21 Settembre 2024, sabato
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Elezioni comunali, ridisegnate le schede

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Schede per le votazioni alle elezioni comunali ridisegnate al fine di evitare stampe di dimensioni troppo elevate ed eccessivamente onerose ed allo scopo di semplificare le operazioni di voto e di scrutinio. Queste le finalità del decreto del ministero dell’interno 24 gennaio 2014, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 27 di ieri e avente a oggetto “Determinazione dei nuovi modelli di schede di votazione per le elezioni comunali”. Il decreto ricolloca i contrassegni delle liste a norma dell’art. 1, comma 400, lettera m), della legge n. 147 del 2013 (la legge di Stabilità per il 2014), in base al quale un decreto dell’Interno non avente natura regolamentare, avrebbe appunto dovuto determinare, entro il 31 gennaio 2014, i nuovi modelli di schede di votazione per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale. Nello specifico, sulle schede del primo turno dei comuni più grandi, i contrassegni delle liste collegate saranno riportati sotto, e non più a fianco, ai nominativi dei candidati alla carica di sindaco ad essi collegati.

Il boom dei grandi dipinti in tour

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Il museo di Reggio Calabria è stato chiuso per 4 anni e la sua principale attrazione, i bronzi di Riace, per tutto questo tempo sono stati tenuti in “cantina”. In Olanda, il Mauritshuis Museum dell’Aia è rimasto chiuso per due anni, anch’esso per essere sottoposto a restauro, e il suo pezzo più pregiato, la Ragazza con l’orecchino di perla, di Jan Vermeer, è stato mandato in giro per il mondo, dietro congruo compenso, tanto che il ricavato ha coperto buona parte dei costi della ristrutturazione, oltre al ritorno d’immagine per la pittura olandese e per il sistema-Paese.

I bronzi in “cantina” e la ragazza a cogliere allori negli States, in Giappone, in Europa. Non vale l’obiezione che i bronzi di Riace sono più delicati da maneggiare dell’opera di Vermeer, le moderne tecnologie consentono trasporti senza il minimo rischio. Si tratta semplicemente di essere consapevoli che la cultura si può in parte autosostenere in termini economici e nello stesso tempo può costituire un volano per promozionare l’immagine di un paese, con tutto il business che ne consegue. D’altra parte un imprenditore che di affari se ne intende, Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, ha proposto, senza avere risposta da ministri, Enit, associazioni varie, di assemblare mostre, ovviamente valide dal punto di vista artistico, raccogliendo i quadri stipati nei depositi delle pinacoteche ed esponendoli (a pagamento) in giro per il mondo, un modo per raccogliere fondi da reinvestire nel sistema museale italiano.

La Ragazza di Vermeer, col suo orecchino di perla, fa tappa anche in Italia, a Bologna, fino al 25 maggio, sponsor Intesa-Sanpaolo e caffè Segafredo. La copertura dei costi è in parte assicurata anche dalla vendita (prevista) di 220 mila biglietti (a 13 euro), più la vendita del catalogo e dei gadget (oltre all’incasso di bar e ristorante all’interno dell’edificio).

A portare in Italia la mostra è Marco Goldin, profeta di eventi artistici di successo, con forte spinta promozionale e rincorsa ai grandi numeri (e ai grandi introiti). I critici paludati e taluni sovrintendenti impolverati lo accusano di mercificare l’arte. Certo, Matisse e Cezanne o la Ragazza con l’orecchino di perla hanno un impatto mediatico di vasta portata ma nel variegato mondo delle mostre c’è posto sia per Picasso che per una rassegna certamente non facile come quella su Augusto, che la scorsa settimana ha comunque contato oltre 12 mila visitatori alle Scuderie del Quirinale.

Perché mettere in guerra tra loro queste mostre quando il pubblico risponde al richiamo delle une e delle altre? Non sarebbe meglio una proficua, e matura, convivenza? Goldin cerca di rifuggire dalle polemiche: «dopo tanti anni di difficoltà», dice, «l’idea che la cultura sia qualcosa da mettere su un piedistallo si sta superando, abbiamo lavorato sodo, anche in mezzo a polemiche da parte dei detrattori dell’‘arte per tutti’, ma si è ormai capito che quantità e qualità possono convivere tranquillamente e che il successo di taluni progetti permette anche successivi investimenti in altre iniziative. Il pubblico non può essere avvicinato in modo esclusivamente didattico, ma va coinvolto con l’emozione, facendolo entrare nella passione che informa un’esperienza artistica e culturale».

In ogni caso nel suo palmares può aggiungere ora questa mostra sul capolavoro di Vermeer, senza dubbio una delle più importanti del 2014 in Italia. Lui tiene a sottolineare che non si tratta di un pacchetto a scatola chiusa. «Ho ripensato questa mostra», spiega, «per la tappa italiana, ci sono più quadri, una loro più razionale esposizione e anche il catalogo è stato realizzato appositamente. E inoltre pure la location è un valore aggiunto rispetto alle altre sedi, poiché Palazzo Fava, che ospita i dipinti, è un palazzo nobiliare di Bologna ora di proprietà (e ristrutturato) dalla fondazione Cassa di risparmio, qui Vermeer trova veramente una collocazione privilegiata».

Un tempo a sostenere l’arte erano le corti, i nobili, i mecenati. Oggi ci sono gli sponsor e i contributi (sempre meno) pubblici. Quella di Goldin è una vera propria azienda (si chiama Linea d’ombra) che in Italia allestisce mostre a livello imprenditoriale. E’ stata costituita nel 1996 e si occupa di tutto quanto serve a una mostra, dalla progettazione alla realizzazione (trasporto, assicurazione, segreteria, pubblicità, promozione in collaborazione con lo studio Esseci).

In questo momento la Ragazza con l’orecchino di perla è il suo fiore all’occhiello ma a Verona si sta concludendo (il 9 febbraio) un’altra sua mostra, «Verso Monet», sponsorizzata dalla fondazione Cariverona che ha sborsato (per due mostre, l’altra, «da Raffaello a Rembrandt» si è conclusa il 6 gennaio 2013) 4 milioni di euro.

Fuga in Ticino: negli ultimi 5 anni gli italiani hanno fondato 4.500 imprese

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Sono oltre 4.500 le nuove imprese fondate negli ultimi cinque anni da imprenditori italiani nel territorio ticinese, soprattutto nella zona di confine. Lo rivela un’analisi effettuata da Orell Füssli (Ofwi) su incarico della SonntagsZeitung. Gli imprenditori italiani prediligono in particolare Lugano (1.516 nuove aziende) e Chiasso (543). Secondo il settimanale svizzero, si è sviluppata una sorta di economia parallela, da cui la popolazione locale non può trarre quasi nessun beneficio. Queste imprese approfittano delle attrattive condizioni di ubicazione, tra le quali leggi di lavoro più elastiche, minori oneri amministrativi e imposte più basse, ma traggono anche vantaggio dalla vicinanza alla Lombardia, dove si trovano “persone altamente qualificate a metà prezzo”: le aziende perciò assumono nella maggior parte dei casi prevalentemente frontalieri. Da un recente rapporto sempre del centro studi Ofwi emerge inoltre che i fondatori di imprese venuti da oltreconfine sono un vero e proprio “motore per il mercato svizzero del lavoro”: quattro nuove imprese su dieci vengono fondate da stranieri. Secondo lo studio, gli immigrati più attivi sono i tedeschi: negli ultimi anni hanno creato “centinaia di migliaia” di posti di lavoro, con una punta di 60 mila nel 2009. Dopo i tedeschi si piazzano gli italiani, con 2.446 nuove imprese e 5.527 posti lo scorso anno, principalmente nel commercio all’ingrosso, nella gastronomia e nell’edilizia.

Inter, le banche bussano alla porta di Thohir

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Le banche esposte nei confronti dell’Inter, Mps e Banco Popolare, vorrebbero da Erick Thohir garanzie reali sulla loro esposizione che, complessivamente, come emerge dal bilancio consolidato al 30 giugno 2013 di Internazionale Holding, ammontano a 141 milioni, tra debiti a breve (107 milioni) e lungo termine (34 milioni). Lo rivela Mf. L’imprenditore indonesiano, esponente di spicco della Internazionale Sports Capital Hk Ltd, che ha comprato la maggioranza dell’Inter da Massimo Moratti, aveva già dato le proprie garanzie personali sul debito del club che complessivamente ha una posizione debitoria tra banche e fornitori (compresi quella della controllata Inter Brand) vicina a 200 milioni. Esposizione che finora era sempre stata garantita a livello personale da Moratti.

Pd, con il crowdfunding Barca va

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Per il suo progetto “Luoghi idea(li) ha cominciato a girare l’Italia in lungo e in largo per discutere, proporre, e “raccogliere idee e valori” nei circoli del Partito democratico. Ma poi, dopo il primo entusiasmo, Fabrizio Barca, economista, già ministro della coesione territoriale nel governo guidato da Mario Monti, e intellettuale di sinistra impegnato nel progetto del  Partito democratico era stato costretto a fermarsi per mancanza di ossigeno, cioè dei soldi necessari per andare avanti. Uno stop obbligato, ma non definitivo, perché Barca si è rivolto ai suoi sostenitori ed è riuscito a raccogliere in meno di due mesi circa 53.000 euro, cioè il 32,50% in più dei 40.000 considerati necessari. Insomma, una storia di successo, quella di Barca e del suo crowdfunding, perché le donazioni, piccole e meno piccole, sono state 580 per cifre comprese tra 5 e 500 euro. Il sistema, utilizzato in grande stile dal presidente degli Stati uniti Barack Obama, per le sue campagne elettorali, sembra quindi destinato a entrare di diritto nel novero degli strumenti finanziari che i partiti saranno chiamati a utilizzare con la fine del finanziamento pubblico o dei rimborsi per le spese elettorali che dir si voglia: “Il risultato della mia raccolta di fondi è sorprendente e dimostra come possano essere reperite risorse per la politica anche tramite altri canali”, ha detto Barca. Che in Italia ha seguito l’esempio di Matteo Renzi, il segretario del Pd che per le primarie che lo hanno incoronato leader del partito ha raccolto più di 120.000 euro attraverso piccole donazioni. O del M5S, che l’anno scorso ha incassato 770.000 euro raccolti grazie a 10.000 sostenitori.

Insulti e toni da crociata: M5S in retromarcia, Grillo va avanti

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Cominciano a fare retromarcia. Ad abbandonare i toni da crociata triviale e ad abbassare un po’ la voce. La levata di scudi di quasi tutti i partiti contro la violenza verbale e mediatica dell’offensiva lanciata dal Movimento 5 Stelle contro la presidente della camera, Laura Boldrini e contro i giornalisti Corrado Augias e Daria Bignardi, comincia a produrre qualche effetto tra i parlamentari pentastellati. Tanto che oltre a registrare la crescita del dissenso interno rispetto alle scelte del duo Beppe Grillo-Gian Roberto Casaleggio, il sismografo del M5S segnala il pentimento di alcuni protagonisti delle vicende di questi giorni. Pentimento per la forma, non certo per la sostanza, come ha spiegato Claudio Messora, responsabile M5S dela Comunicazione al senato e autore del famigerato tweeet su Boldrini (“Cara Laura, volevo tranquillizzarti. Anche se noi del blog di Grillo fossimo tutti potenziali stupratori, tu non correresti alcun pericolo”)” che ha suscitato scandalo. “Quel tweet era dettato da profonda amarezza nel vedere come viene trattata un’opposizione votata da 9 milioni di persone”, ha detto Messora, che poi ha proseguito: “In questi giorni c’è stata una escalation di toni sempre più accesi, che devono essere smorzati. Proprio per questo ho iniziato io chiedendo scusa per quella che voleva essere una battuta, infelice e fuori luogo, che certo non è stata presa come tale”. Messora spiega che non era sua intenzione giustificare atteggiamenti sessisti e ha aggiunto che la presidente della camera “Laura Boldrini dall’episodio della tagliola ha perso l’imparzialità, la terzietà che dovrebbe contraddistinguere il suo ruolo: il suo dovere dovrebbe essere quello di tutelare la minoranza”. “Noi non chiediamo altro che abbassare i toni e tornare a parlare dei contenuti: ma è necessario che tutti facciano un passo indietro e si assumano le proprie responsabilità. Non è possibile, per esempio, votare la legge elettorale in pochi secondi come è successo in commissione Affari costituzionali”. Il pentimento di Messora, e la richiesta di abbassare i toni sono in certo modo il segnale delle difficoltà incontrate dal M5S, che spiazzato dall’accordo tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi sulla legge elettorale e le riforme istituzionali, teme di essere tagliato fuori dalle scelte più importanti. Certo è che per il momento la confusione è grande nelle stesse file pentastellate, come dimostrano la lettera scritta da 4 senatori contro l’escalation di violenza verbale, e l’intervista rilasciata a Repubblica da Gessica Rostellato, deputata grillina. “Non capisco perché sia in atto questa radicalizzazione. Forse perché lo vuole qualcuno”. Per la parlamentare del movimento cinque stelle, “non possiamo mandare in Europa gente come questa. Io mi vergogno di quanto accaduto, quello che è successo è inaccettabile, non condivido nulla di quanto accaduto, non mi riconosco in quello che siamo diventati. Voterò contro l’espulsione proposta a carico del del mio collega Tommaso Currò e intendo restare nel movimento. Se ne devono andare loro. Stanno facendo cose che non c’entrano niente con il Movimento 5 stelle. Nessuno dei nostri si è mai comportato così”, afferma, riferendosi a “Sorial, Tofalo e De Rosa”.Quanto a Messora, Rostellato ha concluso così: “Credo proprio che si debba dimettere”.

Ma Grillo ha il chiodo fisso: c’è un golpe in corso, Boldrini si dimetta

“In Italia è in corso, ora, un colpo di Stato. Non puoi più far finta di nulla”. Beppe Grillo sul suo blog, parla di “fine della democrazia” e invita la presidente della camera a dimettersi. “Deve dimettersi, ha violato, lei che doveva farle rispettare per ruolo, le leggi della democrazia. Nessuno prima di lei si è spinto fino a questo punto. Il M5S farà in modo di invalidare il decreto Imu-Bankitalia e di ottenere le dimissioni della Boldrini. In alto i cuori!”, ha scritto ancora Grillo, che in sostanza ha chiesto ai suoi parlamentari di abbassare i toni e di affidare al leader il comnpito di sferrare gli attacchi più duri. Ma la Bolrdini ha replicato: “Per me è una vicenda chiusa. E’ già stata abbastanza penosa”.

Milano maglia nera con le banche (-2,63%). Male Wall Street: per il Nasdaq (-2,6%) peggior calo dal novembre 2011

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Wall Street chiude in profondo rosso sui minimi della seduta:il Dow Jones perde il 2,06% a 15.375,24 punti, il Nasdaq cede il 2,61% a 3.996,96 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 2,3% a 1.742,2 punti. Per il Nasdaq si tratta del peggior calo dal novembre 2011.

Lunedì nero anche per Piazza Affari. A fine seduta il FTSE MIB cede il 2,63%. Male anche le altre Borse europee ma con ribassi più contenuti (indice Eurostoxx -1,61%). Mentre prosegue in forte ribasso anche Wall Street che cede un punto percentuale.

I listini vanno male per tre motivi. In mattinata sono arrivati dati macro negativi dalla Cina (Pmi servizi è sceso a gennaio a 53,4 punti da 54,6, l’andamento peggiore negli ultimi 5 anni); lindice Ism che misura l’andamento del settore manifatturiero negli Stati Uniti a gennaio è calato più del previsto a 51 punti da 56,5 punti.

A questo clima macro negativo si aggiunge un clima generale da storno dopo le recenti accelerazioni. Fa eccezione la Borsa di Atene ha chiuso in controtendenza, registrando un +2,65%, con l’Indice Athex a 1.208,14 punti.

In Europa, le vendite hanno colpito un po’ tutti i settori con in testa auto e banche, le prime alla luce dei dati sulle vendite in Francia e di Gm e Ford, in attesa di quelli italiani, le seconde per gli accantonamenti dei Lloyd’s e in vista degli stress test.

A Piazza Affari acquisti invece su Intesa Sanpaolo dopo che il Financial Times, nel fine settimana, ha riportato la notizia che la banca starebbe studiando la creazione di una bad bank in cui far confluire 55 miliardi di prestiti in sofferenza.

Oltre al titoloIntesa Sanpaolo, in controtendenza sulla notizia non smentita, sotto i riflettori a Pazza Affar i titoli bancari mentre il tema dei prestiti in sofferenza continua a preoccupare il mercato a pochi giorni dalla riunione della Bce che potrebbe annunciare interventi non convenzionali tra cui non sono escluse misure specifiche sui bad loans. Un articolo del Wall Street Journal riferisce come alcune delle banche spagnole che più hanno sofferto dalla crisi finanziaria dalla quale sono uscite con gli aiuti dell’Europa, stanno mostrando un miglioramento dei risultati finanziari, ma allo stesso tempo peggiorano i prestiti in sofferenza.

Giù il Banco Popolare che ha recentemente annunciato una ricapitalizzazione da 1,5 miliardi, insieme aBanco Popolare, Bpm, Carige e Mps. alcuni analisti ipotizzano che anche Bper e Creval potrebbero dover chiedere nuovi mezzi al mercato per un ammontare che Intermonte stima rispettivamente in 400 e 200 milioni di euro. Bene Cnh e Campari, negativo il titolo Fiat.

In Europa, le indicazioni positive sono arrivare dall’indice Markit Pmi manifatturiero dell’Eurozona che a gennaio è salito a 54 punti da 52,7 di dicembre, il livello più alto raggiunto da 32 mesi, ossia da maggio 2011. Ancora più indicativo il dato tedesco: in Germania, l’indice della produzione industriale di gennaio è salito per il sesto mese consecutivo sostenuto sia dalla domanda estera che da quella interna. Oltre alla Germania meglio delle previsioni ha fatto la Francia, mentre per l’Italia il Pmi manifatturiero a gennaio è risultato in lieve calo a 53,1.

Dall’Asia, invece, si confermano le indicazioni di un rallentamento dell’economia cinese mentre al momento non sembrano stemperarsi le tensioni sui mercati dei paesi emergenti.
L’atteggiamento degli investitori è molto prudente, da un lato in seguito ai precedenti segnali di arretramento dei corsi provenienti da Wall Street, dall’altro per il minore ottimismo sul fronte degli scenari macroeconomici. Un dato per tutti: a Wall Street gli indici S&P 500 e Dow Jones hanno terminato il mese di gennaio con il peggior calo dal maggio 2012.

L’euro chiude in recupero a 1,3502 dollari dopo essere sceso a un minimo da due mesi sul biglietto verde a quota 1,3475. A far arretrare la valuta Usa è stato l’inatteso tonfo dell’indice Ism manifatturiero. Le aspettative che la Bce intraprenda misure di allentamento quantitativo per frenare le spinte deflazionistiche continuano però a tenere sotto pressione la moneta unica, che tocca il picco negativo da novembre sullo yen a quota 136,93 e il minimo da sei settimane mesi sul franco svizzero a quota 1,2188. I timori per la tenuta dei mercati emergenti, rinfocolati dal calo dell’indice Pmi cinese, continuano a spingere gli investitori verso valute rifugio come lo yen, salito fino a quota 101,20 sul dollaro, massimo da un mese (cambio euro/dollaro e convertitore di valute).

Confesercenti: nel 2013 hanno chiuso i battenti 1.800 hotel

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“Il 2013 èstato l’ennesimo anno di crisi per il turismo italiano con la boccata d’ossigeno estiva, grazie alla piccola ripresa degli arrivi e della spesa dei turisti stranieri, che a settembre si è già esaurita”. Questa l’analisi di Assohotel, l’associazione di categoria di Confesercenti, che punta il dito contro “tasse e tariffe, che continuano a soffocare le imprese del settore ricettivo”.  “Su di esse”, spiega Assohotel, “la pressione fiscale e contributiva prevista per il 2014 sarà del 67,5%, quasi il 24% in più della media Ue e il 2% in più di quella italiana. Ma pesano anche gli aumenti delle tariffe locali (+18,9% rispetto al 2011), in particolare per quanto riguarda la fornitura elettrica, per la quale un albergo medio nel 2013 ha pagato 5.221 euro in più rispetto al 2011”. Secondo l’associazione degli albergatori, “la questione fiscale, combinata al prolungato calo dei flussi di turisti italiani, ha portato a chiudere il 2013 in rosso: le imprese del comparto ricettivo hanno registrato una contrazione media del 5% del fatturato e oltre 1.800 chiusure in 12 mesi, per un saldo negativo di 690 unità”.

Brunetta, esposto all'Agcom contro Crozza-Floris

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Un esposto all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Contro Maurizio Crozza, che nel corso di una puntata di BaIlarò, lo scorso 21 gennaio, “ha avuto toni fortemente offensivi, insultanti e gravemente lesivi della dignità degli esponenti di Forza Italia e del suo leader Silvio Berlusconi”. Renato Berunetta capogruppo di Forza italia alla camera, ha deciso così di chiedere l’intervento dell’Agcom per sanzionare la Rai, il conduttore Giovanni Floiris ed eventualmente il comico. “Si è fatto riferimento all’incontro del presidente Berlusconi con il segretario del Pd Matteo Renzi, avvenuto presso la sede del Partito Democratico,   a proposito del quale il comico ha dichiarato: ‘ è stato un evento storico. Berlusconi è entrato nella sede del Pd, ma purtroppo hanno bloccato all’ingresso l’enorme cavallo di legno che Silvio si era portato. Il famoso cavallo pieno di troie’; ‘un pregiudicato si aggira per la sede del Pd’”, ha sintetizzato Brunetta nella sua denuncia. “L’utilizzo del turpiloquio, da parte di Crozza è sistematico e non può in nessun modo essere assimilato alla satira, ancor più considerando la messa in onda del programma in prima serata, con un’elevata visibilità”. Il capogruppo di Fi alla camera segnala inoltre che “il conduttore Giovanni Floris non è intervenuto in alcun modo per dissociarsi dalle dichiarazioni del comico, ma al contrario ha mostrato apprezzamento e compiacimento per le ripetute volgarità di Crozza”.  E sottolinea, suscitando a dire il vero un po’ di stupore nel lettore, come tra gli ospiti della puntata, “a fronte di Maria Elena Boschi, parlamentare del Partito democratico, “non  fosse presente nessun esponente di Forza Italia e più in generale lo schieramento di centrodestra sia risultato fortemente sottorappresentato; gli altri ospiti presenti sono stati Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), il Pier Ferdinando Casini (Udc), Edward Luttwak (politologo), Alessandro Sallusti (Il Giornale), Beppe Severgnini (giornalista del Corriere della sera e scrittore), Livia Salvini (professoressa), Roberta De Monticelli (filosofa)”, conclude Brunetta.

Trasparenza, regime fantasma

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L’agenzia delle entrate quest’anno ha deciso di ignorare il regime fiscale “fantasma” previsto dal decreto “salva-Italia”: nei modelli per la dichiarazione dei redditi 2014, infatti, non figura più la casella per la scelta del particolare regime che promette(va) ai contribuenti, in cambio della trasparenza dei conti, diversi vantaggi fra i quali l’abbandono degli scontrini fiscali, rapidità dei rimborsi Iva e compensazioni dei crediti libere da lacci e laccioli. Tutto sulla carta, perché le disposizioni di legge contenute nell’art. 10 del dl n. 201/2011 non sono mai state attuate.
Per due anni consecutivi, comunque, nei modelli della dichiarazione dei redditi delle persone fisiche e delle società di persone è stato previsto lo spazio per la comunicazione dell’opzione (es. rigo VS36 di Unico 2013 persone fisiche). Ma di questo spazio, nei nuovi modelli 2014 approvati dall’agenzia il 31 gennaio scorso, non c’è traccia. E così la norma varata dal governo Monti al suo esordio sembra inesorabilmente destinata al museo del tempo perduto, delle energie sprecate e delle promesse mancate.