28 Settembre 2024, sabato
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Collaudopoli. In morte di un imprenditore ucciso dallo Stato

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Collaudopoli. In morte di un imprenditore ucciso dallo Stato

La storia di Carlo Massone da Alessandria

?Dopo tanti anni, come volevasi dimostrare, in Italia, pur con la ragione, non si riesce a cavare un ragno dal buco, anzi sì è cornuti e mazziati e ti dicono, in aggiunta, subisci e taci?.

«Siamo un paese di truffatori ed evasori fiscali, o, magari, qualcuno ha interesse a farci passare come tali». Così afferma il dr Antonio Giangrande, noto saggista di fama mondiale e presidente dell?Associazione Contro Tutte le Mafie, sodalizio antimafia riconosciuto dal Ministero dell?Interno. Associazione fuori dal coro e fuori dai circuiti foraggiati dai finanziamenti pubblici.

«Esemplare è la storia di Carlo Massone, un autotrasportatore di Alessandria che da anni combatte una battaglia impari. Comprò, a sua insaputa, un camion inidoneo alla funzione indicata, tratto in inganno dalla documentazione pubblica allegata e per questo, a sua volta, ingiustamente accusato di truffa. Mezzi inidonei, ma dichiarati tali, e per gli effetti furono bloccati, inibendo l?attività imprenditoriale. Da anni si rivolge alle istituzioni competenti ed ai Parlamentari italiani ed europei con funzioni di vigilanza ed inchiesta. La prima volta che si rivolse a me, chiedendomi aiuto e non avendo potere di intervento, premonendo il futuro, gli dissi che con questa gente e le istituzioni che li coprono non avrebbe cavato un ragno dal buco: ?sarai cornuto e mazziato?, gli dissi. A questo danno si è aggiunta la beffa: Equitalia chiede 175mila euro per quella sua stessa attività».

?Preg.mo Presidente Avv. Antonio Giangrande le mando l’interrogazione parlamentare aggiornata con la risposta evasiva del Ministero, in quanto il collaudo avvenuto a Cuneo non era solo scaduto, ma era falso. E ciò lo dico con documenti alla mano. Sia la motorizzazione, che la ASL, ARPA e il CTU del Tribunale di Alessandria  hanno dichiarato  la declaratoria di non usabilità del camion con gru e piattaforma. A riscontro della risposta mi chiedo come abbia fatto il camion a circolare prima di essere venduto al Carlo Massone con timbri ?regolare? senza verifica e poi come si possa addebitare il tutto all?usura successiva del camion gru se ciò non può essere avvenuto in quanto si è imposto il fermo per due anni. Carlo Massone?. Ed ancora. ?Preg.mo. Avv. Antonio Giangrande, cortesemente la Imploro. Le Chiedo di postare sul suo BLOG anche questa ennesima interrogazione parlamentare. Così la giro anche ad EQUITALIA,che entro oggi, il 28 febbraio 2014, pretende 175mila euro!! Non mi resta che ammazzarmi!! Grazie. Saluti. Massone Carlo?.

Ecco l?interrogazione alla Camera, Commissione Giustizia, del 26.02.2014, n. 5-02234 dell?On.le Emanuele Fiano (PD).

Interrogazione a risposta in Commissione: FIANO

Al Ministro della giustizia, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. ? Per sapere ? premesso che:

nel 1989 l’autotrasportatore Carlo Massone residente in frazione Crebini 37 ? Castelletto d’Orba (Alessandria) acquistò un camion usato tipo Fiat 170/35 B targato AL 359341, ribaltabile su tre lati con gru e piattaforma aerea a due posti, pagandolo oltre 100 milioni;

come da attestazione rilasciata dal concessionario Iveco Plura spa di Ovada (Alessandria), il mezzo in questione risultava regolarmente collaudato in tutte le sue parti, completo di attestazioni rilasciate dalla motorizzazione e dall’Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) e pertanto pronto per essere utilizzato su strada;

il signor Carlo Massone, prima di utilizzare il mezzo in questione, richiese ed ottenne dalla motorizzazione e dalla USL di Alessandria una verifica preventiva straordinaria che, in seguito, diede esito negativo, e cioè si rivelò che il mezzo presentava una serie di anomalie tecniche e strumentali tali da renderlo inutilizzabile, in totale contrasto con le norme di prevenzione e di sicurezza sul lavoro;

a seguito di ciò, il signor Carlo Massone non solo fu costretto a rinunciare al camion appena acquistato, ma venne altresì indagato ? gli fu attribuita la responsabilità di averlo manomesso e modificato ? e successivamente assolto, avendo dimostrato di non aver mai impiegato il mezzo per alcun lavoro e di non averlo mai ritirato dalla concessionaria se non il giorno prefissato per la revisione straordinaria;

dai documenti in possesso del signor Massone risulterebbe che la data di emissione della fattura quietanzata rilasciata dalla ditta Iveco Plura spa ? 7 settembre 1989 ? è in netta e curiosa contraddizione con quella citata nella notifica rilasciata (a richiesta del signor Massone, proprietario del mezzo) dal compartimento della polizia stradale, sezione di Alessandria, secondo cui «Visti gli atti d’ufficio si dichiara che la carta di circolazione relativa all’autocarro targato AL 359341 è gravata dal decreto di sequestro n.?616/88/A emesso dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Bergamo il 14 marzo 1988 e che in ordine alla stessa sono in corso ricerche da parte di questo ufficio al fine di rintracciarla e sequestrarla» (Alessandria, 3 maggio 1990, n.?326, rep. 240 PG);

successivamente, il medesimo compartimento della polizia stradale, sezione di Alessandria, rispondeva alla procura della Repubblica presso la pretura circondariale di Alessandria ? in ordine alla denuncia sporta dal signor Massone ? «Fa seguito alla denuncia sporta da Massone Carlo, in atti generalizzato, trasmessa con nota prot. n.?del 4 maggio 1990 in ordine alla quale si sciolgono parte delle riserve espresse. Si comunica che negli elenchi forniti dalla motorizzazione civile e dei trasporti in concessione di Cuneo, relativi ai collaudi effettuati negli anni 1989-1990 presso la ditta Delia, non c?è traccia di quello afferente al certificato di approvazione rilasciato per l’autocarro targato AL 359341» (Alessandria, 16 giugno 1990, n.?600, rep. 240 PG);

lo stesso Massone Carlo chiedeva e otteneva, successivamente, una relazione tecnica circa la causa Massone-Plura spa in merito all’udienza del 23 marzo 1995 con lo scopo di chiarire i punti elencati nelle «deduzioni istruttorie»; nella conclusioni della relazione si ravvisavano da un lato uno «stato di degrado tecnico» del mezzo e la sussistenza di «una serie di inadempienze contrattuali» definite «elementi sconcertanti»; e dall’altro, si rilevava l’assoluta estraneità del signor Massone all’utilizzo dell’automezzo in oggetto, come sentenziato anche dalla procura di Tortona il 16 settembre 1993;

quanto sopra esposto ha prodotto ripercussioni gravissime alle economie della ditta del signor Carlo Massone, al punto da indurlo ? pur di non rimanere senza lavoro e con un mezzo sequestrato ed improduttivo ? ad acquistarne altri, con il medesimo triste e scandaloso risultato;

ad oggi il signor Carlo Massone, pur avendo interpellato parlamentari e Ministri ed aver interessato anche la procura della Repubblica di Genova poiché nessuna risposta o indennizzo sono pervenuti dalle autorità di Alessandria e comunque da tutte quelle interessate nella vicenda, è ancora in attesa che si faccia chiarezza e che la sua pratica approdi a giusta conclusione;

da più di dieci anni lo stesso Carlo Massone sta combattendo una battaglia di sensibilizzazione volta a far emergere la verità sul suo personale caso e su fatti di analoga gravità che metterebbero in discussione l’intero apparato preposto alla certificazione di idoneità ad operare dei mezzi industriali coinvolgendo ingegneri e pubblici ufficiali funzionari dello Stato;

il 9 marzo 1999, nella XIII legislatura, il senatore Bornacin presentò in merito una specifica interpellanza parlamentare, la 2-00767, cui però non fu data risposta, e in data 7 marzo 2007 il senatore Martinat ha ripresentato l’interrogazione n.?4-01468??:

se non si reputi opportuno e doveroso attivarsi con estrema urgenza per fare chiarezza su di una vicenda così delicata e di sconcertante gravità, sollecitando il riesame della pratica e verificando, secondo quanto denunciato, la regolarità delle attestazioni rilasciate dalle autorità competenti in ordine ai collaudi di omologazione dei veicoli industriali al fine di verificare responsabilità ed eventuali comportamenti omissivi da parte di pubblici funzionari;

che cosa intenda fare il Governo per garantire che, in materia di collaudi ed omologazioni di veicoli industriali, venga rispettato scrupolosamente il dettato legislativo e si eviti pertanto che pubblici funzionari rilascino certificati di omologazione e di collaudo su veicoli industriali sulla base di documenti di conformità rilasciati dagli allestitori senza effettuare verifiche tecniche rigorose sui mezzi, come prevede la normativa vigente;

come si spieghi che veicoli industriali certificati e collaudati al momento dell’acquisto risultino poi, ancor prima di essere utilizzati (come in questo caso e grazie soprattutto alla scrupolosità dell’acquirente), non in regola e che vengano avanzati sospetti solo sull’autotrasportatore, anziché considerare anche le responsabilità delle motorizzazioni civili, dell’Ispesl e dei concessionari;

se non si reputi doveroso promuovere una verifica per accertare che i funzionari pubblici deputati alla certificazione di collaudo e di omologazione dei veicoli industriali della motorizzazione civile ed Ispesl procedano attenendosi scrupolosamente a quanto previsto dalla legge in materia e non vengano adottati metodi del tutto estranei alla corretta condotta delle ispezioni. (5-02234)

Dello stesso tenore sono state le interrogazioni dello stesso Fiano al Ministro dei trasporti: Seduta n. 238 dell’8/11/2007 (4-05578).

Anche Aurelio Salvatore Misiti ha fatto la stessa cosa con le interrogazioni in Commissione:

Interrogazione a risposta in Commissione 5-00893 presentata mercoledì 28 gennaio 2009, seduta n. 122;

Interrogazione a risposta scritta 4-02736 presentata giovedì 2 aprile 2009, seduta n. 158

Interrogazione a risposta scritta 4-03144 presentata mercoledì 27 maggio 2009, seduta n.183.

La stessa cosa ha fatto il Gruppo Consiliare Alleanza Nazionale a Torino il 10 marzo 2008.

Ed ancora l?interrogazione scritta al Parlamento europeo dell?On. Mario Borghezio del 18/04/2007 – Emissione di certificati di omologazione falsi da parte delle Motorizzazioni Civili italiane.

Ed ancora l?interrogazione scritta alla Commissione Europea. Interrogazione con richiesta di risposta scritta P-001164/2012 alla Commissione, Articolo 117 del regolamento, dell?on. Oreste Rossi (EFD).

«Dopo tanti anni, come volevasi dimostrare, in Italia, pur con la ragione, non si riesce a cavare un ragno dal buco, anzi sì è cornuti e mazziati e ti dicono, in aggiunta, subisci e taci», chiosa in chiusura Antonio Giangrande.

Dr Antonio Giangrande

PUGLIA: L’ELETTRODOTTO ALBANIA-ITALIA SI FARÀ PERCHÉ TUTTE LE AMMINISTRAZIONI LOCALI SI DICHIARARONO FAVOREVOLI

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labbate-giuseppe_0Il Ministero dello Sviluppo Economico risponde all’interrogazione presentata dal deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) tranquillizzando sui rischi dei campi elettromagnetici ed affermando che la centrale a carbone in Albania non si farà più 

Sull’elettrodotto Enel non vi è nulla da eccepire”. A dichiararlo il sottosegretario allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti in risposta all’interrogazione presentata dal deputato Giuseppe L’Abbate (MoVimento 5 Stelle), datata 21 novembre 2013. La merchant-line che dovrebbe collegare Porto Romano (provincia di Durres – Albania) a Casamassima, approdando sulle coste di Polignano, è piombata nella discussione pubblica a metà ottobre scorso quando, le amministrazioni locali, dimenticandosi di ciò che avevano precedentemente approvato in passato, rigettavano tout court il progetto, considerandolo pericoloso per l’ambiente e per lo sviluppo del territorio.

Documenti alla mano, però, è presto dimostrato come tutte le amministrazioni comunali, provinciali e regionali avessero espresso il proprio parere favorevole al progetto. Una smemoratezza che non ha colto impreparato neppure il Ministero dello Sviluppo Economico, a cui non pare servire una cura di fosforo che sarebbe da consigliare ai politicanti locali – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) – Dinanzi al decreto attuativo già emanato dal Ministero e senza alcuna informazione da parte delle amministrazioni locali, l’unico intervento che potevamo fare era presentare una interrogazione parlamentare per chiarire alcune problematicità che, dalla lettura del progetto, emergevano in maniera preponderante”.

Nell’interrogazione all’allora Ministro dello Sviluppo Economico Zanonato si chiedeva di completare le procedure e le analisi, soprattutto dal punto di vista elettromagnetico, se l’elettrodotto fosse ritenuto strategico vista la sovrapproduzione di energia da fonti rinnovabili puntualmente dispersa in Puglia e se non ritenesse che l’approvvigionamento da centrale a carbone mettesse in difficoltà l’Italia dinanzi ai parametri normativi europei di riduzione dell’emissione di CO2.

Il procedimento autorizzativo ha visto la partecipazione sia delle amministrazioni territoriali, tra le quali la Regione Puglia, con l’espressione dell’intesa al progetto con delibera di Giunta Regionale n. 44/2012 e del parere di compatibilità ambientale – dichiara il Sottosegretario De Vincenti – sia delle amministrazioni statali, tra le quali il Ministero della Salute, competente per quanto riguarda la materia delle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici CEM, ed il Ministero dell’Ambiente, competente sia in merito alla posa del cavo in mare sia in materia di rischi incendi”.

Rassicurazioni sui campi elettromagnetici su cui sarà la stessa Enel a fornire i valori per tutta la durata dell’esercizio delle opere in corrente alternata mentre la centrale termoelettrica albanese di Porto Romano, alimentata a carbone, non sarà più realizzata. Il progetto che la società elettrica avrebbe definitivamente abbandonato, scongiurando nuove emissioni di CO2.

Tutto quello che era nei nostri mezzi lo abbiamo fatto, senza peraltro il supporto dei politici locali a cui sembrano interessare più i giochi di partito che il risultato vero e proprio – conclude il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) – Se le amministrazioni avessero espresso, a tempo debito, parere negativo ora l’elettrodotto non si sarebbe più fatto. Alla luce delle scellerate scelte politiche del passato, dunque, non possiamo che sperare in un approdo differente che faccia meno danni possibili e che sia lontano da zone antropiche”.

Fitto vuole stravincere alle europee

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È la sua occasione per rientrare al centro della scena politica, o perlomeno al centro del partito. Ma soprattutto è l’occasione per dimostrare la propria forza e il proprio peso elettorale a chi con i voti non s’è mai confrontato, come Giovanni Toti. L’ex ministro Raffaele Fitto, plenipotenziario di Forza Italia in Puglia, sta seriamente pensando di candidarsi alle elezioni europee di fine maggio. Non certo per una poltrona a Bruxelles o Strasburgo, quella proprio non gli interessa, gli basta sedere alla Camera dei deputati a Roma. Appena eletto al Parlamento europeo, rinuncerebbe immediatamente allo scranno. L’obiettivo, squisitamente politico, è un altro: dimostrare a tutti, a partire dal capo indiscusso Silvio Berlusconi, il proprio valore. E farlo a suon di voti, così da poter sedere al tavolo dei maggiorenti di Fi da una posizione di forza soprattutto nei confronti del nuovo pupillo berlusconiano, quel Toti che nonostante qualche chilo di troppo, un viso bonario e nessuna esperienza politica, ha messo all’angolo Fitto, da anni fedelissimo di Silvio che ha strenuamente difeso nei durissimi giorni della scissione degli alfaniani. Non è un caso dunque se l’ex governatore pugliese stia lavorando da tempo a un programma molto ambizioso per le elezioni del Parlamento europeo: tentare di raggiungere le 300mila preferenze in tutto il Sud, considerando che la macrocircoscrizione comprende Puglia, Campania, Calabria, Basilicata, Molise e Abruzzo. Alle consultazioni europee del 1999 Fitto si fermò a 127mila consensi personali, secondo solo al Cav. che superò quota 600mila. Cinque anni fa non era candidato per l’Europa, e dietro a Berlusconi con 713mila preferenze c’era la foggiana Barbara Matera con 130mila. Quest’anno, salvo sorprese dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea, l’ex premier non potrà essere in corsa come capolista in tutte le circoscrizioni per via della condanna definitiva per frode fiscale confermata dalla Cassazione. L’assenza di Berlusconi dalla scheda elettorale apre così un’autostrada per Fitto, il quale infatti ha iniziato a prendere contatti nel Mezzogiorno con i maggiorenti locali del partito. Vuole esserci, e vuole esserci per stravincere. Il suo piano non fa una piega: mostrare i muscoli rastrellando un numero spropositato di voti, da riversare poi sul tavolo delle trattative interne a Fi così da poter avviare il braccio di ferro interno con Toti da una posizione di estrema forza. D’altronde, il nuovo consigliere politico è stato scelto da Berlusconi non certo per meriti elettorali, è un uomo d’azienda, ex direttore di Tg4 e Studio Aperto, una creatura di Mediaset. Fitto è una macchina da guerra elettorale, e i suoi voti a Berlusconi li ha sempre portati. Motivo per cui una volta marginalizzato dopo l’arrivo di Toti, ha fatto di tutto insieme a Denis Verdini per scongiurare la nomina del giornalista a coordinatore unico. Il quale infatti s’è dovuto accontentare del ruolo di consigliere politico. Chissà cosa succederà dopo che Fitto sipresenterà a Palazzo Grazioli o ad Arcore con in tasca 300mila preferenze o giù di lì. Sempre che succeda.

Vito Marinelli, l’ex portavoce di Vendola, passa col candidato di Fi

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Da portavoce di Nichi Vendola a portavoce del candidato sindaco di Raffaele Fitto. Passando per una sconfitta alle primarie come candidato di Sel. È la parabola politico-professionale di Vito Marinelli, 54 anni, giornalista alla sede pugliese della Rai e volto noto del tiggì regionale, gay dichiarato, da sempre in prima linea nelle battaglie per i diritti degli omosessuali tanto da essere stato tra gli organizzatori del Gay Pride del 2003 a Bari, e tanto da finire nel 2001 al centro di una polemica per presunte discriminazioni sessuali nei suoi confronti all’interno dell’azienda di Stato. Ebbene, da qualche giorno Marinelli, cronista con la passione per la musica ethno nonché valido dj, è passato armi e bagagli sotto l’ombrello di Domenico Di Paola, l’ingegnere ex presidente di Aeroporti di Puglia ora candidato sindaco di Bari con la lista civica Impegno Civile, fortemente sostenuto da Fitto e quindi da Forza Italia. Attorno alla figura di Di Paola si sta infatti cercando di riunire l’intero schieramento di centrodestra, a partire dagli alfaniani di Ncd fino agli ex An di Fratelli d’Italia; l’obiettivo è quello di strappare il capoluogo al centrosinistra, dopo dieci anni di governo di Michele Emiliano. Marinelli dovrà dunque organizzare la campagna elettorale contro il candidato del Pd, il renziano Antonio Decaro, fresco di vittoria alle primarie con consueta coda di polemiche. E poco importa se a Decaro sia arrivato già da tempo l’appoggio di Sel, il partito di quel governatore (Vendola) di cui Marinelli è stato portavoce dal 2005 al 2010, e pure il partito che ha sostenuto lo stesso Marinelli nell’avventura delle primarie di Terlizzi. Era infatti il 2012 quando l’ex capo ufficio stampa della giunta Vendola si candidò in quota Sel alle consultazioni del centrosinistra, ma venne sconfitto dall’uomo del Pd, Michele Berardi. Andò a finire nel peggiore dei modi: Terlizzi, Comune in provincia di Bari di cui è originario lo stesso Nichi e fino a quell’anno in mano al Pd, passò al centrodestra con la vittoria di Ninni Gemmato. Qualche tempo dopo Marinelli si consolò con la presidenza del conservatorio di musica «Nino Rota» di Monopoli, incarico conferitogli dall’allora ministro all’Istruzione del Governo Monti, Francesco Profumo. Adesso torna nell’agone politico facendo il portavoce del candidato di Fitto. Chissà come l’avrà presa Vendola.

A febbraio frenano i prezzi del carrello della spesa

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A febbraio l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,1% rispetto al mese precedente e aumenta dello 0,5% nei confronti di febbraio 2013, con una decelerazione di due decimi di punto percentuale rispetto al valore registrato a gennaio (+0,7%). Lo rende noto l’Istat, aggiungendo che i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto diminuiscono dello 0,3% questo mese rispetto al mese precedente e crescono dello 0,5% nei confronti di febbraio 2013 (in sensibile attenuazione dal +1,2% di gennaio).

Parlamento, l’Ufficio Bilancio comune non c’è. Grasso e Boldrini intimano: crearlo subito

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Un  Ufficio parlamentare Bilancio  a disposizione di camera e senato. Per eliminare duplicazioni che di solito sono fonte di sprechi e soprattutto accelerare i tempi di esame dei provvedimenti.  L’organismo, secondo la legge che ne ha previsto la creazione, sarebbe dovuto nascere il primo gennaio di quest’anno, ma per ora, a poche settimane dalla presentazione da parte del governo dei documenti di economia e finanza per il 2015, non è successo ancora nulla.  Così il presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso, e la presidente di Montecitorio, Laura Boldrini, hanno  scritto una lettera ai presidenti delle commissioni bilancio  dei due rami del parlamento, Antonio Azzollini e Francesco Boccia, per avviare al più presto le procedure necessarie previste dalla legge 24 dicembre 2012, n. 243. Nella missiva si sottolinea la necessità che Boccia e Azzollini assumano “tempestive iniziative per il sollecito completamento degli adempimenti di propria competenza al fine di procedere in tempi brevi alla costituzione dell’Ufficio parlamentare di Bilancio”, previsto dalla legge del 24 dicembre 2012 a decorrere dal 1* gennaio 2014. In particolare, si legge in un nota congiunta, si tratta della “costituzione di un organismo indipendente al quale sono attribuiti compiti di analisi e verifica degli andamenti di finanza pubblica e di valutazione dell’osservanza delle regole di bilancio. Tale urgenza è dettata, tra l’altro, per la rilevanza delle funzioni che deve svolgere l’Ufficio in relazione alla ormai prossima presentazione da parte del Governo dei documenti di programmazione economica finanziaria per il 2015”.

Inps, giro di vite sul Durc

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Estate di fuoco per i datori di lavoro. L’Inps, infatti, sta per avviare la verifica del possesso del Durc da parte dei datori di lavoro che hanno fruito di agevolazioni contributive. Il controllo, che copre un periodo di sei anni (ossia da gennaio 2008, da quando è obbligatorio il Durc per gli incentivi, fino a maggio 2014), avverrà in tre tranche: maggio, giugno e settembre. Chi ha fruito di agevolazioni e ha irregolarità pregresse (mancato invio Dm 10, Uniemens, omesso versamento di contributi ecc.) sarà invitato a sanare la situazione entro 15 giorni. In mancanza scatterà l’esclusione definitiva dal bonus con contestuale richiesta di rimborso di quanto fruito più le sanzioni. A spiegarlo è lo stesso istituto nel messaggio n. 2889 di ieri. Durc interno. L’operazione rientra in un piano di ammodernamento del processo di gestione del cosiddetto Durc interno. La legge n. 296/2006 (Finanziaria 2007) subordina i benefici normativi e contributivi al possesso, da parte dei datori di lavoro, del documento unico di regolarità contributiva. La verifica di tale presupposto è fatta direttamente dall’Inps, senza però l’emissione di un Durc vero e proprio («formale»), ma con la creazione di un Durc virtuale («interno»). Gli esiti di tale Durc sono indicati dall’Inps nel «cassetto previdenziale aziende» mediante l’accensione del semaforo: verde (Durc ok), giallo (situazione di irregolarità e avvio richiesta regolarizzazione) o rosso (Durc negativo, in assenza di regolarizzazione). In precedenza invece era il datore di lavoro che dichiarava il possesso della regolarità contributiva nella denuncia contributiva del mese in cui faceva richiesta degli incentivi.

Sanatoria cartelle Equitalia prorogata fino al 31 marzo 2014

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Il primo Consiglio dei Ministri del governo Renzi ha prorogato in extremis la sanatoria delle cartelle Equitalia in scadenza lo scorso 28 febbraio. La sanatoria, introdotta con la Legge di Stabilità 2014 (legge 27 dicembre 2013, n. 147), permetterà -fino al 31 marzo 2014 – di usfruire dello sconto sui debiti affidati in riscossione da parte di uffici statali, agenzie fiscali, regioni, province e comuni, al 31 ottobre 2013.
La sanatoria riguarda anche gli avvisi di accertamento esecutivi emessi ed affidati a Equitalia per la riscossione entro il 31 ottobre 2013.

La sanatoria consiste in uno sconto che sarà applicato soltanto sugli interessi sia di mora che di ritardata iscrizione a ruolo.
I primi si applicano quando il contribuente ritarda il pagamento di somme iscritte a ruolo: in particolare se il pagamento non è stato effettuato nei successivi 60 giorni dalla notifica della cartella. Gli interessi per ritardata iscrizione a ruolo, invece, si applicano dalla scadenza del termine di presentazione della dichiarazione e fino alla data di consegna all’agente dei ruoli nei quali tali somme sono iscritte a ruolo.
Pertanto nessuno sgravio riguarda le sanzioni né l’aggio della riscossione percepito da Equitalia e dagli altri concessionari per l’attività svolta.

E’ possibile sanare anche pendenze per cui sono state concesse rateizzazioni, sospensioni giudiziali o altre situazioni particolari.

Non è possibile usufruire delle agevolazioni per:

somme dovute per sentenze di condanna della Corte dei Conti;
somme dovute agli enti previdenziali (Inps, Inail);
tributi locali non riscossi da Equitalia;
richieste di pagamento di enti diversi da Agenzie fiscali, Uffici statali, Enti locali.
Per capire se le cartelle pendenti sono sanabili occorre recarsi agli sportelli Equitalia facendosi rilasciare gli estratti di iscrizione a ruolo alla fino alla data del 31 ottobre 2013.

Il versamento in un’unica soluzione

L’importo, decurtati gli anzidetti interessi, deve essere versato non più entro il28 febbraio, bensì entro il 31 marzo 2014. Oltre quella data non rimarrà che incardinare un contenzioso o chiedere una rateazione del debito a Equitalia.

Riscossione sospesa fino al 15 marzo 2014

Per consentire la procedura la Legge di Stabilità aveva previsto che la riscossione dei carichi interessati (le cartelle e gli avvisi esecutivi affidate a Equitalia entro il 31 ottobre 2013) resti sospesa fino al 15 marzo.
Una sospensione che inciderà anche sui termini di prescrizione, visto che saranno congelati anche quelli fino alla stessa data.

Le comunicazioni al contribuente e all’ente creditore

Se la procedura andrà a buon fine, entro il 30 giugno 2014, Equitalia dovrà informare il contribuente dell’avvenuta estinzione del debito.
Entro la stessa data dovrà inviare agli enti creditori l’elenco dei debitori che hanno effettuato il versamento entro il 31 marzo in modo da consentire il discarico dei crediti incassati.

 

Concorso Talent Italy, 100.000 euro in palio per il miglior MOOC Corso Online ad elevato potenziale di studenti

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Con decreto direttoriale n. 514 del 20 febbraio 2014 è stato pubblicato il bando Talent Italy finalizzato a favorire la capacità di ricerca e innovazione  sul territorio nazionale attraverso il lancio di sfide (Challenge), che prevedono l’assegnazione di premi in risposta a problemi di particolare rilevanza scientifica, tecnologica e sociale, in coerenza con gli ambiti strategici individuati dal Programma Quadro di Ricerca e Innovazione dell’Unione Europea “Horizon 2020”.
Il bando mette a disposizione risorse da distribuire some premi per complessivi € 160.000.

Possono presentare proposte:

  • tutti i cittadini, italiani o stranieri, residenti sul territorio nazionale;
  • start-up iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese “Start–up innovativa”;
  • imprese spin-off riconosciute da Università o Istituti universitari;
  • le Scuole, le Università, gli Istituti universitari e gli Enti Pubblici di Ricerca.

I soggetti proponenti dovranno realizzare un M.O.O.C., ossia un corso online aperto ad un numero potenzialmente elevatissimo di studenti avente le seguenti caratteristiche:

  1. accesso gratuito;
  2. disponibilità online dei contenuti del corso e di tutti i materiali didattici (testi
    e video), offerti nella lingua ritenuta più idonea dal proponente;
  3. possibilità di fruizione del corso su larga scala in assenza di limiti numerici
    all’iscrizione;
  4. verifiche online dei livelli di apprendimento raggiunti dagli studenti;
  5. attività di supporto alla didattica che prevedano interazione tra docente e
    studente;
  6. certificazione finale che attesti il conseguimento degli obiettivi formativi da
    parte dello studente.

Al termine della selezione saranno assegnati i seguenti premi: € 100.000 al primo classificato, € 20.000 al secondo, terzo e quarto classificato in ordine di graduatoria.

Le proposte devono essere presentate tramite i servizi della piattaforma TalentItaly (www.talentitaly.it), entro e non oltre le ore 23:59 del 3 aprile 2014.

 

Usa. Copia Mein Kampf firmata da Hitler venduta a Los Angeles per $65 mila

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Una copia in due volumi del pamphlet ideologico di Adolf Hitler, il Mein Kampf, firmati dall’autore, sono stati battuti a Los Angeles per quasi 65.000 dollari dalla casa d’aste Nate D.Sanders.

I due volumi del libro, che delinea l’ideologia antisemita del regime nazista, vennero regalati da Hitler all’ufficiale delle SS Josef Bauer e riportano due dediche – una datata 1925 e l’altra 1926 – in cui il Fuhrer augura un buon Natale a Bauer, uno dei primi membri del partito nazista.