29 Settembre 2024, domenica
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Banca Etruria: il ticket si paga online

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Pagare il ticket sanitario da casa. Dopo una sperimentazione, Banca Etruria in collaborazione con la ASL 8 di Arezzo, consentirà il pagamento di ticket CUP e Pronto Soccorso tramite home banking grazie al servizio CBILL di Consorzio CBI.

Le prestazioni della ASL di Arezzo saranno le prime a essere pagate via web tramite l’internet banking Virty. «Abbiamo deciso di essere pionieri in questa iniziativa promossa dal Consorzio CBI – dichiara Luca Bronchi, Direttore Generale di Banca Etruria – mettendo a servizio della ASL 8 di Arezzo le competenze di Banca Etruria e della nostra controllata Etruria Informatica per costruire una tipologia di offerta d’interesse sia dell’azienda sanitaria, sia dei nostri clienti retail. I nostri utenti Virty potranno pagare direttamente online i ticket CUP e Pronto Soccorso».

Per la realizzazione del progetto Banca Etruria si è avvalsa di Cedacri, che ha svolto la funzione di abilitatore tecnico occupandosi di tutti gli aspetti di integrazione tecnologica, coprendo il suo ruolo di outsourcer specializzato nella gestione dei sistemi informativi bancari. L’ABI sta promuovendo il progetto per allargarlo a tutte le Amministrazioni centrali e locali o anche alle aziende che hanno necessità di fatturare tramite bollettini.

Agos Ducato: pagamenti NFC senza telco

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Prende il via nella seconda settimana di marzo la distribuzione a mille clienti Agos Ducato di una scheda micro SD con una carta di credito virtualizzata a bordo, pronta per i pagamenti NFC su circuito Visa PayWave da cellulari Android e iOS (grazie a una cover). Dopo un pilota di pochi mesi, concentrato nell’area di Milano e Monza, è previsto il lancio commerciale della soluzione in tutta Italia. Obiettivo: intercettare i micropagamenti.

MICROSD O COVER IPHONE – Il primo elemento di innovazione è proprio nella scelta di bypassare gli operatori telco e i produttori di smartphone, ospitando l’NFC su una scheda microSD: una opzione che negli ultimi mesi sembrava passata in secondo piano ma che i recenti sviluppi dello scenario dei pagamenti in mobilità ha evidentemente riportato in auge. La microSD è pensata per i cellulari Android, mentre per gli iPhone è prevista la distribuzione di una cover compatibile con i modelli 4/4s/5/5s (non è prevista, al momento, una versione per 5c).

UN PASSCODE DI SICUREZZA – Alla “scheda” si aggiunge una app, scaricabile gratuitamente dagli store ufficiali e dal sito agosducatopay.it dopo la registrazione, il cliente dovrà selezionare il proprio PIN (chiamato “passcode”). Il passcode verrà richiesto sia a ogni attivazione della app sia per autorizzare qualunque transazione superiore ai 25 euro. Un meccanismo di sicurezza previsto da Agos Ducato è il “contatore”: una volta spesi 50 euro in un sol giorno, il contatore si riempie ed è necessario inserire il passcode per autorizzare il pagamento successivo. Il contatore riprende poi da zero: dopo il secondo reset giornaliero, però, sarà comunque necessario inserire il passcode per autorizzare qualunque transazione. Per i pagamenti sopra i 45 euro è poi previsto anche il tradizionale alert via SMS.

AgosDucato NFC passcode

IL CODICE SI DIGITA SUL CELLULARE – E proprio nella digitazione del passcode si rileva un ulteriore elemento di novità. Il cliente di Agos Ducato Pay non si troverà mai a “toccare” il POS dell’esercente: la digitazione del passcode avverrà direttamente sul cellulare, che andrà accostato al POS una seconda volta nel caso sia richiesto l’inserimento del codice personale, ma non sul tastierino del terminale. La app ufficiale di Agos Ducato consentirà divisualizzare le operazioni effettuate con la carta (l’integrazione della funzione di elenco dei movimenti all’interno della app di pagamento è in previsione per il futuro) e di modificare il passcode.

AgosDucato transazioneNFC passcode

OBIETTIVO: MICROPAGAMENTI – La distribuzione partirà da 1.000 clienti, selezionati nell’area di Milano e Monza, che verranno invitati in filiale per ritirare il kit (la microSD o la cover, in base allo smartphone posseduto): la carta di credito, in questa fase iniziale, sarà priva di costi, con un plafond di 1.000 euro a saldo. «Nulla impedisce al cliente di chiederne la trasformazione in revolving – afferma Gabriella Scapicchio, Responsabile Divisione Marketing B2C – anche se l’obiettivo di Agos Ducato è andare a intercettare lemicrotransazioni, ambito in cui a oggi con il prodotto revolving su plastica non siamo presenti. La distribuzione partirà dall’area di Expo 2015, in linea con le iniziative di sistema per l’NFC».

LANCIO COMMERCIALE IN UN PAIO DI MESI – La microSD avrà una capacità di 8GB e due partizioni: una ospiterà il secure element per il pagamento e tutti i dati relativi, l’altra (oltre 7BG di spazio) sarà a disposizione degli utenti Android, tradizionalmente abituati a farne uso come “storage” di file o di app particolarmente pesanti. «Siamo nel business dei pagamenti da anni e siamo in grado di accompagnare il cliente in un percorso verso le tecnologie di nuova generazione, se il sistema va in questa direzione – aggiunge Flavio Salvischiani, Direttore Marketing e Comunicazione di Agos Ducato – e se l’accoglienza dei nostri clienti per la tecnologia NFC sarà analoga a quella ottenuta in altri pilot, passeremo al lancio commerciale entro due-tre mesi. Abbiamo scelto di passare direttamente all’NFC, senza emettere carte contactless, perché gli italiani sono molto più orientati all’uso del cellulare che a quello delle carte: stiamo riflettendo anche sulle possibili strategie legate a un wallet».

CONVERGENZA INARRESTABILE – La “strada nuova” del mobile payment NFC, autonoma da telco e produttori di device, è comunque uno dei molti approcci perseguiti in questo momento. «Il progetto di Agos Ducato ha certamente molte peculiarità rispetto ai piloti realizzati finora in Italia – commenta Davide Steffanini, Country Manager Italia di Visa Europe – e segna un passo importante verso quella convergenza tra carta di pagamento e cellulare che sta gradualmente avvenendo ed è inarrestabile.Come Visa Europe abbiamo avviato diversi progetti in Europa, collaborando con banche e telco: lo scorso anno ci sono state 340 milioni di transazioni contactless su circuito Visa Europe, con un ticket medio di 9,18 euro, rispetto ai circa 100 euro di ticket medio con le carte di credito tradizionali». Gli altri partner dell’iniziativa includono SIA e Oberthur.

Epic, la piattaforma “social” per gli investimenti

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Un “LinkedIn” per farsi finanziare. La startup Epic SIM ha messo a punto una piattaforma digitale (www.epic.it) in cui le PMI possono chiedere finanziamenti a una platea selezionata di investitori, in un ambiente social. Gli investitori hanno la possibilità di valutare le opportunità di investimento grazie alle informazioni reperibili su Epic in un formato standardizzato, provenienti non solo dalle aziende, ma anche da realtà esterne e indipendenti (Cerved, CRIF, Moody’s Analytics, S&P). Le richieste di finanziamento intermediate dalla piattaforma di Epic possono tramutarsi in emissioni di minibond, azioni, obbligazioni convertibili o cambiali finanziarie. Epic si rivolge alle circa 10.000 PMI italiane con un fatturato che oscilla tra i 25 e i 500 milioni di euro.

NETWORK PER GLI INVESTIMENTI – La piattaforma Epic mette in contatto il capitale privato e le PMI in modo diretto evitando intermermediari. Gli investitori, istituzionali e privati, devono dimostrare di essere qualificati ai sensi della direttiva Mifid. Da parte loro, le imprese devono possedere requisiti di solidità; inoltre, per quanto riguarda l’uso dei fondi sono esclusi i settori finanziario, costruzioni/real estate e gaming. Epic lascia autonomia di movimento nella scelta degli investitori ai quali presentare i propri titoli mentre gli investitori possono scegliere quale progetto analizzare, se finanziarlo e con quale importo. Viene a crearsi un vero e proprio network digitale, che rende più fluido e continuo il dialogo tra aziende e investitori e tra gli investitori stessi, creando una community che interagisce in modo social.

LE REGOLE DEL GIOCO – Epic funziona in modo semplice. L’impresa compila un dossier con i dati aziendali rilevanti, il business plan e le caratteristiche del titolo in emissione; la piattaforma arricchisce le informazioni con database esterni e ne invia notifica agli investitori potenzialmente interessati (in base alle loro preferenze). Gli investitori analizzano il dossier e possono dialogare sia con altri investitori sia con l’impresa, inserendo una manifestazione di interesse ad acquistare i titoli, che viene valutata dall’emittente. Questo sceglie a sua discrezione le controparti con cui concludere la trattativa. Il perfezionamento dell’operazione avviene al di fuori della piattaforma, tramite una banca hub di regolamento (BNP Paribas Securities Services) che fa da ponte tra la banca dell’investitore e quella dell’emittente. Con periodicità prestabilita, azienda e investitori entrano in contatto e dialogano o si scambiano informazioni attraverso la piattaforma mentre il monitoraggio dei covenant e la gestione di eventuali casi problematici è affidata a un servicer condiviso (Cerved Credit Management). Con cadenza trimestrale, la banca hub di regolamento fornisce la rivalutazione periodica del titolo.

I nuovi professionisti entrano in banca

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Non ci sono solo esuberi nel futuro del settore bancario. Il susseguirsi di annunci su tagli massicci al personale corre il rischio di dare l’immagine di una industria statica, in declino, che non offre più opportunità professionali. E invece, la ridefinizione del modello di business bancario richiede competenze nuove e crea ruoli inediti per il settore, che hanno incominciato a comparire, spesso in modo non strutturato, nelle aziende più innovative.

«I trend evolutivi che stanno cambiando il mondo bancario avranno un impatto anche sulle risorse umane – spiega Roberta Rachello, Partner di Value Search – e richiederanno di potenziare il personale in determinate aree se non, in alcuni casi, di creare nuovi ruoli per gestire alcune tematiche emergenti».

Un Responsabile per l’innovazione
Un primo ambito è quello dell’innovazione: un termine trasversale all’organizzazione aziendale, che spazia dai prodotti ai processi fino alla tecnologia, in linea con la nuova visione “olistica” della banca. «Bisogna ripensare globalmente alle modalità di interazione con il cliente – commenta Rachello – nell’ottica di una maggiore efficienza ma anche di riconquistare la fiducia del cliente. Nei grandi istituti bancari si sono già individuati dei Responsabili dell’Innovazione nelle varie unità di business, mentre a livello di industry stanno nascendo degli Innovation Center, luoghi dove poter sperimentare la banca del futuro anche andando per tentativi, sperimentando tecnologie e a volte sbagliando, come è normale se si vuole imparare a fare qualcosa di nuovo. Parliamo di un’area che sicuramente porterà a nuovi sviluppi e che in alcune realtà bancarie internazionali viene già guidata da un Chief Innovation Officer. In Italia al momento ci sono più figure di innovazione in aree specifiche o su progetti ben definiti».

Pensare cross-canale
Un altro trend fortissimo, la cross-canalità, ha un impatto sulle risorse umane di tipo strettamente culturale. Si parla di approccio, di una visione che le diverse figure professionali devono sviluppare per andare oltre la divisione in aree aziendali. «La cross-canalità impone di guardare simultaneamente al prodotto, al marketing, all’organizzazione e alla tecnologia – afferma Rachello – con una visione a 360 gradi che è del tutto nuova per molte funzioni aziendali. Noi riteniamo che ci possa essere uno spazio importante per le nuove generazioni: i nativi digitali cresciuti con i nuovi strumenti tecnologici sanno comprendere più rapidamente come coinvolgere il cliente soddisfacendone i bisogni e rendendolo fiducioso nei confronti della banca».

Il valore emotivo del servizio bancario
Una figura specifica, in molte banche, ha da qualche tempo iniziato ad occuparsi della presenza dell’istituto bancario sui social media, unendo esperienze di marketing e di comunicazione. «Ma sta già emergendo una figura più trasversale, il Customer Experience Manager, che monitora il livello di soddisfazione dei clienti instaurando un dialogo costante con i consumatori per raccogliere suggerimenti su prodotti e servizi – spiega Rachello. L’attenzione si sposta dal prodotto in sé al valore che il consumatore attribuisce a quel prodotto, prendendo in considerazione l’impatto emotivo: in settori come il bancario e l’assicurativo c’è maggiore somiglianza tra i prodotti di aziende concorrenti e gli aspetti emotivi e relazionali con il brand della banca contano moltissimo».

Gli scienziati della business intelligence
Entrando in ambito strettamente IT (ma senza dimenticare quella visione trasversale che caratterizzerà tutte le figure emergenti) l’impatto maggiore in termini di recruiting deriverà dai Big Data. «La figura del Business Intelligence Manager sarà essenziale per liberare l’enorme potenziale dei dati relativi al cliente – conferma Rachello – trasformandoli in informazioni utili a prevedere comportamenti di acquisto, prevenire la perdita dei clienti e migliorare la soddisfazione. Cresceranno figure come il Data Scientist o il Data Miner, figure senior con competenze statistiche, informatiche, di business e di change management che andranno a interfacciarsi con tutte le aree della banca per fornire informazioni utili a guidare il cambiamento di business. Considerando tutti i settori economici, nei prossimi anni prevediamo migliaia di posizioni in questo ambito».

I percorsi di carriera diventano trasversali
L’approccio trasversale riguarderà anche i percorsi di carriera, sia dentro la banca sia fuori. All’interno, la carriera professionale si svilupperà anche tra aree diverse, proprio per valorizzare l’apporto di nuovi punti di vista e nuovi approcci e per permettere ai manager di acquisire una visione di insieme della banca. «Ma la trasversalità porterà allo scambio di manager tra settori diversi – prosegue Rachello – come già sta avvenendo per le banche con l’arrivo di professionisti dai settori telco e retail, con competenze forti nell’ambito della distribuzione digitale, dell’e-commerce, del marketing, dei sistemi di pagamento innovativi o del CRM. La concorrenza di nuovi player da altri settori aumenterà l’importanza di professionisti dotati di queste competenze trasversali e aperti all’apporto dei consumatori nella costruzione del prodotto. Il settore bancario ha ancora un certo plus nell’immagine e nelle condizioni dei contratti di lavoro contrattuali e questo rappresenta certamente un vantaggio nell’attrazione dei migliori talenti».

 

La corretta individuazione delle PMI

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Il Consiglio di Stato con la Sentenza 4 marzo 2014 n. 1020 si è pronunciato sull’appello dell’Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e Lo Sviluppo D’Impresa, proposto contro la sentenza del TAR Lazio avente ad oggetto l’esclusione dell’impresa ricorrente dalle agevolazioni imprenditoriali per mancanza dei requisiti.
Il TAR accoglieva le doglianze della ricorrente, annullando il provvedimento che la escludeva dalle agevolazioni per mancanza del requisito di cui all’art. 2, 1 comma, D.M. 250/2004, in base al quale la stessa non rientrava nella nozione di piccola impresa a causa del collegamento ex art. 2359 c.c. che considera “collegate le società sulle quali un’altra società esercita un’influenza notevole”.
Il collegamento sarebbe evidente, secondo la tesi dell’appellante, stante l’identità degli organi amministrativi in cui i soci della ricorrente detenevano il 50,01% del capitale di una media impresa, nonché la complementarietà degli oggetti sociali delle due società interessate.
Le norme richiamate (D.M. 250/2004, in attuazione dell’art. 24 D. Lgs. 185/2000 che detta disposizioni in tema di incentivi all’autoimprenditorialità e all’autoimpiego) individuano la nozione di “imprese associate” e “imprese collegate”.
Nella fattispecie, il collegamento non riguarda condotte formalmente riferibili alle imprese, ma esclusivamente alle persone fisiche partecipanti alle società.
L’Amministrazione, resistente in primo grado, ha giustificato l’esclusione riportando un’applicazione sostanziale del collegamento tra imprese, per il TAR giudicante, però, non sussistevano i criteri formali di collegamento, per cui le agevolazioni sarebbero dovute essere erogate alla ricorrente, nel rigore applicativo della normativa vigente.
L’appellante ha in seguito insistito sull’impossibilità di definire “piccola impresa” meritevole di ricevere il finanziamento la società ricorrente, sostenendo che subisse la notevole influenza di altra società, anche al fine di ricevere le provvidenze economiche per cui è causa.
Il Consiglio di Stato ha appurato, come previsto da una nota esplicativa al D.M. in questione, che “un’impresa può essere ritenuta collegata ad un’altra impresa tramite una persona o un gruppo di persone fisiche che agiscono di concerto, a patto che esercitino la loro attività o una parte delle loro attività sullo stesso mercato in questione o su mercati contigui”.
Ricostruito il quadro normativo e giurisprudenziale, l’esclusione della ricorrente dalla concessione del contributo è stata giustamente motivata dall’Amministrazione procedente, a causa della relazione intrecciata tra le società collegate.
Il Consiglio ha appurato che, per agevolare effettivamente le imprese bisognose dei contributi erogati, anche in considerazione di ciò che impone la corretta applicazione del diritto comunitario, è lecito prendere in esame le relazioni tra società, come l’Amministrazione ha adeguatamente fatto nella fattispecie descritta.

Ucraina, la Crimea proclama la secessione. Yatseniuk: referendum illegittimo. Ue pronta a comminare sanzioni a Mosca

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Nuovo braccio di ferro tra il governo locale della Crimea (filorusso) e l’esecutivo centrale di Kiev (filoOccidentale: il parlamento della Crimea ha votato all’unanimità di diventare parte della Russia di Valdimir Putin. Il Parlamento ha dato il “via libera” ad «entrare nella Federazione Russa con i diritti di un soggetto della Federazione Russa». Poco prima il vicepremier del governo filo-russo della repubblica autonoma ucraina aveva annunciato che il 16 marzo si terrà un referendum per chiedere ai cittadini se desiderano unirsi alla Federazione Russa. Un referendum confermativo.

Intanto a Bruxelles la Ue ha alzato la voce attraverso il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy. La Russia deve cominciare negoziati «nei prossimi giorni» e ci devono essere «risultati» in mancanza dei quali la Ue è pronta a comminare sanzioni come divieto di viaggio, congelamento dei beni e e cancellazione dei rapporti. Inoltre «la convocazione del referendum in Crimea è illegale», ha detto sempre Van Rompuy.

Nel frattempo il premier ucraino Arseni Yatseniuk dopo la riunione coi leader Ue, ha affermato: «Siamo determinati e pronti a firmare l’accordo di associazione con la Ue. Siamo in situazione economica disperata». E sul referendum della Crimea per l’annessione alla Russia ha aggiunto: «È illegittimo. La Crimea è e resterà Ucraina, la Russia ritiri i militari e non supporti le forze che vogliono dividere l’Ucraina», ha detto dopo la riunione coi leader Ue. Kiev ha chiesto l’arresto del premier e del presidente del parlamento della Crimea.

Nel frattempo a Bruxelles la Nato ha chiesto alla Russia di richiamare nelle basi le sue forze dislocate nella penisola ucraina di Crimea, dicendo che l’Alleanza Atlantica appoggia l’integrità territoriale dell’Ucraina di fronte alla più grave minaccia alla sicurezza europea da dopo la fine della Guerra Fredda.

Inoltre i servizi segreti ucraini (Sbu) hanno arrestato Pavel Gubarev, l’autoproclamato governatore filorusso di Donetsk, nella russofona Ucraina orientale mentre veniva intervistato dalla Bbc. In questa situazione molto volatile uomini armati – secondo Interfax – hanno occupato la stazione di trasmissione radio e tv di Simferopoli, in Crimea.

Bce, tassi fermi e nessuna nuova misura. Draghi: i dati confermano ripresa moderata

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«Seguiamo con attenzione la situazione e siamo pronti ad agire se necessario». La retorica della Bce non cambia. Nel corso della conferenza stampa dopo il direttivo della Bce il presidente Mario Draghi non ha annunciato piani per rilanciare l’economia o contrastare il rischio deflazione, come sperato da molti, ma si è limitato a confermare che la Bce monitora con attenzione l’evoluzione dei prezzi (ci si attende un «prolungato periodo di bassa inflazione») e qualora ci fosse la necessità è pronta «a considerare l’utilizzo di tutti gli strumenti a disposizione».

La Banca centrale europea – ha fatto sapere il presidente – ha rivisto lievemente in meglio le stime di crescita dell’Eurozona, portandole a 1,2% per il 2014, a 1,5% per il 2015 e 1,8% per l’anno successivo. Le stime di tre mesi fa indicavano un Pil in crescita all’1,1% quest’anno e all’1,5% il prossimo. Sulla ripresa restano tuttavia «rischi al ribasso». Il numero uno dell’Eurotower in particolare ha evidenziato soprattutto la possibilità di una «minore ripresa» della domanda interna e da «un rallentamento» nell’attuazione delle riforme strutturali.

«Quando guardiamo alla fiducia dei consumatori vediamo che il divario, specie fra Germania da una parte e Spagna e Italia dall’altra, si sta restringendo» ha detto Draghi . Il numero uno della Bce ha in ogni caso lanciato un chiaro avvertimento ai Paesi, come l’Italia, che dovranno affrontare un consolidamento di deficit e debito: le strategie fiscali dei paesi dell’Eurozona «devono essere in linea con il Patto di Stabilità e Crescita» europeo ha dichiarato, in conferenza stampa aggiungendo di «accogliere con favore» il richiamo lanciato ieri dalla Commissione Europea in merito agli stati membri (tra cui c’è l’Italia) con «squilibri economici» e ai deficit eccessivi. La Bce ha deciso di mantenere i tassi di interesse dell’area euro al minimo storico dello 0,25 per cento in linea con le attese prevalenti dopo che i segnali di miglioramento giunti dall’economia hanno allentato le pressioni per un taglio dei tassi, che invece erano legate dalla persistente bassa inflazione.

È stato proprio alla luce della frenata dei prezzi che in queste settimane sui mercati si è iniziato a scommettere su nuove misure di stimolo da parte della Bce. Misure il cui scopo sarebbe stato quello di contrastare la possibile spirale deflazionistica (prezzi in calo). A questo proposito il numero uno della Bce ha fatto sapere che «l’analisi economica conferma la nostra aspettativa di un prolungato periodo di bassa inflazione, che sarà seguita da un movimento al rialzo graduale verso livelli di inflazione vicino al 2%». Tradotto: non ci sono rischi di deflazione e quindi la prospettiva di stimoli monetari si allontana.

Nessuna sorpresa anche dalla Banca d’Inghilterra che oggi ha tenuto il suo consueto direttivo. I tassi sono rimasti invariati al minimo storico dello 0,50% e il programma di stimoli monetari non ha subito variazioni.

Renzi a Bruxelles: nessun compito dalla Ue, sappiamo cosa fare. Fonti di governo: no a manovre correttive

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Basta con il «costante refrain italiano per cui si dipinge l’Europa come il luogo dove veniamo a prendere i compiti da fare a casa. L’Italia sa perfettamente cosa deve fare e lo farà da sola per il futuro dei nostri figli». E ancora: «Non abbiamo rassicurazioni da dare». Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi, a Bruxelles per il Consiglio europeo straordinario sull’Ucraina, ha risposto a chi gli chiedeva se avesse dovuto rassicurare i partner europei sullo stato dei conti italiani.

Renzi: priorità crescita e lavoro

Il premier italiano ha però puntualizzato che oggi a Bruxelles «si è parlato di Ucraina e non della situazione economica dei Paesi membri», argomento che sarà oggetto del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo. E ha ribadito che la priorità per l’Italia è «lavoro e crescita, crescita e lavoro». Ma su questi temi ha chiesto di avere «pazienza» e di «aspettare mercoledì 12», quando il governo illustrerà i primi provvedimenti.

 

La segreteria del Pd all’alba

Nelle prime ore della mattinata il presidente del Consiglio aveva partecipato alla segreteria del Pd, nella sede romana del partito a Largo del Nazareno. Sul tavolo i temi politici più scottanti: nuova legge elettorale (oggi continua l’esame degli emendamenti alla Camera) e i provvedimenti che l’esecutivo dovrebbe varare la prossima settimana (Jobs Act, piano casa e scuola).

Il premier a Bruxelles: pre vertice Renzi-Merkel-Cameron-Hollande-Tusk

Terminata la riunione, Renzi è partito alla volta di Bruxelles, dove è giunto intorno alle 11 per partecipare al consiglio straordinario dei leader Ue dedicato alla crisi in Ucraina. A ridosso del vertice, il premier ha avuto un breve colloquio di una ventina di minuti con Francois Hollande, David Cameron, Angela Merkel e con il premier polacco David Tusk. Al termine della consiglio straordinario, in ampio ritardo sulla tabella di marcia, salta l’incontro previsto con Van Rompuy e la conferenza stampa.

Renzi a cena a Roma con Kerry

In serata di ritorno da Bruxelles, Renzi e il ministro degli Esteri Federica Mogherini hanno incontrato a cena a Villa Taverna, residenza dell’ambasciatore americano a Roma, il segretario di Stato Usa John Kerry. Quest’ultimo, poco prima dell’incontro ha detto ai giornalisti: «Sono particolarmente felice di essere qui, soprattutto in un momento in cui l’Italia sta vivendo una transizione con un nuovo governo e sta facendo importanti progressi sulla crescita e nell’affrontare la disoccupazione».

L’altolà di Bruxelles sui conti. Palazzo Chigi: nessuna manovra correttiva

Il consiglio straordinario Ue di oggi fornisce al premier l’occasione per assicurare i partner europei sulla disponibilità del governo italiano a promuovere le riforme strutturali , dopo che l’Unione Europea ha sottolineato gli «squilibri macroeconomici eccessivi» del Paese: poche riforme e scarsa competitività. La manovra 2014, ha avvertito la Commissione europea, non basta a ridurre il debito. Nessuna manovra correttiva in vista, è la posizione che trapela da Palazzo Chigi. E il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, assicura che in tempi ravvicinati il Governo andrà alla Camera a riferire sulla situazione dei conti pubblici. Quando? Il giorno sarà indicato all’inizio della settimana prossima.

Saccomanni: nessun buco nei conti, commenti dopo Ue immotivati

Intanto oggi l’ex ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni ha escluso «nel modo più assoluto che vi siano buchi» nei conti «o che vi sia bisogno di fare manovre correttive». E ha definito «incomprensibili e immotivati» i commenti sulla «correttezza dei “conti” presentati dal Governo Letta, che secondo indiscrezioni di stampa sarebbero stati espressi dopo la diffusione dei risultati della “in-depth review” della Commissione Europea». Il riferimento è probabilmente ad alcune espressioni critiche attribuite al premier Renzi («sapevamo che i numeri non erano quelli che raccontava Letta») dopo la bacchettata della Commissione Ue sui conti pubblici italiani. Per Saccomanni «la Commissione non ha fatto alcuna analisi ex-post della contabilità nazionale, bensì ha ribadito la divergenza tra le proprie stime e i nostri obiettivi per l’anno in corso».

MENO ATTRAENTE E PIÙ RISCHIOSA LA CARRIERA MAFIOSA

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Mafia giapponese, la potentissima Yakuza in crisi di reclute, ma forse anche in via di ristrutturazione interna per non perdere terreno davanti alle sfide del cambiamento e alla concorrenza di organizzazioni straniere.

Per la prima volta nella storia di questa organizzazione malavitosa dai vasti interessi e ramificazioni ma ancora in buona parte legale, almeno per le sue operazione di copertura e le sedi delle sue cosche, il numero degli aderenti è sceso sotto i 60.000. A fine 2013, secondo i dati appena diffusi dall’Agenzia della polizia nazionale, sono stati registrati 58.600 membri, con un calo consistente rispetto ai 63.200 dell’anno precedente.

Per le autorità, risultato di una più efficace attività repressiva, ma anche di un’immagine meno brillante e ideale delle cosche e, infine, del rallentamento dell’economia che rendono l’accesso alla Yakuza meno attraente.

Le attività della malavita organizzata giapponese, che ha le sue radici nel XIX secolo, spaziano su molte aree, incluse e sempre più quelle finanziarie. Una delle attività più lucrative resta il controllo del gioco d’azzardo, ma le associazioni yakuza hanno tradizionalmente vasti interessi nella gestione della manodopera nell’edilizia e nei porti, nella prostituzione, nella produzione di liquori e nell’ immigrazione illegale. Dagli anni sessanta del secolo scorso, anche del traffico di stupefacenti – nel paese in particolare anfetamine e meta-anfetamine -, delle armi da fuoco e del contrabbando di vari prodotti. Più recentemente, a coinvolgere sempre più le organizzazioni mafiose sono vasti interessi finanziari e le attività di estorsione ai danni delle aziende per le possibilità offerte da bilanci non sempre in regola o dallo spionaggio industriale. Gli ingenti prestiti concessi da una delle maggiori banche giapponesi a cosche mafiose negli ultimi anni hanno scoperchiato una realtà su cui gli inquirenti stanno indagando per scoprirne estensione e ragioni.

Da tempo, il coinvolgimento di cittadini comuni in violenze delle cosche, hanno rotto un patto non scritto tra yakuza e autorità, incentivando una minore tolleranza verso le attività illegali e le loro iniziative di copertura. In questo modo mettendo sotto pressione consistenza e struttura dell’organizzazione che tradizionalmente ha una forte componente territoriale e vaste aree di reclutamento tra le minoranze coreana e cinese, oltre che tra gruppi di giapponesi per ragioni storiche soggetti a fenomeni di emarginazione.

Avellino, malviventi investono il capo delle Volanti e fuggono

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Cerca di bloccare i ladri che avevano tentato di effettuare un colpo in un negozio, ma viene malmenato e rischia di essere investito. Brutta avventura per il vice questore Elio Iannuzzi.

Il capo delle Volanti della questura di Avellino è attualmente ricoverato per controlli all’ospedale Moscati. E’ stato sottoposto ad una tac per verificare eventuali lesioni. Il funzionario aveva tentato di bloccare due malviventi a via Palatucci, proprio nei pressi della questura. I due stavano per entrare in un negozio quando sono stati intercettati dal funzionario di polizia che era a piedi.

Uno dei due si è divincolato, mentre il complice con un’auto ha quasi investito il dirigente di polizia. Poi la fuga in auto, mentre Iannuzzi avverte i colleghi che stabiliscono una serie di pattugliamenti e posti di blocco sulle strade di uscita dalla città.