non avesse mai accettato.

Gradimento sindaci, Bari batte Milano

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Michele Emiliano, primo cittadino di Bari, e’ il sindaco piu’ apprezzato tra quelli delle cosiddette ‘aree metropolitane’. Lo dice l’indagine trimestrale Monitorcitta’ Aree Metropolitane dell’istituto di ricerca Datamedia, diretto da Natascia Turato, sulla soddisfazione dei cittadini sull’operato dei sindaci. Nel terzo trimestre di quest’anno e’ in testa con il 59,2% il sindaco di Bari Michele Emiliano, seguito in seconda posizione da Marco Doria (Genova) con il 58,6% e da Giuliano Pisapia (Milano) con il 58,5%. Quarto il sindaco di Firenze Matteo Renzi.

La variazione nel gradimento dei sindaci delle aree metropolitane, rispetto al secondo trimestre 2013 e’ lieve per tutti, tranne che per il sindaco di Napoli Luigi De Magistris che perde il 3,7% e si piazza in ultima posizione (nono) con il 49,5% e perde 10 punti in 9 mesi. La quarta piazza e’ dunque per Renzi che con il 56,5% registra un +0,7% nel gradimento dei suoi cittadini. In discesa dello 0,7% invece Piero Fassino, sindaco di Torino, che si trova in quinta posizione. Il neo sindaco di Roma Ignazio Marino fa il suo debutto in classifica in sesta posizione con il 53,6% di apprezzamento da parte dei romani. Recupera uno 0,3% invece il sindaco di Bologna Virginio Merola (53%) che si attesta in settima posizione. E’ ottavo – secondo la rilevazione dell’istituto di ricerca diretto da Natascia Turato – il primo cittadino di Venezia, Giorgio Orsoni, in lieve flessione (-0,2%) che fa registrare il 52,8%.

Beppe Grillo contro Fabio Fazio e Rai

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Verremo a cantare a Sanremo“. E’ quanto annuncia Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, in un post pubblicato sul suo blog intitolato “Che Fazio fa” in cui si attacca la Rai per ilcompenso del conduttore televisivo.

“Il programma “Che tempo fa” di Fazio, lo stuoino del pdmenoelle, è prodotto da Endemol di proprietà al 33% di Mediaset (*). La RAI compra il suo programma da Berlusconi invece di produrlo internamente. Non ci vorrebbe molto a farlo da parte dell’emittente pubblica, la RAI ha 10.476 dipendenti. Quando Fazio afferma “Io faccio guadagnare la mia azienda”, a chi si riferisce? A Endemol? Fazio dice che lui si guadagna i suoi soldi: “Questo programma è interamente pagato interamente dalla pubblicità”. Il suo contratto è stato rinnovato per tre anni per un importo di 5.400.000 euro, pari a 1.800.000 all’anno. Fazio di che parla? Quali guadagni si attribuisce?

La RAI è tecnicamente fallita, nel 2012 ha perso 245,7 milioni di euro e le previsioni per il 2013 sono di una perdita superiore a 400 milioni.Gubitosi e la Tarantola dove trovano i soldi da dare a Fazio? Come giustificano un contratto che è un insulto alla condizione del Paese e ai lavoratori della RAI? Con che faccia? I ricavi della RAI sono di 1.748 milioni, dalla pubblicità entrano 675 mil. Nel 2012 gli incassi pubblicitari sono diminuiti di 209 mil e quest’anno forse ne perderà il doppio. (…)

La RAI ha incassato lo scorso anno 2.683 milioni e ne ha speso il 60% “per consumi di beni e servizi esterni”, un’allucinante cifra di 1.612,6 milioni. La RAI è pagata dal canone e le sue perdite sono ripianate con le tasse, è un’azienda pubblica, deve essere trasparente come una casa di vetro. Fazio la pensa diversamente “Credo che la RAI debba essere tutelata. E’ un’azienda sul mercato (?). Credo che rivelare continuamente conti, soldi, scelte non faccia bene a questa azienda”. Invece la RAI farebbe molto bene a fornire i dati sulle spese, in particolare quelle esterne anche se questo dispiace (e ti credo!) a Fazio “Io non posso dire quanto guadagno. L’azienda mi vincola alla riservatezza. Non vado contro la mia azienda”.

Finanziamenti ai comuni fino a 300.000 euro per centri di raccolta dei rifiuti

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Con il decreto dirigenziale n. 23 del 9 ottobre 2013 è stato adottato il bando di attuazione della delibera di giunta della Regione Campania che ha stanziato 10.000.000 di euro per finanziare la realizzazione e l’ampliamento di centri di raccolta comunali, ovvero di associazioni di comuni, a supporto della raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Le risorse sono state racimolate tra le rimanenze destinate alla attuazione Obiettivo operativo 1.1 “Gestione integrata del ciclo dei rifiuti” del POR FESR  Campania 2007/2013.

I soggetti abilitati alla presentazione delle proposte sono i comuni della Campania, in forma singola o associata.

L’ammontare dei finanziamenti concedibili è subordinato alla tipologia di intervento da realizzare nonché dal bacino di utenza del centro di raccolta, e comunque nella misura indicata nella tabella riportata nel bando scaricabile in fondo alla pagina voce “documenti da scaricare”.
Per il finanziamento dei nuovi centri di raccolta non potrà
essere superiore ad euro 300.000 per progetti con bacino d’utenza superiore a 30.000 abitanti.
Per quanto attiene l’ampliamento di centri di raccolta già esistenti, il finanziamento non potrà superare euro 150.000 per progetti con bacino d’utenza superiore a 30.000 abitanti.

Il quadro economico dell’intervento dovrà presentare la seguente articolazione di costo complessivo:

  1. lavori a misura, a corpo, in economia, ivi compresa la spesa per la fornitura di beni prevista dal progetto;
  2. somme a disposizione della stazione appaltante per: lavori in economia, previsti in progetto ed esclusi dall’appalto, rilievi, accertamenti e indagini, allacciamenti ai pubblici servizi, acquisizione di aree o immobili, spese tecniche relative alla progettazione, alle necessarie attività preliminari, nonché al coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, alle conferenze di servizi, alla direzione lavori e al coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione, assistenza giornaliera e contabilità, assicurazione dei dipendenti, spese per attività di consulenza o di supporto, spese per commissioni giudicatrici, spese per pubblicità e, ove previsto, per opere artistiche, spese per accertamenti di laboratorio e verifiche tecniche previste dal capitolato speciale d’appalto, collaudo tecnico amministrativo, collaudo statico ed altri eventuali collaudi specialistici,IVA ed eventuali altre imposte;

La domanda di partecipazione dovrà pervenire alla Regione Campania entro le ore 12.00 del 13 novembre 2013.

 

Corsi e ricorsi storici: torna il problema dell’abuso della custodia cautelare

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di Rosa Criscuolo

custodia caurtelareIl presidente delle Camere Penali avv. Vittorio Spigarelli ha recentemente denunciato che è ormai entrato nel lessico giudiziario il termine “abuso della custodia cautelare” e che questa espressione ormai viene utilizzata perfino da alcuni Magistrati.
Come se si fossero passati voce una parte dei Magistarti degli uffici del p.m. e del g.i.p. tendono a far durare la custodia cautelare fino ai termini massimi di custodia preventiva. E’ successo a Napoli con l’on.le Nicola Cosentino, a Taranto con gli imprenditori Emilio e Nicola Riva, sta succedendo a Salerno con monsignor Scarano, il quale come riportiamo in altra pagina del giornale versa in gravi condizioni di salute, sta succedendo di nuovo a Taranto con il presidente della provincia Gianni Florido.florido
Altro fenomeno perverso è la reiterazione della misura cautelare non supportata da idonea ed esauriente motivazione in una fase avanzata del procedimento quale la conclusione delle indagini preliminari. In tutti questi casi i Magistrati degli uffici del p.m. e del g.i.p,. benchè siano cessate da tempo le esigenze cautelari, (rischio di inquinamento delle prove, di fuga, o di reiterazione di reati particolarmente gravi da parte del condannato) tendono a protrarre la carcerazione fino ai termini massimi previsti dalla legge. Perché lo fanno?

Secondo taluni questa giurisprudenza utilizza la custodia cautelare in funzione di difesa sociale; cioè non perché sussistano nel caso specifico le esigenze che il codice prescrive, bensì per far scontare in anticipo quella che (potrebbe) essere la sanzione finale, nel timore che l’inefficienza del sistema ne vanifichi l’applicazione. Insomma, “pochi maledetti e subito” – come voleva il motto dei bottegai romani del secolo scorso – mesi o anni di custodia cautelare nel dubbio che la sanzione definitiva resti virtuale. Quindi la misura cautelare in carcere viene utilizzata come un anticipo della carcerazione definitiva. Poco importa a questo sterotipo di magistrato se poi a verifica dibattimentale conclusa l’imputato viene giudicato innocente!

custodia cautelare 3Riccardo Arena, penalista e conduttore della trasmissione Radiocarcere su Radio Radicale, ha verificato che in Italia il 43 per cento delle persone attualmente detenute sono in attesa di giudizio.
Oggi in carcere ci sono oltre 13 mila persone in attesa di un giudizio di primo grado. Anche Arena ritiene che siccome il processo penale ha dei tempi lunghissimi, il pm che indaga e il gip che deve decidere sull’ordinanza di custodia cautelare anticipano la sanzione, sapendo che la fase dibattimentale arriverà dopo anni. La lunghezza dei processi avrebbe dunque innescato questa reazione da parte di chi opera nel settore giudiziario. Il problema se poi questi atteggiamenti vanno in barba ai nostri principi costituzionali quali i canoni del giusto processo, la presunzione di innocenza fino alla condanna definitiva, la necessità di considerare la pena non già un momento afflittivo bensì un momento rieducativo del condannatoi, il concetto che la privazione della libertà deve essere un evento eccezionale e non usuale, ormai non interessa più nessuno.

Ma sono proprio queste le ragioni?

pietro grassoTempo fa, appena eletto, il presidente del Senato Pietro Grasso diramò una nota a tutti i magistrati con la quale raccomandava di non eccedere in atteggiamenti eccessivamente giustizialisti perché questi, eccitando il senso di rivalsa di elettori frustrati, contribuiva a formare un consenso politico sproporzionato al movimento politico di Beppe Grillo e non andava invece in soccorso – come si voleva – di altri segmenti politici più istituzionali.
Voglio sperare che quella di Grasso sia stata una stravaganza ma se fosse questa la realtà, saremmo di fronte a un fenomeno di inaudita gravità: una sorta di scambio di favori fra segmenti del Potere Giudiziario e segmenti del Potere Politico; tu fai avere più voti a me, io lascio più fare i c…. tuoi a te.

Circa due anni fa l’allora Primo Presidente della Corte di Cassazione, Ernesto Lupo, stanco di qeusti atteggiamenti dei suoi colleghi dichiarò testualmente: «È necessario che il legislatore assuma sul serio la natura di extrema ratio della custodia in carcere… e la preveda soltanto in presenza di reati di particolare allarme sociale, e, soprattutto, la inibisca quando la condotta criminosa presa in considerazione sia risalente nel tempo e non accompagnata da manifestazioni concrete di attuale pericolosità sociale. La questione chiama ovviamente in causa anche i giudici. Il difetto endemico del nostro sistema, a causa dell’eccessiva distanza temporale tra condanna ed esecuzione della pena, comporta sovente la spinta ad anticipare, in corso di processo o di indagini, il ricorso al carcere al fine di neutralizzare una pericolosità sociale, anche se soltanto ipotizzata, al fine di offrire una risposta illusoriamente rassicurante alla percezione collettiva di insicurezza sociale, che finisce così con il contagiare l’ambito giudiziario, determinando guasti sulla cultura del processo e delle garanzie».custodia cautelare 2
L’avv. Spigarelli ha osservato che se un giudice (o meglio la stragrande maggioranza dei giudici) è così sensibile alle esigenze di difesa sociale, tanto da arrivare ad una pratica che stravolge i principi costituzionali, è perché si sente istintivamente, culturalmente, giuridicamente, più vicino alle istanze di difesa sociale di cui è portatore il pm rispetto a quelle di tutela del diritto del singolo di cui è latore il difensore. E’ questo il punto su cui bisogna intervenire, ma per farlo occorre rimettere la figura del giudice al centro del triangolo ideale del processo, tra accusa e difesa. Un giudice veramente terzo, che pesa i diversi interessi, non un collega del pm nell’amministrazione della giustizia.

E quindi torna a bomba il problema delle divisioni delle carriere una soluzione ormai da decenni invocata dall’avvocatura e da decenni respinta al mittente da unba certa parte del Potere Politico, da una certa parte della Magistratuara, da una certa parte della Sinistra. Anzi da una certa parte di falsa Sinistra.

Rosa Criscuolo

Missione compiuta: riapre l’oratorio dell’Aquila grazie alla solidarietà

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Lunedì 14 ottobre  è un grande giorno per i bambini e i ragazzi dell’Aquila. Riapre, grazie alle donazioni dei lettori di Libero e alla onlus Enel Cuore, il principale polo di aggregazione giovanile della città, vale a dire l’oratorio Don Bosco. Occasione per  fare un passo finalmente concreto oltre macerie e muri pericolanti.  Ricordiamo tutti, con immutato sconcerto, il terremoto che colpì il capoluogo abruzzese quel maledetto 6 aprile del 2009. Quando la natura  ruggì dalle viscere della terra, abbattendo  centinaia di edifici e schiacciando uomini come  pedine nelle sue mani.  Ma non è così facile intimorirci. Abbiamo fatto quel che da secoli riesce meglio a noi uomini, anche se troppo spesso ce ne dimentichiamo: ci siamo uniti, facendoci forza. Visto che, come dice Sofocle, «l’opera umana più bella è di essere utile al prossimo», mattone dopo mattone e anno dopo anno  la città sta rinascendo, sia pur fra troppe difficoltà.

Struttura storica In questo senso, proprio a Libero siamo orgogliosi di questa nostra iniziativa che ha raggiunto l’obiettivo. Una  raccolta fondi per appunto ricostruire uno dei tanti edifici danneggiati, l’oratoriosalesiano Don Bosco. Proprio grazie alla generosità di voi  lettori sono stati raccolti 2 milioni di euro. Con i quali l’oratorio, storica struttura gestita dal 1935 dall’Opera Salesiana San Giovanni Bosco, sarà inaugurato domani. Alla cerimonia parteciperanno il direttore del quotidiano Maurizio Belpietro, il presidente di Editoriale Libero srl Arnaldo Rossi, il sindaco della città dell’Aquila Massimo Cialente, il presidente della Provincia Antonio Del Corvo, e poi il responsabile relazioni esterne territoriali Enel Massimo Bruno e il segretario Generale di Enel Cuore Onlus, Novella Pellegrini – quest’ultima è la onlus di Enel che, impegnata da dieci anni nel campo della solidarietà sociale, ha sostenuto il progetto con un contributo di 600 mila euro. Missione compiuta, dunque. Ed è importante non solo perché l’oratorio Don Bosco è il primo centro aggregativo destinato ai giovani ad essere riaperto dopo il sisma, ma  soprattutto  lo è per ognuno di quei ragazzi che in una notte ha  visto crollare la propria città – e magari con lei familiari, amici e tutto ciò in cui credevano. Negli anni seguenti, la preziosa opera educativa dei Salesiani è stata portata avanti in ambienti e con attrezzature provvisorie grazie all’aiuto di collaboratori e volontari. Ma finalmente da domani il centro di aggregazione e educazione può tornare a vivere nella sua sede storica, in via San Giovanni Bosco numero 6.