2 Ottobre 2024, mercoledì
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Ha lavorato con papa Francesco in Argentina il nuovo capo dei salesiani

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Su certe decisioni soffia lo spirito divino, ma la scelta di don Angel Fernandez Artime, in qualità di nuovo rettore maggiore dei salesiani (come decimo successore di san Giovanni Bosco), eletto ieri a Roma al primo scrutinio dal Capitolo generale della congregazione appare in perfetta sintonia politica e spirituale con il nuovo corso di papa Francesco. Anche per fattori semplicemente geografiche: Don Artime, infatti, che ha 53 anni ed è nato a Gozon-Luanco nelle Asturie ha svolto finora il ruolo di ispettore dell’Argentina Sud ed ha avuto modo di collaborare da vicino con papa Bergoglio, quand’era arcivescovo di Buenos Aires. Se la stella di un altro illustre salesiano (cardinal Tarcisio Bertone), si è un po’ offuscata, un’altra brilla in Vaticano.

Da oggi canzoni protette per 70 anni

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L’interpretazione di Bobby solo di Una lacrima sul viso non è più di pubblico dominio. Successo internazionale di Sanremo 1964, la performance dell’oggi sessantanovenne Elvis italiano sarebbe caduta in pubblico dominio il 30 gennaio di quest’anno. Ma grazie al decreto legislativo 21 febbraio 2014, n. 22, in vigore da oggi, 26 marzo, rimane protetta fino al 30 gennaio 2034. L’estensione da 50 a 70 anni della tutela degli artisti avvicina la tutela Ue a quella Usa, che è di 95 anni
Il decreto, di recepimento della direttiva 2011/77/Ue, ha modificato gli articoli 75 e 85 della legge 633/1941 sul diritto d’autore e i diritti connessi (Lda). La durata dei diritti sul prodotto fonografico è estesa a 70 anni dalla prima pubblicazione o dalla prima comunicazione al pubblico del fonogramma. Previsto anche il pagamento (art. 84-bis della Lda), da parte del produttore fonografico all’artista interprete o esecutore, di una remunerazione supplementare per ogni anno successivo al 50° dalla prima pubblicazione o dalla prima comunicazione al pubblico.

Tajani: contro l’euro troppo forte sul dollaro cambiamo la Bce

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“Per superare la crisi ed evitare che un euro troppo forte arrivato ormai ad un cambio di 1,4 in rapporto al dollaro, continui a colpire al cuore migliaia di imprese italiane, francesi e spagnole, e nel futuro anche tedesche, occorre che ci sia un banca centrale che governi veramente la moneta comune, e non sia solo interessata a scongiurare l’inflazione. Per arrivare a questo, e’ necessario che un governo italiano forte trovi gli alleati in Europa in grado di cambiare  insieme  le regole che governano la moneta e quindi anche il ruolo e la funzione della stessa Bce.” Cosi’ Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea, intervenendo oggi ad Ascoli Piceno ad un convegno sui nuovi fondi comunitari per lo sviluppo delle aziende e in particolare delle industrie.

Usa. Donna di 74 anni liberata dopo 32 anni di prigione perchè innocente

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Mary Virginia Jones, Una donna americana di 74 anni, in carcere per 32 anni per un crimine che non ha mai commesso, è stata finalmente rilasciata grazie alla perseveranza di un pugno di studenti di diritto. Lo hanno reso noto fonti giudiziarie. Mary Virginia Jones era stata condannato nel 1981 per omicidio, sequestro di persona e furto.

Il giudice William Ryan della Corte Superiore di Los Angeles ha però annullato le sue condanne e ne ha ordinato il rilascio. La settantaquattrenne, soprannominata ‘madre Mary’ dai suoi amici e familiari, era stata considerata complice nell’omicidio di uno spacciatore, perpetrato dal suo allora compagno Mose Willis.

Ma secondo gli studenti di legge presso la University of Southern California (Usc), che hanno difeso il caso della Jones in tribunale, Willis aveva puntato una pistola alla testa della moglie per costringerla a condurre la vittima in un vicolo, dove Willis gli ha sparato. “E’ surreale, è il giorno che aspetto da una vita”, ha dichiarato la donna dopo l’annuncio della sentenza liberatoria da parte del giudice.

Renzi, “premier potrà revocare ministri”, intanto pone la fiducia sulle Province

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Renzi, “premier potrà revocare ministri”, intanto pone la fiducia sulle Province. Proprio mentre al Senato il Governo Renzi pone la fiducia sull’abolizione delle Province, il presidente del Consiglio si è detto a sorpresa favorevole a una modifica costituzionale per concedere più poteri al premier (come la revoca dei ministri e una via preferenziale dei disegni di legge del governo). Una proposta, questa, pronta e contenuta in un emendamento già scritto targato Forza Italia su cuiMatteo Renzi si è detto d’accordo ma sul quale dovrà prima convincere il suo stesso partito.

Se ne parlerà stasera alla riunione dei gruppi Pddedicata alle riforme sugli assetti istituzionali (propedeutica alla Direzione di partito di venerdì), dalla trasformazione del Senato in Camera bassa, ai poteri delle Regioni fino appunto, è la novità, ai poteri del premier. ”Noi — ripete Matteo Renzi — facciamo sul serio perché vogliamo trasformare il Paese. Abolire le province, abbandonare il bicameralismo perfetto e governare davvero. Lunedì vogliamo essere pronti”.

Sull’abolizione delle Province Renzi si gioca una fetta di credibilità importante sulla riduzione dei costi della politica (“se passa stop alle indennità per 3000 politici”) e per questo deve ricorrere alla fiducia. Ma, per “governare davvero”, è convinto che servano gli strumenti. Come il potere di revoca dei ministri, attualmente appannaggio del presidente della Repubblica. Nella bozza di “Grande Riforma” che circola non c’è ma, spiega Repubblica, i canali diplomatici tra Renzi e Forza Italia sono attivi in questo senso. E serve velocità: per questo, come si legge all’articolo 72 dell’attuale bozza di riforma, “Il governo può chiedere alla Camera dei deputati di deliberare che un disegno di legge sia iscritto con priorità all’ordine del giorno e sottoposto alla votazione finale entro 60 giorni”.

Matteo Renzi cercherà di persuadere i suoi che è fondamentale votare l’intero pacchetto di riforme, riduzione del Senato, riforma del Titolo V e appunto la piccola svolta presidenzialista che avvicinerebbe un po’ di più il ruolo del capo del governo a quelli di Francia e Gran Bretagna: il nostro presidente del Consiglio, fino a oggi, è considerato un “primus inter pares”, domani potrebbe avere prerogative sovraordinate rispetto ai suoi ministri, che potrà “licenziare”.

Pescara. Acqua contaminata discarica Bussi: distribuita a oltre 700mila persone

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Acqua contaminata dai veleni presenti della discarica Bussi è stata distribuita nel territorio di Pescara a oltre 700mila persone. L’acqua è stata usata anche da scuole e ospedali.

Questo è quanto emerge la mattina del 26 marzo dalla relazione dell’Istituto Superiore di sanità che ha analizzato per l’Avvocatura dello Stato le acque contaminate dalla mega discarica di veleni tossici nel pescarese.

“La qualità dell’acqua è stata indiscutibilmente significativamente e persistentemente compromessa”, prosegue la Relazione dell’ISS depositata agli atti del processo di Chieti dove sono sotto processo i vertici di Montedison e Solvay con oltre 20 indagati dopo l’inchiesta del Corpo Forestale.

Il guasto “per effetto dello svolgersi di attività industriali di straordinario impatto ambientale in aree ad alto rischio per la falda acquifera e per le azioni incontrollate di sversamento”, spiega il documento.

“La mancanza di qualsiasi informazione relativa alla contaminazione delle acque con una molteplicità di sostanze pericolose e tossiche, solo una parte delle quali potrà essere tardivamente e discontinuamente oggetto di rilevazione nelle acque, ha pregiudicato la possibilità di effettuare nel tempo trattamenti adeguati alla rimozione delle stesse sostanze dalle acque”, continuano i consulenti dell’Avvocatura dello Stato Pietro Comba, Ivano Iavarone, Mirko Baghino e Enrico Veschetti che hanno stilato sulla vicenda della mega discarica di veleni industriali di Bussi e sulla contaminazione delle falde acquifere della Val Pescara.

“Del significativo rischio in essere non è stata data comunicazione ai consumatori che pertanto non sono stati in condizioni di conoscere la situazione ed effettuare scelte consapevoli”, si legge tra le conclusioni. Ci sono quindi “incontrovertibili elementi oggettivi coerenti e convergenti nel configurare un pericolo significativo e continuato per la salute della popolazione esposta agli inquinanti attraverso il consumo e l’utilizzo delle acque”, chiude l’Istituto Superiore della Sanità.

Stipendi dirigenti ministeri: top alla Sanità (243 mila euro in media)

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Stipendi dirigenti ministeri: top alla Sanità (243 mila euro in media). Ecco una scheda che riporta le retribuzioni medie totali dei dirigenti di prima fascia dei ministeri e della presidenza del consiglio, aggiornati al 2012. Una lista che vede in vetta la Sanità, seguita dall’Agricoltura, secondo quanto rilevato dal rapporto ‘I manager pubblici che vogliamo’, inserito nel progetto ‘Idee per la crescita’, forum nato dall’iniziativa dell’università Bocconi e dell’Eief. L’indagine presentata davanti al ministro della Pa, Marianna Madia, in una delle sue prime uscite ufficiali, sottolinea anche come negli ultimi sei anni il numero dei dirigenti pubblici sia diminuito nel complesso del 18% e del 15% se si guarda a quelli di prima fascia.

Salute 243 mila euro.

Politiche agricole e forestali 204 mila euro.

Ambiente e tutela del territorio 203 mila euro.

Giustizia 203 mila

Interno 200 mila euro.

Economia e finanze 190 mila euro.

Sviluppo economico 181 mila euro.

Presidenza consiglio ministri 181 mila euro.

Difesa 176 mila euro.

Affari esteri 175 mila euro.

Infrastrutture e trasporti 172 mila euro.

Lavoro 162 mila euro.

Istruzione 160 mila euro.

Beni e attività culturali 156 mila

Ballarò, Maurizio Crozza: “Siamo in eurovisione? Ci guarda anche il Veneto?”

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“Scusa Giova, ma siamo in eurovisione? Ci guarda anche il Veneto?”. Esordisce così Maurizio Crozza nella puntata di Ballarò del 25 marzo, facendo ironia sul referendum di indipendenza del Veneto che vorrebbe uscire dall’Italia.

Crozza nella copertina di Ballarò aggiunge:

“No amici veneti, perché Mestre vuole andare via da Venezia. Il Veneto se ne vuole andare via dall’Italia. La Crimea vuole andare via dall’Ucraina. I francesi vogliono andare via dall’Europa. Tutti se ne vogliono andare, l’unico che vuol restare lì dov’è è Lupi, che è sempre qui a Ballarò”.

Il comico poi scherza anche sulla Lombardia e sull’ipotesi di un referendum simile a quello svolto in Veneto:

“Questa mania secessionista ci ha un po’ preso la mano. Dopo il Veneto questa settimana ho sentito Salvini dire ad Agorà che hanno deciso di fare un referendum indipendentista anche in Lombardia. Oddio, se la Lombardia andasse via, qualche vantaggio ci sarebbe anche. Ad esempio in Italia, crollerebbe di botto anche il numero degli indagati. L’Expo stanno arrestando tutti, se va avanti così nel 2015 nel padiglione Italia esponiamo a San Vittore”.

Referendum indipendenza Veneto: “E ora consultazione ufficiale”

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Le accuse sul numero dei partecipanti (100 mila secondo gli esperti, 2,36 milioni secondo loro) non toccano più di tanto gli organizzatori delreferendum sull’indipendenza del Veneto, che ora puntano ad arrivare quanto prima a unaconsultazione ufficiale per staccare la regione dal resto d’Italia, approvando il progetto di legge regionale 342 e poi organizzando il referendum su tutto il territorio.

Riunire tutti i separatisti sotto un’unica bandiera: è nato con questo primo obiettivo il Comitato “Veneto indipendente”, presentato nella sede del Consiglio regionale del Veneto, dal presidente Palmarino Zoccatelli, dal vicepresidente Sandrino Speri, dal capo delegazione della Lega all’Europarlamento Lorenzo Fontana e dal vice capogruppo regionale Paolo Tosato.

“Originatosi dall’iniziativa di vari movimenti politici, culturali, identitari e sindacali veneti, tra i quali la Lega
che è e rimane un importante punto di riferimento per molti cittadini veneti, il Comitato intende operare per contribuire a raggiungere quanto prima l’indipendenza del Veneto, tramite diverse iniziative – spiega Zoccatelli -. Innanzitutto puntiamo a convincere i consiglieri regionali della bontà della causa indipendentista e ad approvare quanto prima il progetto di legge 342 per indire una consultazione referendaria ufficiale da parte della
Regione. Non vogliamo che l’enorme consenso popolare raccolto nei gazebo leghisti e dal plebiscito digitale via internet della scorsa settimana vada disperso o vanificato”.

“Le centinaia di migliaia di voti nel sondaggio via internet – prosegue Fontana, alla luce dei risultati della consultazione online, senza valore di ufficialità, resi noti da Plebiscito.eu – ma anche le firme raccolte dalla Lega dall’inizio di marzo, debbono ora tradursi in una iniziativa ufficiale che senza alcun sospetto o ombra porti i veneti alle urne in tutto il territorio. Il Comitato, in preparazione a questo, promuoverà iniziative in tutte le piazze per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sulle ragioni della causa indipendentista”.

Nuovo stadio della Roma: sarà ispirato al Colosseo. Costo? 300 mln di euro

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Svelato il progetto del nuovo stadio della Roma. Sorgerà nell’area di Tor di Valle e sarà un impianto da 52 mila posti (estendibile a 60 mila quanto basta per ospitare una finale di Champions). Le tribune, su tre livelli, saranno a ridosso del campo.

L’area sarà adatta a ospitare concerti e convegni, e tutto intorno parchi divertimento, megastore, ristoranti a tema, campi di allenamento, foresteria, il museo del club e una zona riservata ai tifosi più piccoli, per un costo di 300 milioni, euro più euro meno. Pallotta ha anche spiegato che i lavori saranno finanziati “interamente con soldi di privati”.

Il via libera dovrebbe arrivare entro un anno al massimo grazie all’emendamento sul rilancio dell’impiantistica sportiva previsto nella legge di stabilità che scandisce i termini delle approvazioni entro i nove mesi. Dodici al massimo.