25 Settembre 2024, mercoledì
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Verso una stangata su redditi e capitali finanziari

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Stangata su redditi e capitali finanziari. Dal 1° gennaio 2014 gli interessi su conti correnti, depositi e obbligazioni saranno tassati al 22%, contro il 20% attuale. Dalla stessa data rincara anche l’imposta di bollo che colpisce praticamente tutti gli strumenti detenuti in un dossier titoli (a cominciare da titoli di Stato e azioni), oltre che conti deposito e polizze: dallo 0,15% vigente per il 2013 si salirà allo 0,165%, da calcolare sul valore indicato nel rendiconto al termine del periodo di riferimento. Come già avvenuto nel 2011, torna la possibilità di affrancare le plusvalenze latenti sugli stock finanziari presenti alla data del cambio di aliquota (31 dicembre 2013). È quanto prevede la bozza della legge di stabilità per l’anno 2014.

Deduzione Irap nuovi assunti. Dal 2014 le imprese potranno dedurre ai fini Irap il costo di ciascun nuovo lavoratore assunto a tempo indeterminato, fino a un massimo di 15 mila euro.

Potenziamento Ace. Ampliata la portata dell’incentivo al rafforzamento patrimoniale delle aziende istituito dal dl n. 201/2011. Il rendimento del capitale nozionale del nuovo capitale investito, fiscalmente deducibile, dall’attuale 3% salirà al 4,5% nel 2014 e al 6% nel 2015.

Deducibilità leasing immobili. In caso di beni immobili la deduzione dal reddito sarà ammessa in un periodo non inferiore a 12 anni. Novità applicabile ai contratti in vigore dal 2014.

Congresso Pd, Epifani in cerca di identità

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Manovre di avvicinamento al congresso del Pd. «Il congresso è partito con il piede giusto e sta andando avanti come abbiamo voluto. Lo svolgimento di un congresso resta un elemento insopprimibile di democrazia». Così il segretario del Pd Guglielmo Epifani Pd nel corso della conferenza stampa di presentazione delle candidature ufficiali alla segreteria del Pd. Presentazione che segna l’avvio del percorso congressuale. Illustrate anche le tappe di avvicinamento al Congresso a partire dalla collocazione dei nomi dei 4 candidati sulla scheda con cui si voterà alle primarie dell’8 dicembre. Epifani ricorda che al primo posto della lista, nel posto in alto a sinistra che fu la posizione preferita dal Pci, ci sarà Gianni Cuperlo, quindi Matteo Renzi, poi Gianni Pittella e quindi Pippo Civati.  Intanto sa oggi e per due settimane, fino al 6 novembre, si terranno i congressi di circolo e provinciali del Pd per rinnovare gli organismi territoriali. “Sono state depositate le liste dei candidati a segretario provinciale”, spiega Epifani, “i congressi si terranno ovunque a eccezione delle province in cui è imminente una scadenza elettorale: in Basilicata, a Trento e Bolzano e in Sardegna”. Il 20 ottobre si procederà con l’assegnazione dei delegati di ciascuna provincia alla convenzione nazionale di domenica 24 novembre. Il 6 novembre, poi, saranno assegnati i seggi per la nuova assemblea nazionale. Il 25 novembre saranno presentate le liste per l’assemblea nazionale collegate ai quattro candidati a segretario. La nuova assemblea si riunirà entro dieci giorni dopo le primarie dell’8 dicembre.

Epifani chiama a raccolta i militanti democratici: «Tracciamo insieme la carta d’indentità del Pd. Sul mio sito chiederò a chi lo vuole di dare un contributo di cosa debba essere il Pd, una specie di identify Pd. Vuole essere un modo nuovo per comprendere meglio le diverse ansie, i diversi propositi di tutti i candidati», una sorta di consultazione online di iscritti e simpatizzanti, “una piattaforma web, collegata con facebook e twitter, che consente di registrare un breve video ed esprimere la propria idea”, spiega Epifani.

Legge di stabilità, meno tagli alla Sanità

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“Stiamo lavorando alacremente, ma ancora non abbiamo trovato la quadra. Comunque i tagli saranno meno del previsto”. Le parole del ministro degli Affari Regionali, Graziano Delrio all’Ansa, sui tagli alla sanità previsti dalle prime bozze della legge di stabilità, dovrebbero servire a dare tranquillità in una vigilia di consiglio dei ministri (convocato per le 17) piena di tensioni. A dare man forte a chi è impegnato a costruire serenità scende in campo anche il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni: Sia i fabbisogni standard sia i costi standard soprattutto in campo della sanità saranno individuati attraverso una spending review che consentirà di trovare spazi per economie in questo campo: così il ministro Saccomanni a margine dell’Ecofin commentando la legge di stabilità. Resta prudente il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin. “Nella sanità ci siano ancora sprechi che vanno assolutamente tagliati, ma ciò non può avvenire con tagli lineari”, dice nel corso di Tg2 Insieme, “la spesa è sotto la media Ue  e fare tagli senza un intervento chirurgico significa entrare nella carne viva, cioè tagliare assistenza e ospedali”. Dichiara Lorenzin che “l’atteso patto per la salute potrebbe portare ad un recupero di 30 miliardi sull’arco di cinque anni”. “Ci sono margini di possibilità che sto studiando con il ministro Saccomanni, perché anche lui ha detto che cercherà di fare un lavoro equo”. In caso contrario “rischiamo problemi di salute pubblica se si pensa, ad esempio, di tagliare ancora soprattutto in regioni come Calabria o Campania”.

Le preoccupazioni sulle conseguenze dei tagli attanagliano tutte le regioni. Anche quelle cosiddette virtuose. “Continuando così si portano tutte le Regioni, comprese quelle virtuose come il Veneto che da tre anni ha i conti in attivo verso il default e si rischia di smantellare l’assistenza universalistica che è il fiore all’occhiello di questo paese. E in un momento di crisi economica e sociale come questo sarebbe da irresponsabili”, reagisce l’assessore regionale alla sanità del Veneto Luca Coletto.

“Il Governo si starebbe accingendo ad approvare la Legge di stabilità che produrrebbe ulteriori e pesanti tagli al Fondo nazionale per la sanità. Siamo davvero stanchi di decisioni assunte da burocrati e consulenti dell’amministrazione dello Stato, pagati anche sei volte più di un giovane medico che presta la sua opera nelle corsie degli ospedali!”, è la reazione sdegnata afferma della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, coordinatrice vicaria dell’area Sanità della Conferenza delle Regioni italiane.

Alla domanda se è a rischio la firma del patto per la Salute, Errani risponde deciso: “Non c’e’ dubbio che lo è se cambia la base dell’accordo. E’ chiaro che molto dipende dal rispetto dell’accordo sulle risorse per il 2014 che abbiamo fatto col Governo”. Avverte quindi Errani: “Non ci sono più le condizioni per altri tagli”.

Napolitano, avanti con le riforme

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Chi si aspettava dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, un tradizionale discorso appropriato alla consegna delle onorificenze ai Cavalieri del Lavoro, nominati il 2 giugno scorso, si è trovato di fronte una sorta di bilancio del suo operato. Dalla legge di stabilità alla crescita economica, dalla riforma elettorale alla tenuta del governo, fino al più recente tema delle carceri: Napolitano non ha trascurato nulla. A ciascun capitolo ha dedicato un approfondimento, la propria visione. Quella più importante è dedicata alle riforme: “Al procedere delle riforme ho legato il mio impegno all’atto di una non ricercata rielezione a presidente. Impegno che porterò avanti finche sarò in grado di reggerlo e a quel fine”. Ecco perché Napolitano continuerà a ribadire, ogni volta che gli capiterà l’occasione, che occorre andare avanti, fare le riforme economiche e quelle “politiche e istituzionali da tempo riconosciute necessarie”.

Adesso “l’imperativo è mantenere i nervi saldi, portare avanti in tutti i campi lo sforzo indispensabile, che non può, non deve essere messo a rischio da particolarismi e irresponsabilità”. Quindi il governo deve portare avanti il suo programma, la legge di stabilità prima di tutto: “Questa inizierà il suo percorso europeo aperto a ogni valutazione, anche critica, che ci aspettiamo sia comunque responsabile cioé sostenibilmente propositiva, consapevole di condizioni oggettive complesse e di vincoli ineludibili”. Non c’è soltanto l’emergenza economica nei pensieri del capo dello stato. C’è anche “la dolorosa, umiliante, ineludibile emergenza carceraria, una delle sfide ed emergenze proprie dell’Italia che anche l’Europa con la Corte dei diritti umani ci chiede di affrontare.

E’ fatta, l’Inter passa agli indonesiani

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È fatta. Erick Thohir è ufficialmente il nuovo azionista di maggioranza dell’Inter. Massimo Moratti ha confermato stamattina che sono arrivate finalmente le firme, col magnate indonesiano che dovrebbe rilevare il 70% del club nerazzurro.

La rivolta dei medici contro il fisco

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Faccio seguito all’articolo «Studi di settore, professionisti al palo» pubblicato sul suo giornale il 10 ottobre u.s. per testimoniare il rifiuto da parte di tutta la nostra categoria di Medici di medicina generale verso un sistema fiscale inefficiente, iniquo e incapace perfino di elaborare indicatori per il riconoscimento del regime premiale alla categoria dei professionisti.

Siamo ormai stufi di accettare passivamente i soprusi di uno Stato che continua a considerare, tutti e indistintamente, i contribuenti come evasori fiscali, che pretende di determinare, attraverso gli Studi di settore, i redditi in maniera forfettaria e che obbliga i medici di famiglia a trascurare, giocoforza, la propria attività, volta alla salvaguardia della salute pubblica, per interessarsi di materie fiscali al fine di non veder continuamente corroso il proprio potere di acquisto da questo meccanismo, ormai perverso, di imposizione fiscale.

Siamo, dunque, venuti a trovarci, nostro malgrado, in una condizione non ulteriormente sopportabile sul piano morale, oltre che insostenibile su quello economico, al punto che si è deciso di sottoporre al giudizio del Tar del Lazio l’applicabilità degli studi di settore alla nostra categoria, sul presupposto che :

a) quello dei Medici di medicina generale è un reddito certo e certificato dal Servizio sanitario nazionale e, come tale, non può essere frutto di presunzioni, più o meno qualificate (così come avviene per gli altri soggetti autonomi), a meno che non si voglia sostenere la prevalenza delle presunzioni sulla effettiva capacità contributiva;

b) i rapporti convenzionali tra i medici di medicina generale e le Asl «_hanno natura privatistica ad evidenza pubblica di rapporti di prestazioni d’opera professionale, svolta con i caratteri della parasubordinazione e che il medico convenzionato con il Ssn_ svolge i predetti compiti in esecuzione di un vero e proprio rapporto di servizio» – Corte dei Conti, Sez. I, n. 121 del 13/4/2006.

Se il nostro è ancora uno stato di diritto, se le imposte sono ancora ancorate al fondamentale principio di capacità contributiva sancito dall’art. 53 della Costituzione, allora, abbiamo ragione di ritenere che il giudice amministrativo non potrà che condividere le nostre ragioni sancendo l’inapplicabilità degli studi di settore alla categoria dei Medici di medicina generale e imponendo la tassazione sulla base dei soli redditi certi e certificati dal Ssn.

Legge di stabilità, Saccomanni: c’è accordo

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Sulla legge di stabilità “l’accordo già c’è e ora al ministero dell’Economia sono alla fase di stesura dei testi perché la legge di stabilità è un articolato disegno di legge molto complesso”. Così il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. “Le trattative erano state fatte prima della mia partenza, domenica sera siamo stati al lavoro fino a tardi e ieri mattina dal presidente della Repubblica con il presidente Letta”, il timing illustrato da Saccomanni. Questo pomeriggio, alle 17, il testo sarà esaminato dal consiglio dei ministri e quindi “in serata sarà senz’altro inviato a Bruxelles dove è atteso entro la scadenza di mezzanotte, come previsto dalla nuova governance europea di prevenzione delle crisi. Siamo dunque in pieno clima di partita. I giocatori sono tutti in campo. Ancora poche ore di attesa, dunque, e saranno ufficiali i contenuti della legge di stabilità. 2014-2016 che a dire del ministro dell’Economia, “dà un forte sostegno alle imprese e ai lavoratori” e “mantiene gli obiettivi di rimanere nei limiti dell’Europa che è per noi fondamentale perché porterà alla riduzione del costo del debito e ci permetterà di affrontare altre esigenze in maniera più generosa”.

Una “legge pluriennale perché vogliamo intervenire sul lungo periodo, per tre, anni per dare certezze a imprenditori e lavoratori”, aveva detto ieri il capo del governo, Enrico Letta. L’intervento, che sarà messo a punto questo pomeriggio dal consiglio dei ministri, sarà per un totale compreso tra 13 e 15 miliardi. A leggere le bozze in circolazione in queste ore si scopre tra l’altro che valgono un totale di 4,150 miliardi i tagli previsti sulla sanità pubblica: 2,650 miliardi sul finanziamento alla spesa sanitaria, 660 miliardi come tetto ai farmaci; 840 miliardi sulla spesa ospedaliera. Il risparmio annuale è di 1 mld nel 2014, 1,540 mld nel 2015, 1,610 nel 2016. Potrebbe essere stabilito anche l’estensione del blocco dei contratti nel pubblico impiego relativo al triennio 2010-2012 fino al 31 dicembre 2014. Sarebbe ridotta anche la spesa per le prestazioni di lavoro straordinario per le amministrazioni statali, compresa la Presidenza del Consiglio dei ministri. La nuova legge di stabilità introdurrà la Service tax. Da gennaio sostituirà Imu e Tassa sui rifiuti solidi e non aggraverà il carico fiscale sulla casa, perché la somma delle imposte tra patrimonio, servizi e rifiuti, non potrà superare il 7,6 per mille per le prime case e il 10,6 per le altre abitazioni. Percentuali corrispondenti appunto all’aliquota Imu massima. L’aliquota di base della Tasi (cioè della tassa sui servizi indivisibili della casa) è fissata all’1 per mille.

Comunque, i contenuti restano tutti da definire. Avverte il ministero dell’Economia, infatti, che “le bozze di provvedimenti di finanza pubblica in circolazione presso gli organi di informazione, sulla base delle quali vengono pubblicati resoconti preventivi, non corrispondono al disegno di legge di stabilità che verrà discusso dal Consiglio dei ministri”. Più chiaro il premier: “La vera manovra sarà quella che esce da palazzo Chigi”.

Riforme, Quagliariello: istituzioni deboli

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“Il tema delle riforme è uno degli snodi centrali del programma sul quale il governo ha ottenuto la fiducia dal Parlamento. La Commissione ha svolto i suoi lavori nella consapevolezza della gravità e del carattere per molti versi non congiunturale della crisi italiana e dell’intreccio indissolubile, e sempre più evidente, tra la solidità e la qualità dell’assetto istituzionale e il perdurare di una recessione che incide sulla stessa coesione sociale”. E’ quanto detto dal ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello, nel corso di un’informativa urgente alla Camera sulla relazione finale della Commissione per le riforme costituzionali. “Alle difficoltà del Paese non è estranea la debolezza delle nostre istituzioni, concepite in una fase storica molto diversa da quella attuale e risultate progressivamente inadeguate a fronteggiare con efficacia tanto le sfide derivanti dal mutato contesto economico mondiale, tanto quelle connesse al processo di integrazione europea”, ha aggiunto Quagliariello. Ma “a differenza delle altre grandi democrazie dell’Occidente, da tempo interessate da incisivi processi di riforma” l’Italia si è trovata “priva di strumenti all’altezza delle decisioni da assumere in un contesto globale sempre più competitivo”. Ed è per questo che a detta di Quagliariello “il tema delle riforme non è più eludibile”. Il ministro ha poi sottolineato che “la Commissione ha approfondito le ragioni sottese alla fragilità del nostro sistema politico-istituzionale, rinvenendo nell’incapacità di esprimere nel lungo periodo un indirizzo politico stabile e radicato nel consenso del corpo sociale uno dei più rilevanti elementi di criticità, che è apparso a sua volta direttamente connesso a un processo di indebolimento del sistema dei partiti politici che in Italia ha assunto caratteristiche assai più marcate che in altri paesi europei”.

Bankitalia, ad agosto il debito cala di 14 mld

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Nei primi otto mesi dell’anno, rende noto la Banca d’Italia nel supplemento al Bollettino statistico, le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello stato sono state pari a 257,1 miliardi, sostanzialmente stabili rispetto a quelle dello stesso periodo del 2012. Mentre ad agosto segnano una netta flessione a 32,1 miliardi di euro, rispetto ai 35,3 miliardi dell’agosto 2012. Inoltre, si legge ancora nel Bollettino di Bankitalia, ad agosto il debito pubblico italiano è diminuito di 13,9 miliardi, portandosi a 2.060 miliardi di euro.

La riduzione è riconducibile al significativo decremento (21,8 mld) delle disponibilità liquide del Tesoro che ha più che compensato il fabbisogno del mese (7,6 mld). Alla fine del mese di agosto le disponibilità liquide del Tesoro erano comunque ancora superiori a quelle del corrispondente periodo del 2012 (46,4 mld contro 37,4). L’incremento del debito nei primi otto mesi dell’anno è pari a 70,6 miliardi e ha riflesso principalmente il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (57,8 mld) e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (12 mld). Sul fabbisogno ha inciso per 8,7 mld il sostegno finanziario ai paesi dell’area dell’euro in difficoltà (comprendente la quota di competenza dell’Italia dei prestiti erogati dall’Efsf pari a 5,8 mld e il versamento effettuato in aprile della terza tranche per la sottoscrizione del capitale dell’Esm per 2,9 mld).

Shutdown, accordo vicino negli Usa

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Schiarite negli Stati Uniti. Sembra, infatti, sempre più vicino un accordo al Senato per porre fine alla paralisi del governo federale e alzare il tetto al debito pubblico. Dettagli ufficiali ancora non ce ne sono, ma dalle stanze del Congresso sono trapelate le prime indicazioni di un’intesa in tre punti. Dunque dovrebbe terminare quanto prima il cosiddetto shutdown iniziato il primo ottobre scorso a seguito della mancata approvazione della legge di bilancio per l’anno fiscale 2014. La boccata d’ossigeno per il governo federale arriverebbe grazie a 986 miliardi di dollari l’anno garantiti fino al 15 gennaio prossimo, il giorno in cui tagli automatici alla spesa da 21 miliardi di dollari entreranno in vigore dopo quelli scattati il primo marzo scorso. Non soltanto. Il dipartimento del Tesoro avrà il tempo necessario per ricorrere a “misure straordinarie” per posticipare un potenziale default grazie all’innalzamento del tetto al debito, attualmente pari a 16.700 miliardi di dollari,  fino a metà febbraio.