22 Settembre 2024, domenica
Home Blog Page 2061

Hyundai Intrado Concept

0

Verrà presentata al Salone di Ginevra (dal 4 al 16 marzo 2014), la Hyundai Intrado Concept, futura SUV compatta dal look sportivo, in questo bozzetto mostra il suo design e il look sportivo.

La Hyundai Intrado, nome in codice HED-9, mostra linee massicce e allo stesso tempo sportive con ruote molto grandi, come i fari posteriori complessi e una fascia vetrata ultra ribassata. Cinque inoltre sono le porte che si intravedono, ma non ci sono informazioni ufficiali al riguardo.

L’unica anticipazione riguarda lo stile “Fluidic Sculpture 2.0”, ulteriore evoluzione del concetto di “scultura fluida” sviluppato sempre nel centro ricerca e sviluppo Hyundai di Rüsselsheim.

Il nome Intrado deriva dalla parola francese “intrados” che in italiano significa intradosso, ovvero la parte inferiore dell’ala che contribuisce a creare portanza e permette agli aerei di volare. E l’ispirazione del mondo aeronautico si nota dall’uso di materiali ultraleggeri, dall’eliminazione di pesi inutili per un design funzionale.
Per quanto rigurda il motore si pensa all’utilizzo di un propulsore altamente efficiente e all’utilizzo di celle a combustibile alimentate a idrogeno che sono più piccole e leggere.

Beppe Grillo indagato per "istigazione di militari a disobbedire"

0

Raciti ravviso’ nella lettera del leader di M5S, appunto, un’istigazione alla disobbedienza e quindi un reato. Lo scritto risale al 10 dicembre scorso e segue le manifestazioni dei Forconi e il clamoroso gesto di alcuni agenti addetti all’ordine pubblico che a Torino, Genova e Milano si sfilarono il casco protettivo. “Alcuni agenti di Polizia e della Guardia di finanza a Torino si sono tolti il casco – scrisse Grillo – si sono fatti riconoscere, hanno guardato negli occhi i loro fratelli. E’ stato un grande gesto e spero che per loro non vi siano conseguenze disciplinari”. Quindi, sosteneva: “Vi chiedo di non proteggere piu’ questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare. Le forze dell’ordine non meritano un ruolo cosi’ degradante. Gli italiani sono dalla vostra parte, unitevi a loro. Nelle prossime manifestazioni ordinate ai vostri ragazzi di togliersi il casco e di fraternizzare con i cittadini. Sara’ un segnale rivoluzionario, pacifico, estremo e l’Italia cambiera’. In alto i cuori”. La lettera era indirizzata a Leonardo Gallittelli, comandante generale dell’Arma dei carabinieri, Alessandro Pansa, capo della polizia di Stato e Claudio Graziano, capo di stato maggiore dell’Esercito italiano. Raciti denuncio’ Grillo ai carabinieri di Roma, l’esposto fu trasferito alla procura di Roma e quindi indirizzato a Genova. Il reato contestato a Grillo prevede pene da 1 a 3 anni e se commesso in pubblico pene da 2 a 5 anni.

Lamborghini Huracán LP 610-4

0

Inizia una nuova era per la Casa del Toro, che presenta ufficialmente la nuova Lamborghini Huracán LP 610-4, supersportiva di lusso che raccoglie la pesante eredità della Lamborghini Gallardo, innalzando al tempo stesso il punto di riferimento con cui dovranno confrontarsi tutte le esponenti della categoria. Il design della Huracán è puro, le tecnologie di cui è dotata sono innovative e le sue prestazioni sono superlative. Il debutto mondiale è previsto al Salone di Ginevra 2014. La Lamborghini Huracán LP 610-4 è dotata del nuovo motore V10 da 5,2 litri che sviluppa 448 kW / 610 Cv a 8.250 giri/min e una coppia di 560 Nm a 6.500 giri/min. Rispetto al V10 montato sulla Gallardo, diminuiscono sia i consumi che le emissioni di CO2, tanto che il nuovo propulsore rientra nelle normative Euro 6.

Diminuiscono i consumi ma non ne risentono le prestazioni, con l’accelerazione da 0 a 100 km/h che avviene in 3,2 secondi (da 0 a 200 Km/h in 9,9 secondi) e la velocità di punta che arriva a ben 325 km/h. Grazie anche al sistema Start&Stop i consumi dichiarati dalla Casa sono pari a 12,5 litri ogni 100 km (con 290 g/km di emissioni CO2). La potenza del V10 viene scaricata a terra tramite la nuova trasmissione “Lamborghini Doppia Frizione” (LDF) abbinata alla trazione integrale a controllo elettronico. Sulla Huracán diverse modalità di guida possono essere richiamate tramite un selettore sul volante, passando da soluzioni che privilegiano la trazione, pensate per la strada, ad altre che puntano invece sulla performance in pista, con tre impostazioni dei sistemi dinamici disponibili: STRADA, SPORT e CORSA. Le diverse modalità sono associate a differenze importanti nel comportamento stradale. In particolare, le varie impostazioni influenzano il setup di diversi sistemi come le reazioni di motore e cambio, il sound della vettura, la trazione integrale e il controllo elettronico della stabilità.

La silhouette della Lamborghini Huracán realizza il desiderio di creare un’automobile che unisce frontale, abitacolo e posteriore tramite una sola linea; i finestrini laterali si incontrano, andando a creare una forma esagonale incastonata nel profilo della vettura come un gioiello. Gli interni sono dominati da un abitacolo innovativo. Uno schermo TFT a colori da 12,3 pollici mostra tutte le informazioni necessarie al guidatore, dal contagiri alle mappe del navigatore GPS fino alle funzioni del sistema di infotainment, e può essere configurato da chi guida in modi differenti. Nappa di alta qualità e Alcantara rendono ancora più lussuosi gli interni, che possono essere configurati con diverse combinazioni di colore per garantire un’ampia gamma di personalizzazioni. Il design della plancia e del tunnel centrale infondono all’abitacolo una dimensione di leggerezza. La straordinaria cura artigiana con cui sono realizzati gli interni garantisce una superba percezione di qualità e lusso.

Come la Gallardo e la maggior parte dei modelli Lamborghini, la Huracán trae il proprio nome dal mondo delle corride. Il toro da combattimento Huracán, della razza spagnola “Conte de La Patilla”, diventò famoso per il suo coraggio straordinario e per una forte inclinazione all’attacco. Combatté ad Alicante nell’agosto del 1879, dove restò imbattuto mostrando tutto il suo carattere indomito, ed entrò così nella leggenda dei tori da corrida. Le consegne ai primi clienti sono previste per la primavera del 2014.

Eccellenza Italia va al raddoppio

0

Class Editori fa il bis con Eccellenza Italia, il primo sistema multimediale ideato per comunicare con i turisti e i consumatori cinesi, lanciando la rinnovata versione cinese e la neonata edizione russa. Obiettivo: rispondere in modo ancora più efficace alle esigenze di comunicazione con il ricco mercato dei visitatori e degli acquirenti cinesi e russi, da parte delle aziende italiane. Con il 2014, infatti, è iniziato l’Anno del Cavallo, secondo il calendario cinese, e i brand italiani si preparano a cavalcare il nuovo flusso di visitatori e clienti in arrivo. Un fiume immenso costituito da oltre 500 mila cinesi a cui se ne aggiungeranno 500 mila ulteriori per l’Expo 2015. Per l’evento internazionale in calendario a Milano si attendono in tutto 20 milioni di turisti, di cui 5-6 milioni dall’estero, con in primo piano quelli cinesi e russi. Ecco perché i marchi tricolore della moda, del living, del food e del turismo si stanno attrezzando e Class Editori ha rinnovato Eccellenza Italia, sistema editoriale con magazine, applicazioni, siti internet e social media e presentato ieri a Milano durante una kermesse di grande successo che ha riunito, nella prestigiosa sede centrale di via Marco Burigozzo 5, oltre 150 rappresentanti dei principali marchi di moda, gioielleria, food, turismo e living.

Dal lancio nell’ottobre 2012 a oggi, Eccellenza Italia ha già distribuito 750 mila copie del magazine stampato in cinese, scelto da oltre 200 inserzionisti pubblicitari, ma adesso si rilancia col nuovo corso. Si parte da marzo con il primo dei quattro numeri previsti per quest’anno (con uscite a marzo, giugno, settembre e dicembre) per un totale di 300 mila copie a uscita di cui 250 mila distribuite in Cina e 50 mila in Italia, in più di cento punti di diffusione mirata.

«Ci occupiamo di Cina dal 1978», ha spiegato ieri Paolo Panerai, a.d. e vicepresidente di Class Editori (che partecipa al capitale di questo giornale). «Il legame della Cina con l’Italia è forte ma va rinsaldato. Per questo rafforziamo Eccellenza Italia, uno strumento fondamentale per il prossimo Expo e per tutti coloro che vogliono coglierne le opportunità».

Il sistema editoriale del gruppo milanese si rivolge infatti sia ai turisti cinesi in vista nella Penisola (con una capacità media di spesa di 30 mila euro) sia ai consumatori che sono in Cina, grazie al magazine in cinese e col formato travel che viene consegnato per primo a chi riceve il visto per l’Italia, ai clienti dei servizi di private banking di Bank of China e ai frequentatori di lounge negli aeroporti di Pechino, Shanghai, Canton e Shenzen. Ma ci sono pure i turisti degli 11 principali tour operator, gli ospiti delle lounge negli aeroporti italiani (compreso tutto il sistema Malpensa), degli hotel (con copie disponibili direttamente in camera) e dei ristoranti a Milano, Roma Venezia e Firenze.

A proposito di destinazioni italiane, in particolare, Eccellenza Italia non solo propone una nuova testata col termine Italia in maggiore rilievo e la nuova copertina col battente che si apre, ma soprattutto pubblica le mappe geolocalizzate dei negozi nelle città tricolore preferite dai cinesi, quelle degli store di marchi italiani che si trovano a Shanghai, Pechino e Canton e aggiunge le mete di maggior interesse stagionale, da Capri a Cortina, dalla Costa Smeralda a Forte dei Marmi.

«Bisogna decidere se il nostro patrimonio artistico e storico sia statico», ha aggiunto Panerai, «oppure serva a produrre ricchezza. Basta poco. Ma non è concepibile che, a un anno e mezzo dall’Expo, i turisti cinesi in Italia non abbiano a disposizione nemmeno insegne in cinese per spostarsi agevolmente, come accade per esempio a Parigi».

Il sistema di Eccellenza Italia comprende anche un sito dedicato (www.eccellenzaitalia.cn) in partnership esclusiva con Xinhua, l’agenzia stampa Nuova Cina che promuove in lingua i contenuti di Class Editori. Xinhua (con un fatturato di 18 mld di dollari, circa 13,3 mld di euro) fa parte peraltro del gruppo editoriale governativo che comprende tra gli altri quotidiani e tv (con Cctv, emittente che trasmette in tutto il mondo). Oltre al sito, Eccellenza Italia presidia il web anche su Twitter (@Eccellenza_Ita) e sul popolare portale di microblogging cinese Sina Weibo (EccellenzaItalia su weibo.com). Un’attenzione particolare è riservata ai partner per cui viene creata una speciale visibilità tramite l’Augmented Reality. Chiude il cerchio digitale (comparto che per tutto il gruppo Class Editori vale 37 mln di euro) l’applicazione disponibile sia per sistemi Apple sia per quelli Android (tra cui i dispositivi Samsung con schermi più grandi della media e più usati dai consumatori cinesi). Con l’app si ritrovano tutti i contenuti del magazine più ulteriori news multimediali, video e pubblicità dinamiche.

Insomma, «offriamo un prodotto esclusivo che mette insieme la grande qualità dei contenuti e la quantità di contatti che raggiunge mediante la diffusione cartacea e digitale, realizzata in partnership esclusiva con alcuni dei principali operatori cinesi del settore», interviene Angelo Sajeva, presidente di Class Pubblicità e consigliere per le strategie e lo sviluppo di Class Editori. «Un unicum nel panorama editoriale italiano», considerando che Eccellenza Italia (con la Fondazione Italia Cina tra i suoi principali partner) si rivolge a un flusso di turisti «altospendente e con un forte turnover». Alcuni esempi? In Cina ci sono 189 mila miliardari, 800 mila milionari e 200 milioni di consumatori di classe superiore. Complessivamente, è il 15% dei cinesi a voler spendere senza risparmio per prodotti e servizi a cinque stelle. E il 50% degli acquisti di lusso avviene proprio all’estero.

Sullo stesso schema crossmediale si muoverà anche l’edizione russa di Eccellenza Italia, perché la Penisola è il paese più amato dai cittadini dell’ex Urss, con una preferenza per le visite nei mesi di luglio, agosto, fine dicembre e inizio gennaio. E infatti la nuova versione russa di Eccellenza Italia debutterà il prossimo giugno con 300 mila copie per uscita e lancerà il secondo numero a settembre. «Con le idee guadagniamo quote di mercato, pur a fronte di una situazione italiana incerta», conclude Sajeva. «Ci saranno novità editoriali anche per le nostre testate cartacee e i canali tv. Mi sembra che, a livello di mercato, febbraio sia partito bene mentre gennaio è sempre poco significativo. Aspettiamo la conclusione del primo semestre dell’anno».

Twitter, raddoppiano i ricavi ma aumentano anche i costi. Trimestre in perdita

0

Nonostante i ricavi siano più che raddoppiati nel quarto trimestre, per Twitter i costi crescono più velocemente delle entrate, e il social network archivia gli ultimi tre mesi dell’anno con una perdita netta di 511 milioni di dollari. A spingere i conti del sito di microblogging sono stati soprattutto i ricavi da inserzioni, cresciuti del 121% a 220 milioni di dollari, contribuendo significativamente al fatturato complessivo, aumentato dai 112 milioni di dollari dell’ultimo trimestre del 2012 a 247,2 mln usd. Il dato ha battuto le aspettative degli analisti, che prevedevano ricavi per 217,8 mln usd. Come per nel caso del Facebook, anche Twitter sta puntando sempre più sulla presenza sui dispositivi mobili, da cui dipende circa il 75% dei ricavi da inserzioni pubblicitari, contro il 70% di un anno fa. Analogamente a quanto visto nel social network rivale, a fare gola agli inserzionisti è soprattutto il numero di utenti, aumentato nel corso dell’anno del 30% a 241 milioni di account attivi. Tuttavia, la crescita annuale degli utenti inizia a presentare i primi segni di cedimento, passando dal 6,4% del terzo trimestre al 4,8% degli ultimi tre mesi del 2013. Il social network rimane comunque poco redditizio, in quanto anche al netto di alcuni oneri straordinari ogni azione ha registrato una perdita di due centesimi, in linea con le aspettative degli analisti. I vertici della società di San Francisco giustificano il risultato finale con gli alti costi di ricerca, sviluppo e marketing sopportati. Per il celeberrimo sito si tratta dei primi conti come public company, dal momento che la prima quotazione in borsa è avvenuta il 7 novembre scorso. Da allora, il titolo ha raddoppiato il suo valore.

Il Lazio è la regione più corrotta

0

Corruzione. È stata oggetto anche di una tesi di laurea, che ha consentito a Simona Corrado (università dell’Aquila) di diventare dottore in Economia. Una ricerca sul campo, incrociando dati e rilevando tendenze. Ne esce l’identikit del malaffare nel nostro Paese. Innanzi tutto la classifica delle regioni per tasso di corruzione: il tasso è ricavato dal numero dei casi denunciati nel periodo 1980-2004 («crimini commessi dai funzionari pubblici ai danni della pubblica amministrazione») per centomila abitanti.  In testa alla classifica c’è il Lazio con un tasso di corruzione 96 (cioè 96 casi ogni 100.000 abitanti), seguono: Molise (90), Valle D’Aosta (79), Liguria (77), Calabria (70), Sicilia e Sicilia (62), Friuli (61), Abruzzo (60), Campania (56), Basilicata (50), Toscana (49), Puglia (48), Umbria e Trentino (46), Piemonte (43), Marche (39), Lombardia (38), Veneto (37), Emilia-Romagna (35). «Questi dati si riferiscono all’ufficialità», dice la ricercatrice, «sicuramente vi è anche  una forte presenza di «cifra nera», cioè reati che vengono commessi, ma di cui non si ha notizia. La “cifra nera” è sicuramente alta in quanto c’è paura nel denunciare e poca fiducia nella legge. Perciò sarebbe necessario incentivare la propensione dei cittadini a denunciare i fatti di corruzione con opportuni meccanismi di impunibilità del denunciante». Come si è “evoluta” la corruzione? Cioè qual è il tasso che si registra nel periodo successivo, dal 2004 al 2010? La classifica fotografa un mutamento geografico: al primo posto balza la Calabria, con un tasso di corruzione 19 (casi denunciati nei 7 anni ogni centomila abitanti), seguono: Basilicata (14), Molise (12) e Valle D’Aosta (12), Sicilia (10), Abruzzo (9), Puglia e Umbria (8), Campania (7), Friuli (6), Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Sardegna, Toscana, Trentino e Veneto (5), Lombardia ed Emilia-Romagna (3). La situazione è peggiorata in alcune regioni come la Calabria, passata da 70 casi ogni centomila abitanti in 26 anni (dal 1980 al 2004 compresi) a 19 casi in 7 anni (dal 2004 al 2010 compresi) e migliorata in altre, come il Lazio (da 96 a 5). «C’è una netta distanza – commenta Simona Corrado- tra le regioni del Nord e quelle del Sud; infatti, le regioni del Nord, sono quelle che nonostante l’elevata popolosità hanno il minor numero di delitti denunciati». La ricerca ha pure analizzato il rapporto tra la corruzione e il decentramento dei poteri: «Per quanto riguarda – si rileva- la variabile federalismo costituita dal rapporto tra tributi propri ed entrate totali si nota come in quasi tutte le regioni esista una correlazione positiva, ovvero maggiore è il decentramento e maggiore è la corruzione. Una più decentrata gestione delle risorse non porta quindi alla diminuzione della corruzione nonostante ci si aspettasse il contrario. Quindi più la governance è “multi-level” e più risulta difficile attribuire le responsabilità dei suoi risultati a questa o a quella amministrazione e minori sono le possibilità di controllo a disposizione dei cittadini». L’aumento di un punto percentuale nell’indice della corruzione è associato ad una diminuzione complessiva del rapporto entrate pubbliche/Pil di 1,5 punti percentuali, una diminuzione del rapporto tra le entrate sotto forma di tasse e il Pil del 2,7% e un aumento del rapporto tra le entrate non da tassazione e il Pil dell’1,3%. La corruzione diviene anche formula matematica: il burocrate vende il bene pubblico ad un prezzo pari a p+b in cui “p” è il corrispettivo per l’ottenimento del bene/servizio pubblico che va a finire nelle casse dello Stato, mentre “b” rappresenta la tangente intascata dal burocrate stesso, quindi la corruzione aumenta il prezzo del bene pubblico (e ne riduce la quantità venduta). Il risultato varia a seconda dei settori in cui si insinua l’illegalità. A sorpresa a guidare il moloch della corruzione è l’ambito della giustizia, dagli uscieri benevolenti ai curatori fallimentari disonesti (28,8%), seguono le pratiche doganali (13,9), il settore immobiliare (12,9), il sistema sanitario (10), le utilities (8,7), le imposte (6,9), l’accorciamento dei tempi per ottenere permessi di vario tipo (6,4). In Italia (la ricercatrice fa la media di vari rapporti e delle inchieste finora effettuate) ha pagato tangenti, o dato mance finalizzate a ottenere favori illegali di una certa rilevanza, il 3,8% della popolazione, ovvero oltre un milione di persone in età lavorativa. Sul piano economico, particolarmente esposte al rischio di dovere sottostare a richieste improprie sono le piccole e medie imprese. «Esse», dice Simona Corrado, «non hanno i mezzi da dedicare alla creazione di dipartimenti specializzati a rapportarsi con i funzionari pubblici e nello stesso tempo non possono sopportare le perdite d’efficienza dovute ai tempi procedurali di sistemi poco trasparenti. Ne consegue che se non hanno  la disponibilità finanziaria per far fronte all’estorsione di tangenti rischiano l’uscita dal mercato». Poi, attenzione: spesso sentiamo lamenti sugli scarsi investimenti stranieri in Italia. Il freno arriva dalla paura della corruzione più che dall’elevato costo del lavoro (per colpa delle imposte). «Gli investimenti che risentono maggiormente di percezioni negative sul livello di corruzione di un Paese sono quelli effettuati da operatori stranieri», aggiunge la ricercatrice. «Soprattutto negativo è l’impatto sui capitali stranieri destinati ad attività che presentano un basso grado di liquidità (a differenza dei capitali destinati ad attività finanziarie) attraverso i quali gli operatori assumono un impegno di medio–lungo periodo. In un Paese a forte corruzione gli investimenti si spostano a favore delle joint ventures, attività che avendo una componente nazionale vengono ritenute più adatte a rapportarsi col fenomeno corruttivo». Infine, quali sono le categorie percepite come più coinvolte nella corruzione in Italia?  La politica (indicata da 4 intervistati su 5), le imprese (3,7), il sistema giudiziario (3,4), i media (3,3). Quelle ritenute meno corrotte sono le organizzazioni non governative, l’esercito, il sistema educativo e la polizia.

Sony taglia 5 mila posti di lavoro nel mondo

0

A seguito della ristrutturazione in corso, il gigante giapponese dell’elettronica Sony prevede la cancellazione di 5 mila posti di lavoro entro marzo 2015, di cui 3.500 all’estero e 1.500 in Giappone, un passo che consentirà un risparmio annuale stimato in un miliardo di dollari. Ieri Sony aveva annunciato la cessione delle attività di pc “Vaio” e di altre divisioni, come quella tv, oltre che della sezione vendite.

Flavio Zanonato esce malconcio

0

Pareva una passeggiata, per il Pd padovano, restare in municipio, che poi è il bellissimo Palazzo Moroni, al rinnovo del consiglio comunale in primavera. E invece, dopo le primarie di coalizione di domenica, in cui un vendoliano e un civico ambientalista hanno preso, insieme, più del vicesindaco uscente, anche la malconcia Lega ha rialzato la cresta. Pareva una passeggiata quando, ad aprile, Flavio Zanonato, sindaco uscente, era stato chiamato nel governo di Enrico Letta, in un ministero pesante ma visibile come lo Sviluppo economico. L’aveva voluto Pier Luigi Bersani, che allora contava moltissimo al Nazareno, sede nazionale del Pd a Roma, e di cui il sindaco patavino era ed è un devoto. Pareva una passeggiata innanzitutto per era stato possibile non sciogliere anzitempo il consiglio, lasciando il fidato Ivo Rossi, il vice, a far da reggente, il che significava un anno tranquillo di campagna elettorale anche perché era immaginabile che il primo cittadino, divenuto ministro, non avrebbe lesinato alla Città del Santo una visibilità nazionale. In realtà qualcosa è andato storto da subito, proprio a Zanonato: la sua decisione di aprire in città un ufficio del ministero e metterci dentro un suo storico collaboratore, stavolta a libro paga governativo, era stata trattata come una mossa d’antica specie democristiana-dorotea, quando i capataz scudocrociati con incarichi romani restavano sulla circoscrizione elettorale con le insegne ministeriali. Poi ci si erano messi di mezzo gli equilibri interni. Prima con l’idea di un assessore comunale piddino, vicino all’associazionismo cattolico, Claudio Piron, di correre anche lui alle primarie, ipotesi poi rientrata. E poi col nuovo corso nazionale: anche la più bersaniana delle federazioni aveva dovuto fare i conti con il ciclone renziano e non erano state subito rose e fiori, perché qui, ai tempi delle primarie 2012, quelle del Rottamatore versus il segretario in carica, di polemiche non ne erano mancate, spesso alimentate dallo stesso Zanonato. Forse per questo anche la conversione dello stesso Rossi al nuovo segretario, che il Corriere Veneto ha definito «della terza ora», non è apparsa troppo convincente. Sta di fatto che i voti sono mancati ma soprattutto i votanti: 7.086 appena. Meno persino delle parlamentarie, ossia le primarie per i candidati che Bersani lanciò per la fine del 2012, nel senso che si svolsero fra Natale e San Silvestro, per lavarsi la coscienza per l’imponente listino bloccato con i suoi eletti sicuri: in quell’occasione votarono in 8.017 . Un mese prima, ai gazebo di Italia bene comune s’erano recati in 14mila e passa, mentre alle ultime primarie congressuali, per il Renzi-Civati-Cupero, avevano votato in 12mila e più. Qualcuno ha provato a giustificare la cosa spiegandola in chiave maggioranza-minoranza, parlando di “vendetta cuperliana” ma, dati alla mano, Piero Ruzzante, già segretario cittadino, bersaniano doc, e coordinatore della mozione di Gianni Cuperlo, ha respinto gli addebiti, spiegando al CorrVeneto che il vicesindaco aveva vinto proprio nelle zone a tradizione piddina. Tuttavia lo stesso Ruzzante ha peraltro detto, stavolta al Mattino, che sulla partecipazione ha influito «anche l’atteggiamento di Renzi sulle mancate preferenze nella legge elettorale e il dialogo con Berlusconi ha contribuito a un certo distacco da parte dell’elettorato». Di stanchezza da primarie parla oggi il renziano Roger De Menech, che punta alla segretaria regionale del partito. «Il metodo va confermato», ha spiegato, «ma andrebbe rivista la frequenza con cui chiediamo ai nostri elettori di esprimersi. È impossibile chiamarli ai gazebo tre, quattro volte in due anni. Ci vuole un po’ più di ordine». La diserzione delle urne di coalizione da parte dell’elettorato piddino ma più in generale di centrosinistra, ha in ogni caso avuto il potere di rinvigorire il centrodestra padovano che non godeva propriamente di una salute perfetta. Lato ex-Pdl, infatti, ancora si leccava le ferite della scissione che, da queste parti come a livello veneto, pareva aver trionfato a favore degli alfaniani, essendo capeggiata dagli uomini forti Marino Zorzato e Clodovaldo Ruffato, vicepresidente regionale e presidente del consiglio, ma che poi ha registrato un clamoroso dietrofront di molti altri esponenti, specialmente ex-An, ritornati all’ovile berlusconiano dopo l’exploit del Cavaliere sulla legge elettorale. Morale i due fortissimi padovani ora sono un po’ soli, anche se proprio Zorzato invoca, per la città, i gazebo di centrodestra. Lato Lega, invece, l’ala post-bossiana che guarda a Massimo Bitonci, già sindaco della vicina Cittadella e ora capogruppo in Senato, ha avuto proprio in città gli scontri più duri col segretario veneto Flavio Tosi, sindaco di Verona, fino al commissariamento della locale federazione. E proprio Bitonci appare il più lanciato e già abbondantemente in campo, senonché è proprio Tosi che, in più di un’occasione, ha auspicato le primarie di centrodestra. D’altra parte, se le chiede per sé, a livello nazionale, perché mai dovrebbe fare sconti a livello padovano?

Orlando: coperture finanziarie per la terra dei fuochi

0

“Le coperture finanziarie per il decreto Terra dei fuochi ci sono, se non ci fossero sarebbe un provvedimento in parte svuotato della sua ambizione”. Questa la rassicurazione del ministro dell’Ambiente Andrea Orlando. A detta del ministro “c’è la possibilità di utilizzare il fondo coesione per garantire gli interventi di bonifica e ci sono le risorse per lo screening sanitario e per fare un’ulteriore caratterizzazione del suolo. I principali interventi sono garantiti”. Ora, per Orlando, la cosa importante è completare la mappatura dei siti, mettendo insieme le analisi di questi anni, e poi dividere i terreni in tre grandi fasce: quelli evidentemente contaminati da inibire all’attività agricola; quelli che non hanno nulla a che fare con la Terra dei fuochi e che stanno pagando un tributo molto alto in termini di mercato; infine una fascia grigia rispetto alla quale non sono sufficienti le analisi aeree ed è necessario un campionamento a terra”. “Ora tutto deve avvenire in modo rapidissimo: oggi c’è una task-force a palazzo Chigi. Il meccanismo del decreto è stato già messo in moto senza attendere la conversione in legge avvenuta ieri”, ha concluso Orlando.

L'Europa pesa sui ricavi trimestrali di Vodafone

0

Il persistere di condizioni sfavorevoli in Europa e i minori introiti derivati dal mercato di servizi hanno costretto Vodafone a chiudere il terzo trimestre con un crollo del fatturato del 3,6% a 10,98 miliardi di sterline. A incidere sul risultato, che ha comunque battuto le aspettative degli analisti ferme a 10,86 mld di sterline, è stata soprattutto la caduta dei ricavi del 9,6% registrata in Europa. Secondo l’amministratore delegato del gruppo Vittorio Colao, nel Vecchio continente “le condizioni sono ancora difficili, ma continueremo a rispondere alle sfide che questo mercato presenta con il nostro modello operativo e con l’efficienza dei costi”. Altro fattore a pesare sui conti del colosso britannico è stato il crollo dei ricavi derivanti dalla prestazione di servizi, che rappresentano la maggior parte degli introiti del gruppo. Il dato è infatti scivolato del 4,8%, dopo aver già riscontrato una caduta del 2,6% nello stesso periodo dell’anno scorso. Vodafone ha comunque reiterato la guidance per l’attuale esercizio fiscale, prevedendo un utile operativo di 5 miliardi di sterline e flussi di cassa operativi compresi tra i 4,5 mld e i 5 mld.