25 Settembre 2024, mercoledì
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Unimpresa: cessione sofferenze a fondi speculativi alimenta criminalità

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La bad bank potrebbe attirare l’attenzione della criminalità organizzata. Paolo Longobardi, Presidente di Unimpresa, esprime in una nota la sua preoccupazione relativamente ai «progetti, in corso tra le principali banche italiane, volti alla creazione di una cosiddetta bad bank per ridurre l’impatto delle sofferenze che gravano sui bilanci del settore bancario. Tuttavia, segnaliamo il rischio che potrebbe derivare dalla cessione a fondi speculativi delle rate non pagate di prestiti e mutui: soggetti che non di rado, per rientrare delle esposizione, si rivolgono a società attive nel campo del recupero crediti che spesso hanno legami e rapporti con la criminalità organizzata il cui business verrebbe alimentato proprio dalle sofferenze».

Longobardi spiega che la diminuzione dei bad loans rappresenta certamente un fatto positivo, che potrebbe contribuire alla riapertura dei crediti da parte delle banche e, quindi, evitare che imprese e famiglie si affidino a usurai. Ma le organizzazioni criminali «verrebbero in qualche modo compensate con la gestione del recupero crediti per la riduzione del volume d’affari legato al prestito di denaro con tassi fuori legge», dunque, secondo il Presidente di Unimpresa «è fondamentale che le autorità di vigilanza e tutte le istituzioni aumentino i presidi e i controlli, in una fase nuova e fatta di scenari finora inesplorati».

Auriga presenta le novità al mercato americano

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Auriga sbarca in America. Per la prima volta nella sua storia, l’azienda italiana di soluzioni software per la banca multicanale ha partecipato all’ATMIA US Conference 2014 di Orlando, in Florida, uno degli eventi più grandi del mondo dedicato alle tecnologie ATM e del self service bancario.

NOVITA’ IN ANTEPRIMA MONDIALE – Alla US Conference Auriga ha dato spazio ad alcune importanti novità, presentate dalla società in anteprima assoluta: una soluzione progettata all’interno dei suoi laboratori in grado di abilitare una self service experience senza precedenti e di dare una testimonianza tangibile delle opportunità che l’integrazione dei canali e la crosscanalità, grazie alla tecnologia, possono offrire. L’innovativa tecnologia che Auriga ha proposto sul palcoscenico internazionale del salone dell’ATMIA mira infatti ad offrire alle banche la possibilità di instaurare una relazione personale con il cliente anche durante le pratiche di self service, con modalità del tutto nuove e sempre più customer‐centric, da una parte facilitando la fruizione di servizi, dall’altro creando nuove occasioni di contatto e nuovi bisogni.

QUOTE DI MERCATO – Auriga, inoltre, approda in America forte di un pacchetto di soluzioni per la multicanalità bancaria e il virtual banking ormai consolidato, flessibile e costantemente aggiornato e ampliato, così come di un percorso di crescita progressiva che le consegna oggi una quota nel mercato di riferimento di circa il 64% in Italia (oltre 30mila ATM gestiti) e del 13% in Europa Occidentale.

LE SOLUZIONI DI PUNTA – Protagoniste dello stand americano di Auriga saranno in particolare la piattaforma di punta WWS per la multicanalità, adottata oggi da oltre 150 clienti italiani ed europei, tra cui dieci primari gruppi bancari e 35 centri consortili, e poi PlainPay: più che un’app, un vero e proprio wallet virtuale in grado di abilitare nelle mani degli utenti pagamenti in mobilità e numerose altre funzioni dispositive e servizi bancari innovativi, come il prelievo senza carta.

Dall’America all’Asia. MARKAGAIN si apre a nuovi mercati

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MARKAGAIN debutta negli Stati Uniti e si prepara al mercato asiatico. In concomitanza al Miami International Boat Show, MARKAGAIN, che capitalizza oltre 10 miliardi di euro di crediti e beni problematici in gestione da Cerved Credit Management, si presenta al mercato americano e prospetta l’apertura di un ufficio di rappresentanza a Miami.

Il modello di business di MARKAGAIN presidia quattro aree: yacht, auto di lusso, immobili di prestigio e altri beni speciali, come gli aerei privati. «Dopo il debutto italiano, siamo orgogliosi di presentare MARKAGAIN anche al pubblico statunitense – afferma Andrea Mignanelli, Amministratore Delegato di Cerved Credit Management. Con l’80% dei nostri beni venduti all’estero, e il 30% proprio in America, è evidente che questo sia per noi un mercato strategico; il nostro obiettivo è quindi quello di far conoscere la nostra offerta al pubblico americano, un bacino d’utenza per noi fondamentale».

A conferma della vocazione internazionale della piattaforma, che risponde ad una richiesta che arriva prevalentemente dai mercati stranieri, MARKAGAIN sarà presente anche al Singapore Yacht Show, in programma dal 10 al 13 aprile. Accanto al mercato statunitense, è infatti l’APAC a trainare il mercato globale dei beni di lusso, grazie al ruolo sempre più preponderante dei consumatori asiatici.

Presenze, accessi e buoni pasto si gestiscono con lo smartphone

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L’NFC apre le porte in azienda. Day Ristoservice, azienda che opera nel mercato italiano dei buoni pasto, e Zucchetti, gruppo italiano di software, hanno siglato un accordo per realizzare un sistema multi servizi che consenta la gestione di presenze, accessi e buoni pasto dei dipendenti direttamente dallo smartphone.

L’obiettivo delle aziende è semplificare il lavoro di tutti gli addetti, limitando il numero di strumenti utili all’identificazione, per l’ingresso agli uffici aziendali e l’utilizzo di benefit, favorendo al contempo l’introduzione di applicazioni mobile nell’ottica di una comunicazione più efficace e veloce tra dipendente e azienda.

«Gli smartphone hanno raggiunto livelli di diffusione e di affidabilità tali da renderne possibile l’impiego anche per scopi aziendali; insieme a Day Ristoservice abbiamo pensato, quindi, di dare la facoltà ai dipendenti aziendali di utilizzare anche i propri dispositivi mobili per aprire un varco aziendale, registrare la propria presenza, utilizzare i buoni pasto e consumare bevande alle macchinette del caffè – afferma Luca Stella, Product Manager HR Zucchetti. Inoltre, tramite l’applicazione HR mobile Zucchetti, i dipendenti delle aziende clienti potranno avere sempre sotto controllo i loro dati in tempo reale dal loro smartphone, federando tutti i servizi sopraccitati in un’unica applicazione».

«Day è alla costante ricerca di soluzioni che semplificano la gestione del personale delle nostre 16.000 aziende clienti e che migliorano la vita dei 500.000 dipendenti che quotidianamente si avvalgono dei nostri servizi – dichiara Marc Buisson, Vice-presidente e Amministratore Delegato di Day Ristoservice. Abbiamo già sviluppato una nostra applicazione, App Day Tronic, che porta il blocchetto di buoni pasto sullo smartphone, l’integrazione con altri servizi è il passo successivo. L’accordo con Zucchetti ci permette di gestire su un unico supporto servizi fortemente connessi e, con l’utilizzo delle nuove tecnologie, di rendere tutto più sicuro, più tracciato e più user-friendly. Inoltre Day fa parte da tempo del gruppo internazionale Chèque Déjeuner, che opera su titoli e carte servizio prepagati in 13 Paesi. Il recente consolidamento della presenza di Chéque Déjeuner, divenuto azionista di maggioranza di Day, consentirà di utilizzare l’esperienza acquisita in altri mercati nelle applicazioni multiservizio».

Asset owner. L’analisi dei dati diventa strategica

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Data e Analytics rivestono una priorità strategica per gli asset owner. Secondo una recente indagine di State Street, condotta da Economist Intelligence Unit presso 400 investitori istituzionali, la capacità di sfruttare i dati è diventata un fattore essenziale e di successo per fondi pensione, compagnie di assicurazione, banche e fondazioni.

LE TRE NECESSITA’ DEGLI ASSET OWNER – Ben in 9 casi su 10, infatti, gli asset owner che hanno risposto al sondaggio hanno considerato Data & Analytics una priorità strategica, mentre l’83% ha già aumentato negli ultimi tre anni gli investimenti in questo campo. Ma a impattare su questo nuovo scenario strategico sono tre tendenze principali: la regolamentazione, i portafogli multi-asset e l’insourcing. «Ciascuna di queste tre sfide richiede agli asset owner di creare piattaforme che possano efficacemente elaborare grandi volumi di dati con velocità e precisione senza precedenti – dichiara Riccardo Lamanna, Head di State Street Global Services Italia. Ma solo una minoranza di asset owner dispone oggi degli strumenti idonei per soddisfare tali richieste. Lo dimostra il fatto che solo il 19% degli asset owner coinvolti nella nostra indagine è fiducioso di poter estrarre indicazioni prospettiche dai propri dati».

REGOLAMENTAZIONE – Tra le iniziative più impellenti da affrontare un primo posto è occupato dalla regolamentazione. Solvency II, Basilea III, la FATCA e Dodd-Frank sono solo alcune delle iniziative più importanti che gli asset owner devono o dovranno gestire, mutando anche la modalità di gestione dei dati. Ad esempio, le imprese dovranno riportare informazioni più dettagliate alle autorità regolamentari e, in particolare, dovranno fornire dati granulari attraverso il look through, piuttosto che dati consolidati di alto livello: la raccolta, l’analisi e il reporting di questi dati nelle modalità richieste dai regolatori è quindi una impresa che mette a dura prova le organizzazioni. Ecco allora che, nei prossimi 3 anni, più di un terzo degli asset owner si aspetta che gli strumenti attualmente utilizzati per l’adempimento ai requisiti regolamentari si trasformino in un punto di forza significativo e, per il futuro, le priorità di investimento riguarderanno in primis strumenti in grado di gestire la regolamentazione in molteplici giurisdizioni, nell’ottica di apportare miglioramenti ai propri Data & Analytics.

GESTIONE PORTAFOGLI COMPLESSI – Alla regolamentazione si affianca poi un altro punto critico per gli asset owner, ovvero la capacità di dotarsi di strumenti di rischio adeguati a supporto di portafogli sempre più complessi: una necessità avvertita dal 24% dei proprietari di asset. «Il persistere di bassi tassi di interesse e i deludenti rendimenti delle asset class tradizionali stanno spingendo molti asset owner ad andare oltre le strategie di investimento tradizionali e investire in asset class alternative, come il private equity, l’immobiliare e gli hedge fund – spiega Lamanna. Da un altro recente sondaggio realizzato da State Street presso 150 fondi pensione europei è emerso inoltre che il 60 per cento dei fondi intervistati è propenso ad aumentare l’esposizione alle asset class alternative nei prossimi tre anni. Allo stesso tempo, i proprietari di asset perseguono strategie di investimento basate su una comprensione più sofisticata del rischio, come ad esempio il liability-driven investing (LDI). Di conseguenza, gli asset owner devono ora analizzare i rischi e le performance attraverso un mix molto più complesso di strumenti finanziari. Ma questo compito è spesso ostacolato dalla mancanza di adeguati strumenti informatici».

INSOURCING ASSET MANAGEMENT – Infine, il 90% circa degli asset owner intervistati prevedono di canalizzare la maggior parte della loro spesa nei sistemi di gestione ed esecuzione degli ordini. Una prospettiva di breve periodo, tre anni, a cui segue anche l’investimento in strumenti che possano ottimizzare i portafogli (tre quarti degli intervistati). Oltre all’ampliamento del portafoglio di investimento si assiste anche a un progressivo insourcing della gestione, al fine di migliorare i rendimenti e ridurre i costi.

«Affrontare questi problemi è diventata una sfida urgente – conclude Lamanna. Investire in nuove tecnologie è solo una parte della soluzione. I proprietari di asset hanno bisogno di un approccio scalabile per assicurarsi che, all’emergere di nuove esigenze e all’aumentare dei dati, possano continuare a fornire le informazioni corrette alle persone giuste al momento giusto. Non c’è dubbio che la costruzione di piattaforme di dati per il futuro sarà una grande impresa. Per quegli asset owner che raccoglieranno la sfida, tuttavia, vi è la possibilità di trasformare i dati in una fonte duratura di vantaggio competitivo».

Danni atmosferici. Al via i finanziamenti agevolati

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Banca di Pisa e Fornacette e Banca Popolare di Vicenza hanno stanziato un plafond per l’erogazione di finanziamenti a tassi agevolati a favore di interventi di copertura dei danni causati dagli eventi atmosferici delle ultime settimane.

PLAFOND ILLIMITATO PER IL TERRITORIO – Banca di Pisa e Fornacette ha scelto di mettere a disposizione delle famiglie e delle imprese del territorio di Ponsacco un plafond illimitato e di sospendere le rate dei finanziamenti e dei prestiti in corso per tutti coloro che sono stati colpiti dalle esondazione del fiume Era.

50MILA EURO ALLE IMPRESE, 10MILA AI PRIVATI – Banca Popolare di Vicenza, invece, ha stanziato un plafond di 50mila euro per le imprese, mentre per i privati e le famiglie l’importo massimo richiedibile è di 10mila euro. Entrambe le tipologie di finanziamento prevedono una durata massima di 36 mesi, a tassi particolarmente favorevoli.

Una soluzione modulare per la compliance a FATCA

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FATCA, “Foreign Account Tax Compliance Act”, è una nor­mativa anti-evasione fiscale of­fshore che impone a tutti gli in­termediari finanziari, compresi quelli italiani, di comunicare al fisco statunitense (l’IRS, Internal Revenue Service) determinate informazioni sui conti esteri de­tenuti dai clienti USA. La prima milestone di adeguamento è fissata per il 1 luglio 2014: da quel giorno, ogni banca dovrà avviare la Due Diligence sulla clientela preesistente e attivare le procedure per l’on-boarding dei nuovi rapporti.

In questo contesto di compliance, UBI Sistemi e Servizi ha commissio­nato un progetto ad Add Value con l’obiettivo di arrivare allo sviluppo di una soluzione appli­cativa che permettesse, in ma­niera molto flessibile, di identi­ficare e classificare la clientela a partire dalla compilazione di questionari, redatti apposita­mente secondo i requisiti della normativa, e limitare così il più possibile l’impatto sugli ap­plicativi esistenti, in particola­re sull’anagrafe generale e sui processi di vendita. Da questa esperienza sul campo nasce FATCAeasy, la nuova soluzione di Add Value per la compliance alla normativa americana.

UNA SOLUZIONE ALTAMENTE MODULARE – Diversi aspetti normativi non era­no ancora perfettamente chiari e definiti all’avvio del progetto: «la scelta è stata quindi di dise­gnare una soluzione altamente modulare, in grado di adeguarsi rapidamente alle possibili evo­luzioni della normativa grazie a una attenta parametrizzazione e alla possibilità di configurare workflow specifici» spiega Giam­pietro Calabrese, Products Di­rector di Add Value. A seguire il progetto, ancora in corso ma prossimo al rilascio in collaudo, è stato un team di lavoro misto, con personale di UBI Sistemi e Servizi e di Add Value.

AddValue FatcaEasy contesto prodotto

L’IMPATTO MAGGIORE VERRA’ DAI QUESTIONARI – «Il team ha raccolto dal business della banca i requisiti e le linee guida per l’implementazione della normativa – prosegue Ca­labrese – per arrivare a definire una soluzione che incontras­se i bisogni di tutti i referenti, da quelli funzionali dei singoli Partitari coinvolti a quelli tecni­ci, come Architetti, Sistemisti, Qualità, Performance e Sicu­rezza». Il cambiamento verso la compliance a FATCA all’interno della banca sarà graduale, dan­do ovviamente precedenza alle attività previste per la prima mi­lestone di luglio: quelle con im­patto maggiore saranno, in fase di start up, le integrazioni con i processi di vendita e la raccolta dei questionari della clientela preesistente. «In quest’ultimo ambito, la nostra soluzione ap­plicativa agevola la classifica­zione delle persone giuridiche preesistenti tramite un proces­so automatico».

INDIPENDENTE DAI SINGOLI APPLICATIVI – Dall’esperienza maturata in que­sto progetto deriva FATCAeasy, una soluzione completamente java-based che permette la ge­stione della normativa a livel­lo Multigruppo e Multibanca, mantenendo la logica separata dai singoli Partitari. «La carat­teristica di essere indipendente dai vari applicativi – afferma Ca­labrese – consente a FATCAeasy di essere alimentata con i dati che ogni istituto riterrà adeguati alla propria interpretazione della normativa. In questo senso, Add Value è in grado di supportare il cliente nell’implementare il rac­cordo tra gli applicativi legacy e le alimentazioni previste dalla nostra soluzione».

AddValue Calabrese GiampietroIL VANTAGGIO DELLA FLESSIBILITA’ – Oltre che per la rapidità di in­tegrazione con i sistemi in uso all’interno della banca, FATCAeasy vuole distinguer­si dalle altre soluzioni presenti sul mercato per l’elevato livel­lo di flessibilità: il motore di regole embedded all’appli­cativo, ad esempio, consente la definizione delle regole di classificazione della clientela e il recepimento di eventuali ri­chieste di personalizzazione in modo veloce e senza impattare sul software esistente. «Anche il Front End dell’applicativo è personalizzabile e configurabile per singolo istituto – conferma Calabrese – sia per quanto ri­guarda gli aspetti di profilazio­ne (definizione dei diversi coni di visibilità) sia per il workflow operativo che guida l’utente al processo di identificazione e classificazione. I questionari si compongono dinamicamente in base alla tipologia di clientela. FATCAeasy include anche una funzionalità di “To do list perso­nale”, particolarmente utile per consentire all’utente interno della banca di avere una visio­ne immediata delle richieste di classificazione FATCA in corso e dello stato di avanzamento in cui si trova ciascuna di esse».

Intranet: obiettivo mobilità

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Più attività commerciali e tanta mobilità. Le intranet aziendali evolvono verso questa direzione, secondo uno studio di ABI Lab e della School of Management del Politecnico di Milano. Un terzo delle banche italiane, infatti, ha previsto di incrementare gli investimenti per le intranet nei prossimi due anni mentre più della metà manterrà inalterato il budget.

Le intranet aziendali vengono già ampiamente utilizzate dalla banche per la comunicazione interna (80% delle banche analizzate), la compliance (54%), il customer service (60%), le operazioni di finanza (50%) e credito (46%), la gestione delle risorse umane (60%). Secondo la ricerca, nel 2014 per oltre il 50% delle banche campione le intranet assumeranno ruoli più strategici, sviluppando ulteriormente il supporto a tutte queste funzioni, cui il 56% delle banche affiancherà le attività commerciali.

In particolare si conferma l’attenzione del settore verso la mobilità: oltre l’80% delle banche intervistate intende potenziare l’accessibilità alla intranet aziendale da qualsiasi dispositivo e luogo, mentre sale dal 14% al 36% la quota di banche che intende migliorarne l’integrazione anche con gli ambienti social e di collaborazione aziendali, e dal 7% al 14% la percentuale che integrerà la intranet coi dispositivi personali.

Auchan: la spesa si paga con lo smartphone

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Dalla lista della spesa al pagamento in cassa, con una sola app. Auchan ha potenziato la propria applicazione per smartphone iOS e Android con le funzioni di pagamento: realizzata in collaborazione con CartaSi e attualmente in uso presso sei ipermercati, la soluzione permette di pagare la spesa da mobile, scansionando un QR code.

TUTTO IN UNA APP – Una delle caratteristiche peculiari della app di Auchan è proprio la capacità di coprire l’intero processo di acquisto: già da qualche anno al cliente era data la possibilità di “importare” la propria lista della spesa sul telefonino, ricevendo la segnalazione di eventuali offerte in corso e, dal 2011, procedendo al self scanning da smartphone direttamente in negozio.

Banco Popolare Giacomello Pier LuigiCOLLEGAMENTO IN WI-FI – Ora è il momento del salto di qualità: in collaborazione con CartaSi e Banco Popolare, è stata integrata nella app la possibilità di pagare in cassa (sia tradizionale sia self checkout) scansionando un QR code e pagando con la app. L’importo verrà accreditato sulla carta di credito registrata, in piena sicurezza, sul portale di Auchan. «La soluzione è al contempo semplice ma sicura – commenta Pierluigi Giacomello, Amministratore Delegato Tecmarket, Gruppo Banco Popolare –, un equilibrio non facile da raggiungere, dato che normalmente semplicità d’uso e sicurezza sono poco compatibili. Abbiamo scelto una procedura di enrollment molto robusta: la registrazione della carta richiede al cliente un po’ di tempo e dei passaggi di sicurezza, ma questo semplifica molto l’uso della app negli ipermercati».

IL MODELLO DI SECURITY – I dati della carta di credito, in particolare, non sono presenti all’interno del telefonino e non viaggiano sulla rete all’interno dell’ipermercato. La app di Auchan funziona esclusivamente collegandosi alla rete wifi interna al negozio (e che non richiederà alcuna password): oltre a risolvere facilmente il problema della eventuale mancanza di segnale in alcune aree di un punto vendita, questa scelta rende di fatto inutilizzabile la app al di fuori degli ipermercati Auchan. Non potrà infatti essere utilizzata per pagare in nessun altro posto.

VERSO IL MOBILE COUPONING – Ed è anche un modello “privato”, che esce dall’approccio del wallet multiservizi preferendo offrire al cliente una unica applicazione per l’intero processo decisionale. «La descrizione dei prodotti e le informazioni relative a prezzi, eventuali sconti etc. risiedono su un server Auchan – aggiunge Marino Vignati, Direttore Sistemi Informativi di Auchan –, da qui la scelta della rete wifi privata. Stiamo anche testando altre funzionalità, come un elimina-code su cellulare per i banchi serviti, o l’integrazione con la lista degli ingredienti, vista la grande attenzione ai problemi alimentari. E all’integrazione con offerte di mobile couponing, per dare vantaggi al cliente che decide di utilizzare questa soluzione innovativa per i propri acquisti».

INDIPENDENTI DALLA TELEFONIA – Si parte dai primi sei punti vendita, con l’obiettivo di arrivare ad almeno la metà degli ipermercati in Italia nel corso del 2014: non verranno coinvolti, per ora, i punti vendita Simply e SMA, né quelli Auchan in Franchising. «Si parla molto di mobile payment in Italia – spiega Gianluca De Cobelli, Vice Direttore Generale di CartaSi – e la soluzione di Auchan, unendo l’utilizzo del wifi e il QR code, è una scelta interessante perché permette di pagare indipendentemente dall’operatore telefonico o dall’abilitazione della SIM card o del cellulare a una particolare tecnologia. Come CartaSi abbiamo in corso importanti esperienze con operatori telefonici e continueremo a farle, in quanto riteniamo che entrambe le soluzioni siano valide».

E anche TecMarket pensa al mobile POS

Anche Banco Popolare sta lavorando a dei progetti in ambito m-POS. «Con CartaSi stiamo rilasciando una soluzione di mobile POS – afferma Giacomello – capace di interagire con gli smartphone. A distinguerla sarà una offerta particolarmente innovativa di payment facilitator, con un pricing molto conveniente e tempi di attivazione del servizio oggi neppure ipotizzabili».

Mercato auto: quanta finanza a bordo

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Dal 2007 al 2013, le immatri­colazioni di automobili in Italia sono calate di 1.190.000 unità. In altri termini, il mercato ha re­gistrato un secco -48%, con 15 mesi consecutivi di calo a dop­pia cifra dalla seconda metà del 2011 alla fine del 2012. Si salva, relativamente, il mercato dell’u­sato, che pur in flessione ha co­munque intercettato una parte dei clienti che non potevano più permettersi un’automobile nuo­va ed è rimasto sostanzialmente stabile nell’ultimo anno.

I dati, contenuti nella “Analisi del Mer­cato Italiano 2013” del Centro Studi UNRAE (Unione Naziona­le Rappresentanti Autoveicoli Esteri), che rappresentano bene il crollo del mercato auto, con­seguenza della crisi economica e delle difficoltà dei conti pub­blici (l’ultima ondata di incentivi risale a qualche anno fa), che ha avuto un impatto diretto anche sul settore bancario e assicura­tivo.

10 MILIARDI IN MENO IN 3 ANNI – Per il mercato finanziario e del leasing italiano, secondo il rap­porto “Consumer Automotive Finance Services in Europe” pubblicato dalla societá di con­sulenza Finaccord, il colpo è stato duro. «Secondo le nostre stime, il valore dei nuovi finan­ziamenti e dei beni finanziati nel 2012 è stato di quasi 15 miliar­di di euro – afferma David Parry, Managing Consultant di Finac­cord – contro gli oltre 25 miliardi del 2009. Il dato riguarda i finan­ziamenti stipulati nel punto ven­dita e ha visto un calo molto più consistente per quanto riguarda l’acquisto di auto nuove, mentre il mercato dell’usato ha registra­to una flessione minore». Il Cen­tro Studi di UNRAE, elaborando dati Assofin relativi ai primi nove mesi del 2013, parla di un totale di finanziamenti per 7,03 miliardi di euro, con un nuovo calo del 6,9% rispetto ai primi nove mesi del 2012: resta però stabile, in­torno al 52%, la quota delle auto immatricolate il cui acquisto è finanziato con prestiti finalizzati erogati presso i concessionari.

COME EVOLVE IL FINANZIAMENTO – Una situazione di difficoltà cui il mercato auto e quello finan­ ziario hanno reagito ampliando la gamma di prodotti offerti per individuare soluzioni più evolute del finanziamento tradizionale, in grado di rispondere meglio alle attuali esigenze del clien­te. «I finanziamenti si sono fatti più articolati e offrono al cliente una serie di opzioni – commenta Parry – come la possibilità, alla fine del finanziamento o dopo un tot di rate, di proseguire con il rimborso delle rate o restitui­re l’automobile al concessiona­rio, che la venderà nel mercato dell’usato, scegliendo un’altra auto nuova e rifinanziando l’ac­quisto. Per i privati resta anche la possibilità di accedere a lea­sing operativi o finanziari».

LA “MAPPA” DELLE POLIZZE – Guardando ai prodotti assicura­tivi collocati attraverso i riven­ditori di auto, invece, troviamo un mercato stimato da Finac­cord in 1,64 miliardi di euro di premi nel 2012 (il dato esclu­de, chiaramente, tutte le po­lizze auto collocate attraverso gli altri canali, ma comprende i contratti di assicurazione de­gli anni precedenti e ancora in corso). «I prodotti di assicura­zione, assistenza e garanzia in Italia sono ampiamente offerti dai rivenditori – spiega Parry – dalla classica polizza auto all’as­sistenza stradale, comprese po­lizze CPI, polizze valore a nuovo e contratti di servizio prepagati per le autofficine. Vengono an­che venduti prodotti che in al­tri mercati sono generalmente inclusi in altre polizze, come la polizza danni al conducente e la tutela legale, mentre nell’offerta del Gruppo FIAT troviamo una polizza unica, a copertura (me­diante finanziamento) dei costi di gestione del veicolo in caso di perdita dell’impiego, inabili­tà, ricovero o decesso del pro­prietario».

OFFERTE BEN SVILUPPATE – Entrambi i settori appaiono quindi ben sviluppati dal punto di vista dell’offerta e presidiati da un buon numero di player. «Fiditalia e Findomestic sono i principali fornitori indipendenti tra i rivenditori, ma il mercato è dominato dalle captive delle case automobilistiche e da joint venture come FGA Capital o Volkswagen Bank – spiega Parry. La crisi ha comunque portato a una riduzione nel numero di so­cietà finanziarie e leasing cui si affidano i rivenditori: in media, siamo passati da 2,43 partner nel 2007 a 1,88 nel 2013. Guar­dando alle coperture assicurati­ve, le società specializzate fanno la parte del leone: Direct Line è la società cui si appoggia FGA Capital, ed è quindi il leader tra i partner delle case automobi­listiche, mentre pensando alle compagnie non legate a brand del mondo auto, nelle nostre in­terviste con i rivenditori Nobis è stata menzionata spesso».

490 EURO DI VALORE PER OGNI AUTO NUOVA – Le società partner delle case automobilistiche hanno comun­que sviluppato negli anni offerte molto articolate, che associano un finanziamento alla protezio­ne del veicolo e del guidatore: nell’ultima rilevazione di Finac­cord, circa il 75% dei clienti in­tervistati avevano sottoscritto una copertura assicurativa al credito in bundle con un finan­ziamento o un leasing. Di fat­to, per ogni automobile nuova venduta a un privato presso un rivenditore nel 2012 sono stati generati, in media, 490 euro di “new business” in prodotti fi­nanziari, mentre per ogni auto usata venduta (sempre tramite il canale autoconcessionaria) la cifra scende a 165 euro. Le previsioni di UNRAE per il 2014 sono moderatamente positive: dovrebbero essere immatrico­late 1.335.000 autovetture, con una crescita del 2,4%.

COME AVERE IL REPORT “CONSUMER AUTOMOTIVE FINANCIAL SERVICES IN ITALY”

Il Report “Consumer Automotive Financial Services in Italy” di Finac­cord, da cui sono stati estratti i dati relativi ai prodotti finanziari e assicu­rativi venduti contestualmente alle automobili nel mercato italiano, può essere acquistato in edizione digitale (in lingua inglese) contat­tando la redazione di AziendaBanca allo 02/36572331 o all’indirizzo email bbotti@aziendabanca.it