25 Settembre 2024, mercoledì
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Caro Renzi, Equitalia deve azzerare i debiti! Da qui si può ripartire!

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Matteo-renziGentilissimo Presidente del Consiglio Matteo Renzi,

Le chiedo, investe di Presidente dell’Associazione “Progetto di Vita”, impegnata nella lotta alla povertà in Italia e nel mondo,  di volere annoverare, tra le Sue priorità politiche,  quella di porgere una mano a coloro che non riescono a far fronte al pagamento dei  debiti,  soprattutto di quelli della cui restituzione si occupa Equitalia, utilizzando modalità mortificanti che possono indurre il debitore anche a gesti estremi.

Si tratta di persone a cui è doveroso offrire un aiuto affinché possano reintrodursi nel tessuto economico e portarvi il proprio indiscusso contributo di crescita e miglioramento, anziché rimanerne ai margini .

Essi rappresentano una larga parte della popolazione italiana e, pertanto, la vita economica ne risente l’influsso negativo, in quanto non si crea quell’interscambio produttivo tra cittadini e vita economica, giro del denaro e possibilità di acquistare i prodotti che il mercato offre.

A causa dell’allargarsi di tale fascia di cittadini, ossia degli indebitati, si è generata la grave crisi economica italiana, come Lei ben sa .

Pertanto, Le chiedo di voler avallare la nostra proposta relativamente ad un progetto di legge che si prefigga di risolvere le posizioni debitorie nei confronti di Equitalia antecedenti al 1° dicembre  2012.

In definitiva, il Governo dovrebbe formulare  una  legge per il  condono di tutti i debiti contratti con l’agenzia delle entrate fino al 31 gennaio 2011.

Occorre favorire l’azzeramento dei debiti dei cittadini e ripartire da capo: solo in questo modo l’economia reale potrà riprendere il suo corso.

Gli italiani sono poveri ed indebitati e questo non va dimenticato, se si vuole rendere vincente l’azione di un governo.

La politica ha bisogno di innovazione, certamente, ma essa non può fare a meno di  salvaguardare i diritti umani, che Lei, in quanto premier, sono certo che vorrà  garantire ai suoi cittadini.

L’economia ripartirà se i cittadini non saranno tanto indebitati da non poter acquistare i  prodotti posti  sul mercato.

Ci dia il Suo sostegno e vedrà  come crescerà questa nostra meravigliosa nazione!

Con immensa stima. Buon lavoro.

Biagio Maimone

Fondatore Associazione

Progetto di Vita – Azioni contro la povertà in Italia e nel Mondo

Il conto corrente? Lo gestisco via Facebook

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I clienti di Banca Sella potranno gestire il conto corrente e le carte di pagamento via Facebook. L’istituto è infatti il primo in Italia a consentire di effettuare le operazioni bancarie sul popolare social network attraverso l’applicativo Sella.it per Facebook. Grazie alla app, i clienti di Banca Sella potranno in ogni momento consultare online tutte le movimentazioni in accredito e in addebito senza la necessità di dover uscire dalla pagina Facebook.

Alluvione Sardegna, le donazioni ancora nelle tasche di chi le ha raccolte

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«La generosità degli italiani, pari ad almeno  718.323,40 euro, è rimasta nelle tasche dei promotori delle raccolte fondi per la Sardegna». È la clamorosa denuncia del Codacons, indirizzata a tre Procure,  contro tutte le associazioni volontarie, comprese quelle di giornali e tg nazionali, che subito dopo l’alluvione del 18-19 novembre, che causò 16 morti e danni ingenti,  lanciarono numerose iniziative per aiutare le popolazioni colpite. «Finora abbiamo sentito soltanto delle chiacchiere, e nessun progetto concreto ha potuto giovarsi dei soldi raccolti in tutta Italia» dice Carlo Rienzi, presidente del Codacons. Più volte, a nome della sua organizzazione, ha sollecitato per iscritto le associazioni che hanno raccolto i fondi a dichiarare l’entità delle somme raccolte e a precisare i progetti concreti sui quali farle confluire, senza mai ottenere adeguati riscontri. «Abbiamo ricevuto poche risposte, e per lo più generiche» dice Renzi.  Un silenzio inaccettabile per il Codacons, poiché tutte le raccolte fondi si erano impegnate a contribuire a «interventi pubblici, in accordo con le amministrazioni delle città e dei Paesi più colpiti». Per questo, la denuncia solleva l’ipotesi di truffa, falso e appropriazione indebita, e invita le procure di Roma, Tempio Pausania e Nuoro a fare chiarezza al più presto. Nelle 16 pagine della denuncia, sono elencati sia i Comuni sardi più Colpiti (Olbia, Onani, Torpé, Arzachena, Uras, Bitti), sia i promotori delle varie raccolte fondi: il quotidiano Unione Sarda, Sardegna Solidale, Anci Sardegna, Caritas Diocesana di Cagliari, Confcommercio, Associazione Italiana Calciatori (AIC), Mediafriends Onlus, Rcs Mediagroup onlus, Adria Italia, Croce Rossa Italiana.  A tutti, sia ai Comuni che alle associazioni, il Codacons ha inviato copia di una diffida, a norma di legge (art. 140/ dlgs 206/2005), per avere informazioni circa i progetti concreti da finanziare. Non tutte le associazioni hanno risposto. E quelle che lo hanno fatto, sostiene il Codacons nell’esposto, non sono mai andate oltre la manifestazione di un impegno generico, senza indicare (salvo poche eccezioni) l’ammontare delle somme raccolte, né i progetti concreti, né i tempi di realizzazione. Tra le somme dichiarate, la maggiore è quella raccolta da Mediafriends Onlus, pari a 700 mila euro. Seguono quella delle Acli Sardegna (15 mila euro) e quella di Adria Italia (2.523,90 euro). Nessuna delle altre associazioni ha rivelato l’ammontare dei soldi raccolti. Quasi tutte si limitano a fare delle promesse. È il caso dell’Aic (Associazione italiana calciatori), che si vanta di avere indicato in Salvatore Sirigu, portiere del Paris Saint Germain, e nei calciatori del Cagliari, i «punti di riferimento» per la scelta della struttura o delle famiglie a cui saranno destinati i soldi raccolti. «Ma ad oggi nessun altro riscontro è pervenuto» afferma la denuncia Codacons. Assai deludenti sono giudicate anche le risposte delle altre associazioni, compresa quella della Croce Rossa: pur riconoscendo «l’importanza e il merito dell’azione svolta dalla Cri» nei primi soccorsi alle popolazioni colpite dall’alluvione, nella sua denuncia il Codacons sostiene che «non si può non avere perplessità … anche alla luce dei numerosi scandali, riportati dai media, stampa e siti web, in cui la Croce Rossa Italiana sembrerebbe essere stata coinvolta, con le ripetute denunce della Corte dei Conti relativamente a disagi e deficit economici che indeboliscono ancora di più il più importante Ente umanitario e come si sia evidenziato come la CRI avrebbe un buco economico di quasi 14 milioni di euro e una scarsa capacità interna di controllare la contabilità con assenza di una tesoreria unica a cui attingere denaro in modo vigilato». Vi è poi il caso della Adria Italia, che sostiene di avere concordato con il Comune di Olbia la destinazione della somma raccolta (2.523,50 euro), ovvero la riparazione dell’asilo nido di via Lupacciolu. Ma richiesto di una conferma, il Comune di Olbia si è limitato a rispondere che è in corso la valutazione dei danni e che nessuna decisione è stata presa. Dice Renzi a Italia Oggi: «L’unico Comune che ha dato prova di agire con grande trasparenza è stato quello di Torpé, un Comune piccolo, ma bene amministrato. Dopo avere ricevuto 82 mila euro dalle donazioni, ha preteso che alla ripartizione dei fondi tra le famiglie più colpite fosse presente anche una delegazione del Codacons». E per il resto? «Purtroppo, come accade ad ogni calamità, le associazioni volontarie che raccolgono fondi tardano il più possibile nei loro interventi, e preferiscono tenere i soldi in banca, per incrementare il loro patrimonio. Ma questa è appropriazione indebita, una truffa nei confronti della generosità degli italiani».

M5S BARI: Restrizioni all’Albo Pretorio di Bari

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logobhaL’albo pretorio del Comune è uno spazio informatico presso il quale le pubbliche amministrazioni affiggono gli atti pubblici, e quindi, le decisioni che prende il consiglio comunale, la Giunta, il Sindaco e i dirigenti.
In generale, le amministrazioni pubblicano (quasi tutti ndr.) gli atti e le delibere sull’albo pretorio che devono essere fruibili a tutti i cittadini, senza restrizioni, per Legge, anche se, come per il Comune di Bari, è difficile e poco intuitivo visualizzarli. Nel merito, a maggio scorso, segnalammo il fatto che nell’archivio online dell’albo pretorio di Bari quasi tutte le delibere del consiglio comunale, pubblicate nel 2013, richiedessero da parte dell’utente la digitazione di username e password. Di fatto, dopo il nostro intervento ci fu l’immediata rimozione di tali vincoli, ma oggi la situazione si è ripresentata.
A 8 mesi di distanza abbiamo ritrovato tale restrizione ad alcuni atti, come per la delibera di Giunta 2013/00431 del  03/07/2013 in riferimento a un’approvazione e impegno di spesa di € 650.000,00 per il “progetto definitivo 1° stralcio – realizzazione di un’area a verde attrezzato e recupero di manufatto per uffici – Servizi all’interno dell’ex caserma rossani.”
Noi vorremmo sapere la destinazione precisa di questi 650 mila euro!
Il nostro fiato sul collo, incominciato fuori dalle Istituzioni, proseguirà tra pochi mesi tra i banchi del consiglio comunale per portare trasparenza a Palazzo di Città per un’autentica casa di vetro. Torneremo un’altra volta in Comune per far rimuovere tale restrizione.
Ufficio Stampa

M5S BARI, Vincenzo Madetti: “Decaro stai sereno, a governare Bari ci pensiamo noi.”

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logobhaIl candidato alle primarie del Pd Decaro dichiara che i Park & Ride a Bari sono una sua creatura. Evidentemente, da ottimo esperto in mobilità (2009 al Comune di Bari, 2010 al consiglio regionale, nel 2013 al Parlamento e adesso si candida alle primarie) forse non è stato molto presente nella nostra città né fisicamente, né virtualmente.
E’ opportuno che tutti abbiano ben chiara la situazione: nel 2004, sul finire dell’ultima consigliatura Di Cagno Abbrescia, all’Amtab venne affidata, per 12 mesi, la gestione dell’area di sosta e la relativa organizzazione del trasporto pubblico del parcheggio di scambio di corso Vittorio Veneto (nell’articolo della Gazzetta del Mezzogiorno del 25 febbraio 2004 è citato come ex scuola Quasimodo), ciò dimostra che l’idea dei parcheggi di scambio o Park & Ride, a Bari comincia prima che si insediasse la Giunta Emiliano, e quindi, prima che Decaro fosse nominato assessore alla mobilità. Appare chiaro che quest’ultimo si è ritrovato semplicemente a proseguire un percorso malamente già tracciato da altri.
Oggi lo stesso afferma di voler creare, nei prossimi anni, parcheggi di scambio più esterni alla città; ma perché non li ha realizzati quando era assessore alla mobilità del Comune di Bari evitando così ulteriori spese e disagi per i cittadini?
Il copione Decaro questa volta ha copiato male. Infatti, lo spostamento in aree extra-urbane è un punto della nostra visione di mobilità che sosteniamo da anni.
I cittadini di Bari, così come gli attivisti del Movimento 5 Stelle, vivono la città tutti i giorni, a differenza di chi, negli ultimi anni, ha vissuto la politica come un grande Park & Ride dove, al posto dello scambio tra auto e bus, ha scambiato poltrone e incarichi. La nostra visione di mobilità è innovativa nei contenuti. Noi vogliamo una forte riduzione del traffico delle auto e, di conseguenza, dell’inquinamento; vogliamo un sistema a misura di cittadino basato sull’uso di mezzi pubblici eco-compatibili e su una vera rete di piste ciclabili.
Noi del M5S crediamo nella qualità della vita e della salute dei baresi!
Vincenzo Madetti
Portavoce Sindaco M5S Bari

Berna vuole applicare il modello Ocse a tutti gli accordi di doppia imposizione

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Il consiglio federale elvetico intende applicare lo scambio di informazioni fiscali secondo lo standard Ocse anche alle convenzioni per evitare la doppia imposizione (le cosiddette Cdi), che non sono ancora state adeguate a tale modello. Dovrà però valere il principio della reciprocità. Il governo ha incaricato il dipartimento federale delle finanze di preparare un progetto in tal senso. Con la decisione odierna, il governo svizzero vuole applicare “unilateralmente” il modello a tutte le Cdi che non soddisfano ancora l’attuale standard internazionale (scambio su richiesta). L’estensione alle altre convenzioni avverrà “a condizione però che sia rispettato il principio della reciprocità”: gli stati partner devono pure poter scambiare con la Svizzera informazioni fiscali su richiesta. Inoltre il consiglio federale intende salvaguardare la protezione dei dati e il principio di specialità, che prevede che le informazioni debbano essere utilizzate esclusivamente ai fini previsti dall’accordo concluso tra gli stati contraenti. Il consiglio federale potrebbe adottare il nuovo standard in tempi relativamente brevi.

E-commerce in tilt sul 20%

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E-commerce in tilt sulla ritenuta del 20% sui bonifici esteri e conti virtuali (come ad esempio Paypal) da segnalare sul quadro Rw. Sono queste le conseguenze a cui può portare l’applicazione di due diverse disposizioni ma tra loro collegate, quella della ritenuta del 20% sui bonifici esteri e il monitoraggio fiscale. Con queste ultime disposizioni è stata prevista l’abolizione della soglia dei 10 mila euro per la compilazione del quadro Rw e la conseguenza potrebbe essere quella di obbligare alla dichiarazione anche chi detiene pochi euro su conti di pagamento per gli acquisti o le scommesse via web. E anche sulla nuova ritenuta all’ingresso del 20% regna il caos tra chi è abituato ad acquistare e vendere oggetti su internet (ma non solo). I casi in cui i contribuenti devono presentare alla banca l’autodichiarazione per non vedersi applicato il prelievo sembrano superare di gran lunga le ipotesi in cui la trattenuta è dovuta. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, gli istituti bancari si stanno comportando in queste ore a macchia di leopardo, rendendo ulteriormente più confusa la situazione. Il rischio è quello di vedere falcidiate somme in entrata sulle quali invece la ritenuta non dovrebbe incidere. In questo contesto, la Commissione europea si prepara a esaminare la nuova normativa italiana

Mura (Pd) :”basta risse, Pigliaru decida serenamente”

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download“Con una regione in ginocchio, innanzitutto per la pessima gestione del centrodestra, e i cittadini che confermano con la forte astensione il rigetto per quello che sembra diventata certa classe politica, non fa certamente bene la rissa verbale intorno alla composizione della nuova Giunta regionale”.
Lo afferma la deputata del Pd, Romina Mura, componente della direzione nazionale del partito. “Fermiamoci tutti – prosegue Mura – e lasciamo che Francesco Pigliaru, insieme ai partiti della coalizione, decidano serenamente e convintamente chi dovrà far parte del suo esecutivo: il neo presidente può aiutare anche il centrosinistra, e il mio partito per primo, a riallacciare il rapporto con tanti Sardi, con tanti elettori che si allontanano di fronte agli scontri, incomprensibili ai più. Non perdiamo, tutti, una occasione importante per dimostrare che davvero l’interesse generale viene prima di ogni altra cosa”.
Ufficio Stampa
on. Romina Mura

I 38 Km di linea ferroviaria che tengono separati il sud Italia dall’Europa

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labbate-giuseppe_0Il deputato pugliese De Lorenzis (M5S) presenta una risoluzione in Commissione Trasporti alla Camera per il raddoppio delle “tratte imbuto” lungo la dorsale adriatica

Nel dicembre 2012, la Commissione Trasporti del Parlamento europeo ha approvato i tracciati delle reti trans-europee di trasporto (TENT), tra cui il nuovo corridoio Baltico-Adriatico che, partendo dall’Europa nordorientale, raggiunge Trieste, Venezia e Ravenna. Diviene, dunque, prioritario nonché strategico il potenziamento della dorsale adriatica compresa tra Bari e Ravenna che garantirebbe quella connessione transeuropea al sud Italia con vantaggi sia per i passeggeri sia per il commercio. La “direttrice adriatica”, che si sviluppa in massima parte lungo la costa orientale italiana da Bologna a Lecce/Taranto, collega il nord Italia con il centro Europa, con il sistema dei porti meridionali (Brindisi, Taranto, Gioia Tauro) e costituisce parte integrante del sistema dei corridoi merci di interesse europeo denominati “Rete Terfn” (Trans European Rail Freight Network). “Sono passati oltre 10 anni dalle prime richieste di VIA per realizzare il raddoppio dei 37 km della linea ferroviaria tra Termoli (CB) e Lesina (FG) ed il kilometro a nord della stazione di Ortona (CH) – dichiara il deputato pugliese Diego De Lorenzis (M5S) – Non è più possibile aspettare oltre. L’imbuto, che si crea su questa tratta, condanna all’isolamento il sud Italia”.

È incredibile che si spendano miliardi per costruire ferrovie inutili come il TAV in Val di Susa mentre la normale ferrovia adriatica, che unisce il nord al sud della penisola, rimane ancora a binario unico, risultando un vero e proprio collo di bottiglia della linea – continua il parlamentare del MoVimento 5 Stelle che ha presentato una risoluzione in Commissione Trasporti per impegnare il Governo ad una risoluzione della problematica, garantendo così l’efficienza ferroviaria anche sulla linea adriatica – Il solo raddoppio di queste tratte avrebbe come effetto immediato l’aumento della velocità massima e della potenzialità della linea, una riduzione dei costi dell’uso dell’infrastruttura con un migliore coordinamento delle attività di circolazione dei treni nonché di manutenzione delle infrastrutture stesse, il miglioramento della circolazione conseguente la riduzione dei tempi di percorrenza della tratta, un servizio più puntuale ed efficiente per i cittadini”. “Come MoVimento 5 Stelle non solo auspichiamo una veloce realizzazione del raddoppio dei binari sulla tratta adriatica, ma teniamo a precisare che le soluzioni progettuali dovranno esser rispettose dei vincoli ambientali, archeologici, idrogeologici e delle peculiarità del territorio” afferma De Lorenzis (M5S).

La risoluzione del deputato del MoVimento 5 Stelle impegna il Governo a voler considerare prioritario il raddoppio della dorsale adriatica, adoperandosi per inserirlo quanto prima tra le opere strategiche indifferibili e per stabilire, entro 90 giorni, la pianificazione e il cronoprogramma della realizzazione dell’opera. Viene richiesto, inoltre, di prendere tutti i più stringenti accorgimenti contro i problemi legati al dissesto idrogeologico del territorio e, infine, di permettere ai cittadini di monitorare e controllare, mediante un apposito sito web, quali aziende saranno coinvolte e l’importo economico dei lavori, dei conferimenti e dello smaltimento dei materiali provenienti dagli scavi ed i rifiuti prodotti. “Solo il controllo della cittadinanza potrà garantire una procedura rispettosa delle necessità umane e dell’ambiente, il “controllo popolare” potrà realizzarsi solo se si garantirà la trasparenza nei processi decisionali ed esecutivi dell’opera anche grazie all’utilizzo di internet” conclude De Lorenzis (M5S).

Ufficio Stampa

on. Giuseppe L’Abbate

Mini-condanne a casa

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Condanne inferiori ai 18 mesi non apriranno le porte del carcere, perché si andrà direttamente agli arresti domiciliari, mentre sarà «istituzionalizzato» l’uso del braccialetto elettronico. E assurge al grado di «reato autonomo» lo spaccio di lievi quantitativi di droga, attenuante che eviterà di infliggere pene sproporzionate, in caso di recidiva. Con il via libera di ieri dell’aula di Palazzo Madama, diventa legge il decreto 146/2013 (Misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria), che introduce temporaneamente, fino al dicembre 2015, iniziative per risolvere il problema del sovraffollamento delle prigioni, evitando l’apertura della procedura d’infrazione contro l’Italia, dopo la condanna della Corte europea per i diritti dell’uomo (si veda ItaliaOggi del 28/05/2013); il testo passa in seconda lettura con i 147 voti a favore della maggioranza (Pd, Ncd, Sc, Pi, Autonomie e Gal), mentre i 95 «no» sono dei senatori di Fi, Lega Nord, Sel e M5s.
Liberazione anticipata speciale. Provvedimento valido dal 1° gennaio 2010 al 24 dicembre 2015 (quindi, con applicazione retroattiva), grazie al quale si decurtano 75 giorni ogni 6 mesi di pena (la versione governativa ne prevedeva 45), ma non si tratta, si specifica, di «una misura automatica e non si determina» una fuoriuscita «immediata (in massa) di un numero rilevante di detenuti», perché spalmata nel tempo e, comunque, «sottoposta alla rivalutazione del giudice che deve verificare il corretto comportamento» delle persone coinvolte. Una correzione dei deputati esclude dallo «sconto» chi si trova in cella per reati di criminalità organizzata, omicidio, violenza sessuale, estorsione e altri delitti gravi stabiliti dall’articolo 4-bis dell’ordinamento penitenziario (legge 354/75).