22 Settembre 2024, domenica
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M5S PIEVE DI SOLIGO : IL SORPRENDENTE BOLLETTINO METEO DELLA PRESIDENZA REGIONALE

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downloadUna volta di più il M5S Pieve di Soligo (TV) riscontra l’incapacità dei nostri attuali governanti di andare oltre le parole, sia a livello locale che nazionale. É necessario un comunicato stampa del Presidente della Regione Veneto, indirizzato al Presidente del Consiglio, per riassumere le attuali condizioni atmosferiche che imperversano dalle montagne alle pianure del Veneto. I cittadini sanno benissimo cosa succede, vedono la loro vita stravolta e ricevono solo parole, parole, parole. Che ricordano il famoso Cavaliere de La Palisse, famoso per saper dire solo le cose più ovvie.

Alcune perle dal CS del Presidente Zaia:

“Quasi tre metri di neve caduti su tutte le Dolomiti venete …  le straordinarie precipitazioni hanno saturato fino quasi al collasso le opere di difesa idraulica (che dovranno essere ripristinate con la massima urgenza) …

“Su questa situazione già gravissima – scrive ancora Zaia a Letta – incombe ora la possibilità che venti di scirocco …

“Ieri – aggiunge – ho decretato lo stato di crisi per gli eccezionali eventi atmosferici …

Ottimo come speaker delle previsioni meteorologiche, ma inefficiente come responsabile della prevenzione di questi problemi. Solo un paio di esempi per chiarire:

Queste sono le entusiastiche parole del Presidente Zaia sul palasport:

1) “… strategico per tutto il territorio”, riferendosi alla costruzione del nuovo faraonico impianto del costo preventivato di 8.5 milioni + spese annue a carico del comune di Pieve di Soligo. Comune che ha abbandonato la sede, dislocando i vari uffici in sedi periferiche e che non ha ancora i fondi per ristrutturare il municipio.

Quante situazioni come questa sono presenti nel Veneto? Investimenti per le cose superflue e nulla per il mantenimento dell’ambiente.

2) Ogni anno la regione Veneto sovvenziona gli agricoltori a pioggia con decine di milioni, ma opere di risanamento ambientale non se ne fanno. Salvo poi, dopo situazioni come l’attuale, piangere con il piattino in mano e richiedere l’elemosina da Roma.

Dal 10 aprile 2010, giorno del suo insediamento, il Presidente Zaia può presentare quali sono stati gli investimenti per la ristrutturazione del fragile territorio veneto, quanti progetti sono stati conclusi, e quanti sono ancora in sospeso? Tornato il bel tempo, le attuali parole di Zaia si scioglieranno come neve al sole, inondandoci di altri problemi più urgenti, sino alla prossima alluvione, quando ricomincerà la solita litania.

Ufficio Stampa

A Milano centinaia di persone oggi lavorano da casa. Ecco pro e contro dello «smart-working»

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Ufficio, addio? Il Comune di Milano ha indetto oggi la prima Giornata del Lavoro Agile, lo “smart working” che rimpiazza la vita da ufficio con orari elastici e device digitali. L’esperimento, promosso da una cordata trasversale che include Abi e Cgil, Assolombarda e Sda Bocconi, sembra funzionare: le note di Palazzo Marino parlano di «centinaia di adesioni» tra centro città e hinterland, con un esercito di professionisti appostati in bar e biblioteche, abitazioni private e aree a uso e consumo del co-working. Secondo gli organizzatori, il salto fuori dalle rigidità aziendali si tradurrebbe in «più tempo per sé, più qualità della vita, più produttività, meno stress e meno inquinamento». Ma quali sono i pro e i contro del telelavoro?

Svegliarsi, accendere il pc, iniziare il lavoro. Scrivere relazioni dal bar sotto casa o in piazza Duomo. La marcia in più dello smart working, con o senza l’impatto di una vita «più rilassata», resta il risparmio. Una ricerca della School of Managament del Politecnico di Milano aveva già evidenziato come il salto al telelavoro salverebbe 37 miliardi di euro all’anno di spese improduttive, nel mix tra aumento di produttività (+27 miliardi) e taglio dei costi diretti o indiretti (10 miliardi). Con benefit inclusi per il bilancio pubblico: 4 milioni di euro in meno a carico dei cittadini ed emissioni di CO2 ridotte di 1,5 milioni di tonnellate. I numeri sono in crescita, almeno tra le scrivanie degli executive.

Regus, fornitore di spazi per il lavoro flessibile, ha esaminato il grado di diffusione dello smart-working con interviste a 26mila dirigenti d’azienda di 90 paesi diversi. Il risultato? Quasi la metà (il 46%) dei manager ha dichiarato di «lavorare in maniera flessibile» per il 50% della sua settimana, con un rimbalzo di produttività fino a +76% registrato dalla società italiane che hanno adottato schemi più elastici nell’organizzazione della giornata lavorativa.

Anche sul fronte dei “contro”, entrano in gioco organizzazione e stress. Una ricerca curata dall’Università Cattolica proprio in vista della Giornata del lavoro agile («Nuove tecnologie e benefici sociali: il telelavoro a servizio della conciliazione») ha ricavato vantaggi e criticità di una vita professionale fuori dall’ufficio. La ricerca, coordinata dal professor Carlo Galimberti, ha analizzato i feedback a 140 questionari assegnati a una base mista di lavoratrici donne (80%, la metà con figli), dipendenti (56%) e liberi professionisti (27%), nel 63% dei casi laureati e nel 70% residenti a Milano o provincia. I deficit principali dello smart working? Per le aziende, l’inesistenza di uno spazio fisico limita le procedure di controllo e un feedback a flusso continuo su qualità e quantità di lavoro.

Per gli assunti, lo smart-working si associa in automatico a precarietà, con dubbi su crescita professionale, consistenza degli output e criteri di remunerazione. Senza contare l’aggiornamento, arretratissimo in Italia: secondo i dati del Politecnico, già citati sopra, il telelavoro è contemplato da appena il 20% delle Pmi, con chance di attivazione effettiva per 2 dipendenti su 100.

CONTABILITA' – Ordinanza

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D: E’ stata emessa un’ordinanza per lavori urgenti tetto scuola (interventi di riparazione tegole e colmi) con le attuali normative chi è l’organo che deve provvedere all’impegno la Giunta o il responsabile del servizio?

R: Il comma 3 dell’art. 191 risulta essere una deroga alla disciplina ordinaria definita nel comma 1 del medesimo articolo, una sorta di “autorizzazione” da parte del legislatore a diversamente procedere in presenza di situazioni che richiedono un intervento immediato (somma urgenza) a tutela di interessi primari. Tuttavia, proprio perché si tratta di una procedura derogatoria a quella ordinaria di spesa, deve essere applicata in maniera restrittiva e deve, in ogni caso, essere seguita da una rigorosa “regolarizzazione” a posteriori, che riconduca tale spesa anomala nell’ambito della contabilità ordinaria dell’Ente. Le finalità della norma e i passaggi operativi da seguire nella nuova disciplina dell’art. 191 c. 3 del TUEL sono ben esposti dalla Corte dei conti, Sezione regionale di controllo per il Piemonte nella Delibera n. 360/2013/SRCPIE/PAR, di cui si riportano i contenuti principali. Con la nuova disciplina dell’art. 191, c. 3, “appare chiara la volontà del legislatore di consentire una deroga alla procedura ordinaria non ogni qualvolta vi siano lavori di somma urgenza ma solo allorquando non vi siano difatti, sufficienti fondi a tal fine stanziati. In tale circostanza, non è possibile per l’Ente procedere all’impegno di somme sul competente capitolo o intervento di bilancio in quanto, appunto perché fondi non ve ne sono o non sono sufficienti. (Sez. controllo Liguria, deliberaz. n. 12/2013 e n. 22/2013). Pertanto, il dirigente responsabile del centro di costo su cui deve essere fatta gravare la spesa deve procedere a verificare la presenza in bilancio di risorse disponibili da utilizzare per i lavori di somma urgenza e, nel caso di esito positivo, deve predisporre la determinazione dirigenziale per l’assunzione dell’impegno dei fondi. Nell’ipotesi, invece, in cui venga appurata l’indisponibilità, in toto o in quota parte, delle risorse in bilancio, il dirigente responsabile del centro di costo deve predisporre una proposta di deliberazione di riconoscimento della legittimità del debito fuori bilancio ex art. 194, comma 1, lett. e) del TUEL, nei limiti delle accertate necessità per la rimozione dello stato di pregiudizio alla pubblica incolumità, sottoponendo tale delibera alla Giunta, la quale, in base al nuovo dettato dell’art. 191 TUEL, deve attivare la procedura di riconoscimento dei debiti fuori bilancio ex art. 194 di competenza dell’Organo consiliare entro il termine breve indicato dalla norma. “Che poi tali fondi vadano reperiti ex novo o possano trovarsi all’interno del bilancio dell’Ente non interessa al fine della corretta applicazione della norma. Altro non farà l’Ente, in sede di riconoscimento del debito, se non quello che è già previsto dagli artt. 175 (Variazioni al bilancio di previsione ed al piano esecutivo di gestione) e 193 (Salvaguardia degli equilibri di bilancio) del TUEL.” (Sez. controllo Liguria, deliberaz. n. 12/2013 e n. 22/2013). In conclusione, i passaggi richiamati dalla Del. 360/13 sono i seguenti: – la regolarizzazione delle spese di somma urgenza senza attivare la procedura di riconoscimento dei debiti fuori bilancio può essere disposta in tutti i casi in cui esistono stanziamenti in bilancio (anche ordinari) sufficientemente capienti all’effettuazione della spesa “di somma urgenza”; – nel caso in cui non vi siano idonei stanziamenti in bilancio, la Giunta, su proposta del responsabile del procedimento, attiva la procedura di riconoscimento dei debiti fuori bilancio di competenza consiliare; – il rinvio all’art. 194 TUEL è da intendersi unicamente riferito alla forma dell’atto e alla competenza dell’Organo (Consiglio) e quindi si ritiene che in nessun caso debba operare, per il riconoscimento della spesa, il limite “degli accertati e dimostrati utilità ed arricchimento per l’Ente”.

Carrelli elevatori: nuove prescrizioni tecniche

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Sulla Gazzetta Ufficiale 4 febbraio 2014, n. 28 è stato pubblicato il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti 14 gennaio 2014 che ha stabilito le relative prescrizioni tecniche per l’immissione in circolazione dei carrelli che circolano su strada per brevi e saltuari spostamenti a vuoto o a carico.
Tali carrelli, elevatori, trasportatori o trattori, non immatricolati e sprovvisti di carta di circolazione in quanto destinati ad operare prevalentemente all’interno di stabilimenti, magazzini, depositi ed aree aeroportuali, per poter collegare più reparti dei medesimi ovvero per poter provvedere ad operazioni di carico e scarico, possono effettuare su strada brevi e saltuari spostamenti a vuoto o a pieno carico alle condizioni in seguito illustrate. A tal fine è necessario che il carrello
a) sia munito di una scheda tecnica sottoscritta in originale dal costruttore contenente i seguenti dati: nome del costruttore, tipo, numero di serie, dimensioni (lunghezza, larghezza, altezza, interassi, sbalzi); masse (a vuoto, a pieno carico, massime ammesse per ogni asse, eventuale massa rimorchiabile) pneumatici ammessi anno di costruzione; tipo di motore e alimentazione, con relativi estremi dell’omologazione se di tipo termico;
b) sia munito dei dispositivi di segnalazione visiva e di illuminazione previsti per le macchine operatrici (art. 58, comma 2, del D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285) e del dispositivo supplementare (art. 266 del D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495);
c) sia dotato di pannelli retroriflettenti a strisce bianche e rosse (o di analoghi sistemi) atti a segnalare l’ingombro dei dispositivi di sollevamento ovvero le parti a sbalzo di sezione ridotta;
d) sia munito di almeno un dispositivo retrovisore collocato sul lato sinistro che consenta la visibilità verso il retro nonchè, se munito di cabina con parabrezza, di un dispositivo tergicristallo;
e) sia munito di un sistema di frenatura, agente su almeno un asse, che consenta il graduale arresto del veicolo;
f) sia munito delle certificazioni, rilasciate dal costruttore, di rispondenza alla direttiva macchine, alla normativa sulla compatibilità elettromagnetica;
g) sia munito dello specifico simbolo attestante la rispondenza alla direttiva 2006/42/CE e successive modificazioni (direttiva macchine);
h) sia accompagnato da personale a terra, che coadiuvi il conducente (tale obbligo non ricorre quando sono rispettate le prescrizioni di cui ai punti 1.3 e 2.2 dell’allegato tecnico al decreto ministeriale 14 giugno 1985 e l’ingombro trasversale degli oggetti trasportati non eccede di oltre il 50% la larghezza massima del veicolo, nel rispetto comunque della sagoma limite di 2,55 m.). I limiti di altezza del carico trasportato che garantiscono il rispetto della visibilità da parte del conducente dovranno essere indicati sulla scheda tecnica e riprodotti su targhetta applicata in maniera visibile e permanente sul veicolo.
Il decreto in commento prevede poi che i trasferimenti su strada sono consentiti a velocità non superiore a 10 km/h. L’Ufficio motorizzazione civile competente per territorio, a quale va presentata la domanda per l’autorizzazione alla circolazione saltuaria del carrello, provvederà, previo benestare dell’Ente proprietario della Strada, a rilasciare al richiedente un’autorizzazione su un modello conforme al fac-simile allegato al D.M. 14 gennaio 2014. Detta autorizzazione avrà validità massima di un anno prorogabile. Il decreto si chiude con la precisazione che restano comunque in vigore le autorizzazioni alla circolazione già rilasciate in conformità al decreto del Ministero dei trasporti del 28 dicembre 1989, e che è consentita la proroga della loro validità, con le medesime modalità in vigore all’atto della precedente autorizzazione, purchè la stessa non sia scaduta in data antecedente al 31 dicembre 2007.

Cgue, società: no ad una imposta nazionale parametrata sul fatturato di gruppo

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Integra una discriminazione indiretta basata sulla sede della società, un’imposta nazionale, ad aliquota progressiva, che si fondi sul fatturato di gruppo, e sia dunque commisurata dunque anche sui ricavi delle collegate estere. Lo ha stabilito la Cgue con la sentenza 5 febbraio 2014 nella causa C-385/12 giudicando su di un caso ungherese.

La normativa ungherese prevede infatti un’imposta sul fatturato del commercio al dettaglio in base alla quale i contribuenti che, nell’ambito di un gruppo di società, costituiscono imprese collegate devono sommare i singoli fatturati realizzati per poi applicare un’aliquota impositiva fortemente progressiva, ripartendo quindi l’importo dell’imposta così determinato in base al prorata dei rispettivi fatturati effettivi.

Il caso
Il caso è quello di una società che gestisce negozi di articoli sportivi in Ungheria ma che appartiene ad un gruppo di imprese più vasto la cui società madre è stabilita in un altro Stato membro. Tuttavia, a causa di questa particolare imposta essa è obbligata a versare una frazione dell’imposta straordinaria dovuta dall’insieme delle imprese del gruppo. Così facendo viene assoggettata ad un’aliquota media nettamente superiore a quella che le si applicherebbe qualora venisse preso in considerazione unicamente il fatturato realizzato dai negozi in Ungheria.

Il ricorso
La domanda di sgravio presentata dall’azienda è stata respinta dall’amministrazione finanziaria, ragion per cui ha avviato un’azione giudiziaria in Ungheria. A quel punto il giudice nazionale ha chiesto alla Corte di giustizia se la normativa ungherese fosse compatibile con i principi di libertà di stabilimento e di parità di trattamento, tenuto conto che essa produce effetti potenzialmente discriminatori nei confronti dei contribuenti «collegati», nell’ambito di un gruppo, a società estere.

Il ragionamento della Corte
Nella sentenza di oggi, i giudici hanno osservato che tale imposta pur non stabilendo alcuna discriminazione diretta, produce comunque l’effetto di svantaggiare le imprese collegate rispetto alle imprese non appartenenti ad un gruppo di società, come nel caso di un’impresa autonoma in franchising.

Per queste ragioni la Corte Ue ha stabilito che «Gli articoli 9 Tfue e 54 Tfue devono essere interpretati nel senso che ostano ad una normativa di uno Stato membro relativa ad un’imposta sul fatturato del commercio al dettaglio che obbliga i contribuenti che costituiscono, nell’ambito di un gruppo di società, “imprese collegate”, ai sensi della normativa medesima, a sommare i rispettivi fatturati ai fini dell’applicazione di un’aliquota fortemente progressiva per poi successivamente ripartire tra di loro l’importo dell’imposta così calcolata in ragione del prorata del rispettivo fatturato reale, quando – ciò che spetta al giudice del rinvio verificare – i contribuenti appartenenti a un gruppo di società e ricompresi nello scaglione più elevato dell’imposta straordinaria sono “collegati”, nella maggior parte dei casi, a società con sede in un altro Stato membro».

Rinvio al giudice nazionale
Sarà il giudice nazionale, in caso, a dover dichiarare che la normativa ungherese produce una discriminazione indiretta fondata sulla sede delle società, discriminazione non giustificata da motivi imperativi di interesse generale.

La Bce lascia i tassi invariati. Euro in calo

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I tassi di interesse dell’area euro restano al minimo storico dello 0,25 per cento. Lo ha deciso la Banca centrale europea, a dispetto dei nuovi rallentamenti dell’inflazione che avevano spinto alcuni analisti a ipotizzare un taglio. Le attese prevalenti erano invece per il mantenimento dello status quo.

Il banchiere centrale ha puntualizzato come la ripresa europea è ancora «fragile» e «disomogenea». Draghi ha anche precisato che al momento l’istituto non ha voluto prendere alcuna iniziativa dal punto di vista monetario perché la situazione é «complessa».

Dopo queste parole i mercati azionari hanno dimezzato i guadagni. Forte volatilità sull’euro, dapprima sceso sotto 1,35 dollari (dopo la decisione sui tassi invariati) per poi riportarsi sopra quota 1,36 (cambio euro/dollaro e convertitore di valute).

Il calo dell’inflazione dell’Eurozona allo 0,7% a gennaio, inferiore alle attese, è dovuto essenzialmente alla componente energetica e alimentare, due elementi che non fanno parte dell’inflazione “core”. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi, motivando la scelta del direttivo.

La Banca centrare europea è «pronta ad azioni decisive se necessario» e ad «intervenire con tutti gli strumenti disponibili», per garantire la stabilità dei prezzi, ha continuato.

«L’Eurozona vede un periodo prolungato di bassa inflazione, destinata tuttavia a risalire».

I mercati e le economie dell’area euro «finora hanno mostrato una buona resistenza» alle tensioni finanziarie che colpiscono diversi paesi emergenti. Hanno mostrato «più resistenza di quanto avessero un anno fa».

Sul delicato punto della sterilizzazione, Draghi ha detto che la possibilità di interrompere le operazioni che sterilizzano la liquidità usata per l’acquisto di titoli di Stato dei Paesi in difficoltà è uno degli strumenti a disposizione dell’Eurotower.

Draghi ha precisato che «si tratta di uno dei numerosi strumenti che stiamo vagliando. Non ne abbiamo discusso, ma lasciatemi di dire che i comitati della Bce stanno studiando tutte queste misure, in modo che al momento opportuno e se decideremo di attivare queste misure saremo pronti a farlo.

Interrompere le operazioni di sterilizzazione della liquidità usata per l’acquisto dei titoli di Stato dei Paesi in difficoltà, significherebbe immettere liquidità per circa 180 miliardi di euro. Una simile operazione per la Bce, richiederebbe il via libera da parte della Bundesbank.

 

Ferrari 149M Project al Salone di Ginevra 2014

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Grandi novità in Casa Ferrari, con la notizia ufficiale che il 12 febbraio 2014 viene svelata in anteprima mondiale la Ferrari 149M Project, di cui al momento non esistono immagini teaser. Se la Ferrari California come sigla di progetto ha F149, sembra plausibile che la 149M possa essere un’evoluzione della coupè-cabriolet del Cavallino Rampante.

Già in passato la sigla “M” stava ad indicare delle modifiche piuttosto importanti soprattutto a livello meccanico. Nessuno stravolgimento del modello originale, anche se le novità riguardanti la Ferrari 149M Project sembrano essere più che un normale restyling. L’autentica rivoluzione si avrà invece sotto il cofano, da dove sparirà il motore aspirato, pronto a far posto ad un propulsore sovralimentato sviluppato partendo dal motore V8 3.8 biturbo che equipaggia la Maserati Quattroporte.

Il turbo servirebbe a contenere le emissioni di CO2, migliorando al tempo stesso le prestazioni e riducendo i consumi. La potenza stimata è di 552 CV, contro i 490 CV della Ferrari California. Sicuramente verrà rivista anche la parte estetica, resa più moderna e grintosa. Il debutto davanti alla stampa ed al pubblico dovrebbe avvenire in occasione del Salone di Ginevra 2014.

Pestata dall’ex. Chiara si aggrava

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I genitori, la nonna, la zia e tanti amici di Chiara Insidioso affollano la piccola sala d’attesa del reparto di neurochirurgia dell’ospedale San Camillo. Per la 19enne ridotta in fin di vita dal fidanzato Maurizio Falcioni, ieri è stato il terzo giorno di coma farmacologico. In prognosi riservata, ha ormai poche speranze di sopravvivere ad una violenza che ha sorpreso gli stessi medici al suo capezzale senza sosta. «Le condizioni della ragazza sono lievemente peggio rate – spiega Aldo Morrone, direttore generale dell’ospedale San Camillo Forlanini – Dalla Tac e dalla risonanza magnetica si evince che il processo di danneggiamento ha avuto una lieve diffusione. Il danno cerebrale ha compromesso l’intero emisfero sinistro e tutto il tronco encefalico». Mentre Chiara lotta tra la vita e la morte, i poliziotti di Ostia hanno arrestato un altro uomo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni. Cubano di 30 anni, aveva più volte violato il divieto impostogli dall’autorità giudiziaria di avvicinarsi all’ex convivente e al figlio di due anni a causa delle violenze da loro subite negli ultimi mesi. Per contrastare la violenza di genere, per aiutare le vittime di soprusi e fornire indicazioni e numeri sull’entità di un fenomeno in crescita, è stato inaugurato ufficialmente ieri lo sportello antiviolenza del Grassi di Ostia, gestito dall’associazione «Differenza donna», le cui operatrici saranno presenti all’interno dell’ospedale tre volte alla settimana.
Mercoledì pomeriggio il presidente del X Municipio Andrea Tassone e l’assessore al Welfare e alla Salute Emanuela Droghei hanno fatto visita a Chiara e ai parenti insieme al sindaco Ignazio Marino e all’assessore capitolino alle Pari opportunità Alessandra Cattoi. «Abbiamo portato la nostra vicinanza e quella di un’intera comunità ad una famiglia straziata dal dolore. Utilizzeremo tutti i mezzi a nostra disposizione per continuare a sensibilizzare i giovani del nostro territorio, le donne in modo particolare: racconteremo loro la storia di Chiara ma anche quella di Michela Fioretti e Alessandra Iacullo, uccise meno di un anno fa a Dragona, affinché queste tragedie invitino le donne ad uscire dal buio in cui sono state relegate da amori malati. Per questo chiediamo a tutta la nostra comunità di partecipare alla fiaccolata organizzata per sabato alle 19». La «fiaccolata di preghiera e di protesta», come l’hanno definita i parenti e gli amici di Chiara che l’hanno organizzata, si svolgerà domani con partenza da piazza San Pier Damiani, a Casalbernocchi. Si procederà in via Egidio Garra, fino a via di Ponte Ladrone dove alla rotatoria si risalirà per arrivare a via Guido Biagi e, di nuovo, in piazza San Pier Damiani. Parteciperanno anche la Lazio clcio femmine, della presidente Elisabetta Cortani. Mebntre per domeni la Curva Nord prepara uno striscione per Chiara e la sua famiglia.
Anche il viceministro del Lavoro e delle politiche sociali con delega alle Pari opportunità, Maria Cecilia Guerra, si è recata ieri al San Camillo dalla 19enne. Rimasta a lungo con i direttori del reparto, i professori Paolo Orsi e Alberto Delitala, si è detta straziata: «Ho voluto portare la mia solidarietà e rendermi conto di persona delle condizioni di Chiara, purtroppo gravissime – ha detto – Questo è un caso emblematico, perché accaduto all’interno di una relazione sentimentale. Quanto è accaduto è probabilmente l’esito drammatico di una serie di maltrattamenti cui Chiara non è riuscita a reagire. Penso sia necessario investire sull’educazione all’affettività e ad una relazione paritaria».

Peugeot 308 Station Wagon al Salone di Ginevra 2014

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Nuova Peugeot 308 SW
Cresce la famiglia della Nuova Peugeot 308 con la presentazione in anteprima al Salone Internazionale dell’Auto di Ginevra della variante famigliare o Station Wagon. Come la versione berlina anche la 308 SW è realizzata sulla nuova piattaforma modulare Emp2, che permette di ritrovare sulla versione wagon il piacere di guida e le carartteristiche tecniche apprezzate sulla versione compatta.

La piattaforma Emp2
Oltre a questo la piattoforma assicura maggiore leggerezza strutturale grazie ai numerosi interventi di razionalizzazione e l’utilizzo di materiali meno pesanti. Tutto ciò comporta una riduzione del peso di ben 140 Kg rispetto alla precedente generazione, a tutto vantaggio del cliente in termini di efficienza e consumi.

Design di esterni ed interni
Davvero pulito ed elegante il design a firma di Gilles Vidal, che restituisce a questa importante media un profilo premium immediatamente apprezzabile, correggendo le dubbie soluzioni di stile applicate alla precedente generazione, di cui questa nuova auto mantiene simbolicamente il nome, quasi fosse una nuova rinascita. La vettura è lunga 4,58 metriper un’altezza di 1,47 con un vano di carico per i bagagli da ben 610 litri. Motori e interni ricalcano quelli presenti nella variante berlina.

Il debutto
La presentazione è fissata in anteprima mondiale al Salone di Ginevra 2014 mentre la commercializzazione arriverà a breve, già in primavera, iniziando ovviamente dal mercato interno francese per estendersi in poco tempo al resto d’Europa.

Un 15enne finì in coma: abusi edilizi nel capannone dello sballo a Mestre

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Sono stati riscontrati gravi abusi edilizi nel capannone messo sotto sequestro lo scorso novembre dopo che un 15enne era finito in coma per aver assunto anfetamine durante una festa organizzata al suo interno. Il locale sotto accusa si trova in via della Crusca 34 a Mestre. Denunciati anche l’organizzatore delle feste techno, un operaio 38enne di Marghera, e la proprietaria dello stabile, una 64enne mestrina.

Il capannone può avere solo una destinazione artigianale inoltre l’organizzatore era sprovvisto dell’autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande. Le violazioni edilizie riscontrate comportano fino a due anni di reclusione e una multa che può andare da 5mila a 51mila euro. L’assenza di autorizzazione a livello commerciale, invece, comporta una ulteriore sanzione da 5mila euro. Oltre al minorenne finito in coma furono anche altri i giovanissimi arrivati in ospedale per aver assunto alcol e sostanze in occasione di queste feste.