29 Settembre 2024, domenica
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Matteo Renzi, sfida i sindacati: “Sciopero? Ce ne faremo una ragione”

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Matteo Renzi va allo scontro aperto con i sindacati: “Saranno contro di noi? Ce ne faremo una ragione”. Non si ricorda un altro segretario del principale partito di sinistra italiano così in rotta con le parti sociali. Ma Renzi non si è fermato qua e ha replicato alle minacce di Camusso, Bonanni & co. Prima ha chiesto sarcasticamente: “Che avete fatto negli ultimi 20 anni?”. Poi li ha sfidati a una pratica molto in voga tra i 5 Stelle: “Mettete online le vostre spese”. Dove ha detto tutto ciò il presidente del Consiglio? Da Fabio Fazio, a Che tempo che Fa, dove ha annunciato anche l’imminente taglio delle tasse e il rilancio dell’edilizia scolastica.
Sindacati
“Ascoltiamo tutti, compresi Confindustria e Cgil, Cisl e Uil ma decidiamo noi. Quello che c’è da fare lo sappiamo e lo faremo pensando ai cittadini. Non è un derby”. E chiede a sindacati e industriali: “Cosa avete fatto negli ultimi 20 anni?”. E aggiunge: “Penso sia giusto che anche i sindacati inizino a mettere on line tutte le spese che fanno, la musica deva cambiare per tutti”. Restando in tema di lavoro Renzi annuncia le novità in arrivo: “L’assegno di disoccupazione arriverà con un ddl che impone la riorganizzazione degli strumenti di ammortizzazione sociale: al disoccupato dò il contributo ma lui non sta a casa o al bar ma mi da una mano per le cose che servono. Ti dò una mano e tu mi dai una mano ad aiutarti”. Per poi concludere con quella che sembra quasi una sfida: “Avremo i sindacati contro? Ce ne faremo una ragione”
Taglio delle tasse
“Entro mercoledì abbasseremo per la prima volta le tasse. Non ci crede nessuno? Lo vediamo”, annuncia il presidente del Consiglio. “Stiamo mettendo delle date – continua – ed è un rischio pazzesco ma ci impegniamo a tagliare le tasse di 10 miliardi di euro”. Torna sul concetto di ‘fisco amico’: “Il fisco non deve essere un nemico – spiega Renzi – e il governo agirà per questo, ad esempio con la dichiarazione precompilata che invieremo a casa”.
Edilizia scolastica
Il presidente del Consiglio si dice molto colpito “dalla polemica sulla canzoncina (dei bambini di Siracusa), ogni settimana andrò a visitare una scuola, abbiamo preso degli impegni concreti con i sindaci per l’edilizia scolastica e ho chiesto una mano a Renzo Piano”. E aggiunge: “Credo che ci siano pregiudizi di politici e di non politici come Grillo: vorrebbero che noi restassimo chiusi e asserragliati nel Palazzo perché sanno che se andiamo fuori il loro giochino non funziona più”. Quanto ai fondi da investire spiega: “Abbiamo previsto di spendere 10 miliardi in tre anni per la risistemazione dell’edilizia scolastica”. Dove si trovano i soldi? “Intanto usiamo quelli che già ci sono. I fondi di coesione sono stati spesi per una parte marginalissima, meno del 10%. Questi soldi dobbiamo abituarci a spenderli bene e subito e consentire ai cittadini di verificare come sono stati spesi”.

Scalfari a Matteo Renzi: “Letta ti dice: svaluta l’euro a 1,1 sul dollaro”

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Matteo Renzi non ha molto da fare per migliorare le cose, perché
“tutti gli interventi fattibili sono già stati avviati e in gran parte già contabilizzati da Enrico Letta e dai suoi ministri a cominciare da Fabrizio Saccomanni“.

Eugenio Scalfari non ama e non stima Matteo Renzi, lo ha definito, usando una battuta di Angela Merkel, “bravo ma fragile“.
Inoltre, secondo Eugenio Scalfari, Matteo Renzi
“ci sta rivendendo come suo proprio il programma già contabilizzato e in piena esecuzione dal suo predecessore”.
Per sostenere la sua convinzione, Scalfari è tornato a fare il cronista e ha intervistato Enrico Letta.
Il centro del problema Italia, secondo Scalfari e non solo lui,
“riguarda l’economia. […] Sembra che Renzi stia studiando qualche passo in più [di Letta] ma si è reso conto che non può trascurare i vincoli europei. A Bruxelles e a Berlino bisogna tentare la strada della convinzione ma non quella dei pugni sul tavolo”.
La versione dei fatti di Enrico Letta raccolta da Scalfari è riassunta in nove punti.
L’ultimo punto è decisamente il più importante, perché tocca il paradosso di una moneta, l’euro, che rappresenta un sistema economico in grave crisi, che vede aumentare il suo valore nel cambio col dollaro, espressione della più forte economia del mondo, in ripresa accelerata. L’Italia deve battersi, sostiene Enrico Letta via Scalfari e ammonisce Matteo Renzi, per una svalutazione dell’euro.
”1. Il cuneo fiscale già figura nella legge di stabilità approvata dal Parlamento e prevede una riduzione di tre miliardi per il 2014 e di dieci miliardi per il 2015. La copertura proviene dalla “spending review” per l’anno in corso e di metà per l’anno successivo: l’altra metà dovrebbe esser fornita dal recupero dell’evasione fiscale. […]
2. Il pagamento dei debiti dalla pubblica amministrazione alle imprese è già contabilizzato e i fondi già stanziati per 20 miliardi da erogare quest’anno. La copertura è fornita dalla Cassa depositi e prestiti che può agire subito e mobilitare altri fondi per i prossimi mesi.
3. La legge di stabilità ed altre leggi specifiche prevedono una serie di investimenti da parte di imprese pubbliche, a cominciare da Rete Imprese, dalla Fincantieri e da altre aziende. I fondi sono già stanziati e il totale supera i tre miliardi
4. Il debito pubblico sarà ridotto attraverso la privatizzazione di “asset” patrimoniali, anche questi già previsti e contabilizzati con apposita legge approvata il 20 gennaio e già in via di esecuzione.
5. L’andamento dello “spread” fornirà dai tre ai quattro miliardi che Letta aveva previsto di utilizzare per le scuole e l’occupazione giovanile.
6. La Commissione europea è disponibile a fornire fondi per la crescita economica e per l’equità sociale per somme rilevanti, da destinare al nuovo sistema di ammortizzatori sociali e di investimenti pubblici e privati. L’obiettivo è di ridurre le imposte sul lavoro e ripristinare con norme semplificate il credito di imposta per la creazione di nuovi posti di lavoro.
7. Durante il semestre di presidenza europea spettante all’Italia era previsto un decisivo passo avanti dell’Unione bancaria e interventi della Bce che stimolassero le banche ad accrescere i loro prestiti alle imprese.
8. L’Italia avrebbe visto la diminuzione del deficit-Pil dall’attuale 2,6 al 2,3 con un miglioramento dell’avanzo delle partite correnti al 5 per cento al netto degli oneri del debito pubblico.
9. In quello stesso semestre e in piena intesa con la Bce, l’Europa avrebbe dovuto affrontare un tema di grandissima importanza e cioè un mutamento del tasso di cambio tra l’euro e il dollaro. Proprio in questi giorni quel tasso ha visto una ulteriore rivalutazione dell’euro che sfiora ormai 1,40 dollari per un euro, una situazione intollerabile per le esportazioni europee verso l’area del dollaro. L’ideale sarebbe un tasso di cambio attorno all’1,20 o addirittura all’1,10 che rilanciando massicciamente le esportazioni europee ed italiane provocherebbe un apprezzabile aumento degli investimenti edella base occupazionale.
Questo è quanto il governo Letta ha avviato e in gran parte messo in opera e queste sono le prospettive che avrebbe fatto valere nel corso del semestre europeo.
Difficilmente Renzi potrà fare di più e di diverso.
Quanto alle contestazioni della Commissione di Bruxelles sui conti italiani, il parere di Letta è che esse siano state fatte con l’obiettivo di dare al nostro governo un’arma in mano per vincere le resistenze della maggioranza che lo appoggia e che ora comprende di nuovo Berlusconi. Si tratterebbe insomma di una iniziativa figurativa, tanto più utile oggi che la maggioranza comprende di nuovo Forza Italia, contraria al programma che Letta avrebbe voluto presentare alla direzione del suo partito e che invece fu superata dal massiccio voto contrario che lo fece fuori”.

Microcredito FSE Campania, pubblicato il 12° elenco di beneficiari

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La Regione Campania ha pubblicato 12° elenco di domande ammesse e non ammesse, all’esito della verifica istrutoria, ai microprestiti agevolati fino a 25.000 euro attingendo dal Fondo Microcredito FSE.

La misura, di cui ci siamo ampiamente occupati su Campania Europa, è stata dotata di risorse per a 100 milioni di euro. Permetterà a giovani, donne, disoccupati, disabili di avviare ed ampliare nuove imprese e costituire realtà associative.

 

LA DRAMMATICA CRISI DELLA CAP SBARCA IN PARLAMENTO

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labbate-giuseppe_0Con una interrogazione parlamentare, il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) chiede al Governo di inviare un’ispezione di controllo alla Cooperativa Allevatori Putignano dove abbondano i debiti e latitano gli stipendi ai dipendenti. Intanto, i consorziati non conferiscono più il latte

Una gestione che negli ultimi 5 anni segna un passivo complessivo di oltre 1,3 milioni di euro, un indebitamento che sarebbe giunto a circa 5 milioni di euro, i dipendenti che non ricevono stipendio da mesi e gli associati che non conferiscono più il latte e che, al contempo, vantano un credito pari a 2 milioni di euro. Questa la drammatica situazione in cui verte uno dei fiori all’occhiello dell’economia della Murgia, la Cooperativa Allevatori Putignano. E con le voci che si rincorrono che parlano anche della dismissione del mangimificio per un valore pari a circa 1 milione di euro e di una produzione che continua nonostante non venga conferito latte murgese, il deputato pugliese della Commissione Agricoltura Giuseppe L’Abbate (M5S) ha presentato una interrogazione parlamentare per portare all’attenzione del Governo Renzi le problematiche della CAP.

Ho richiesto ai Ministri Federica Guidi (Sviluppo Economico) e Maurizio Martina (Agricoltura) di prendere di petto la situazione, inviando proprie ispezioni straordinarie presso lo stabilimento di Putignano – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) – È necessario fare chiarezza quanto prima per tutelare l’economia legata al mondo agricolo della Murgia ed il futuro della CAP, minacciata a quanto pare da possibili azioni fraudolente nella gestione degli ultimi anni”.

Il riferimento è alle scelte effettuate dal Consiglio d’Amministrazione che ha optato per entrare nella grande distribuzione organizzata, affidandosi però a collaboratori come Carmelo Quattrone, figura di rilievo coinvolta nell’operazione “Araba Fenice” della Guardia di Finanza di Reggio Calabria che avrebbe portato alla “disarticolazione di un’associazione di stampo mafioso composta da imprenditori e professionisti”, ritenuti essere affiliati alle più importanti cosche della “ndrangheta”. I reati contestati sono “associazione a delinquere di stampo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, abusiva attività finanziaria, utilizzo ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, favoreggiamento, peculato, corruzione, illecita concorrenza ed estorsione”. Nonché al buco di bilancio che è venuto via via generandosi e che si è cercato di tappare facendo leva sui fondi di riserva della cooperativa. Richiamando la normativa sulle cooperative (gli articoli 8,9 e 10 del D.Lgs. 220/2002), il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) chiede, dunque, un intervento immediato di controllo sull’operato della CAP. “Dipendenti, allevatori ma anche tutta l’economia della Murgia – conclude L’Abbate – non possono più attendere oltre. E noi non potevamo rimanere inermi dinanzi ad una drammatica situazione come questa: faremo tutto ciò nei nostri poteri per cercare una risoluzione alla vicenda. Quello che era un vanto economico della Puglia dal lontano 1966 non può essere abbandonato e distrutto in così malo modo”.

Ufficio Stampa

on. Giuseppe L’Abbate

Flash mob organizzato dalla redazione NeWage per l’8 marzo

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NeWage ed il Comitato Organizzatore Volla Music Festival, ore 10.00, Villa Comunale di Napoli. Al lato destro dell’ingresso, gli stand dell’AISM (Associaziona Italiana Sclerosi Multipla), davanti qualche venditore di palloncini e, più in là ancora, una carrozzella con un pony, mentre, sul cosiddetto “Lungomare Liberato”, sfrecciano i bambi su skateboard e risciò insieme alle loro famiglie. Così Napoli ha vissuto la Festa delle Donne, mentre in politica si assiste, invece, ad un’inversione di tendenza sulla questionedelle quote rose. Eppure NeWage, con la manifestazione “Inventa la tua città ecocompatibile, Premio Città-Futuro, I edizione”, ha voluto dare un nuovo segno a questa città.

Non più mimose e fiori estirpati, ma foulard verdi, per un Flash Mob, tenutosi alle ore 12.30, grazie alla collaborazione di Diego Petruz, artista e creatore del progetto “Canzoni di marmellata”, e di Sedho Rap, che ha gentilmente offerto il suo testo per il corretto svolgimento dello stesso. Così, ciclisti della BAD BIKE, nota azienda campana e leader nel settore delle bici elettriche, e testimonial di Premio Città-Futuro, con qualche curioso rimasto affascinato, hanno cantato il loro no ad anoressia, bulimia, femminicidio, violenza, intolleranza razziale, violazione ed abuso dei diritti della donna e di tutte quelle che vengono definite “categorie protette”. A presenziare, la nota scrittrice Veronica Famà, testimonial con il libro, scritto a quattro mani col giornalista Antonio Petrazzuolo, “Mi piaci tu”, accompagnata dal suo ragazzo, sempre accanto a lei in tutti gli eventi degni di valore sociale. Un segno importante, che testimonia quanto sia essenziale il feeling in una coppia, come il Comitato Organizzatore Volla Music Festival, presieduto dalla creativa ed innovativa Lidia Ianuario, Addetta Stampa dell’Osservatorio Nazionale Amianto – Regione Campania, da sempre dedita all’associazionismo, al volontariato e al servizio cristiano, intenda il concetto di amore, base della vita. Ai microfoni della nascente web tv con la LIS di NeWage, questo uno degli scopi della manifestazione, Maurizio Papa, per la BAD BIKE. Qui di seguito l’intervista:

1)”Un evento, legato al concorso Premio Città-Futuro, durante una data storica e proprio lungo il tanto ambito “lungomare liberato”, che ha scatenato così tante polemiche. Perché ha deciso di parteciparvi in quanto imprenditore? E in quanto semplice ciclista?” Lo dice la parola stessa “Città Futuro”; le bici elettriche a parer mio rappresentano appunto il futuro della mobilità sostenibile per le città negli anni a venire, e questa è una direzione obbligata: per risparmio, economicità, praticità e rispetto per l’ambiente e per me che da sempre con il mio lavoro mi sono occupato di trasporto, questa è la scelta per il futuro. Il lungomare liberato ha dato la possibilità anche di godere del piacere di circolare nella nostra città in estrema libertà, grazie anche alle piste ciclabili, aprezzando le bellezze che ci circondano.

2) “Crede che vi siano state discriminazioni di genere nel ciclismo? Cos’hanno di particolare le sue bici elettriche per donna?” In passato probalmente si, anche per la particolare conformazione del nostro territorio cittadino caratterizzato da numerose strade in salita e discesa. Ora l’introduzione sul mercato delle bici elettriche, che riescono ad avanzare anche in salita con minimo sforzo, dando anche la possibilità di fare movimento fisico e la praticità nell’utilizzo, stanno attraendo e affascinando sempre di più il gentil sesso a questo nuovo tipo di mobilità, che è diventata di moda e di tendenza.

3) “Ultimamente, a Roma, ha presentato un modello innovativo di bici. Ha suscitato molto interesse? Perché, secondo lei?” Al BiciLiveExpo di Roma abbiamo presentato al pubblico, la prima bici elettrica al mondo dotata di Side e-Bike, la “BEACH Vintage” che ha suscitato grandissimi consensi da parte del pubblico, per l’originalità del design molto fashion ed elegante un po’ retrò, il maggiore interesse però è stato proprio da parte delle donne, per la possibilità di muoversi trasportando e controllando costantemente anche il proprio figlio seduto accanto, se a questo poi ci aggiungiamo che è elettrica e quindi viaggia con minimo sforzo, il successo per questo tipo di veicolo è assicurato. 

Numerose quindi le adesioni di artisti ed attori, personalità del mondo istituzionale – che hanno inviato un telegramma di adesione, in quanto presenti anche ad altre manifestazioni, tra cui le due donne simbolo: Michela Rostan, deputato impegnato nella lotta contro la deturpazione del nostro patrimonio, quale la Terra Felix, oggi conosciuta erroneamente come Terra dei Fuochi, e Annella Prisco, Funzionario della Regione Campania, Settore Cultura e Spettacolo, nonché il Comune di Napoli, Settore Pari Opportunità, e il consigliere Francesco Vernetti. Si ringraziano inoltre tutti i colleghi giornalisti e le radio che hanno contribuito alla riuscita dell’evento, esprimendo la loro adesione pubblica, in particolare: Loriana Lana della RAI, Espedito Pistone, Alessandro Sansoni, la Redazione del ROMA, La Repubblica, La Stampa, Radio CRC Targato Italia, Radio Antenna Uno.

Partner dell’intera manifestazione: l’ANS (Associazione Nazionale Sociologi), con l’adesione di Bianca Baraini e Lucio De Liguori, l’ANTER (Associazione Nazionale Tutela Energie Rinnovabili), P.A.I.D.E.I.A., Autostar S.r.l. e Bad Bike di Agnano, Ambiente S.r.l.di Marigliano, Aboca, Pasticceria Arienza, le case editrici “Il Papavero” di Avellino e FaLvision” in Puglia, e tanti altri. Per l’elenco completo, visitare www.pianetanewage.it.

Prossimo appuntamento di “Inventa la tua città ecocompatibile”, il convegno alla Camera dei deputati, su “Turismo accessibile e sostenibile: la risposta degli enti pubblici e privati”, con data ancora da definirsi.

 

Ufficio Stampa ELLEI

Viaggio nella “buona” terra…dei fuochi

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77488Da mesi i riflettori sono puntati sulla Terra dei Fuochi. Manifestazioni, denunce e canzoni urlano un’esasperazione che di risposta ha ottenuto una risonanza mediatica controproducente per il territorio e gli imprenditori del posto. Questo servizio ha lo scopo di fare chiarezza e dimostrare che c’è del buono e genuino anche in questi luoghi. Sulla colonna sonora dell’inedito “Noi vogliamo vivere” di Manuel Foria ci siamo recati ad Orta di Atella, paese preferito dagli antichi romani per la qualità degli ortaggi che vi si producevano. Qui abbiamo incontrato il coltivatore diretto Domenico Farina ed una delle sue clienti affezionate, la signora Maria Rosaria Comune, casalinga attenta e scrupolosa nella scelta dei prodotti per le sue succulenti ricette culinarie. A farci da cicerone, fra Francesco Del Grosso del Santuario di San Salvatore.

Pensionati senza speranza: 77% non vede la fine del tunnel crisi

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I pensionati non vedono la fine del tunnel della crisi, per il 77% di loro infatti, la crisi è ancora all’inizio o nella sua fase peggiore. Nel dettaglio il 45% dei pensionati ritiene infatti che il peggio debba ancora venire e il 32% che siamo all’apice. Solo il 17% ritiene invece che il peggio sia passato mentre il 6% non si esprime. E’ quanto rileva un’analisi dello Spi-Cgil realizzata in collaborazione con Ipsos.
Rispetto alla qualità della vita – rileva l’indagine – negli ultimi anni il 74% dei pensionati sostiene che sia peggiorata o che comunque sia rimasta uguale in negativo mentre solo il 24% ha visto dei miglioramenti. Qualche barlume di speranza viene espressa invece rispetto ad un periodo di medio-lungo termine. Il 46% dei pensionati sostiene infatti che nei prossimi 5-10 anni la qualità della vita migliorerà o resterà comunque positiva mentre per il 43% peggiorerà o resterà uguale in negativo. L’11% invece preferisce non sbilanciarsi.

Carlo Vichi: “Affitto gratis la Mivar a chi assume 1200 italiani per lavorarci”

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“Se assumete 1200 italiani affitto gratis la mia Mivar“. Carlo Vichi, proprietario dell’azienda che produceva televisori fondata nel 1945 e chiusa nel 2013, lancia la sua offerta. Il desiderio per l’imprenditore di 90 anni è di veder ripartire l’economia e per farlo mette a disposizione i 120mila metri quadri di azienda che ha costruito per i suoi dipendenti. Azienda che non è mai entrata in funzione, con la vendita di televisori italiani stracciata dalla concorrenza coreana e cinese.

“Ho un sogno. Poter dire ricominciamo a quanti ho detto: è finita”, ripete ora Carlo Vichi. “E per farlo, un’idea c’è. Se una società di provata serietà accetta di fare televisori in Italia, io gli offro la mia nuova fabbrica, pronta e mai usata, gratis. Non voglio un centesimo. Ma chiedo che assuma mille e duecento italiani, abbiatensi, milanesi. Questo chiedo. Veder sorridere di nuovo la mia gente”.
La fabbrica, seconda sede della Mivar, è pronta:
“Due piani, 120 mila metri quadri totali, parcheggi, grande mensa, presidio medico. “Insuperabile, qui ci possono lavorare in 1.200, tutto in vista senza ufficetti. Vede com’è luminosa?” dice a Domenico Iannacone, giornalista e autore dei “Dieci comandamenti”, la fortunata serie di inchieste e storie italiane che riparte questa sera su Raitre proprio dalla Mivar (ore 23,15). La fabbrica è finita ormai da dieci anni. Costruita senza mutuo, costata milioni di euro, mai inaugurata”.
Ma la crisi e la concorrenza non gli ha permesso di aprirla, anzi a Natale anche la sede principale della Mivar ha chiuso. Un’avventura di una vita che Vichi ha condiviso con i suoi dipendenti:
“Eravamo in novecento e facevamo 5.460 televisori al giorno, un milione all’anno. Ora è tutto vuoto, solo qualche scrivania. I grossi colossi c’hanno calpestato”, riflette amaro Rocco. “Ho disegnato televisori per venticinque anni. Anche se il vero designer è il signor Vichi, io la mano. È rimasto sempre in trincea, al suo tavolo con le rotelle in mezzo a noi, la sua morsa, le sue idee, il suo compasso. Lavorando anche di sabato e domenica”. “E in tutte le feste comandate, Natale e Pasqua, la sua casa è la fabbrica, da sempre”, aggiunge Anna Vichi, la moglie. “Abbiamo iniziato da sposini, in una cameretta. Avevamo 18 anni e Carlo, geniale meccanico, progettava notte e giorno sopra un banco, in un angolo che ci stava appena appena. Poi ha cominciato ad assumere. Si è preso tutti quelli delle case popolari”. Lei è fiero di questa fabbrica?, chiede Iannacone a Vichi. “Beh insomma, questo sono io”.

Matteo Renzi twitta: “Jobs Act il 12 marzo. Pensiamo a chi ha 40 anni”

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Matteo Renzi cinguetta di lavoro e rassicura i quarantenni: pensiamo a voi. Nella mattinata di sabato 8 marzo il presidente del Consiglio torna a parlare del suo Jobs Act, conferma che sarà presentato il 12 marzo e così scrive a un utente di Twitter:
“Il Jobs Act va in quella direzione. Lo presentiamo il 12 marzo“.

Renzi, su Twitter risponde a un follower che, replicando al suo tweet sulla scuola, gli dice:
“Ok scuola, importante! Ma mi scuso se insisto sul lavoro… pensi anche a noi quarantenni!”. .

Popolo italiano presenta 100 leggi. Solo una diventa legge davvero

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Popolo presenta 100 leggi. Ma il Parlamento è sordo e solo una diventa legge davvero. Alla faccia della Costituzione che scrive a chiare lettere come l’iniziativa leglislativa spetti, tra gli altri, anche al popolo. Ma, almeno negli ultimi anni, tutto questo è rimasto lettera morta. O quasi.
I conti li ha fatti per il Sole 24 Ore Marta Paris. E sono conti che non tornano: nelle ultime 4 legislature, ovvero dal 2001, delle 100 proposte popolari una sola ha raggiunto l’agognata pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Tutto a dispetto di una serie ben più nutrita di idee:

“A oggi complessivamente sono stati 109 i progetti di legge di iniziativa popolare presentati nei due rami del Parlamento: 34 nella XIV, 20 nella XV (durata solo due anni), 27 nella XVI, e sono già 28 quelle presentate in questo primo anno di legislatura in corso”
L’unica eccezione, datata 2012, è stata la prima riforma del finanziamento pubblico ai partiti. Mentre per 78 iniziative su 109 l’esame non è neppure iniziato. Poco meglio è andata ad altre proposte, quasi tutte arenate tra le secche delle Commissioni parlamentari. E visto che per proporre una legge occorrono 50mila firme autentiche il tutto appare di una sciatteria intollerabile.
Di proposte popolari ce ne sono di tutti i tipi: si va da leggi in materia di prostituzione fino a quelle che propongono limiti agli stipendi dei top manager. In mezzo leggi sul gioco d’azzardo, sulla scuola e persino sul ritorno (in altre vesti) di quella scala mobile abolita per referendum nel 1985.