22 Settembre 2024, domenica
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Primarie del PD, tanti cittadini agli incontri con Alessio Spinelli

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Continuano a ritmo serrato gli incontri con i cittadini di Alessio Spinelli, candidato alle elezioni primarie del Pd per la carica di sindaco di Fucecchio. Dopo gli incontri a Vedute, Botteghe e Gelsa e quelli con gli imprenditori, gli insegnanti, le contrade, le associazioni culturali e sportive, nei giorni scorsi l’attuale assessore al bilancio del Comune ha avuto modo di confrontarsi con i residenti delle frazioni di Querce, Massarella e San Pierino. Tre realtà diverse tra loro con peculiarità e problematiche differenti delle quali Spinelli ha parlato con i tanti partecipanti agli incontri. Si è parlato di tutti quegli interventi che potrebbero migliorare la qualità della vita nelle frazioni ma anche di temi di carattere generale come il lavoro, l’ambiente, la viabilità, la scuola, i trasporti, la caccia etc.

“Questi incontri – ha sottolineato Spinelli – sono molto importanti per la costruzione del mio programma. Dai cittadini arrivano sempre spunti interessanti e io, così come ho fatto nei miei 5 anni da assessore, sono sempre pronto a raccogliere i suggerimenti delle persone. Suggerimenti che arricchiscono quella cornice generale del mio programma che è rappresentata dai valori del Partito Democratico. Vedere così tante persone partecipare ai miei incontri e farlo con spirito propositivo è veramente un piacere. La gente sta tornando ad interessarsi di politica e di pubblica amministrazione e questo è un aspetto molto positivo. Questo confronto continuo con i cittadini è un metodo che intendo proseguire anche in futuro se sarò scelto come sindaco. Non dobbiamo limitarsi a incontrare i cittadini soltanto durante la campagna elettorale. Le mie non sono promesse ma è semplicemente ciò che ho fatto in questi 5 anni da assessore”.

Ufficio Stampa

Roma è una piazza di Spagna

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La via spagnola va di moda a Roma. Circa un terzo degli avvocati stabiliti di nazionalità italiana (perlopiù abogados) è infatti iscritto nell’elenco speciale dell’ordine capitolino: 1.058 su 3.452. A seguire, con ben altri numeri, Milano (314), Latina (129) e Foggia (126). A scattare la fotografia del fenomeno dei tanti aspiranti legali che vanno all’estero per dribblare il duro esame di abilitazione nazionale è una rilevazione effettuata presso tutti i Consigli dell’ordine da parte dell’ufficio studi del Consiglio nazionale forense. Dove si accerta come ben il 92% degli avvocati che hanno ottenuto il riconoscimento dei titoli all’estero sia di nazionalità italiana. Come si evince, tra l’altro, dai dati del ministero della giustizia sui decreti di riconoscimento emanati nel 2013 (si veda ItaliaOggi Sette del 3 febbraio scorso). Tra questi, l’83% ha conseguito il titolo in Spagna e il 4% in Romania. Ad avviso del Cnf, questi dati fanno emergere chiaramente come la Direttiva comunitaria cosiddetta «di stabilimento» (Direttiva 98/5/Ce recepita in Italia con il dlgs 2 febbraio 2001 n. 96) sia diventata lo strumento utilizzato da parte di tanti aspiranti avvocati italiani per eludere la disciplina interna.

Mancato braccialetto elettronico con motivazione del magistrato

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Il braccialetto elettronico (per controllare chi sconta la pena ai domiciliari) «non sarà l’eccezione, ma la regola» e, in caso di mancato impiego, il magistrato dovrà motivarne la scelta. E, ancora, vi saranno maggiori possibilità di espellere i reclusi stranieri come misura alternativa alla detenzione, mentre il piccolo spaccio di droga diventerà reato autonomo. L’aula di Montecitorio approva il decreto 146/2013 (Misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria), su cui il governo aveva posto la fiducia; a due settimane dalla sua decadenza, il 21 febbraio, il testo passa in seconda lettura all’esame dei senatori. Le norme, decise per sfuggire alla procedura d’infrazione dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha dato un anno di tempo al nostro paese (fino al 28 maggio) per trovare soluzioni contro il sovraffollamento nelle prigioni, compongono un «puzzle» che, fra sconti di pena e incentivi ai provvedimenti alternativi alla permanenza dietro le sbarre, punta a ridurre la popolazione carceraria; non vi saranno, però, automatismi, perché nell’applicazione di tutti i benefici conterà la discrezionalità del giudice.

Ferrero scommette sulla Cina

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Duecentoquaranta milioni di euro su un fatturato globale del gruppo di 8 miliardi. Questi i numeri di Ferrero in Cina: il produttore dei Tic Tac, della Nutella e dei cioccolati Kinder ha dunque potenzialità nel vasto mercato cinese. «In Cina abbiamo tre pilastri», afferma il vicepresidente mondiale del gruppo e presidente di Ferrero Azienda Italia spa Francesco Paolo Fulci, già ambasciatore e diplomatico anche presso le Nazioni Unite. «Il primo è Ferrero Rocher, il secondo il Kinder cioccolato e il terzo Kinder Joy. In particolare Rocher, simbolo dell’arte pasticcera italiana e icona internazionale per un regalo di prestigio. Un prodotto che piace moltissimo ai cinesi per il suo incarto dorato, sinonimo di ricchezza, e per la forma sferica che è di buon auspicio. In mandarino il nome Ferrero Rocher richiama quello di “sabbia dorata”».

Anche il Kinder cioccolato riscuote un buon successo, «perché è un prodotto pensato apposta per i bambini», continua Fulci. «Il successo non dipende solo dal cioccolato ma dal latte di cui è costituito un terzo del prodotto». Il terzo spunto riguarda il Kinder Joy, in Italia noto come Kinder Merendero, il prodotto che da una parte ha una doppia crema al latte e alle nocciole e cacao, e nell’altra metà la sorpresa.

Non è sempre stato tutto rose e fiori per il gruppo piemontese in Cina. «Soprattutto agli inizi non sono mancate le difficoltà», continua il presidente di Ferrero Azienda Italia spa. «Il Ferrero Rocher era copiato a mani basse ma finalmente per la prima volta, nel 2006 e nel 2008, due Corti d’appello cinesi hanno dato ragione a Ferrero accusando la società che aveva copiato il prodotto, Montresor». La Corte suprema di Pechino nel 2008 confermò la sentenza di secondo grado nella quale la Montresor veniva condannata a pagare un risarcimento simbolico di 50 mila euro e a cambiare la confezione, uguale a quella dei Ferrero Rocher, i cui cioccolatini all’interno però avevano un sapore totalmente differente.

La Cina oggi è diventata il mercato numero uno per la vendita dei Ferrero Rocher, grazie al suo sistema logistico e al modello distributivo, 80 i distributori, che permette di avere una presenza capillare in un mercato vastissimo. «Perché la nostra qualità», precisa l’ambasciatore, «deve sempre essere altissima, non facciamo sconti su questo né scendiamo a compromessi. Il gruppo Ferrero sull’altare della qualità ha sacrificato qualsiasi economia».

La Cina per il gruppo rimane uno dei mercati più importanti e la sua ambizione è quella di soddisfare un numero sempre crescente di clienti, continuando ad ampliare l’offerta dedicata al consumatore cinese. Il primo obiettivo è infatti quello di far debuttare in Cina altri prodotti, tra i quali il Kinder Bueno.

Ma non basta. La società di Alba, quarta a livello mondiale nel settore dei prodotti a base di cioccolato dietro Nestlé, ha intenzione di costruire in Cina uno stabilimento. L’ambasciatore Fulci spiega che andranno sul mercato coi piedi di piombo con l’obiettivo di fornire prodotti ancora più freschi, aumentare la penetrazione nelle province che ancora non raggiungono e costruire un rapporto di fiducia con i consumatori cinesi.

Quando il presidente Fulci parla della sua azienda lo fa sempre con entusiasmo. «Vede, la nostra è una grande famiglia: la Fondazione Ferrero si preoccupa dei lavoratori dell’azienda anche quando vanno in pensione. In quel momento cambiano la casacca ma rimangono sempre della famiglia che continua a tutelarli». Forse questo è uno dei motivi per cui in sessant’anni di attività non c’è mai stato uno sciopero contro Ferrero.

Recentemente Ferrero ha ricevuto il premio China Awards della Fondazione Italia Cina e di MF/Milano Finanza. «Un riconoscimento ambito», conclude Fulci, «che apprezziamo molto e che consideriamo come incentivo a fare meglio».

Ryanair,sì all'uso di smartphone e tablet anche in decollo/atterraggio

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Ryanair dà il via libera all’utilizzo di tablet, smartphone, e-reader e lettori Mp3 per l’intera durata del volo, quindi anche durante il decollo e l’atterraggio, a condizione che sia attivata la modalità “in volo” e che tutte le dimostrazioni/indicazioni sulla sicurezza siano rispettate. La decisione è stata presa dalla compagnia low cost alla luce delle nuove norme sull’uso di dispositivi bordo approvate il 9 dicembre scorso dall’Aesa.

Galeries Lafayette sceglie Milano per il suo debutto in Italia

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Galeries Lafayette aprirà a Milano entro il 2017. Il progetto è ancora allo studio, riferisce il quotidiano francese Le Figaro, ma un annuncio potrebbe già arrivare nelle prossime settimane. Smentite quindi le voci che davano Venezia in pole position per l’ingresso sul mercato italiano. La celebre insegna francese, che quest’anno festeggia i 120 anni, intende schiacciare l’acceleratore sulle aperture all’estero, dove conta solo 5 punti vendita (a Berlino, Dubai, Casablanca, Giacarta e Pechino), contro i 59 su suolo francese.

Buy-back da 14 mld di dollari per Apple

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Apple ha acquistato 14 miliardi dollari di azioni proprie nelle due settimane successive alla pubblicazione dei risultati finanziari che hanno deluso Wall Street. Lo ha affermato l’amministratore delegato Tim Cook in un’intervista al Wall Street Journal, aggiungendo che per la multinazionale di Cupertino è stato “sorprendente” il ribasso dell’8% registrato dal titolo il 28 gennaio, il giorno dopo la pubblicazione dei conti trimestrali. Con gli ultimi acquisti, ha svelato Cook, Apple ha riacquistato oltre 40 miliardi dollari di azioni proprie negli ultimi 12 mesi, un livello record in un arco di tempo simile per qualsiasi azienda. “Vuol dire stiamo scommettendo su Apple. Significa che siamo davvero sicuri di ciò che stiamo facendo e di quello che abbiamo intenzione di fare”, ha sottolineato Cook. “Non sono solo parole. Lo stiamo dimostrando con le nostre azioni”. Gli acquisti rientrano nel piano di buy-back da 60 miliardi approvato dal cda, ha sottolineato il top-manager, evidenziando che l’azienda intende fornire i dettagli del programma a marzo o ad aprile. La rivelazione dei recenti acquisti di azioni arriva a poche settimane dall’assemblea dei soci del 28 febbraio, che vedrà il finanziere Carl Icahn ribadire la richiesta di una maggior aggressività nella gestione dei 160 miliardi di dollari di liquidità in cassa. Icahn, titolare di circa 4 miliardi di dollari di azioni Apple, chiederà agli azionisti di votare a favore di una proposta per avviare un ulteriore buy-back da 50 miliardi di dollari entro la fine di settembre.

Canale di Panama, il consorzio avanza una nuova proposta

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Il consorzio internazionale impegnato nei lavori di ampliamento del canale di Panama ha avanzato “una nuova proposta” per mettere fine alla disputa in corso da settimane con l’Autorità del canale di Panama (Acp) sui costi aggiuntivi dell’opera, valutati 1,6 miliardi di dollari, a fronte di un contratto iniziale da 3,2 miliardi di dollari. La proprosta avanzata dal consorzio Grupo Unidos por el Canal (Gupc), composto da Sacyr (Spagna), Salini-Impregilo (Italia), Jan De Nul (Belgio) e Constructora Urbana (Panama), “affronta le preoccupazioni dell’Acp, garantendo i fondi necessari per completare l’opera”. Il consorzio ha sospeso i lavori due giorni fa dopo la rottura dei negoziati con l’Anc. Nella nota diffusa poco dopo lo stop dei colloqui, il Gupc ha sottolineato come “il mancato accordo vedrebbe allontanarsi di qualche anno la messa in opera del nuovo canale in grado di far transitare le navi di maggiori dimensioni rispetto alle attuali e con capacità di carico triple (12 mila contro 4 mila container) e, di conseguenza, un mancato introito stimabile in 2 miliardi di dollari l’anno solo per il Canale di Panama”.

Alitalia, a gennaio migliora la puntualità e crescono i passeggeri

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A gennaio tornano a crescere i passeggeri trasportati da Alitalia. Il mese scorso si è chiuso con 1.476.098 passeggeri trasportati, in crescita dello 0,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nonostante una riduzione dei posti offerti del 3,3% rispetto a gennaio 2013, e nonostante il perdurare della pesante contrazione del traffico nazionale. Nel periodo è in crescita anche il tasso di riempimento degli aeromobili (load factor), che si è attestato al 68,9%, contro il 67,3% di gennaio 2013). A gennaio, inoltre, le performance operative di Alitalia (puntualità e regolarità) incrementano ulteriormente i livelli di eccellenza, consentendo alla compagnia di stare stabilmente nelle primissime posizioni della classifica dei migliori vettori mondiali, con valori ampiamente superiori alla media delle compagnie aeree aderenti all’Aea (Association of European Airlines). In particolare, la puntualità ha raggiunto un valore del 90,2%, con un incremento di 2,2 punti percentuali rispetto a gennaio 2013. L’indice di regolarità (ovvero il numero di voli operati sul totale dei voli in programma), pari al 99,9%, è in crescita rispetto al 99,6% di gennaio 2013.

Agenzia spaziale nella bufera, Saggese si dimette

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Le  dimissioni di Saggese arrivano in seguito all’inchiesta aperta dalla procura che sta indagando sull’ipotesi di reato di corruzione e concussione in merito alla regolarita’ o meno dei rapporti contrattuali che legano l’Agenzia spaziale ed alcune societa’. “L’ing. Enrico Saggese – si legge in una nota dell’Asi – nel rispetto delle indagini in corso, ribadendo la sua totale estraneita’ ai fatti contestatigli, nell’interesse dell’autorevolezza internazionale dell’Agenzia Spaziale Italiana, acquisita specialmente nell’ultimo quinquennio, e al fine di meglio difendere la propria integrita’, onorabilita’ e prestigio, maturati in piu’ di quaranta anni di attivita’ nel settore spaziale, ha inviato al Ministro Vigilante una lettera di messa a disposizione il proprio mandato di Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, con effetto immediato”. Si dimette il presidente dell’Agenzia Spaziale italiana Enrico Saggese, dopo le indagini per tangenti. Saggese, si legge in una nota, “ha inviato al ministro vigilante (il ministero dell’Istruzione, universita’ e ricerca, ndr) una lettera di messa a disposizione del proprio mandato di presidente dell’Agenzia Spaziale italiana italiana con effetto immediato”.