27 Settembre 2024, venerdì
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Valentina Acciardi, concorrente GF: perse un braccio dopo incidente

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Sembra quasi la risposta ad uno dei monologhi di Luciana Littizzetto a Sanremo. La nuova edizione del Grande Fratello accoglierà una donna che ha perso un braccio. Si chiamaValentina Acciardi, ha 33 anni e viene daTorino. La storia di Valentina però è di quelle particolari perché la ragazza ha perso un braccio dopo un incidente e ora vive con una protesi.

La notizia arriva a pochi giorni di distanza dalmonologo di Luciana Littizzetto a Sanremo che ha fatto molto discutere in cui la conduttrice si schierava a favore della disabilità e diceva:

“[…] Ora voi dovete spiegarmi perchéuna deforme volontaria che entra al Grande Fratello con le tette grandicome le cupole di San Pietro rientra nel concetto di normalità e perché se uno ha solo un braccio invece di due no”.

Ora, quasi come una risposta, il Grande Fratello accoglie dentro la Casa più spiata della televisione proprio una concorrente senza un braccio.

Valentina Acciardi ha raccontato di essere stata in coma 4 giorni dopo l’incidente d’auto, avvenuto perché il driver che la accompagnava nel suo lavoro di ragazza immagine si è addormentato alla guida. Ora lavora in ospedale, in direzione sanitaria.

“Un’invalidità non è invalidante”, ha raccontato Valentina alle telecamere.

Uomo muore e poi resuscita: “Ecco cosa ho visto nell’Aldilà”

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Un uomo va in arresto cardiaco per 45 minuti e poi si sveglia. Una incredibile storia ci viene raccontata dal Daily mail.

Brian Miller, un camionista di 41 anni dell’Ohio, è andato in arresto cardiaco per 45 minuti. Eppure, dopo 45 minuti si è risvegliato. 45 minuti sono un tempo lunghissimo per un arresto cardiaco. Basti pensare che le linee guida ospedaliereprevedono che, in seguito ad un arresto cardiaco, si proceda ad una rianimazione per circa 20 minutiSuperati i 20 minuti si può dichiarare il decessoBrian Miller,invece, è “resuscitato” dopo 45 minuti.

La storia di Brian è davvero incredibile. Come racconta il Daily mail, mentre era intento ad aprire un contenitore si è reso conto di avere qualcosa che non andava. L’uomo ha riconosciuto un attacco di cuore ed ha immediatamente chiamato i soccorsi:

 ”Sono un autista di camion e sto per avere un attacco di cuore”.

Miller è stato prelevato da un ambulanza e subito ricoverato in un ospedale locale dove i medici sono riusciti ad arginare l’attacco cardiaco. Eppure, dopo aver ripreso conoscenza, l’uomo ha sviluppato una fibrillazione ventricolare, ovvero una aritmia cardiaca rapidissima che provoca contrazioni non coordinate del cuore. La fibrillazione ventricolare è uno dei 4 tipi di arresto cardiaco.  L’infermiera Emily Bishop ha raccontato:

“Non c’era battito cardiaco, non c’era pressione sanguigna e non c’era polso”.

Ed è da questo momento che la storia si dipinge di incredibile. Miller ha raccontato di essere scivolato via in un mondo celeste:

“L’unica cosa che mi ricordo è che ho cominciato a vedere la luce e a camminare verso di essa”.

A quanto racconta, sembra si sia ritrovato a percorrere un sentiero fiorito con una luce bianca all’orizzonte. Miller racconta che ad un tratto ha incontrato la sua matrigna, morta da poco tempo:

“Era la cosa più bella che avessi mai visto e sembrava così felice. Mi ha preso il braccio e mi ha detto: «Non è ancora il tuo momento, tu non devi essere qui. Devi tornare indietro, ci sono cose che ancora devi fare»”.

Sempre secondo quanto si legge sul Daily Mail, dopo 45 minutiil cuore di Miller è tornato a battere dal nulla. L’infermiera ha raccontato:

“Il suo cervello è rimasto senza ossigeno per 45 minuti e il fatto che lui possa parlare, camminare e ridere è veramente incredibile”.

C’è da dire che la “luce” che si vede nel momento del trapasso è vera. Non è la strada del Paradiso, ovviamente, ma una reazione chimica. Secondo uno studio condottodall’Institute of Health Ageing dell’University College di Londra nel momento della morte all’interno del corpo si innesca una reazione chimica che rompe i componenti cellulari ed emana un’onda fluorescente blu da cellula a cellula.

Lo studio (pubblicato sul sito vitadidonna.com) è stato condotto dal professor David Gemssui vermi che hanno meccanismi pressoché identici a quelli dei mammiferi. Gems conferma:

“Abbiamo identificato un percorso chimico di autodistruzione che si propaga con la morte cellulare nei vermi, che vediamo come questa incandescente fluorescenza blu in viaggio attraverso il corpo. E ‘come un cupo mietitore blu, si monitorizza come la morte si diffonda in tutto l’organismo fino all’ultimo atto.”

Gb. William e Kate Middleton, papà e mamma cercano tata per royal baby George

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AAA cercasi tata per il royal baby George. Papà William e mamma Kate hanno troppi impegni legati alle loro cariche e il piccolo principe ha bisogno di qualcuno che resti con lui.
Secondo il Daily Mail, stanno quindi cercando una tata a tempo pieno che possa crescere il ‘royal baby’ quando mamma e papà sono a un evento a Palazzo o a qualche cerimonia. Per il tabloid i collaboratori dei duchi di Cambridge stanno ‘sondando’ alcune delle più prestigiose agenzie di ‘nannies’ di Londra, fra cui la Nannies of St James, nel quartiere di Fulham, che fornisce babysitter alle famiglie più facoltose della capitale, inclusi gli sceicchi arabi.

Sino ad ora ha dato una mano ai duchi Jessie Webb, la signora 71enne un tempo assunta daDiana per allevare proprio William. Ma serve una bambinaia che possa stare a tempo pieno conGeorge, soprattutto ora che si avvicina il primo grande viaggio all’estero di tutta la famiglia, che andrà in Australia e Nuova Zelanda in primavera.

I duchi possono già contare, nella loro residenza diKensington palace, su una governante di grande esperienza: la 42enne italiana Antonella Fresolone, che lavora da 13 anni per i Windsor e che si dice sia molto apprezzata dalla regina Elisabetta.

Treviso, chiude le “Beccherie”, ristorante dove è nato il tiramisù

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Chiude i battenti, dopo 76 anni di attività, il ristorante le “Beccherie” di Treviso, dove, secondo una certa tradizione, è nato negli anni ’50 il tiramisù, il dolce a base di biscotti, mascarpone, cacao e caffè conosciuto nel mondo. Il locale, aperto nel 1939 da Carlo Campedor Senior, chiuderà a fine marzo.
“Niente è eterno” ha detto Carlo Campedor, nipote del fondatore, a “La Tribuna di Treviso”. Il capoluogo della Marca tra un mese dovrà così fare i conti con la mancanza di un ristorante che, all’insegna di una tradizione culinaria locale, era meta di vip – tra i clienti personalità della cultura e dello spettacolo, come Tognazzi, Gassman o il Pietro Germi di ‘Signore e Signori’ – politici e tanti personaggi dello sport con, su tutti, gli appassionati del rugby.

“E’ una notizia che non avrei voluto leggere – commenta il trevigiano Luca Zaia, governatore del Veneto -, che annuncia non solo la fine di un pezzo di storia di Treviso, ma che più in generale comunica la cancellazione di una pagina della cultura enogastronomica mondiale”.
“Ci mancherà un luogo come questo – aggiunge Zaia – dove assaggiare territorio e tradizione senza mai annoiarsi”. Oltre che della crisi, dice Zaia, “le Beccherie sono vittime anche di un certo appiattimento della cultura gastronomica mondiale, dove in cucina la voglia di spettacolo prevale sull’impegno a soddisfare al massimo livello la voglia di convivialità, o dove presunte esigenze nutrizionali puniscono gusti e sapori che esprimono la qualità del territorio e, con essi, quelle che sono vere e proprie espressioni di cultura e di civiltà”.

Ufo avvistato a Torino sopra aeroporto Caselle. E uno a Medellin (Colombia)

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Un Ufo è stato avvistato sopra all’aeroporto Caselle di Torino.
Da qualche tempo sono molteplici gli avvistamenti di Ufo, oggetti volanti non identificati, sui cieli del Nord Italia.

E qualche giorno fa proprio a Torino si è verificato un episodio tuttora al vaglio del Centro Ufologico Italiano. Un oggetto è comparso sopra all’aeroporto Caselle ed è rimasto per circa tre ore immobile con luci accese, ma senza fare nemmeno un rumore.

Questo ha dato la possibilità a parecchi curiosi, ma anche di esperti di avvistamenti, di poterlo osservare bene attraverso binocoli.
Così, hanno potuto vedere che l’Ufo era formato da un grande oggetto di forma circolare, sormontato da moltissime luci.
Quello che ha colpito tutti di questo avvistamento è stato il fatto che il presunto Ufo non faceva alcun tipo di rumore e pareva rimanere immobile e sospeso nella stessa posizione per ore.
Mentre si stanno facendo verifiche su questo avvistamento, la stessa tipologia di Ufo comparsa all’aeroporto di Caselle è stata avvistata anche in Colombia, a Medellin, comportandosi proprio allo stesso modo: nessun rumore, moltissime luci e l’immobilità assoluta nel cielo.
Fino a che il mistero non sarà svelato, moltissimi sono i torinesi che stanno ancora scrutando il cielo sopra l’aeroporto Caselle di Torino in attesa di avvistare un altro Ufo.

Busseto (Parma): bambino di 7 anni travolto da un termosifone a scuola. Ferito

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Bambino di 7 anni travolto da un termosifone in una scuola di Busseto, vicino Parma. Il piccolo stava aspettando l’inizio delle lezioni nell’androne della scuola quando è rimasto ferito da un termosifone che gli è precipitato addosso.
L’incidente nei locali della scuola elementare intorno alle 8 di mattina. Il piccolo stava giocando con alcuni compagni quando è stato travolto dal pesante radiatore in ghisa. Ha riportato una frattura ad un polso e a 3 dita di una mano.

Il termosifone caduto non era in funzione, ma solamente appoggiato al muro in attesa di essere portato alla discarica.

Taranto, Eneo Motolese confessa: “Ho ucciso papà Cosimo per difendere mamma”

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Eneo Motolese, 19 anni, ha ammesso di aver ucciso il padre Cosimo per difendere la madre. La vittima, 55 anni, è stata uccisa nella serata del 27 febbraio davanti alla sua abitazione di via della Liberazione, a Taranto. Il giovane ha detto di aver difeso sua madre e se stesso dalle continue aggressioni del padre, che dopo la scarcerazione aveva iniziato a drogarsi e chiedeva denaro agli altri familiari con atteggiamenti molto violenti.
Il giovane ha confessato dopo un lungo interrogatorio che si è svolto nella sede del comando provinciale dei carabinieri di Taranto. Motolese è stato ucciso con quattro colpi di pistola calibro 45 che lo hanno raggiunto al capo e alla spalla, ferendolo gravemente: l’uomo è morto circa un’ora dopo il suo ricovero all’ospedale ‘Santissima Annunziata’.

La testimonianza di Eneo Motolese era risultata poco convincente. Nel corso delle perquisizioni è stata poi rinvenuta e sequestrata l’arma presumibilmente utilizzata per l’omicidio, una pistola semiautomatica marca Colt con matricola cancellata, occultata dal giovane in un terreno incolto del quartiere Paolo VI, poco distante dall’abitazione della vittima e prossimo alla facoltà di Ingegneria.
I militari hanno reperito anche i 4 bossoli calibro 45 esplosi, nonché i capi di abbigliamento usati dal giovane, alcuni dei quali macchiati di sangue.

Ventimiglia, baby prostitute per 30 euro. Orario 14-18

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Hanno cominciato prostituendosi per 30 euro e vedevano i clienti dalle 14 alle 18. Trenta euro rapporti sessuali, in 2, con sconosciuti incontrati sui siti internet. Sono le due ragazze di Ventimiglia (14 e 15 anni) aspiranti baby squillo per imitazione di quelle dei Parioli.

Gli incontri con i clienti avvenivano di giorno: dalle 14 alle 18, mentre le coetanee facevano sport o i compiti di scuola.

Gli annunci per gli incontri erano pubblicati sul sito bakecaincontri. Inizialmente avevano fissato il prezzo a 400-500 euro, ma nella pratica riuscivano a racimolare massimo 100 euro. Anzi, il primo appuntamento si è concluso col pagamento di appena 30 euro. 

Racconta come è andata Andrea Pasqualetto sul Corriere della Sera:

Concordano un prezzo, 30 euro a testa, decidono di fare tutto in due per darsi coraggio, e fissano il primo appuntamento. Si presenta un trentacinquenne, fa l’elettricista, il suo nome è Fabio. Viso pulito, parlata schietta: «Come mai avete deciso di fare le prostitute?», chiede notando che si tratta di due ragazzine senza esperienza. Finiscono nella sua macchina, una sul lato del passeggero, l’altra sul sedile posteriore. Si fanno pagare, poi si alternano nel rapporto sessuale non protetto, lui chiede sempre di più, loro frenano «perché ci faceva schifo».

Lavoro, generazione “scoraggiata”: +11,6% di chi rinuncia a cercarlo, Istat

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Lavoro, generazione “scoraggiata”: +11,6% di chi rinuncia a cercarlo, Istat. Spicca, tra i drammatici dati forniti dall’Istat sulla disoccupazione, quello del significativo incremento delle persone che un lavoro hanno rinunciato perfino di cercarlo. Una massa di “scoraggiati”, un milione e 790 mila persone, cresciuta nel 2013 dell’11,6%. I maschi rappresentano la quota più rinunciataria: +20,5%, le femmine registrano un aumento del 7,5%.
Lo scoraggiamento è la cifra psicologica che descrive il nuovo record raggiunto dalla disoccupazione in Italia: a gennaio il tasso è balzato al 12,9%. Il dato è il peggiore dall’inizio delle serie dell’Istat, che per quelle trimestrali risale al 1977. Tra i giovani che lo cercano, i senza lavoro sono al 42,4%: 690 mila persone. L’anno scorso è stato il peggiore della crisi: mezzo milione di occupati in meno, 478 mila persone (-2,1%) rispetto al 2012. I disoccupati in Italia nella media 2013 hanno raggiunto quota 3,1 milioni con un aumento del 13,4% rispetto al 2012.

Anche un lavoro precario è più difficile da ottenere. Il lavoro precario, definito dall’Istat come atipico, nella media del 2013 torna a scendere. Infatti, il numero di dipendenti a tempo determinato e di collaboratori scende a 2 milioni 611 mila, in calo di 197 mila unità in un anno.
Gli occupati tra i 15 e i 34 anni in Italia sono diminuiti di 1 milione 803 mila unità tra il 2008, anno d’inizio della crisi, e il 2013. Nel quarto trimestre 2013 gli occupati sono diminuiti di 397 mila unità (-1,7%) rispetto al quarto trimestre 2012, con una riduzione che ha colpito soprattutto il Mezzogiorno (292 mila unità in meno, pari a meno 4,7%).

Patteggiamento, bugia di Schettino: “Ho scelto di farmi processare”. Invece…

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La bugia di Francesco Schettino sul patteggiamento: “Sono l’unico che ha scelto di farsi processare per arrivare alla verità”, ha detto l’ex comandante, unico imputato al processo per il naufragio della Costa Concordia nel gennaio del 2012. Ma “non è vero”, ribatte Marco Imarisio dalle colonne del Corriere della Sera. E ricorda che Schettino ha chiesto un patteggiamento con una pena talmente bassa che gli è stato rifiutato. E di fatto l’ha costretto a farsi processare.
Schettino non sarebbe dovuto tornare all’Isola del Giglio, sostiene Imarisio, e come lui altri cronisti inviati sul posto per raccontare il sopralluogo dell’ex comandante campano.

Ad aumentare lo sdegno dei gigliesi, che quel naufragio lo hanno vissuto sulla propria pelle, accogliendo i naufraghi zuppi d’acqua mentre Schettino approdava asciutto a bordo di una delle non molte scialuppe di salvataggio, un atteggiamento “da pubblico ministero” dell’ex comandante, come scrive Imarisio.
Perché Schettino al Giglio ha detto a cronisti e residenti di voler indagare per “accertare le concause” che provocarono la morte di 32 persone sulla Concordia.
Scrive Imarisio:
“Sul molo del Giglio abbiamo assistito a uno spettacolo sacrilego. E fa rabbia pensare che i media ne facevano parte. Schettino contava su di noi, sulla cassa di risonanza offerta a bugie che senza contraddittorio possono sembrare verità scolpite, comunque un balsamo per la sua immagine. “Io sono l’unico che ha scelto di farsi processare per arrivare alla verità…”. No, è una solenne balla, una delle tante. Tu hai chiesto un patteggiamento con pena così bassa che ti è stato rifiutato. C’è differenza”.
Se Schettino ha, come tutti, diritto a difendersi con ogni mezzo, dovrebbe farlo solo nel processo, non sul luogo della tragedia, dove il ricordo è ancora fresco.
Scrive l’inviato del Corriere della Sera:
“Non è giusto neppure fare del comandante della Costa Concordia l’archetipo del nostro peggio, anche se di elementi in tal senso ne ha forniti molti, non ultime le fotografie scattate dal suo avvocato e i selfie in posa sul ponte della Concordia, che speriamo vadano ascritti a una insensibilità patologica e non a ragioni commerciali.
“Nel gennaio 2012, non un secolo fa, su quel molo, nell’esatto punto dove abbiamo assistito alla sua spudorata esibizione, i sommozzatori allineavano i cadaveri delle vittime. Nessuno lo processerà mai per questo, ma ieri Francesco Schettino ha contribuito ad abbassare di qualche altro centimetro l’asticella della decenza”.