29 Settembre 2024, domenica
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Roma, feste nudiste a bordo piscina al circolo sportivo dei vigili urbani

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Buffet e party a bordo piscina di notte, tutti nudi, al circolo sportivo dei vigili urbani di Roma Mario Tobia, sul Lungotevere Dante. A riferire delle feste è Flaminia Savelli su Repubblica, che cita anche un video apparso su YouTube. Scrive Savelli:
La grande estate al circolo sportivo dei vigili urbani Mario Tobia era ricca di alcol, porchetta, ghiaccioli, musica e balli. Feste con tuffi e giochi nella bella piscina del circolo, il feudo di Angelo Giuliani, ex comandante dei pizzardoni romani ora agli arresti domiciliari e di sua moglie, la zarina Angela Cantelli, ex nuotatrice e segretaria generale del circolo.
Quelle feste, però, avrebbero infastidito i residenti della zona, che hanno segnalato proprio ai vigili urbani prima e poi ai carabinieri la musica ad alto volume che veniva dal centro.
E tra giugno e luglio almeno due sono stati i party, organizzati e gestiti da associazioni esterne e pubblicizzati sul web con foto e video dai titoli accattivanti: “Giochi senza frontiere” e “Tutti i nudi in crociera”. Notti calde e senza fine che hanno avuto un discreto successo con 1500 giovanissimi che si sono scatenati a suon di musica techno, commerciale e anni ’90 e che hanno concluso la serata intorno alle 3 del mattino con il consueto tuffo. (…) Immagini da movida andate in scena nel circolo del gruppo sportivo della polizia Municipale affittato per gli eventi. Del resto nella presentazione del circolo Tobia si legge che la struttura «mette a disposizione per l’affitto di soci e utenza esterna la sala convegni o feste, l’area giardino, frigoriferi e barbecue adatta per ogni tipo di festa». Ma sempre nella presentazione viene ribadito che l’associazione Sportiva dei vigili è «senza finalità di lucro che ha per scopo la promozione della pratica sportiva». E in effetti, l’affitto del circolo è a prezzi assai modici, appena 150euro per gli spazi interni e circa 300euro lo spazio a bordo piscina. Ma le serate avrebbero fruttato molti più soldi. Sugli inviti di una delle feste organizzate l’estate scorsa si legge: «Non serve l’abito serve solo un costume fino a notte fonda» e ancora: «sono ammesse in piscina: ciambelle, braccioli, coccodrilli, materassini, canotti, salvagente, superliquidator, pistole ad acqua, palloni gonfiati non palestrati. Sarà la vostra fantasia ad abbattere ogni limite». E poi viene specificato: «ingresso 10 euro e cocktail, bar prezzi popolari gusti imperiali con bevande a 7 euro».
L’organizzatore di una delle feste si difende:
«Abbiamo firmato un regolare contratto d’affitto e pagato quanto stabilito a fine serata. Era tutto regolare e una volta terminato l’evento abbiamo ripulito e riconsegnato gli spazi». Ma non marcarono le proteste per i troppi decibel. «Abbiamo avuto dei problemi – ricorda ancora l’organizzatore – perché i residenti chiamarono vigili e carabinieri per la musica alta e quindi abbiamo deciso di non organizzare più lì». E infatti le prime segnalazione partirono dai residenti svegliati dalla musica e dal caos. La prima richiesta di intervento arrivo all’alba del 28 giugno. Sul posto giunse una pattuglia dei vigili urbani che verificò le condizioni e i permessi per la somministrazione degli alcolici. E gli agenti si annotarono generalità degli organizzatori per effettuare, la mattina successiva, ulteriori controlli. Controlli che però non sarebbero mai stati effettuati. Ancora, il 5 luglio: sul posto intervennero i carabinieri. In questa seconda circostanza furono fatti maggiori controlli, tanto che molti ragazzi, preoccupati dalla presenza dei militari, preferirono rivestirsi e andare via dalla festa.

Liz Wahl, reporter di Russia Today si dimette in diretta

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Liz Wahl, giornalista americana di Russia Today, si è dimessa in diretta la sera del 5 marzo. Durante la trasmissione la reporter ha rassegnato le dimissioni per protestare contro la politica di Mosca in Ucraina. Il canale per cui lavora la donna, Rt America, è infatti finanziato dalla Russia e la giornalista ha spiegato di non poter “lavorare per un canale finanziato dal governo russo e che assolve le azioni di Vladimir Putin“.
La Wahl ha dichiarato in diretta:
“Sono orgogliosa di essere americana e credo nella diffusione della verità: è per questo che dopo la trasmissione mi dimetterò”.

Brasile, mondiali. Valzer delle cifre, ultime previsioni 8 miliardi di euro

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Mentre il Brasile sta ancora cercando di smaltire la sbornia del Carnevale,  con l’ultimo conto alla rovescia verso i Mondiali di calcio scattato lunedi  (meno cento giorni esatti al 12 giugno) nel Paese sudamericano è ripreso anche il valzer delle cifre sui costi effettivi della Coppa. In base alle ultime previsioni, si spenderanno almeno 26 miliardi di reais (circa 8 miliardi di euro), molto più di quanto gli organizzatori dicevano all’inizio.

E una grande parte della cifra complessiva – sottolineano i media locali – verrà dalle casse statali, invece che da investimenti privati (solo 3,7 miliardi di reais del totale, poco più di un miliardo di euro). Ovvero  esattamente una delle ragioni principali che ha scatenato le proteste popolari, fin dallo scorso giugno, contro la realizzazione del torneo iridato. Nel 2007 – ricordano alcuni organi di stampa – l’allora ministro dello Sport, Orlando Silva, aveva garantito che non sarebbe stato speso ”nemmeno un centesimo di denaro pubblico” e che alla costruzione degli stadi avrebbero provveduto ”soldi dei privati”. La realtà ha dimostrato che solo tre dei dodici impianti sede delle partite sono di origine non pubblica.

”E’ denaro prestato dal Bndes (istituto di credito pubblico legato al governo) e che quindi tornerà alla banca per continuare a incentivare lo sviluppo del Brasile”, ha giustificato l’attuale ministro dello Sport, Aldo Rebelo. ”La Coppa del mondo non crea problemi, aiuta a risolverli”, ha aggiunto, ribattendo le critiche con fermezza. Sulla difensiva si è collocato anche Ronaldo, l’ex Fenomeno oggi membro del Comitato organizzatore locale (Col) dei Mondiali. ”Ritengo ingiusto non considerare quanto gli investimenti fatti per la Coppa trarranno benefici al nostro Paese e alle 12 città sede”, ha dichiarato al quotidiano ‘Folha de S.Paulo’.
Eppure, nonostante le rassicurazioni, la maggioranza dei brasiliani sembra aver perso l’entusiasmo per la scelta di ospitare l’evento sportivo: secondo l’ultimo sondaggio di ‘Datafolha’, oggi solo il 52% è a favore; alla fine del 2008 era il 78%, dopo essere caduto al 65% già lo scorso giugno, nel culmine delle oceaniche manifestazioni di piazza che ci sono state in occasione della Confederations Cup.

Avastin, Lucentis e la maculopatia: “Corsa alla cecità, io l’ho avuta”

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La maculopatia porta alla cecità e velocemente. Questo lo sa bene Lucia Tironi, che su Repubblica racconta la sua storia. Lucia ha scoperto di avere la maculopatia a 40 anni, nonostante si tratti di una patologia tipicamente senile. Stava velocemente perdendo la vista dall’occhio sinistro e la cura con Avastin l’ha salvata. Lei è una dei pochi che ha potuto scegliere di essere curata con il farmaco meno costoso di Roche, piuttosto che col Lucentis di Novartis, raccomandato ma proibitivo per ospedali e pazienti coi conti in rosso.

“fino a Pasqua del 2010 non sapevo nemmeno cosa fosse: la maculopatia. Fino ad allora i miei problemi con la vista erano stati soltanto quelli “canonici” di una miopia, per quanto piuttosto elevata. La maculopatia non è una patologia che affligge soltanto in età senile, a me infatti è capitata a 40 anni, anche se sono gli anziani, effettivamente, i più colpiti (uno su tre dopo i 75 anni). Nel mio caso si è trattato di una maculopatia del tipo più aggressivo, “umida” in gergo medico, dovuta a una degenerazione miopica”.

Ormai praticamente cieca dall’occhio sinistro, i medici del Pronto soccorso Oftalmologico dell’Ospedale Fatebenefratelli le spiegano che era necessario intervenire subito:

“I medici del Fatebenefratelli mi spiegarono che da una manciata di anni esisteva una cura con un’iniezione intraoculare a base di due farmaci: il Lucentis, specifico per l’occhio e, mi venne detto più efficace e sicuro, e l’Avastin, farmaco nato per curare il tumore al colon, che però era off label, privo cioè dell’autorizzazione del Ministero della salute. La differenza tra i due stava anche nei costi decisamente differenti, 50 volte superiori per il Lucentis”.

Poco tempo a disposizione, la Tironi si rivolge al San Raffaele di Milano

“Lì un medico, a cui devo oggi il recupero della vista, mi disse che Avastin e Lucentis erano praticamente equivalenti e che anzi Avastin vantava migliori risultati e riscontri clinici anche perché, inizialmente, per 3-4 anni era stato l’unico ad essere utilizzato per le maculopatie in tutto il mondo. E che oltretutto negli Stati Uniti veniva utilizzato ilsolo Avastin. Disse anche che mi avrebbe operato due giorni dopo in una clinica di Bergamo, convenzionata col Sistema sanitario nazionale. E così feci”.

Poche settimane dall’iniezione e la vista inizia a tornare. Lei ha potuto scegliere Avastin piuttosto che Lucentis, ma non tutti hanno avuto questa fortuna. Anzi molti non hanno potuto accedere né ad una cura, né all’altra:

“Io oltretutto avevo un lavoro e una famiglia alle spalle che potevano sostenermi economicamente. Ma mi sono domandata come facessero gli anziani, i più colpiti da questa malattia invalidante, a sopportare i costi delle iniezioni con il Lucentis, considerato, oltretutto, che nel caso degli anziani quasi sempre sono necessarie più iniezioni, addirittura dieci o più, per sperare di vedere un miglioramento. Negare loro l’Avastin significa condannarli alla cecità, un fatto indegno di un sistema sanitario all’avanguardia come il nostro”.

Una dose di Avastin, della Roche, costa tra i 15 e gli 80 euro. Una dose di Lucentis, della Novartis, oltre 900 euro. Tra storie di cartelli, accuse e smentite a pagare, denaro e salute, è sempre il paziente. Né Lucentis, troppo costoso per gli ospedali dai conti in rosso, né Avastin, dichiarato pericoloso, è stato usato per curare oltre 100mila pazienti lasciati a sé stessi.
Entrambi curano gli occhi, nonostante si basino su un differente principio attivo. Solo che il primo e più economico Avastin, come si spiegava già nel 2011 è off-label, cioè considerato fuori legge dal Ministero della Salute. Al contrario invece il Lucentis è on-label e passato dal Sistema sanitario nazionale. A tre anni dalla domanda sul perché un farmaco efficace e più economico non fosse preferito dalla sanità pubblica, su cui gravano ingenti conti, la risposta arriva dall’Antitrust: “Novartis e Roche crearono un cartello per favorire la vendita del farmaco più costoso”.

La multa per le due case farmaceutiche è complessivamente di oltre 180 milioni di euro, rispettivamente 92 milioni di euro per Novartis e 90,5 milioni di euro per Roche. La sanzione è arrivata, nonostante le due case farmaceutiche abbiano negato ogni accusa e abbiano dichiarato di essere pronte a ricorrere al Tar contro la pesante sanzione. Una linea difensiva semplice la loro: “Avastin non è sicuro, Lucentis invece sì”. Roche e Novartis negano dunque che dietro alla vendita di Lucentis ci sia un cartello, ma il mero interesse per la salute dei pazienti.
Ma già nell’aprile 2011 il National Eye Institute segnalava che entrambi i farmaci erano più che adatti e sicuri per la cura di patologie quali la degenerazione maculare senile, la retinopatia diabetica e le malattie vascolari dell’occhio. Tutte patologie che nascono dall’allungamento della vita media e che, colpendo la vista, sono irrimediabilmente invalidanti.
Ad oggi per usare bil Sistema sanitario nazionale ha speso 45 milioni di euro. Una spesa ingente, tanto che secondo la stima della Società oftalmologica italiana, Soi, oltre 100mila pazienti non hanno potuto avere l’accesso alle cure. Con i conti della sanità regionale in rosso, gli ospedali che chiudono e quelli aperti che fanno i conti con pesanti tagli e spending review, anche l’uso del “più sicuro” Lucentis diventa un privilegio e la cura non viene garantita a tutti.
Cure mancate e coste esorbitanti. Multe pesanti dall’Antitrust. Accuse di corruzione e truffa aggravata partite da parte della Procura di Torino nei confronti delle due case farmaceutiche. Smentite e linee difensive, da parte di Novartis e Roche, che sostengono la non sicurezza di Avastin e l’assenza di un cartello.
Nella vicenda di cronaca e interessi tra casse della Sanità e le grandi compagnie farmaceutiche, chi rimane in difficoltà resta solo il paziente. E se l’economico Avastin, all’estero definito sicuro ed efficace, rimane nelle segrete della Roche, chi ne fa le spese sono solo i malati a cui non è stato garantito né un farmaco (economico), né l’alternativa ben più costosa, troppo per le casse vuote delle strutture ospedaliere.

M5S, Grillo ne caccia altri 5: Bencini, Bignami, Casaletto, Mossini, Romani

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Altri 5 nomi fuori dal Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo parla chiaro, via blog:
“Si sono isolati e non possono continuare ad essere rappresentanti ufficiali nelle istituzioni. Bencini, Bignami, Casaletto, Mossini e Romani, sono fuori dal M5s”.

Il gruppo dei grillini al Senato formalizza l’uscita dei cinque senatori.

Sono i cinque che la settimana scorsa, quella delle espulsioni dei 4 dissidenti votate via web, hanno annunciato le loro dimissioni dal Senato. Secondo il regolamento sarà il Senato ad accettare o meno le dimissioni tramite una votazione, ma nel frattempo il gruppo M5S decide di mandarli via dal Movimento.

Sono Maurizio Romani, Alessandra Bencini, Maria Mussini, Monica Casaletto, Laura Bignami.

Il capogruppo Maurizio Santangelo precisa che non è necessaria la procedura formale di espulsione perché i 5, non avendo fatto marcia indietro, sono automaticamente usciti dal M5S:

“Non c’è bisogno di avviare nessuna procedura di espulsione. I 5 sono fuori automaticamente dal gruppo dal momento che hanno presentato le dimissioni. Abbiamo tentato in tutti i modi di ricucire, le dimissioni potevano essere revocate ma invece sono state confermate – spiega Santangelo – La riunione dei senatori delle 17 serve alla “riorganizzazione del gruppo, che è ridimensionato, anche in relazione alle commissioni”.

Questi nomi si potrebbero quindi aggiungere ai quattro già espulsi il 26 febbraio: Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino. 

Al Senato bastano 10 nomi per costituire un gruppo autonomo, cosa che potrebbe presto accadere con tutti i nomi degli ex M5S.

“La Grande Certezza”, Antonio Decaro candidato sindaco a Bari

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La Grande Certezza“, recita la foto che fa il verso alla locandina del film premio Oscar di Paolo Sorrentino. Sfondo rosso e Antonio Decaro vestito di bianco. Così viene rappresentato il candidato sindaco del Pd a Bari. La foto non ha avuto però l’effetto sperato. Un occasione per scherzare, ha scrittoDecaro, ma tra gli utenti c’è chi incalza: “Io non mi diverto affatto”.

Su Facebook Decaro aveva commentato la foto:

“Quando dico che in campagna elettorale bisogna prima di tutto divertirsi, i miei collaboratori mi prendono troppo alla lettera. E comunque l’abito bianco mi dona, non trovate?”.

Non tutti però hanno apprezzato. Così c’è chi rimprovera:

“Io non mi diverto affatto…sono troppi anni che non riesco ad essere abbastanza sereno in questa città per potermi anche divertire….fai il serio, tu stai così bene che pensi pure a divertirti per una cosa così seria ( che nemmeno volevi fare e ti ci hanno costretto), molti di noi cittadini tutto questo umorismo non c’è l’hanno. Se fai ste coglionate non credo ti voterò…. Che pagliacciata! ..a proposito del poster..l’abito bianco non è per te”.

C’è chi invece lo ammonisce:

“Peccato che i cittadini baresi, in questo momento, abbiano molto di che piangere e in buona parte a causa di come sono stati amministrati nell’ultimo decennio”.

E chi rincara la dose:

“Mi dispiace dovertelo dire ma questa cavolata la potevi evitare!”.

Renzi, rischio manovra ad aprile: spread basso e sblocco crediti per evitarla

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Renzi, rischio manovra ad aprile: spread basso e sblocco crediti per evitarla. Lo “squilibrio eccessivo”, troppo debito e poca crescita, va sanato da subito, entro aprile, ordina la Commissione Europea prima di avviare una procedura d’infrazione ufficiale: ma se la coppia Renzi-Padoan sa e vuole agire con rapidità, non è detto che al prossimo esame di aprile non dovrà presentarsi con una nuova manovra finanziaria (nella mattinata di oggi è arrivata la nota di Palazzo Chigi che smentisce manovre correttive).
I numeri di Letta. La manovra è un rischio per il nuovo esecutivo, sebbene il duro monito europeo non sia stato accolto proprio come una sorpresa: i conti lasciati in eredità erano stati esaminati già in questi giorni (“Sapevamo che i numeri non erano quelli che diceva Letta“, avrebbe detto Matteo Renzi secondo La Stampa), ma sarebbe inutile per il Governo far polemica con i predecessori, meglio correre sulle riforme e puntare su alcune buone notizie che pure ci sono (lo spread basso, i mercati non hanno fatto una piega sulla bocciatura Ue).

I prossimi esami. Lunedì prossimo Padoan è atteso a Bruxelles per il suo esordio all’Eurogruppo: lì dovrà presentarsi con il piano economico che soddisfi le attese europee (“5 mld dalla spending review, rientro capitali, misure transitorie in attesa dei tagli spesa a regime”). Il 17 marzo l’esame lo sosterrà Renzi con la visita programmata a Berlino: ad Angela Merkel dovrà dimostrare che le prime ambiziose misure siano state varate. Correre dunque: è per questo che il 12, mercoledì prossimo, il Consiglio dei Ministri dovrà adottare senza esitazioni il pacchetto annunciato su jobs act, scuola e piano casa. Il monito chiede rigore ma esige anche crescita (senza la quale la corsa del debito è inarrestabile), per questo nessuno denuncia intromissioni o invasioni di campo europee (Padoan giudica severo il monito “ma va nella nostra direzione”). Come finanziare le misure, però, visto che la spesa pubblica non va incrementata?
Sblocco dei 60 mld. di debito della Pubblica Amministrazione. Sarebbe uno shock benefico per le imprese. Letta ne aveva sbloccati 22 di miliardi, Renzi si propone di sbloccarne altri 27, ma bisogna prima sveltire le procedure finanziarie per renderli disponibili: lo Stato riconoscerà il credito di un’impresa rendendolo esigibile in banca, attraverso un meccanismo di garanzia che consenta alle banche l’erogazione corrispondente. A fronte di importi di una certa entità accumulati, si procederà alla cartolarizzazione dei debiti con l’emissione di obbligazioni specifiche prese in carico d Cassa Depositi e Prestiti.
2 miliardi per l’edilizia scolastica. Servirà sveltire le procedure per l’assegnazione delle risorse. Il Decreto del Fare stanziava 150 milioni per la manutenzione ordinaria e straordinaria, solo 35 milioni sono stati aggiudicati per 207 interventi rispetto ai 692 ammessi al finanziamento.
10 mld: tutto per tagliare l’Irap, o tutto per tagliare l’Irpef. La riduzione del cuneo fiscale da 10 mld, secondo Padoan, va fatta concentrando lo sforzo su un unico obiettivo: o l’Irap o l’Irpef.
Spread a 177 punti, sotto le aspettative. I bassi rendimenti dei titoli, la diminuzione dello spread con il bund tedesco, sono una tendenza migliore del previsto. C’entrano la crescita cinese, la massa di liquidità iniettata da Fed e Bce, c’entra la propensione in quest fase ad investire in titoli (come quello italiano) non rischiosi ma un po’ più remunerativi per esempio del bund: fatto sta che se i tassi restassero su questi livelli, potremmo risparmiare più di 15 miliardi di euro quest’anno a fronte di interessi passivi sul debito pubblico, che si aggirano sugli 80-90 miliardi all’anno. A quota 175 di spread Letta contava di arrivarci nel 2015.

Angela Cucinotta preside di Forza Italia, bimbi cantanti e Renzi Zio d’America

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Angela Cucinotta preside di Forza Italia, bimbi cantanti e Renzi Zio d’America. Succede che nelle sue ormai rituali visite alle scolaresche d’Italia, Matteo Renzi venga omaggiato da bambini giubilanti. E’ successo, alla scuola di Siracusa visitata ieri, che il gran cerimoniere della festa di benvenuto con tanto di “clap & jump” interpretato dai piccoli studenti, era la preside Angela Cucinotta, che le cronache locali descrivono come accanita sostenitrice di Forza Italia.
Per Francesco Merlo, scoprire che l’imbarazzante claque a Renzi è stata istruita da una militante di Berlusconi conferma l’atavica propensione meridionale a salutare come un messia qualsiasi “uomo potente che viene da fuori”, piuttosto che ricordare, come invece ha denunciato Grillo, “gli incontri di Mussolini con i Figli della Lupa” (ma i suoi manifestavano con Forza Nuova, gli ha risposto il premier).

Non solo Cucinotta (che si difende, “Non faccio politica”), anche la sua vice Katya De Marco milita in Forza Italia. Non è dato sapere invece come sia collocato il professor Paolo Genovesi, il docente di musica che materialmente ha adattato in italiano le parole del blues/filastrocca, il “clap & jump” intonato dai bambini.
Certo, anche non facendo riferimento all’uso strumentale dei bambini a fini politici in puro stile regime totalitario, resta l’imbarazzo nel vedere un presidente del Consiglio “ubriaco di lusinghe” (sempre Merlo). Ma appunto, la ragione non dipende dalla pretesa di una maggior virtù delle lusinghe “democratiche”, quanto da questa disposizione servile a sdraiarsi davanti al potente di turno, purché venga da fuori. Merlo ci vede
la tristezza infinita di un Meridione che è ancora e sempre lo scenario naturale dello “zio d’America”, e mi sono ricordato che Silvio Berlusconi a Lampedusa fu accolto come un messia, come un conquistador.

Comuni Campania, prorogato il bando per finanziamenti alle biblioteche, annualità 2014

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Con decreto dirigenziale n. 193 del 17 febbraio 2014 Regione Campania allungato i termini di presentazione delle domande per il bando finalizzato l’assegnazione di contributi e sostegni finanziari alle biblioteche di enti locali e di interesse locale.
Possono presentare istanza di contributo le biblioteche di ente locale e di interesse locale, gli istituti che conducono attività sinergiche con le biblioteche espressione di enti pubblici, associazioni, fondazioni, istituzioni culturali, scuole, università, enti religiosi, ad esclusione delle persone fisiche e delle persone giuridiche con finalità di lucro, purchè in possesso di adeguata esperienza ed autorevolezza tecnico-scientifica in materia di formazione bibliotecaria, bibliografica, e biblioteconomica.

Tali soggetti possono chiedere contributo per le seguenti finalità:

Istituzione di biblioteche: si considerano nuove biblioteche quelle costituite da non più di un anno rispetto all’esercizio finanziario corrente, che non abbiano mai beneficiato di precedenti contributi e che siano, alla data di presentazione dell’istanza, già regolarmente funzionanti;
Incremento e miglioramento delle raccolte librarie e documentarie;
Incremento e miglioramento delle dotazioni di arredi e/o attrezzature tecniche;
Catalogazione di fondi bibliografici moderni e pubblicazione di cataloghi a stampa per fondi antichi, di pregio o di particolare interesse culturale;
Attività di qualificazione ed aggiornamento degli addetti alle biblioteche.
Possono, invece, richiedere sostegno finanziario per le seguenti finalità:

Interventi di tutela del patrimonio bibliografico antico e di pregio;
Promozione e valorizzazione dei patrimoni bibliografici antichi e di pregio;
Catalogazione informatizzata di fondi antichi;
Progetti di digitalizzazione del materiale librario antico.
Le istanze per tutte le finalità vanno presentate entro il termine perentorio del 10 aprile 2014.
L’importo dei singoli contributi può raggiungere € 10.000 e comunque non può essere superiore al 50% della somma richiesta.

 

La mascotte di Expo battezzata “Foody”

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La principale delle 12 mascotte di Expo 2015 realizzate insieme a Disney si chiama “Foody”. Lo hanno deciso i bambini che hanno partecipato a un concorso online indetto dalla società Expo 2015. Il personaggio, ispirato a una composizione di frutta e verdura del pittore rinascimentale Arcimboldo, avrà 11 “fratelli” minori, ciascuno abbinato a un frutto o un ortaggio.