28 Settembre 2024, sabato
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Lavori specialistici, appalti pubblici nel caos

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Rischio caos per gli appalti pubblici dopo che nel decreto-legge «Salva-Roma» non è stata riproposta la norma sulla disciplina della qualificazione nei lavori specialistici. La mancata riproposizione della norma del decreto-legge «Salva-Roma bis» adesso rende vano lo sforzo compiuto dal ministero delle infrastrutture che aveva preso tempo, da qui a settembre, per individuare una soluzione definitiva alla qualificazione nei lavori complessi. La soluzione messa a punto dal ministero di Porta Pia con il decreto non convertito era stata quella di differire a settembre la soppressione dell’obbligo di subappalto delle opere specialistiche da parte delle imprese general contractor e di costituzione dell’Ati verticale con le imprese qualificate nelle opere cosiddette «superspecialistiche», risultato ottenuto dall’Agi (Associazione delle imprese generali) con un ricorso straordinario al Capo dello stato, accolto dal Consiglio di stato tale risultato. La norma era contenuta nel decreto-legge 151/2013 (articolo 3, comma 9) che, in quanto non convertito, perde di efficacia e con esso anche tutti gli atti che le stazioni appaltanti hanno emanato sulla base di tale norma.

A Treviso il Pd fa la guerra ai mendicanti

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Se Matteo Renzi ha archiviato in un colpo solo vent’anni di antiberlusconismo, con l’incontro con Silvio Berlusconi, nella sede del Pd del Nazareno a Roma, un sindaco renzianissimo, Giovanni Manildo di Treviso, ha messo in soffitta la retorica, tipica di una certa sinistra, del «poveri ma belli». Il primo cittadino ha infatti inaugurato una politica severa contro l’accattonaggio molesto che prevede anche il foglio di via. La decisione ha un valore simbolico fortissimo, proprio perché avviene in una città, come Treviso, in cui il leghismo si affermò, venti anni orsono, tra le prime in Italia, proprio grazie alla battaglia di un suo sindaco modello, Giancarlo Gentilini, che per la sua intransigenza (anche) verso l’accattonaggio divenne «lo sceriffo». Anzi, come ha ricordato il Corriere Veneto domenica scorsa, neppure il Carroccio che, dopo due legislature gentiliniane aveva governato con Gian Paolo Gobbo, era arrivato a tanto. Le nuove misure adottate dal sindaco Manildo, un avvocato 45enne che a maggio dell’anno scorso aveva battuto alle comunali proprio il ritorno Gentilini, le misure di Manildo, dicevamo, prevedono per i contravventori dell’ordinanza antiaccattonaggio l’accompagnamento in questura e l’emissione, appunto, del provvedimento amministrativo che allontana dai confini comunali per tre anni. Chi poi, colpito dal foglio di via, si facesse sorprendere nuovamente in città, andrebbe incontro a una sanzione penale e scatterebbe il fermo. «Sappiamo chi sono, si tratta sempre delle stesse persone», aveva spiegato il vicesindaco Roberto Grigoletto, «una donna è stata identificata e sanzionata sessanta volte nell’arco di poco più di un anno. Il foglio di via», aveva aggiunto, «riguarda i recidivi, soggetti legati al racket e alla criminalità organizzata. Non riguarderà, invece, indigenti e anziani che chiedono l’elemosina e sono noti ai nostri servizi sociali». Insomma nel mirino ci saranno i mendicanti particolarmente aggressivi, quelli noti in tutto il Nord Est come «barbanera», in realtà rom di origine rumena. Senza proclami, senza il ricorso a metafore truculente del «vecio alpin» Gentilini, che nel 1996 provocarono una manifestazione di protesta organizzata dalla sinistra trevigiana con 3mila persone in piazza, il sindaco renziano ha fatto quello che la Lega non s’era sognata di fare, tanto che, dinnanzi alle rivendicazioni di primogenitura dell’opposizione, lo stesso vicesindaco ha avuto buon gioco nel rispondere: «Hanno avuto vent’anni per farlo senza agire. Noi l’abbiamo fatto». A Venezia, peraltro, nel 2008 il sindaco Massimo Cacciari ci aveva provato con un’ordinanza che colpiva con 500 euro di multa la stessa tipologia di accattonaggio ma il provvedimento era stato cancellato, negli anni successivi, perché poi era materialmente impossibile far pagare le sanzioni. Ora sulla scorta di Treviso che «cambia verso», secondo il noto slogan renziano, anche altre città venete governare dal centrosinistra ci ripensano. Nella stessa Venezia, dove i fogli di via hanno colpito alcuni facchini abusivi che operavano intorno al Ponte di Calatrava, quello davanti alla Stazione di S. Lucia, il vicesindaco Gianfranco Bettin ha chiesto che si intervenga sul Codice penale: «Un passaggio in più, molto utile, sarebbe l’introduzione del reato associativo laddove ci sia il racket, cosa che avviene sempre più spesso», ha spiegato allo stesso quotidiano. Si attende ora la reazione della sinistra-sinistra, da quella vendoliana, a quella dei centrisociali, a quella cattoprogressista che, per esempio, nel luglio dell’anno scorso, aveva maltrattato don Fausto Bonini, il parroco del duomo di Mestre (Venezia), che aveva organizzato sul sagrato un servizio di vigilanza, costituito da parrocchiani a difesa delle anziane che si recavano a messa, obiettivo preferito dai mendicanti molesti. Senza entrare troppo nel merito, si era parlato subito di «body-guard» e di «buttafuori», di razzismo, s’erano citati senza risparmio passi evangelici e invocato l’intervento di Papa Francesco. E anche stavaolta ci si aspetta che gli indignados, radicali o benedetti, insorgano, magari vedendo nell’azione del sindaco Manildo anche il chiaro stigma del governo Renzi.

Scambio automatico informazioni fiscali, per l’Ocse la Svizzera è sulla buona strada

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La Svizzera ha compiuto progressi significativi dal punto di vista della trasparenza, collaborando attivamente alla formulazione di uno standard globale per lo scambio di informazioni in ambito fiscale. Lo ha dichiarato ieri a Berna Pascal Saint-Amans, responsabile delle questioni fiscali internazionali in seno all’Ocse. “Spero che si volti presto pagina e che la Svizzera possa essere ammessa alla fase 2 prevista dal Forum globale per la trasparenza e lo scambio di informazioni in ambito fiscale”, ha aggiunto. Proprio in merito al passaggio alla fase 2, secondo Saint-Amans, ci sono ancora alcuni aspetti problematici che impediscono alla Svizzera di sottoporsi a una “peer review”, come l’identificazione degli aventi diritto di azioni al portatore o il numero, giudicato da taluni ancora insufficiente, di convenzioni di doppia imposizione secondo gli standard Ocse sullo scambio di informazioni su richiesta. Questi aspetti sono attualemente in fase di discussione in parlamento, oppure a uno stadio ancora iniziale, e ci vorrà ancora del tempo prima che vengano adottati, nel rispetto delle procedure democratiche elvetiche, da Saint-Amans definite “scrupolose”. Infine il responsabile Ocse per le questioni fiscali internazionali ha parlato di un progetto, cui la Svizzera è interessata, relativo allo sviluppo di uno standard internazionale per l’Iva con cui si punterebbe a eliminare le doppie imposizioni in questo settore. “Le somme in gioco sono colossali”, ha spiegato Saint-Amans.

Nel 2014 soccorsi oltre 5mila immigrati al largo della Sicilia

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Dall’inizio dell’anno al 3 marzo sono stati soccorsi 5.611 migranti. Il dato e’ stato fornito da Giovanni Pinto, direttore generale dell’immigrazione del ministero dell’Interno, nel corso di un’audizione davanti al Comitato Schengen. Si tratta di soccorsi avvenuti in prevalenza attraverso l’operazione della Marina Militare denominata ‘Mare Nostrum’. Su 5.611 soccorsi, ben 5.507 sono avvenuti al largo della Sicilia, 80 in Puglia e 24 in Calabria. Le zone di provenienza, ha spiegato

Pinto, “vanno dal deserto sahariano, all’Africa occidentale. Ci sono anche pachistani e afghani. Tutti utilizzano esclusivamente la Libia come base di partenza. La presenza di stranieri di aree geografiche cosi’ diverse dimostra che siamo in presenza di organizzazioni criminali sempre piu’ sofisticate. A questo si aggiunga che la Libia ha un nuovo periodo di instabilita’ e quindi e’ difficile instaurare un rapporto di collaborazione”. Il direttore generale dell’immigrazione del Viminale ha inoltre spiegato che, in base alle informazioni in possesso, attualmente in Libia ci sono tra i 700mila e gli 800mila stranieri che potenzialmente potrebbero partire verso l’Europa. “In materia di accoglienza – ha sottolineato – i posti a nostra disposizione sono esauriti e le risorse sono ridotte.

L’ipotesi e’ quella di creare ulteriori 6.000 posti tra cui l’ampliamento del Centro di Mineo, in Sicilia” Pinto ha inoltre riferito che nel corso del 2013 sono stati utilizzati 140 voli dall’Italia per l’espulsione di 2.024 persone, tunisini ed egiziani; altri nove voli charter per 202 espulsioni e altri 943 voli per 1.129 espulsioni. Nei primi mesi del 2014 si sono già avuti 13 voli charter per espulsioni verso Egitto e Tunisia, e altri 133 per 147 espulsioni.

Mauro: “‘affan…” chi ce l’ha con l’Europa”

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“Vorrei mandare aff… quelli che ce l’hanno con l’Europa e che sento blaterare con cose oscene”. Lo ha detto l’ex ministro Mario Mauro dei Popolari per l’Italia intervenendo ad Agorà su Rai3. “Oggi che ci avviciniamo al referendum sull’Europa dovremmo capire cosa vuol dire la sfida dell’Europa. – ha aggiunto Mauro – Dire che Italia e Grecia sono nelle stesse condizioni è una falsità inimmaginabile, perché l’Italia è un colosso. Il suo crollo avrebbe significato la fine di tutta l’economia europea, visto che ne rappresentiamo quasi il 19 percento. Socialdemocratici e democratici cristiani o popolari in questi anni in Europa hanno fatto esattamente la stessa politica e hanno fatto bene. Chi può dire con ragione che la ricetta di Tsipras avrebbe salvato la Grecia? – ha concluso. “Antonis Samaras ha rimesso il Paese in carreggiata e lo ha aiutato a venire fuori dal guado. Il resto sono balle”.

Alberghi contro Expedia e Booking: “Dettano prezzi, non possiamo abbassarli”

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“Non possiamo abbassare i prezzi dei nostri alberghi”, denunciano gli albergatori. Il motivo? Sparirebbero da portali come Booking ed Expedia, cioè i portali a cui la maggior parte dei viaggiatori si rivolgono per trovare e prenotare alberghi online.
Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, spiega a Fabio Savelli:

“i due maggiori portali di ricerca di alberghi Booking.com ed Expedia.com come due portieri/intermediari troppo ingombranti che con la loro straordinaria indicizzazione su Google sarebbero capaci di porre un limite alla concorrenza usando una serie di vincoli inseriti all’interno del contratto di accordo che ogni struttura ricettiva firma per comparire tra le segnalazioni di queste agenzie online”.
Se i portali su Internet sono il mezzo più usato per trovare camere,
“pochi sanno però che le strutture ricettive per comparire su questi Olta (on line travel agencies) firmano un contratto che vincola loro a riconoscere ovviamente una commissione (che ormai raggiunge il 30% del prezzo finale pagato dal cliente) ma soprattutto impedisce agli albergatori di praticare prezzi più bassi di quelli comunicati a questi due portali pena l’estinzione del contratto e quindi sostanzialmente la sparizione da Google (clausola di parity rate). «E’ come se avessimo perso anche il diritto al nostro nome – dice Nucara – perché le agenzie online hanno una tale forza di indicizzazione che impedisce a noi di replicarla sui siti degli alberghi. Riconosciamo che abbiamo delle lacune ma qui siamo di fronte a due potenze di fuoco in grado di monopolizzare la Rete di per sé teoricamente aperta e concorrenziale»”.
E anche i portali di comparazione dei prezzi online Trivago e Kayak, spiega Nucara, sono a rischio di conflitti d’interessi proprio perché controllati da Booking ed Expedia:
“«Sarà un caso ma entrambi sono controllati dalle stesse società a monte di Booking.com ed Expedia e abbiamo la netta sensazione che nel caso volessimo praticare un prezzo inferiore al cliente rispetto a quello comunicato alle agenzie online l’alt sarebbe immediato»”.
Ora Federalberghi si è rivolta all’Antitrust contro le Olta, online travel agencies, affinché alcune cluasole nei contratti siano annullate:
“«clausole vessatorie che i portali di prenotazione impongono agli hotel e assoggettando le imprese a un regime di commissioni sempre più gravoso». Nel mirino soprattutto la parity rate che andrebbe a tutto svantaggio dei consumatori finali. La morale che si può ricavare- secondo l’accusa – allora potrebbe essere questa: cari clienti trovate su Booking. com l’albergo che vi piace, prendete il numero di telefono e chiamate contrattando un prezzo più basso. Se vi riesce avrete risparmiato voi e forse anche chi è dall’altro lato della cornetta”.

Virus gigante rivive dopo 30mila anni sotto i ghiacci sciolti della Siberia

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È stato in letargo per 30 mila lunghissimi anni sotto i permafrost, i terreni ghiacciati della Siberia ed ora, a causa del riscaldamento globale, sta tornando in vita. È un virus gigante, il più grande mai conosciuto fino ad oggi ed è profondamente diverso da quelli tradizionali.
Per i ricercatori, il virus battezzato Pithovirus sibericum, potrebbe anche non essere un caso isolato ed è possibile che con esso, per colpa del progressivo scioglimento dei ghiacci dell’Artico, possano scongelarsi altri virus giganti pericolosi per l’uomo o per gli animali. A lanciare l’allarme è un gruppo di ricercatori francesi e russi guidato da Jean-Michel Claverie del Centro Nazionale della Ricerca Scientifica (Cnrs) di Marsiglia e pubblicato dalla rivista dell’Accademia delle Scienze Americana (Pnas).

Sono molti i virus giganti scoperti negli ultimi dieci anni sotto il terreno permanentemente ghiacciato e appartenenti alle famiglie Megaviridae e Pandoravirus. Questi virus hanno molte caratteristiche genetiche simili tra loro ma sono di diversa grandezza.
Secondo i ricercatori il nuovo virus, proveniente dalle regioni circumpolari, racchiude le caratteristiche di entrambe le classi ed ha una grandezza ancora maggiore. Non si conoscono ancora i suoi effetti ma forse potrebbe rappresentare una minaccia per la salute dell’uomo o degli animali.

Falsi profili su Facebook: se molesti la Cassazione condanna

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Falsi profili su Facebook: se molesti la Cassazione condanna. Creare un falso account su Facebook e molestare qualcuno nascondendosi dietro l’anonimato, non protegge l’autore dall’essere sanzionato anche se il Codice penale non prevede il reato specifico di divieto di “fake” (il falso profilo), ha stabilito la Corte di Cassazione. Scagliare un sasso digitale può procurare danni, nascondere la mano non esime dalla colpa anche se il codice penale non prevede il reato. La Corte di Cassazione, con la sentenza del 26 febbraio n. 9391/2014, ha confermato la condanna espressa in secondo grado nei confronti di una donna accusata di aver creato un falso account per molestare i vicini.
La notizia è importante perché segna un punto dirimente nella giurisprudenza nel web, per cui, a proposito di social network, “permette a tutti gli utenti di capire quando il comportamento tenuto, oltre ad essere socialmente riprovevole, è anche reato punibile” (Nadia Pascale, Blasting News). La sentenza della Cassazione non stabilisce che creare falsi account sia un reato (nonostante, secondo gli ultimi dati, un account su tre sia falso): tutt’al più resta una violazione degli impegni con lo stessa proprietà Facebook che può adire alle vie legali. Stabilisce però che le molestie restano tali anche se commesse per via telematica.

Per cui se non è reato creare falsi account, lo è molestare qualcuno procurandogli danni (anche perché chiunque, anche anonimo, è rintracciabile attraverso l’ID utente). In base alla sentenza della Suprema Corte il comportamento viola l’articolo 494 del codice penale che afferma:
Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino ad un anno.

Emiliano, Fassino e Pisapia i sindaci più amati, De Magistris e Marino peggiori

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Michele Emiliano a Bari, Piero Fassino a Torino e Giuseppe Pisapia a Milano sono i sindaci più amati. I peggiori invece sono Ignazio Marino a Roma, Giorgio Orsoni a Venezia e Luigi De Magistris a Napoli. Questo il risultato dell’indagine trimestrale Monitorcittà Aree Metropolitane dell’istituto di ricerca Datamedia sulla soddisfazione dei cittadini sull’operato dei sindaci.
Emiliano è il sindaco delle aree metropolitane più apprezzato nel quarto trimestre 2013, con il 60,1% (+0,9), seguito da Fassino con il 56,1% (+0,8%) e da Pisapia con il 55,8% (-2,7%). La quarta posizione è per il sindaco di Genova, Marco Doria, che con il suo 54,9% registra un -3,7% nel gradimento dei suoi cittadini. In discesa dell’1,6% invece Virginio Merola, sindaco di Bologna, che con un gradimento generale del 51,4% si trova in quinta posizione.

Le ultime tre posizioni sono occupate da Marino, Orsoni e De Magistris. Sesti a pari merito il sindaco di Roma, con un gradimento generale del 51% fa segnare un calo del 2,6%, e Orsoni di Venezia che fa invece segnare un -1,8% (gradimento sempre al 51%). A chiudere la classifica in ottava posizione è De Magistris con il 49% dei consensi ed una flessione dello 0,5%.
Gli otto sindaci presenti in classifica sono sette di centrosinistra e uno ex Idv ora Movimento Arancione (Luigi De Magistris). Degli otto sindaci delle città metropolitane soltanto tre (Emiliano, Fassino e Pisapia) sarebbero entrati nella classifica dei super sindaci con un gradimento superiore o pari al 55%. Non sono presenti Reggio Calabria perché commissariata e Firenze il cui Sindaco Matteo Renzi è l’attuale presidente del Consiglio.
Per quanto riguarda la classifica dei sindaci dei capoluoghi di provincia (sono 36 quelli che entrano nella “top 55%” per il secondo semestre 2013), primi ex aequo sono Paolo Perrone (Lecce), Alessandro Andreatta (Trento) e Alessandro Cattaneo (Pavia). Perrone fa registrare un -1,3%, attestandosi al 61,5%, ma conferma la sua posizione rispetto alla rilevazione precedente, Alessandro Andreatta passa dall’11/ma del primo semestre alla prima del secondo con una percentuale di gradimento del 61,5% (+1%).
Terzo è Alessandro Cattaneo (Pavia), che era 18/mo nel primo semestre e che fa segnare un +2,9% ed un gradimento generale del 61,1%. Al quarto posto Carlo Capacci di Imperia (non era presente nella scorsa rilevazione in quanto eletto nel giugno del 2013) con un gradimento del 61%, quinto è il sindaco di Rieti Simone Petrangeli con il 60,9% (era ottavo nel primo semestre 2013), mentre le sesta piazza è per Claudio Pedrotti (Pordenone), che era primo nella precedente rilevazione, con il 60,6% (-2,2%).
Roberto Scanagatti sindaco di Monza è settimo con il 60,4% del gradimento (era nono nel primo semestre), mentre ottavo è Mario Lucini, primo cittadino di Como con un apprezzamento del 60,3% (-1,5%), Lucini era quarto nel primo semestre. In discesa Flavio Tosi (Verona) che passa dal terzo posto del primo trimestre 2013 al nono del secondo con un gradimento complessivo del 59,8% (-2,4%).
In decima posizione il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli con il 59,7% (non presente nella rilevazione del primo semestre perché eletta nel giugno 2013). Mancinelli è anche l’unica donna presente nella classifica. Sul totale dei sindaci “censiti” 29 sono di centrosinistra (80,6%), cinque sono di centrodestra (13,9%), uno è dell’Italia dei Valori e uno del Movimento Cinque Stelle.
Le prime tre posizioni sono una per il centrosinistra (Andreatta) e due per il centrodestra (Perrone e Cattaneo). Dei 36 super sindaci entrati in classifica 7 sono lombardi, 5 toscani, 3 veneti, 3 siciliani, 3 in Friuli Venezia Giulia, 2 in Emilia Romagna, 2 nel Lazio, 2 in Trentino Alto Adige, 2 in Liguria, 2 nelle Marche, 1 in Piemonte, 1 in Campania, 1 in Puglia, 1 in Sardegna, 1 in Abruzzo. Il sindaco con la crescita più cospicua è Alessandro Cattaneo di Pavia con un +2,9%. Entra in classifica al 36/o posto Franco Tentorio (Bergamo) con il 55% ed una crescita dello 0,8%.

La Grande Bellezza, Sabrina Ferilli: “Volevo il red carpet”

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“Di non essere stata lì, di non aver fatto il red carpet mi dispiace, e molto” dice e si sfoga Sabrina Ferilli, una delle attrici della Grande Bellezza, rimasta lontana da Los Angeles, da Hollywood, dalla notte degli Oscar.
“Il vestito era straordinario, i gioielli pure. Diciamo però che alla Notte degli Oscar non c’ero io con tutta quella roba addosso” dice intervistata da Alfonso Signorini. “Questo è un Paese di talenti e non di squadre”, e ancora “A livello individuale sparigliamo e sbaragliamo, ma è nel discorso organizzativo che manchiamo. Non sappiamo ottimizzare niente, sviluppare il valore delle cose. Se lo si guarda nella prospettiva degli eventi “La grande bellezza” non l’hanno amplificato, l’hanno detonato. Ed era un evento unico: erano 15 anni che non vincevamo un Oscar, questo è demoralizzante”.

“Lo dico non soltanto per me – continua Sabrina Ferilli – ma anche perché l’immagine che si ricorda nel tempo della “Notte degli Oscar” è quella delle foto delle attrici che solcano il tappeto rosso in abiti favolosi. Come si dice: “E’ la materia di cui sono fatti i sogni”. Senza è come se mancasse qualcosa. E poi, per quanto possa essere ottimista, dubito che la cosa possa verificarsi nuovamente per me e, soprattutto, a breve. A me non è mai riuscita l’incoronazione: sono stata capace di lavorare tanto, di fare tanto, ma alla fine la cerimonia mi è sempre sfuggita. Se mi sono ritrovata “regina” è perché qualcuno me l’ha riferito mentre stavo a casa, in camerino, al bar o persino alla toilette. Ma mai nessuno per via ufficiale”.
Poi conclude:
“Sapete cosa vi dico? La salita mia è un passo alla volta e io ho ancora un bel po’ di anni davanti. A Hollywood io prima o poi ci vado”.