29 Settembre 2024, domenica
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Le rubano 30 euro. Perquisisce i suoi alunni

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Trenta euro della discordia: scompaiono dalla giacca della maestra che per tutta risposta perquisisce gli alunni.

E a Villavallelonga, in provincia dell’Aquila, scoppia la bufera. Genitori contro insegnante, sindaco e carabinieri chiamati in ballo e ufficio scolastico regionale che impugna la scure pronto a scendere sul piede di guerra. È accaduto al termine della festa di Carnevale nella scuola elementare di via Marsicana. La maestra, poco prima che tutti i ragazzini andassero via, si è accorta di non avere più trenta euro e non ci ha visto più. Ha fatto qualche domanda in giro, poi è passata all’azione prendendo di mira una ventina di alunni che frequentano la prima, la terza e la quarta. Secondo quanto hanno raccontato i genitori, alcuni di loro sarebbero stati costretti anche a spogliarsi, nella fantomatica ricerca da parte della donna di recuperare il maltolto. Il fatto, però, non è piaciuto alle mamme, che due giorni fa hanno denunciato l’accaduto ai carabinieri di Trasacco. Così ieri i militari in Comune, alla presenza del vice sindaco, Domenico Bianchi, hanno ascoltato i genitori, le maestre e il dirigente scolastico per delineare i contorni della vicenda.

Sull’episodio, intanto, è partita un’informativa alla Procura della Repubblica di Avezzano. Unica assente ieri a scuola l’insegnate interessata che, secondo voci, avrebbe prodotto un certificato medico. Ma chi la difende sostiene invece che mancava dall’istituto in quanto era la giornata libera. Fatto sta che alcuni genitori hanno preferito tenere i loro bambini a casa mentre il direttore dell’ufficio scolastico regionale abruzzese, Ernesta Pellecchia, ha fatto sapere di essere pronto a prendere provvedimenti qualora la notizia venisse accertata. «Sono stato informato dal dirigente scolastico in relazione all’episodio – ha sottolineato -. Stiamo analizzando nel dettaglio il caso, di raccordo con il dirigente, per valutare eventuali sanzioni disciplinari sia a carico della maestra, sia a carico di personale ausiliario presente al momento del fatto. Un episodio che, qualora verificato, avrebbe dell’increscioso». «A scuola stamani tutto funziona regolarmente – è stata l’ unica dichiarazione del vice sindaco Bianchi – la vicenda è stata messa dal Comune nelle mani delle persone competenti». Le mamme dei bambini, però, sono agguerrite e dicono che i ragazzi sono scossi al punto da non voler tornare in classe. Infine avvertono: «Contro l’atteggiamento di questa maestra andremo fino in fondo».

Lamborghini Huracán LP 610-4

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Inizia una nuova era per la Casa del Toro, che presenta ufficialmente la nuova Lamborghini Huracán LP 610-4, supersportiva di lusso che raccoglie la pesante eredità della Lamborghini Gallardo, innalzando al tempo stesso il punto di riferimento con cui dovranno confrontarsi tutte le esponenti della categoria. Il design della Huracán è puro, le tecnologie di cui è dotata sono innovative e le sue prestazioni sono superlative. Il debutto mondiale è previsto al Salone di Ginevra 2014. La Lamborghini Huracán LP 610-4 è dotata del nuovo motore V10 da 5,2 litri che sviluppa 448 kW / 610 Cv a 8.250 giri/min e una coppia di 560 Nm a 6.500 giri/min. Rispetto al V10 montato sulla Gallardo, diminuiscono sia i consumi che le emissioni di CO2, tanto che il nuovo propulsore rientra nelle normative Euro 6.

Diminuiscono i consumi ma non ne risentono le prestazioni, con l’accelerazione da 0 a 100 km/h che avviene in 3,2 secondi (da 0 a 200 Km/h in 9,9 secondi) e la velocità di punta che arriva a ben 325 km/h. Grazie anche al sistema Start&Stop i consumi dichiarati dalla Casa sono pari a 12,5 litri ogni 100 km (con 290 g/km di emissioni CO2). La potenza del V10 viene scaricata a terra tramite la nuova trasmissione “Lamborghini Doppia Frizione” (LDF) abbinata alla trazione integrale a controllo elettronico. Sulla Huracán diverse modalità di guida possono essere richiamate tramite un selettore sul volante, passando da soluzioni che privilegiano la trazione, pensate per la strada, ad altre che puntano invece sulla performance in pista, con tre impostazioni dei sistemi dinamici disponibili: STRADA, SPORT e CORSA. Le diverse modalità sono associate a differenze importanti nel comportamento stradale. In particolare, le varie impostazioni influenzano il setup di diversi sistemi come le reazioni di motore e cambio, il sound della vettura, la trazione integrale e il controllo elettronico della stabilità.

La silhouette della Lamborghini Huracán realizza il desiderio di creare un’automobile che unisce frontale, abitacolo e posteriore tramite una sola linea; i finestrini laterali si incontrano, andando a creare una forma esagonale incastonata nel profilo della vettura come un gioiello. Gli interni sono dominati da un abitacolo innovativo. Uno schermo TFT a colori da 12,3 pollici mostra tutte le informazioni necessarie al guidatore, dal contagiri alle mappe del navigatore GPS fino alle funzioni del sistema di infotainment, e può essere configurato da chi guida in modi differenti. Nappa di alta qualità e Alcantara rendono ancora più lussuosi gli interni, che possono essere configurati con diverse combinazioni di colore per garantire un’ampia gamma di personalizzazioni. Il design della plancia e del tunnel centrale infondono all’abitacolo una dimensione di leggerezza. La straordinaria cura artigiana con cui sono realizzati gli interni garantisce una superba percezione di qualità e lusso.

Come la Gallardo e la maggior parte dei modelli Lamborghini, la Huracán trae il proprio nome dal mondo delle corride. Il toro da combattimento Huracán, della razza spagnola “Conte de La Patilla”, diventò famoso per il suo coraggio straordinario e per una forte inclinazione all’attacco. Combatté ad Alicante nell’agosto del 1879, dove restò imbattuto mostrando tutto il suo carattere indomito, ed entrò così nella leggenda dei tori da corrida. Le consegne ai primi clienti sono previste per la primavera del 2014.

Fiorello sta male, il web non lo perdona

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La Rete gronda veleno e il cinismo corre sul web. Così Beppe Fiorello, fratello dello showman Rosario, s’inventa addetto stampa e cerca di filtrare le notizie da riportare a «Fiore», ricoverato al Policlinico Gemelli in condizioni non buonissime.

L’«Edicola», stavolta, la fa Beppe, l’attore: da bravo fratello siciliano, premuroso e presente tra i camici bianchi, che hanno diagnosticato edema cerebrale e trauma cranico a Rosario, «uno che, a 54 anni, ha 50 punti sulla patente», si preoccupa. Rosario sta male, sta molto male. Lo stato confusionale e il dolore sono molto importanti. E lui chiede sempre del signor Mario», spiega Fiorello junior. Già, il signor Mario Bartolozzi, il pensionato 73enne travolto da «Fiore» sulla sua Vespa color crema, lunedì mattina, mentre attraversava le strisce pedonali, ha già perdonato. Però soffre e sta senz’altro peggio del noto uomo di spettacolo. È proprio tale sperequazione – da una parte l’anziano pedone anonimo, afflitto da fratture alla spalla, al bacino, alla tibia e al perone, dall’altra lo showman addolorato, sì, ma meno malconcio e, soprattutto, famoso – ad aver scatenato certi commenti al vetriolo 2.0. «Vorrei chiederti scusa di persona», ha pianto Rosario al telefono con Mario Bartolozzi, che resta grave. «Nessun rancore, non voglio speculare», ha risposto il pensionato. Tutto bene quel che finisce bene, tra familiari dell’una e dell’altra sponda che cercano di mantenersi su un tono di umana civiltà? Non si direbbe, a sentire i commenti di Beppe. «È serpeggiato molto cinismo. È stato un semplice incidente, però mio fratello si chiama come si chiama ed è stato bersagliato. Fa più rumore un albero che cade di cento che crescono», riflette l’attore, non immaginando quanto potesse essere aggressivo il mondo virtuale, nei confronti delle celebrità colte in défaillance. Il fatto è che non è piaciuto il modo in cui la Rai ha veicolato la notizia dell’incidente, dando più risalto all’investitore celebre e passando sotto silenzio le condizioni dell’investito, ex-amministratore delegato di Ina Assitalia. Una mancanza di tatto, che ha riverberato di luce antipatizzante anche Fiorello. Tra l’altro, a Roma il problema del manto stradale dissestato è al centro di un dibattito acceso, scatenato da un altro uomo di spettacolo, Carlo Verdone: non si contano i pedoni travolti da guidatori che incappano in vere e proprie voragini, perdendo il controllo dei mezzi. E se Mario Bartolozzi in questi giorni affronterà una serie di interventi chirurgici, lo showman resta nel cono di luce, malgrado lui, assediato dai media e tormentato dai sensi di colpa. Comprensibili, perché gli incidenti capitano e se è brutto trovarsi dalla parte dell’investito, non è bello nemmeno convivere con l’idea di aver fatto del male a qualcuno. «Mario, posso venirti a trovare, o mi tiri una scarpa?», ha balbettato Fiorello, assistito dalla moglie. Certo, se l’amico Marco Baldini, «spalla» storica dello showman, avesse evitato di twittare che fortuna essere investiti da Fiorello», sarebbe stato opportuno. E l’esasperazione, nella Capitale non gestita da un sindaco inerte e nella nazione tutta, illividita da una ferialità ostile, ha prodotto uno strappo. C’è chi sul web sospetta che Fiorello tema proprio questo: che il suo pubblico non si trovi più in sintonia. Lui, al momento, passa come l’investitore irrispettoso delle regole. C’è anche chi lancia interrogativi duri: indossava o no il casco, al momento dell’incidente? Era lucido? La cognizione del dolore, insomma, pende più dalla parte del signor Mario che del signor Vip. «Trasferimento in gulag cinese e invio del fratello in esilio sulla stazione spaziale ISS» o «Fiorello: non mi fa ridere. Ergo, chi se ne frega», fioccano commenti come questi. È il brutto dello stare in edicola.

Nuova Alfa Romeo 4C Spider

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La nuova Alfa Romeo 4C Spider, versione scoperta della sportiva del Biscione, ha debuttato al Salone di Ginevra 2014 e sarà prodotta nei primi mesi del 2015.

Disegnata dal Centro Stile Alfa Romeo, la nuova spider presenta la trazione posteriore e motore centrale, presenta una livrea Bianco Lucido Tristrato, che fa risaltare il copri roll-bar specifico in carbonio e l’anello parabrezza in carbonio. Nuovi anche i proiettori anteriori ‘sotto lente’, e i cerchi in lega a diametro differenziato (18” all’anteriore e 19” al posteriore).

L’abitacolo rimane semplice mentre grande attenzione è stata posta all’aerodinamica che mantiene un comportamento deportante che contribuisce ad aumentare la stabilità alle alte velocità e riducendo al minimo la turbolenza dell’aria nell’abitacolo con la capote aperta r.

Il peso totale della 4C Spider è inferiore ai 1.000 kg. Il lunotto posteriore in vetro è stato sostituito dal proseguimento in SMC (SheetMoulding Compound) della carrozzeria che accoglie gli appoggiatesta e il roll-bar.

Il motore è il 4 cilindri 1750 Turbo Benzina da 240 CV, abbinato al cambio automatico a doppia frizione a secco Alfa TCT. Nuovo invece il sistema di scarico centrale a doppio stadio con terminali in titanio e carbonio di Akrapovic, produttore di impianti di scarico per Moto GP, Superbike, Supersport, Motocross ed Enduro. La valvola elettroattuata ha una tecnologia wireless, che permette al guidatore di scegliere un doppio set up dello scarico.

“Non regalateci mimose ma lo spray anti violenza”

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Niente mimose, vogliamo il peperoncino. In occasione della Giornata della donna le vigilesse milanesi chiedono all’amministrazione di avere in dotazione lo spray urticante.

Una provocazione, quella dell’8 marzo, che nasce da un problema molto serio. Un clima di violenza crescente, in particolare ai danni delle donne in divisa. Sono in continuo aumento, infatti, le aggressioni contro i vigili, un terzo delle quali sono rivolte contro le donne. Ammontano a 213 gli agenti infortunati nel 2012 per colluttazioni, di cui 36 sono vigilesse. Il motivo: le donne rappresentano il 40% degli agenti e chiaramente hanno una forza fisica inferiore. «La città è cambiata e si respira un clima di violenza sempre maggiore – racconta Paola Cassani, delegata Sulpm -. E noi abbiamo paura. Lavoriamo con l’ansia che possa succedere qualcosa, anche perchè capita spesso di lavorare da sole. Come facciamo a intervenire e a proteggere i cittadini, se noi per prime ci sentiamo insicure?».

Prima dell’introduzione del distanziatore (il manganello) ammontavano a 240. Lo spray al peperoncino è un ottimo strumento per stroncare sul nascere le aggressioni, tutelando gli agenti, senza ferire l’aggressore. Venne dato in dotazione nel 2003 a una cinquantina di ghisa in via sperimentale, poi non se ne parlò più. Tra i vigili, s’intende. Perché sono attualmente dotati di spray al peperoncino – la sperimentazione è partita il 10 febbraio – i colleghi della polizia e dei carabinieri. «In tante situazioni lo spray urticante si è rivelato utile – spiega Daniele Vincini, segretario regionale Sulpm – anno scorso all’Arco della Pace una mega rissa venne sedata con lo spray. Sarebbe utilissimo nelle notti d’estate alle colonne di San Lorenzo: quando siamo noi agenti contro tutti, e molti dei frequentatori sono ubriachi o molesti, per noi è pericoloso anche perché dobbiamo operare disarmati. Possiamo usare caschi e scudi solo durante gli sgomberi. L’unica difesa che ci rimane è lo spray». Il risultato? I vigili ormai non ne fanno più a meno, e se lo comprano da sè. Rischiano di ricevere un rapporto disciplinare perché la bomboletta non è in dotazione, ma è necessaria. Un flaconcino da 20 ml – che si può utilizzare una o due volte – costa 20 euro, ed è facilmente reperibile, si trova in armeria o dal ferramenta. Molteplici di vantaggi: lo spray, infatti, evita il contatto, quindi le colluttazioni, parifica le forze tra uomo e donna, ferma l’aggressore stroncando sul nascere ogni violenza e funge da deterrente. Per non parlare della sensazione di sicurezza che dà agli agenti.

«La situazione in città sta degenerando – spiega ancora Vincini – e nel 98% dei casi gli aggressori sono uomini. Sempre più spesso le vigilesse vengono oltraggiate, minacciate, apostrofate. Basta una multa per far scattare una reazione violenta, così alcuni extracomunitari, in particolare maghrebini, non accettano di prendere ordini da una donna». Non è la prima volta che il sindacato di piazza Beccaria chiede in dotazione lo spray, «finora senza ottenere alcun risultato». «La sicurezza un diritto di tutti i lavoratori, ma oggi vogliamo partire dalla donne – scrivono le delegate e le iscritte al Sulpm nel comunicato -. Una politica che non sposa la tutela dei propri agenti e in particolare delle donne in divisa come valore fondante delle proprie scelte, come può pensare di tutelare i propri cittadini? Proprio questa amministrazione che ha fatto della tutela delle fasce deboli il proprio cavallo di battaglia! Basta con questa miopia che è solo ideologica perché non vuole certi strumenti, che sono di tutela, e non di aggressione».

Ferrari California T

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La Ferrari California T è finalmente realtà. Presente al Salone di Ginevra 2014, con il ritorno dei motori turbo in Formula 1, la Casa del Cavallino Rampante ha deciso di dotare la nuova Ferrari California T di un nuovo motore V8 turbo di 3.855 cc, una cilindrata che ci conferma come il propulsore non sia lo stesso utilizzato dalla Maserati Quattroporte, ma un’unità inedita capace di 560 CV e 755 Nm di coppia massima. Grazie a questi valori, la Ferrari California T raggiunge i 316 km/h di velocità massima e scatta da 0 a 100 km/h in soli 3,6 secondi. I consumi dichiarati dalla Casa di Maranello scendono invece del 15% rispetto al passato. Viene anche confermato il tetto rigido che in soli 14 secondi trasforma la Ferrari California T da aggressiva coupè ad elegante spider.

Le dimensioni e l’impostazione 2+ della precedente Ferrari California vengono mantenute anche sulla T, mentre a cambiare è lo stile, con il design che è stato aggoirnato dal Centro Stile Ferrari in collaborazione con Pininfarina. Il risultato è un frontale più pulito dotato di griglia e prese d’aria maggiorate ed un diffusore posteriore a tre vie che migliora l’aerodinamica della vettura. Anche gli interni sono stati rinnovati dai tecnici di Maranello. Spicca la plancia ridisegnata che si racconda in maniera sicuramente più fluida alle portiere ed alla console centrale.

C’è poi l’inedito Turbo Performance Engineer (TPE), un congegno posto al centro della plancia che indica al pilota la maniera ottimale con cui sfruttare il propulsore V8 turbo di nuova concezione. Fa il suo esordio anche lo schermo touch da 6,5″. Inizialmente la Ferrari California T sarà disponibile nei colori rosso California e blu California. Per ottenere la sonorità di scarico adatta ad una Ferrari, la California T è dotata di albero piatto e scarico trifuso, elementi che a detta dei tecnici creano un effetto “mai ottenuto prima da un turbo”.

Sono stati aggiornati anche il controllo di trazione F1-Trac e l’impianto frenante carbo-ceramico CCM3.

Lombardia, spese pazze: 65 verso processo. Anche Renzo Bossi e Nicole Minetti

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55 ex consiglieri, 9 ex assessori, un collaboratore: 65 persone accusate, a vario titolo, di peculato e truffa aggravata, e che ora rischiano di andare a processo per le spese pazze e rimborsi in Regione Lombardia. Soldi pubblici spesi illecitamente che ammontano, secondo l’inchiesta, a 3,4 milioni di euro. Fra le persone coinvolte ci sono anche Renzo Bossi, detto ‘il Trota’, figlio dell’ex segretario della Lega Umberto, e Nicole Minetti, l’ex consigliere regionale PdL condannata a cinque anni di reclusione nel processo ‘Ruby bis’. A quest’ultima vengono contestati gli acquisti di vari oggi, diversi coperti al ristorante e l’acquisto del libro “Mignottocrazia”, per un totale di quasi 20 mila euro. 15mila 757,21 euro vengono invece contestati al Trota. Diverse le voci sospette nella sua lista della spesa: caramelle, patatine, focacce, spazzolini, i-Pad e molto atro ancora. Oltre a Bossi e alla ex igienista dentale di Berlusconi, tra le persone finite sotto inchiesta ci sono anche Davide Boni, ex presidente del Consiglio Regionale, Massimo Ponzoni, Franco Nicoli Cristiani, Monica Rizzi, Romano Colozzi, Massimo Buscemi, Stefano Galli e Giulio Boscagli per la maggioranza. Per l’opposizione invece ci sono Chiara Cremonesi, Luca Gaffuri, Carlo Spreafico ed Elisabetta Fatuzzo.
“E’ una rapina ai lombardi quella che emerge dai risultati dell’indagine su ex consiglieri e assessori che hanno fatto man bassa di risorse pubbliche non giustificate”, scrive in una nota Paola Macchi, portavoce del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale. Macchi sostiene che “per spendere illecitamente oltre 3 milioni di euro ci vuole un certo impegno e altrettanta dedizione”, mentre per i grillini “la politica si può fare meglio e con meno risorse e su questo stiamo dando il buon esempio. Abbiamo rifiutato oltre 2 milioni di euro di contributi elettorali e restituiremo l’extrastipendio: attendiamo che la casta restituisca ai cittadini il bottino di anni di illeciti”.

 

Bolzano vince la battaglia contro le slot. “Eliminate per proteggere i più deboli”

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Le ultime cinque macchinette se ne stanno sole e nell’angolo, condannate a esalare le vincite finali. Quattordici mesi a fregarsene dei ricorsi e il comune di Bolzano ha vinto la sua battaglia. Nel dicembre del 2012 la giunta guidata da Luigi Spagnolli, tra le proteste dei commercianti, ha approvato un’ordinanza contro la proliferazione del gioco d’azzardo nei bar della città. Oggi nei locali rimangono una manciata appena di slot machine. A breve, sostiene la polizia municipale, spariranno anche queste. Ai commercianti rimangono i contenziosi davanti al Tar, oppure al giudice di pace. Una strada che in questi mesi è stata battuta più volte, ma che si è rivelata senza sbocchi.

“Non abbiamo fatto altro che applicare una legge provinciale – spiega l’assessore alle politiche sociali Mauro Randi­ – Non siamo contro il gioco e sappiamo bene che chi vuole rovinarsi ha, purtroppo, altri modi per farlo. Ma nel nostro agire dobbiamo tutelare le fasce più deboli della popolazione, quelle più a rischio. Ed è quello che abbiamo fatto”. La provincia autonoma di Bolzano aveva approvato un provvedimento che impone la rimozione delle macchinette mangiasoldi dai locali pubblici che distano meno di 300 metri da un luogo sensibile, scuole e centri di aggregazione. In una città da oltre 100 mila abitanti gli esercizi sono 250, 214 dei quali guadagnavano grazie all’azzardo legalizzato. Lo scorso novembre ancora 86 avevano le slot. Ora si va verso quota zero.

Poco più di un anno fa l’amministrazione comunale ha inviato a tutti i gestori una lettera per spiegare che, in conformità con la nuova norma, bisognava levare le macchinette. Il resto spettava ai vigili, che sarebbero andati in giro a verificare e avrebbero provveduto a multare chi non si adeguava. Erano avvertiti. “Abbiamo avvisato tutti che avremmo fatto sul serio e siamo partiti con i controlli a tappeto -­ racconta Randi ­- Qualcuno ha acconsentito subito, anzi ci ha dato ragione perché si era reso conto che molti suoi clienti erano entrati in brutto giro. Altri hanno accolto la nostra iniziativa a malincuore: per molti gestori le slot rappresentano una voce di entrata significativa, magari con quei soldi pagano l’affitto. Altri, infine, non ci volevano stare e allora sono stati multati”.

C’è chi ha pagato una sanzione da 184 euro, chi ne ha collezionate fino a dieci, per un totale di 60 mila euro di incassi per il Comune (i dati sono della polizia municipale). I più irriducibili sono ricorsi al Tar, che però ha sempre dato ragione all’amministrazione locale. “Abbiamo subito delle class action portate avanti da gruppi di gestori che si sono associati. Credo che dietro queste campagne ci fossero gruppi di interesse nazionale, lobby dell’azzardo preoccupate”. A preoccupare i politici locali erano invece i dati in arrivo dal Sert di Bolzano: se nel 2010 appena 40 persone si erano rivolte al servizio ammettendo di essere ludopatici, due anni dopo erano già 90. E ci sono tutti i motivi di ritenere che i giocatori compulsivi siano molti di più perché “il riconoscimento della patologia è un processo che può durare anni”. “Attorno a questi cittadini c’è il disastro -­ commenta l’assessore ai servizi sociali -­. Nei guai finiscono anche la famiglia e gli amici: è una situazione che coinvolge tutti. Ma non ci sono solo le slot: sa quante persone vedo con le mani indorate dalla polvere del gratta e vinci? Spesso sono donne e in questo caso non c’è neanche il freno dello stigma della comunità”.

L’ordinanza di Bolzano riguarda solo i bar, che aprono grazie alle concessioni dell’ente locale. Ma ad esempio nei tabacchini, di competenza statale, si continua a giocare. “Noi facciamo quello che possiamo e ci spiace se i commercianti si sentono discriminati. Abbiamo fatto un’operazione di riduzione del rischio“, osserva Randi. Stesso discorso per le sale giochi, che in città continuano a aprire. Ora sono 21 ed è facile ipotizzare che abbiamo guadagnato da questa situazione. Secondo un’indagine del mensile Wired, Bolzano è la quarta città in Italia per numero di mini­ casinò dopo Trento, Piacenza e Terni. Anche gli altri comuni della provincia si sono mossi. Multe sono fioccate a Merano e Bressanone, mentre nelle realtà più piccole “la situazione è affrontata in modo diverso perché il controllo sociale segue altre regole”. “Di questi tempi abbiamo tutti bisogno di portare a casa soldi -­ conclude Randi ­- La provincia di Bolzano garantisce ogni mese sessanta milioni di euro ai Monopoli, nel complesso sono miliardi che entrano in cassa ogni anno. Ma non è questo il calcolo che va fatto: quegli euro finiscono lì e non nei consumi, non aiutano l’economia del territorio. Non fanno scattare il circolo virtuoso che è necessario per ripartire. Lo Stato, oggi, questi aspetti non li valuta. Un buon amministratore sì”.

L’abuso di diritto va ko

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Stop all’abuso del diritto. La riqualificazione in cessione d’azienda della sequenza negoziale che prevede il conferimento d’azienda in una società e, contestualmente, la cessione delle relative quote sociali a un terzo, non può mai essere invocata quando il trasferimento azionario non interessa l’intero capitale sociale della conferitaria, ma solo una parte dello stesso.
Ad affermarlo, la Ctr di Milano nella sentenza n.519/36/2014 dello scorso 29 gennaio che, così facendo, prende posizione in merito ad un argomento dibattuto nella giurisprudenza e nella dottrina tributaria. Il caso riguarda una riqualificazione di atti negoziali, ritenuti elusivi, operata ai sensi dell’art. 20 del dpr 131/86 (Testo unico dell’imposta di registro). La norma prevede che gli atti portati a registrazione dai contribuenti vadano interpretati e tassati secondo il significato intrinseco degli stessi, al di là della forma giuridica scelta.

Oscar, Jared Leto ricorda l’Ucraina: la tv russa lo censura

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“Tutti i sognatori nel mondo, a tutte le persone che stanno guardando questa cerimonia nel mondo, in particolare dall’ Ucraina e dal Venezuela. Vi voglio dire che sosteniamo la vostra lotta per rendere possibile l’impossibile. Pensiamo a voi stanotte”. Queste parole le ha pronunciate dal palco della cerimonia degli Oscar Jared Leto, l’attore che ha vinto la statuetta come miglior attore non protagonista in Dallas Buyers Club.
Ma queste parole, i telespettatori russi, non le hanno ascoltate. Merito di una “forbice” della tv di Stato Pervi Kanal, Primo Canale, che non ha voluto trasmettere in diretta la cerimonia. La mossa del canale però non è passata inosservata e i siti di tutto il mondo ne hanno parlato.