21 Settembre 2024, sabato
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Le bambine che sognano di diventare ingegneri e non principesse: lo spot

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Tre bambine che sognano di diventare ingegneri invece che principesse. Uno spot realizzato da un’azienda californiana specializzata in giocattoli, la GoldieBlox, sta facendo il giro del web.

Il messaggio, come si legge su Panorama.it, è chiaro: basta voler diventare principesse, imparate ad usare l’ingegno.

Così 3 bambine, annoiate mentre guardano delle principesse in tv, decidono di realizzare un meraviglioso gioco d’ingegno finalizzato a spegnere la tv: tramite un complesso meccanismo stile “domino” progettato per realizzare operazioni semplici come “versare del tè” o “far scorrere l’acqua”, le tre bambine riusciranno nel loro obiettivo.

Come ha dichiarato l’azienda stessa, lo spot vuole spingere le ragazze ad impegnarsi in attività come la scienza, l’ingegneria o la matematica.

Usa. Al via era ”auto parlanti”, ridurranno dell’80% numero incidenti stradali

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Al via l’era delle ‘auto parlanti’. In pochi anni, il ministero dei Trasporti statunitense potrebbe varare la regola secondo cui tutte le macchine nuove devono essere in grado di ‘comunicare’ con le altre attraverso la tecnologia wifi. Un’innovazione, questa delle ‘talking car’, che secondo gli esperti potrebbe ridurre addirittura dell’80% il numero di incidenti stradali.

Questa nuova regolamentazione potrebbe entrare in vigore all’inizio del 2017, cioe’ col presidente Barack Obama ancora alla Casa Bianca. ”Quando queste nuove tecnologie saranno allestite a bordo di tutte le macchine in circolazione, i risultati potrebbero essere a dir poco rivoluzionari per la sicurezza stradale”, ha assicurato David Friedman, in qualità di amministratore della Sicurezza del traffico sulle autostrade del Department of Transportation.

Una svolta di portata enorme, considerando che solo in America si calcolano circa 30 mila vittime della strada l’anno. Questa ”connected vehicle tecnology”, prosegue il ministero, rappresenta un importante passo avanti verso vetture senza pilota, gia’ sperimentate da tempo da ricercatori della Silicon Valley, come la ormai celebre Google Car.

Gallipoli: “Visite in gonna e autoreggenti”. Cartello a ginecologia rimosso

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Cartello sessista a Gallipoli: ”Abbigliamento consigliato per una visita ginecologica: gonna e calze autoreggenti”. Il cartello è stato affisso per giorni su una parete dell’ambulatorio di ginecologia di un consultorio di Gallipoli, in Salento, e ha suscitato una serie di commenti negativi dopo che una paziente l’ha postato su Facebook. Il cartello rimosso è stato messo sul sito della Gazzetta del Mezzogiorno
La vicenda è raccontata dal Corriere del Mezzogiorno, che spiega che il direttore generale dell’Asl di Lecce, Valdo Mellone, non sapeva nulla del cartello e l’ha fatto rimuovere. L’indagine-lampo disposta dal manager ha consentito di accertare – spiega Mellone al quotidiano – che ”è stata una dottoressa a scrivere quel messaggio in modo alquanto sbrigativo. Un’imprudenza che abbiamo già cancellato rimuovendo l’avviso”.
Secondo Mellone, ”questo tipo di indicazioni (l’uso delle calze autoreggenti, ndr) può essere dato dal Cup, al limite deve essere comunicato a voce. Oppure, ancora, l’informazione può essere data direttamente dal ginecologo. Insomma, c’è una maniera giusta e una sbagliata di fare delle cose, e quella del cartello è la maniera sbagliata”.

Maurizio F. picchia la fidanzata disabile e la manda in coma

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Ha preso a calci la convivente (disabile, con disturbi cognitivi) di 19 anni e l’ha ridotta in fin di vita. E’ successo a Casal Bernocchi, un quartiere periferico di Roma, tra Acilia e Ostia, in un appartamento di via Emilio Costanzi. L’aggressore, Maurizio F. , un muratore italiano di 35 anni, con piccoli precedenti per droga, è stato arrestato per tentato omicidio dai carabinieri di Ostia intervenuti sul posto.
La lite è scoppiata nel tardo pomeriggio di ieri per motivi sentimentali: “L’uomo accusava la compagna di tradimento, raccontano i vicini. “Poi, improvvisamente, intorno alle 19, l’agghiacciante silenzio” dicono agli agenti giunti sul posto. “Nemmeno negli incidenti stradali abbiamo visto lesioni simili” hanno raccontato i paramedici.

La vittima, soccorsa dal 118, è in coma all’ospedale Forlanini.
All’arrivo dei Carabinieri di Ostia, lui ha negato tutto e a lungo, ribadendo la versione della caduta accidentale. L’uomo però, ricostruiti i fatti, è stato arrestato e dovrà rispondere di tentato omicidio e lesioni gravissime.

Baby Squillo Parioli: “Guadagnavo fino a 600 euro in un giorno”

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“Guadagnavo fino a 600 euro al giorno e davo 240 euro al giorno a Marko Ieni per l’appartamento in cui incontravamo i clienti”. Angela, una delle baby squillo dei Parioli a Roma, racconta ai giudici la sua storia. Racconta i guadagni e di come Ieni usava la sua età per aumentare il numero dei clienti.
Valentina Errante e Adelaide Pierucci su Il Messaggero scrivono che gli indagati sono otto:
“Nunzio Pizzacalla, caporalmaggiore dell’esercito, il primo a rispondere a quell’annuncio su un sito di incontri a regolare tariffe e appuntamenti. Poi Mirko Ieni, che avrebbe trovato i clienti e aveva affittato l’appartamento ai Parioli, Mario Michael De Quattro che, dopo avere consumato rapporti sessuali avrebbe ricattato una delle ragazzine. E ancora l’altro presunto sfruttatore, Riccardo Sbarra, «era solo un cliente», dice Angela. Quindi l’uomo che avrebbe ceduto cocaina in cambio di sesso, Marco Galluzzo. Infine la mamma della sua amica, che ha pianto per la durata dell’intera testimonianza. Tutti in carcere dal 28 ottobre”.
La baby squillo racconta:
“«Credo che Mirko Ieni sapesse che ero minorenne e si serviva di questo per aumentare il numero dei clienti potenzialmente interessati» ha accusato Angela. «A prescindere da quanto incassavamo gli dovevamo dare 240 euro al giorno per l’uso dell’appartamento dei Parioli»”.
La ragazza ha spiegato di aver incontrato Ieni dopo aver messo un annuncio su un sito:
“«Ho cominciato perché avevo voglia di fare molti soldi, per non farmi mancare nulla. Guadagnavo molto, anche 500-600 euro al giorno. Acquistavo vestiti di marca e telefonini»”.
Nella storia arriva Nunzio Pizzacalla, che la ragazza dice di non aver mai incontrato:
“«So che Pizzacalla è venuto due volte a Roma per incontrarmi ma mi sono rifiutata – ha detto Angela – Ienni invece, sapeva tutto di me anche se alla fine mi ero creata un giro di clienti miei e a lui davo pochi soldi»”.
Tra gli indagati anche la mamma di Angela, che secondo gli inquirenti sapeva della prostituzione della figlia:
“«Forse poteva avere un’impressione. Non so». Poi si avvale della facoltà di non rispondere, può farlo: in un altro procedimento connesso figura indagata e non vittima, per avere ceduto cocaina alla sua amica più giovane. Alla fine la butta lì: «Sapeva per certo che spacciavamo – dice – ma certo avevamo tanti soldi che con la droga è difficile fare e quando Agnese non li portava a casa si lamentava. I soldi mi servono, diceva. Forse lo sospettava»”.

Camorra. Mario Riccio “Mariano” arrestato: è il boss del clan Amato-Pagano

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Mario Riccio detto Mariano è stato arrestato la mattina del 4 febbraio. Riccio è considerato dagli investigatori il boss del clan “Amato-Pagano” ed è parente di Cesare Pagano, lo storico capo di Scampia. Riccio, che è latitante dal 2011, è stato bloccato dagli uomini della Squadra mobile di Napoli.
Riccio è inserito nell’elenco dei cento latitanti più pericolosi del ministero dell’Interno ed ha una condanna a 16 anni per associazione a delinquere di tipo mafioso e droga: è ritenuto dagli inquirenti uno dei responsabili della seconda guerra di Scampia.

Riccio non era armato al momento dell’arresto. Gli agenti della Squadra mobile di Napoli, del servizio centrale operativo e del commissariato di Scampia, lo hanno sorpreso in una villetta unifamiliare nel centro di Qualiano, comune a nord di Napoli, in via Salomone.
L’abitazione, di un solo piano e definita modesta, era dotata di un impianto di videosorveglianza. Il boss, latitante dal 2011, era in casa con la moglie e la figlioletta di circa sette mesi. Aveva con sè una carta d’identità falsa. All’arrivo della polizia non ha opposto resistenza. Sequestrata anche una somma di 6.500 euro in contanti.

Sochi, cartelli nei wc: vietata pipì in piedi, pesca nel water, usare siringhe..

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I Giochi olimpici invernali che inizieranno a Sochi il 6 febbraio continuano a far discutere. A destare sorrisi e ironie, anche in questo caso, lo scatto pubblicato su Twitter dallo snowborder canadese Sebastien Toutant, appena sbarcato nella città russa.
Toutant ha pubblicato sul social network un’immagine del cartello dei divieti posto dagli organizzatori nei wc del villaggio olimpico.
Il cartello proibisce di fare pipì in piedi, obbligando a farla solamente seduti. Ma non solo: tra i divieti anche quello di pescare nel water, di arrampicarsi sull’asse e di usare siringhe.

 

Corruzione, “in Italia pesa come mezza Europa”: dati non omogenei, un non senso

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La corruzione in Europa è un fenomeno dilagante: lo pensano 3 europei su 4, praticamente 4 italiani su 4 (il 97%), anche se quando si tratta di dichiarare se effettivamente si siano ricevute proposte indecenti di mazzette gli italiani rispondono sì per la metà della media europea. La Commissione europea guidata da Cecilia Malmstrom ha licenziato il Rapporto sulla corruzione: il dato più significativo riguarda quella quota di 120 miliardi di euro riferibili al fenomeno. Tanto, tantissimo, che però non può essere messo in relazione con la quota imputabile all’Italia: 60 miliardi.
Così hanno titolato i grandi giornali (il Corriere della Sera in prima pagina), con l’inevitabile conseguenza logica che metà della corruzione sia colpa dell’Italia. Un non senso, a naso: un errore da matita blu (fra l’altro nel Rapporto non lo si avalla pur prendendo in considerazione il dato della Corte dei Conti) perché i dati, i parametri e i criteri non sono omogenei, per cui si finisce per sommare le mele alle pere. Libero Quotidiano attribuisce questa tendenza ad affliggerci più del consentito e e più del plausibile a un inestirpabile “tafazzismo” nazionale (e parecchio provinciale).

A pagina 100 della relazione scritta del procuratore generale Lodovico Principato nel 2012 (testo cui il report Ue largamente attinge) si legge: «La Commissione Ue […] stima che la corruzione costi all’economia dell’Ue 120 miliardi di euro l’an – no. […] Se l’entità monetizzata della corruzione annuale in Italia è stata correttamente stimata in 60 miliardi di euro dal SAeT del Dipartimento della Funzione Pubblica […] l’Italia deterrebbe il 50% dell’intero giro economico della corruzione in Europa! Il che appare invero esagerato per l’Italia».

Glissa, però, il quotidiano di area berlusconiana, sui rilievi specifici che la Commissione ha fatto all’Italia: troppi legami tra criminalità e politica, troppe leggi ad personam e tentativi di bloccare i processi, leggi la prescrizione, “Oltre 30 componenti del passato Parlamento sono stati o sono indagati per corruzione o finanziamento illecito ai partiti”. Non c’è scritto nero su bianco “Berlusconi” ma i casi rappresentati sono inequivocabili .
L’analisi di Bruxelles mette in questione, e fra le righe condanna, l’intera stagione degli interventi giudiziari del Pdl. Giura che i tentativi di definire un quadro giuridico in grado di garantire l’efficacia dei processi «sono stati più volte ostacolati». In «diverse occasioni» il Parlamento «ha approvato, o ha tentato di far passare, leggi ad personam a favore di politici imputati in procedimenti penali, anche per reati di corruzione». Dalli dunque alla «prescrizione breve» come al «lodo Alfano», al «legittimo impedimento» come alla «depenalizzazione del falso in bilancio». E’ il dito puntato sulla gestione Berlusconi.
Tornando al tafazzismo italico, è difficile accettare come oro colato le rilevazioni della Ong Transparency International che nel suo rapporto sulla corruzione piazza l’Italia al 69° posto al mondo, dietro Bulgaria e Grecia e, bontà sua, a pari merito con la Romania.

Istat paniere 2.0: dentro sigarette elettroniche, cialde caffè, giornali online

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Istat paniere 2.0: dentro sigarette elettroniche, cialde caffè, giornali online. Il paniere Istat si aggiorna. Il sistema attraverso cui si misura il livello di inflazione si basa la costruzione di un indice dei prezzi al consumo, che calcola le variazioni nel tempo dei prezzi di un paniere di beni e servizi. Nel paniere 2014 (potremmo chiamarlo l’evoluzione del paniere 2.0) l’Istat ha fatto entrare la sigaretta elettronica e relative ricariche, il caffè in cialde o capsule con l’apposita macchina, il giornale quotidiano on-line (edizione digitale). E ancora i sacchetti ecologici per rifiuti organici, il formaggio grattugiato in confezione.
Dal nuovo paniere esce invece la voce relativa ai servizi di riparazione di apparecchi audiovisivi o informatici, dalle tv ai pc, passando per le radio. Fuori anche il tailleur, sostituito dall’abito donna (pezzo unico), e lo yogurt biologico, che viene rimpiazzato da quello probiotico (arricchito con altri fermenti.

Tra le ‘new entry’ anche il formaggio spalmabile in confezione, la fotocamera digitale ‘large sensore’, il notebook definito ‘ibrido’, ovvero il portatile che può diventare tablet (tastiere distaccata). Fin qui i nuovi prodotti che colgono i cambiamenti nei comportamenti di spesa delle famiglie, diventate più tecnologiche, più attente alla raccolta differenziata e soprattutto sempre più orientate a consumi veloci (cibi o bevande già pronte all’uso).
Ma l’Istat ha anche allargato il suo schermo radar verso zone già, almeno in parte, coperte. Ecco che le voci all’interno del paniere vengono meglio dettagliate con gli ingressi dello spazzolino elettronico, della vaccinazione di animali domestici, degli pneumatici termici, del test di gravidanza, del latte fresco di alta qualità e di quello a lunga conservazione ed alta digeribilità. Entrano anche indumenti per bambini (scarpe da ginnastica, pantaloni e costumi sportivi per la piscina).
Ricapitolando nel 2014 il paniere utilizzato per il calcolo degli indici dei prezzi al consumo si compone di 1.447 prodotti (18 in più a confronto con i 1.429 nel 2013), risultato di 21 entrate e di tre uscite. E il paniere di riferimento per l’indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi dell’Ue si arricchisce fino a comprendere 1.463 prodotti (1.451 nel 2013), aggregati in 619 posizioni rappresentative (608 nel 2013). Quanto al peso dei diversi ‘capitoli’ di speso rispetto al 2013, diventano più rilevanti i prodotti alimentari e le bevande analcoliche, i servizi sanitari e le spese per la salute, i servizi ricettivi e di ristorazione, e, anche se in misura contenuta, i settori relativi a ricreazione, spettacoli e cultura e all’istruzione. Per contro, i cali di peso più rilevanti in termini assoluti riguardano le divisioni dei trasporti, dell’abbigliamento-calzature e delle comunicazioni.

Montalto Uffugo: rapina a portavalori, che insegue, sperona ladri e ferisce uno

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Assaltato e rapinato un furgone portavalori a Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza. Uno dei banditi è rimasto ferito. Sul posto sono intervenuti i carabinieri.
Il bandito è rimasto ferito quando il mezzo su cui stava fuggendo insieme ai complici è stato speronato dal furgone portavalori. Il mezzo, con a bordo due guardie giurate, dopo avere raccolto il denaro da due supermercati, si è diretto verso la sede della Bcc Mediocrati a Montalto Uffugo per depositare il contante.

Quando una delle due guardie è scesa, è stata immobilizzata da alcuni rapinatori armati e mascherati che si sono impossessati dei sacchi col denaro. I banditi hanno quindi esploso alcuni colpi di pistola in aria e sono fuggiti a bordo di un Fiat Fiorino. L’autista del furgone portavalori, pensando che il suo collega fosse stato ferito o ucciso, si è messo all’inseguimento del mezzo in fuga raggiungendolo e speronandolo.
L’inseguimento è proseguito sino a quando il furgone portavalori ha nuovamente speronato il Fiorino riuscendo, questa volta, a bloccarne la marcia. E’ stato in questo frangente che uno dei banditi è rimasto ferito ed è stato bloccato dai carabinieri giunti subito sul posto dopo l’allarme.
Le guardie giurate, infatti, non hanno sparato. Gli altri rapinatori sono riusciti a fuggire a piedi portandosi dietro parte della refurtiva ed alcune armi e sono adesso ricercati.