23 Settembre 2024, lunedì
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Negata la compensazione tra credito da Unico e versamenti TARE e TASI

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D: Marito e moglie proprietari di casa al 50 % nel 2014 pagheranno sia la TARE che la TASI. All’atto della dichiarazione dei rifiuti nel comune di residenza, la stessa è stata presentata dal marito indicando anche la presenza della moglie. L’addebito della tassa arriva intestato al marito per convenienza. Ora dato che è possibile compensare il debito con il credito da UNI-CO 2014 , se il credito è della moglie convivente con propri redditi, può la stessa pagare la TARE e/o la TASI compensando con il proprio credito?

R: La risposta pare dover essere negativa, in ragione delle motivazioni di seguito elencate. Il gettito derivante dalle imposte menzionate nel quesito è di spettanza dei comuni, mentre l’IRPEF derivante da UNICO è di competenza dello Stato. In relazione a ciò si precisa che, come avvenuto anche con l’IMU, la possibilità di compensare le imposte (e i relativi crediti) comunali e statali non è garantita da una ordinaria norma di legge, ma potrebbe essere riconosciuta, ad esempio, da regolamenti comunali (come avvenuto per l’IMU). Inoltre, seppure, a livello normativo e dottrinale, sembra orami chiaro che un contribuente possa liberamente decidere di farsi carico delle pendenze tributarie di un altro contribuente, da un punto di vista meramente pratico, nel caso di specie ciò appare complesso. La compensazione tra debiti e crediti tributari dei coniugi, citata nel quesito, è, infatti, espressamente consentita in sede di dichiarazione dei redditi. Ciò non avviene ancora in relazione al pagamento delle neo-istituite TARE e TASI; quanto detto potrebbe comportare una impossibilità fattuale di porre in essere la compensazione senza che emergano irregolarità formali nella analisi dei rilevanti atti di pagamento.

Svizzera: referendum su quote immigrati, passa il sì con il 50,3%

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È passata in Svizzera l’iniziativa contro la libera circolazione con l’Unione europea. Si è trattato di una battaglia all’ultimo voto, il risultato finale è un 50,3% di sì ed un 49,7% di no. Per vincere, l’iniziativa aveva bisogno di una doppia maggioranza, di cantoni e di votanti. La maggioranza dei cantoni era già apparsa chiara prima della fine degli spogli, mentre per la maggioranza dei votanti si è dovuto attendere sino al termine.

Dai frontalieri al domicilio, cinque tipi di permessi per lavorare.

Il voto fotografa una Confederazione spaccata, non solo nelle percentuali finali di sì e di no, così ravvicinate. Anche per aree linguistiche e per grandi città e piccoli centri. La Svizzera di lingua francese ha votato in sostanza contro l’iniziativa, a favore invece la Svizzera di lingua tedesca e quella di lingua italiana, con il Ticino al 68% di sì, il tasso più alto di adesione. Molte tra le grandi città hanno votato contro, come nel caso di Zurigo, Basilea, Ginevra. Molti piccoli e medi centri e molte regioni di campagna hanno invece votato a favore.

 

L’iniziativa promossa dalla Unione di centro (Udc), partito conservatore nazionalista ed anti europeista, che ha come leader di fatto l’imprenditore e politico Christoph Blocher, punta a bloccare l’accordo di libera circolazione in vigore con l’Unione europea ed a reintrodurre i contingenti per i lavoratori stranieri. Il Governo, la maggioranza del Parlamento, le associazioni delle imprese elvetiche, i sindacati, erano contro l’iniziativa ed hanno sottolineato i vantaggi che la libera circolazione comporta anche per l’economia svizzera, che ha un buon tasso di crescita ed ha una disoccupazione contenuta. Ma il voto ha premiato timori e paure su una presenza eccessiva di stranieri.

L’Udc punta ad una rinegoziazione degli accordi bilaterali con l’Unione europea e ad un meccanismo che stabilisca un canale preferenziale per i lavoratori elvetici e i già residenti. I possibili riflessi di questo meccanismo potrebbero riguardare non solo i lavoratori Ue che intendono risiedere stabilmente in Svizzera, ma anche i frontalieri. In Ticino i frontalieri italiani sono attualmente oltre 59 mila. Ora la palla è nel campo del Governo svizzero e in parte anche in quello della Ue. Berna deve decidere come muoversi concretamente, dopo questo voto, nei rapporti con la Ue. Bruxelles dal canto suo potrebbe richiedere alla Svizzera, a fronte della rimessa in discussione della libera circolazione, la rinegoziazione di tutti gli accordi economici bilaterali in vigore con la Confederazione.

Bruxelles: rammarico per l’esito della consultazione La Commissione europea «si rammarica del fatto che un’iniziativa per l’introduzione di limiti quantitativi all’immigrazione sia stata approvata. Questo va contro il principio della libera circolazione delle persone tra l’Ue e la Svizzera». Così la Commissione Ue commenta l’esito del referendum svizzero che limita l’immigrazione di massa.

 

Da Unicredit un miliardo in due anni a sostegno delle imprese agricole

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Un miliardo in due anni a sostegno del settore agricolo. E’ quanto mette a disposizione Unicredit grazie a un’intesa siglata oggi con Sgfa-Ismea e con le principali associazioni di categoria del comparto (Coldiretti, Confagricoltura e Cia). A presentare il nuovo progetto, in una conferenza stampa alla fiera di Verona, dove in questi giorni si tiene la 111esima edizione di Fieragricola, è stato lo stesso a.d. del gruppo bancario, Federico Ghizzoni. “L’agricoltura è, a livello globale, uno dei settori caratterizzati dalle migliori prospettive per il futuro, grazie alla crescente domanda e alla relativa stabilità dei prezzi”, ha dichiarato Ghizzoni, “tuttavia per rimanere competitive sul complesso scenario globale è necessario che le imprese agricole italiane sappiano innovarsi”.

Avete visto in giro il salva Lega?

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Si discute, e parecchio, del salva Lega. Sembra che nell’intesa raggiunta fra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi rientrasse una norma tale da consentire a una lista, presente in un rilevante numero di circoscrizioni e sostenuta da un’elevata percentuale di voti in alcune, di partecipare al riparto dei seggi ottenuti dalla coalizione di competenza, pur senza raggiungere la soglia di sbarramento. Il testo uscito dalla commissione Affari costituzionali di Montecitorio non prevede tale disposizione, ma nel mondo politico si dà per certo che una soluzione sia stata garantita da Renzi alla controparte. Infatti il plenipotenziario tecnico del segretario democratico per la riforma elettorale, Roberto D’Alimonte, così annunciava il 21 gennaio: «Per la Lega è prevista una clausola di salvaguardia che le consentirà di sopravvivere nei suoi territori anche nel caso in cui non arrivi al 5% a livello nazionale». Salvo errori, era l’unico, quel giorno, a possedere la notizia: di prima mano, va detto. Adesso ci si chiede quali livelli una simile lista dovrebbe raggiungere per ottenere seggi. Per esempio: in quante circoscrizioni dovrebbe presentarsi? Si parla di almeno i tre quarti. Quale percentuale dovrebbe raggiungere e in quante circoscrizioni, per rimediare al mancato raggiungimento della soglia nazionale di sbarramento (oggi il 5%, prevedibilmente il 4,5%)? L’ipotesi maggiormente accreditata parla di tre circoscrizioni, col conseguimento di almeno il 9% dei voti in ciascuna. Va chiarito subito che pure con simile disposizione i leghisti potrebbero rimanere a bocca asciutta. Senz’altro al Senato, ove solo in Lombardia e nel Veneto (due circoscrizioni) superarono il 9% nelle ultime politiche. Quanto alla Camera, potrebbero respirare se il riferimento a tre ripartizioni territoriali fosse operato a tre collegi plurinominali e non a tre regioni o circoscrizioni. Le opposizioni che si avvertono a una simile norma sono facilmente motivate con l’essere concepita fotograficamente per la sola Lega Nord. In effetti, disposizioni che consentano a partiti territorialmente e non nazionalmente radicati esistono in molte legislazioni, ma sovente, come avviene in Italia, per tutelare minoranze etniche (pure l’italicum le disciplina). Oppure è il sistema elettorale che, come in Ispagna, prevedendo solo collegi plurinominali e non consentendo recuperi nazionali dei resti, di per sé consente o agevola la conquista di seggi a liste locali. L’obiezione più robusta riguarda l’irragionevolezza di consentire alla Lega, perché teoricamente forte in alcune zone, di ottenere seggi con appena il 3% nazionale e di negarne, invece, a Sel, con il 4%, ma senza concentrazioni territoriali. Da più parti si vorrebbe introdurre una disposizione generale, mirante a salvare (un po’ come il porcellum) la lista prima esclusa di una coalizione, indipendentemente dal seguito nazionale o locale. In tal modo (sulla carta, beninteso) otterrebbero seggi tanto Sel, alleata del Pd, anche se sotto il 4,5%, quanto la Lega o il Ncd, se uno dei due partiti stesse sotto il 4,5% nella coalizione con Fi (ovviamente, se nessuno dei due superasse il 4,5%, soltanto la lista più votata fra le due sarebbe ammessa alla spartizione dei posti).

Promuovere l'export del Sud, accordo Ice-Unioncamere

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Promuovere l’export delle regioni meridionali attraverso un piano dedicato, collaborare in materia di imprenditoria femminile, condividere strutture e programmi per le attività di formazione rivolte all’accompagnamento delle imprese sui mercati esteri. Questi alcuni dei punti più qualificanti dell’accordo operativo sottoscritto questa mattina tra il direttore generale dell’Ice-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, Roberto Luongo, e il segretario generale di Unioncamere, Claudio Gagliardi. L’intesa mira a realizzare iniziative comuni a sostegno dell’internazionalizzazione finalizzate a promuovere la formazione alle piccole e medie imprese e giovani laureati, tramite la definizione di specifiche attività e di una forte integrazione dei programmi dei due enti.

Il Belgio dice addio alle monetine da 1 e 2 centesimi

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Il Belgio eliminerà le monete da 1 e da 2 centesimi. Il consiglio dei ministri ha approvato oggi il progetto di legge mirante a togliere dalla circolazione le monetine.
Il Belgio non è l’unico paese dell’eurozona ad adottare una misura simile. Dal 2002 la Finlandia ha optato per un arrotondamento dei prezzi basato sui 5 centesimi, mentre l’Olanda, pur non avendo adottato ufficialmente una norma in questo senso, ha visto di fatto la scomparsa delle monete da 1 e 2 centesimi.

Carnevale in Tenuta

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locandina_carnevale_in_tenuta_(2)Festa di chiusura del Carnevale di Saviano presso il salone degli eventi di palazzo La Marca

Il Carnevale di Saviano è uno dei più famosi d’Italia. Tenuta La Marca ha pensato di unire allo spettacolo di questa festività, la bellezza di una lunga festa nella sua struttura, curata in ogni minimo dettaglio. L’evento, la cui ideazione ed organizzazione sono dell’Associazione culturale Hobbisti Millemani, si svolgerà giovedì 6 marzo dalle ore 18 alle ore 23.

Tutte le attività in programma avranno come minimo comune denominatore un secolo di storia, ovvero il 1700… La scelta del XVIII secolo come leitmotiv della manifestazione risiede nel fatto che in questo periodo il carnevale divenne una vera e propria festa dell’arte che coinvolgeva tutti, dai nobili ai più poveri. Carnevale significava rappresentazioni nei palazzi, nei caffè e nei ridotti, ma soprattutto era un clima di festa diffusa in cui popolari e nobili in maschera si mescolavano per colli e campielli.

Presso Tenuta La Marca si svolgerà un autentico ballo in maschera con la presenza di un Maestro di Ballo. Si avrà la possibilità di imparare i passi base dei balli d’epoca del XVIII secolo, come il minuetto, il walzer e balli di gruppo. Ecco le altre attività in programma:

–              Dame e Cavalieri: mostra di costumi dell’epoca; focus sugli accessori e i trucchi che utilizzavano le donne dell’epoca;

–              Cioccolata in costume;

–              Area Cooking Show a cura dello chef resident di Tenuta La Marca, Antonio Arfè;

–              Area Cake Design;

–              Trucca bimbi e animazione;

–              L’abbinamento perfetto: vini e dolci di Carnevale.

L’ingresso all’evento è libero.

Dress Code: costume e maschera.

“Premio Città-Futuro: immagina la tua città ecocompatibile”.

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premio-citta-futuraQuesto il titolo del concorso indetto dal comitato organizzatore Volla Music Festival, in collaborazione, tra gli altri, con Federconsumatori, CGIL Disabilità Campania e ANS (Associazione Nazionale Sociologi). Il bando, alla sua prima edizione, si rivolge agli alunni di scuole elementari, medie e superiori e ad esperti di settore.

In un momento storico in cui è sempre più urgente che le città si modellino sulle esigenze di cittadini e ambiente, iniziative come questa si rivelano come occasioni per far sentire la propria voce. Il concorso vuole infatti sollecitare la creatività nell’immaginare un modello di città ecosostenibile attraverso pittura, scultura, fotografia, cortometraggi, opere letterarie, teatrali e musicali, design e altro (vignette, caricature, ritratti, disegni), Food&Beverage e Sviluppo Architettonico Sostenibile.

Gli eventi della manifestazione saranno ospitati all’interno della Città della Scienza di Napoli, con cui Premio città Futuro collabora allo scopo della sua ricostruzione. È per questo motivo che si richiede una quota simbolica di dieci euro, da versare su c/c. I partecipanti hanno tempo fino alle ore 20 del 30 settembre 2014: la premiazione avverrà nei mesi di settembre e ottobre, sempre all’interno della Città della Scienza.

Due le categorie per i concorrenti: Young (rivolto a gruppi di studenti di elementari, medie e superiori, coordinati da un docente o tutor) e Pro (per i singoli studenti delle superiori e i giovani artisti).  In palio un Raspberry Pi per i vincitori dei comparti Pittura, Scultura, Fotografia e Cortometraggio, classe Young. A quelli del comparto Opere Letterarie (categorie Young e Pro) sarà offerta una consulenza da parte dell’ELLE I Communication per la realizzazione di un progetto editoriale. Ma in palio ci sono anche altri premi, offerti dalle ditte sponsor, e due menzioni speciali: una all’opera più ecosostenibile per la filiera agroalimentare e l’altra per quella più fruibile a ciechi, ipovedenti e sordomuti.

Ciascuno, singolo o gruppo che sia, potrà partecipare con un elaborato per categoria. Le opere saranno valutate da una commissione di esperti del settore. Ma potrà partecipare anche il pubblico della rete (tramite i siti http://www.pianetawage.it e http://www.pianetavivo.it). Per ogni altra informazione, si rimanda al bando del concorso, reperibile sulla pagina Facebook dell’evento: https://www.facebook.com/events/1433026780252186/?fref=ts

Imprese, compensazioni a 360°

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Compensazioni a tutto campo per le imprese. Basterà la presenza di un credito certificato nei confronti della pubblica amministrazione per poter ottenere la compensazione di tutti i tributi iscritti a ruolo senza distinzione. In soffitta, quindi, la disciplina attuale in base alla quale sono compensabili solo i crediti certificati non prescritti, certi, liquidi ed esigibili verso lo stato, regioni e province autonome, enti locali, enti del Servizio sanitario nazionale per aver effettuato somministrazioni, forniture e appalti, con debiti tributari (dello stato, delle regioni e degli enti locali), previdenziali e assistenziali oggetto di cartelle di pagamento di Equitalia, di accertamento esecutivo dell’Agenzia delle entrate e di avviso di addebito dell’Inps, notificate entro il 31 dicembre 2012. Addio, inoltre, al meccanismo in base al quale le imprese potevano agire in compensazione solo nei confronti della p.a. con cui vantavano un credito. Questo è quanto emerso, ieri, nel corso delle votazioni degli emendamenti al dl 145/2013 (Destinazione Italia), in Aula alla Camera. La modifica nasce dalla riformulazione, ad opera del governo a seguito della bocciatura per mancanza di coperture da parte della Ragioneria generale dello stato, dell’emendamento di Mattia Fantinati (M5S) che, dopo l’approvazione nelle Commissioni finanze e attività produttive, aveva previsto la possibilità per le imprese in possesso di un credito certificato con la p.a., di vedersi sospendere le cartelle esattoriali fino all’avvenuto pagamento del credito da parte dell’amministrazione (si veda ItaliaOggi del 5 febbraio 2014).

Giochi pubblici, in arrivo il codice unico

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Un vero e proprio codice unico, che rivoluzionerà nel giro di un anno il business dei giochi pubblici, che muove ogni anno circa 85 miliardi di euro. È l’obiettivo dell’art. 14 del testo della delega fiscale che, dopo l’approvazione del senato, è stato trasmesso, ieri, alla camera per la terza lettura. Il governo, al termine dell’iter legislativo, sarà così delegato ad adottare i decreti legislativi entro 12 mesi dall’entrata in vigore della norma. E sarà una rivoluzione per il settore dei giochi. L’obiettivo, infatti, fermo restando il modello organizzativo fondato sul doppio regime di concessione amministrativa e autorizzazione di polizia, è bilanciare «interessi erariali e locali con quelli generali in materia di salute pubblica, per la prevenzione del riciclaggio dei proventi di attività criminose, nonché per garantire il regolare afflusso del prelievo tributario gravante sui giochi», raccogliendo le disposizioni attuali e adeguandole ai recenti provvedimenti dell’Ue. Tra gli obiettivi, anche il riordino delle disposizioni in materia di prelievi e aggi per i singoli giochi, per assicurarne il riequilibrio, oltre a nuove regole «trasparenti e uniformi» in merito a abilitazione e autorizzazione all’esercizio dell’offerta di gioco con adeguate «forme vincolanti» di partecipazione dei comuni ai procedimenti di dislocazione delle sale e punti vendita e in materia di installazione degli apparecchi.