2 Ottobre 2024, mercoledì
Home Blog Page 1953

Fisco, un aprile infuocato

0

Adempimenti burocratici e tasse su tasse. Sembra essere questo l’eredità dei governi tecnici (Monti e Letta): un’inflazione di adempimenti e di versamenti fiscali. Il mese di aprile è emblematico: il 30 aprile si concentrano più di 50 scadenze, che diventano 135 se si considerano tutte quelle del mese. Una mole di obblighi tributari o previdenziali da togliere il sonno. Anche perché in molti casi si fa fatica a scorgerne la ratio: si va infatti dalla comunicazione telematica dovuta dai commercianti per le vendite in contanti fatte a cittadini stranieri per importi superiori ai mille euro al versamento dei contributi Inps dei datori di lavoro domestico, dalle annotazioni più varie nei registri Iva a quelle dei proventi delle associazioni sportive dilettantistiche, dal versamento delle addizionali Irpef a quello dei contributi Inps, dal pagamento delle ritenute alla fonte Irpef a quelli dei contributi Conai, Empaia, Enpals, dalla presentazione dei modelli Intrastat a quella del modello 730, dalla comunicazione dei beni concessi in godimento ai soci al versamento del contributo per il Sistri, dal rendiconto Ires per gli enti non commerciali alla trasmissione telematica delle denunce Uniemens, dalla trasmissione all’anagrafe tributaria dei dati relativi alle imposte dirette del 2013 a quelli relativi all’Iva, e si potrebbe proseguire ancora se questa pagina non avesse limiti di spazio. Basti segnalare che anche il giorno di Pasqua, domenica 20 aprile, segna la scadenza di 8 adempimenti fiscali, che grazie al cielo, slittano al 22 per la coincidenza di due giornate festive.

Franceschini mette mano al turismo: le regioni creano troppi problemi

0

In Italia “bisogna riorganizzare il sistema di promozione turistica: è una delle cose che affronteremo presto in Consiglio dei ministri con la riforma del Titolo V della Costituzione che ha creato un mucchio problemi perché la promozione è affidata alle regioni”. Lo ha detto il ministro dei Beni Culturali e del turismo, Dario Franceschini, parlando questa mattina presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio alla presentazione del Rapporto 2014 di italiadecide, “Il Grand Tour del XXI secolo – L`Italia e i suoi Territori”. “Il paese – ha insistito – si vende come paese nel mondo” quindi “è fondamentale riorganizzare le competenze in materia turismo”. Siccome, però, non si possono “aspettare i tempi della riforma costituzionale, intanto procederemo d’accordo con le regioni”. Inoltre “ho dato indicazione di superare la struttura di Promuovi Italia, di liquidare la società. Poi occorre ridisegnare le funzioni dell’Ente nazionale del Turismo: è un modello superato”.

Ecco chi c’è in Clubitaly, nuova socia di Farinetti

0

C’è anche Valerio Battista, amministratore e socio della quotata Prysmian fra i 18 azionisti che hanno deciso di accompagnare il banchiere d’affari Gianni Tamburi nel capitale delle Eataly di Natale «Oscar» Farinetti. È stato depositato il libro soci di Clubitaly, la newco costituita il  20 febbraio a Milano davanti al notaio Alfonso Colombo, che ha rilevato per 120 milioni il 20% del gruppo di gastronomia di lusso. La società ha un capitale di 100 mila euro ed è presieduta da Tamburi mentre nel cda figurano il suo braccio destro Alessandra Gritti, Claudio Berretti, Alberto Caponi, Roberto Michetti, Giuseppe Ferrero, Giovani Domenichini, Vittorio Biscarini, Gaetano Marzotto, Antonio Baravalle e il conte Niccolò Branca. Nutrita la compagine azionaria: oltre alla Tamburi Investment Partners con il 27,5%, sono presenti la Angelini Partecipazioni Finanziarie (della dinastia farmaceutica) e la D’Amico Partecipazioni finanziarie (degli imprenditori navali) ciascuna col 7,5%, il 5% è del gruppo immobiliare Ferrero, mentre quote del 3,75% cadauno fanno capo alla Luigi Lavazza (caffè), alla Lunelli (vini e spumanti), alla Zignago Holding (Marzotto), alla Branca International (distillati), alla Finconcordia (famiglia Biscarini), alla Plg One (famiglie Miciano – Domenichini), alla Vb Invest (newco di Battista, ceo di Prysmian nel cui consiglio siede lo stesso Tamburi) e alla immobiliare Viris. Quote del 3,75% sono intestate rispettivamente alle fiduciarie Spafid, Fido e Simon Fiduciaria, un altro 3,75% è della panamense Compania Financiera Lonestar mentre il 2,5% cadauno è di Ubs Fiduciaria, Eos Servizi Fiduciari e dall’inglese Lise Partners Ltd. L’oggetto sociale di Clubitaly è quello tipico della holding e anche «l’assunzione, la detenzione e l’alienazione di liquidità in titoli di stato e obbligazionari italiani, esteri o sovranazionali quotati e altri strumenti finanziari incluse opzioni, etf e titoli assimilabili».

Napoli è nel baratro, ma De Magistris nomina un’assessore all’immagine

0

Con un Comune a un passo dal dissesto dopo la bocciatura del piano di riequilibrio da parte della Corte dei conti, una serie di inchieste avviate dalla Procura per scandali interni a Palazzo San Giacomo e dieci assessori persi in due anni e mezzo, il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che fa? Nomina un nuovo assessore, in sostituzione della dimissionaria ex Idv Pina Tommasielli, per attribuirgli le deleghe a immagine della città, comunicazione, marketing, tradizioni, tempo libero e promozione del ‘‘made in Naples’’. E il settore più importante da ricoprire tra quelli rimasti scoperti, quello cioè dello sport, il sindaco continua a tenerselo per sé. Con questa nomina i rimpasti di giunta salgono a cinque in meno di tre anni e la squadra di governo è nuovamente completata raggiungendo quota dodici. Come aveva più volte annunciato lo stesso primo cittadino della rivoluzione arancione, l’ultimo assessore nominato è una donna: si chiama Monia Aliberti, ha 42 anni, con esperienze professionali nel settore alberghiero, nel marketing e nell’organizzazione di eventi, senza un preciso partito di appartenenza anche se viene data nell’area tra la sinistra e il Pd. De Magistris l’ha presentata a sorpresa in giunta giovedì sera, all’insaputa degli altri assessori che si sono trovati con la nomina già fatta e mai discussa insieme. Inutile dire che a Napoli in questi giorni si sprechino i commenti e le ironie: la città è sull’orlo del baratro, il sindaco con una maggioranza debolissima e scaricato un po’ da tutti, a partire dal Pd, per risollevare il capoluogo campano pensa bene di nominare un assessore per curare l’immagine.

Boschi: non più di 148 senatori non stipendiati e non eletti

0

“Superamento del bicameralismo perfetto, niente piu’ voto di fiducia del Senato, che non votera’ neanche il bilancio dello Stato. I membri non eletti e senza indennita’”. Cosi’ il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi riassume in un’intervista alla ‘Stampa’ quelli che saranno i cardini del nuovo testo di riforma del Senato che oggi presentera’ in consiglio dei ministri. Il Senato, continua il ministro, “sara’ composto dai presidenti delle regioni, dai sindaci dei capoluoghi di regione e delle province autonome, due consiglieri regionali e due sindaci per ogni regione; piu’ 21 senatori su nomina del presidente della Repubblica per sette anni. I senatori a vita esistenti restano in carica. E faranno parte del Senato, un’altra variazione rispetto al testo precedente. Quindi in tutto 148 persone”.

Quindi lancia un monito al presidente del Senato Grasso: “i progetti si condividono e non si smontano”. Osserva il ministro: “Grasso dice che vuole aiutare Renzi? Beh, i numeri in Senato si trovano meglio magari condividendo un progetto e non smontandolo. Anche alcuni parlamentari del Pd ora vogliono il Senato elettivo? Solo che sono gli stessi che hanno chiesto e ottenuto che l’Italicum valesse solo per la Camera. Delle due l’una…”. Il ‘nuovo’ Senato, spiega ancora Boschi, avra’ “pari poteri alla Camera per le leggi costituzionali e di revisione costituzionale. E anche sull’elezione del Capo dello Stato, dei membri del Csm e della Consulta. Quindi rimangono le funzioni di garanzia”.

Inoltre, il procedimento legislativo “viene velocizzato, maggiore rapidita’ e semplicita’ nelle decisioni.
La Camera approva una legge, il Senato puo’ pronunciarsi entro 30 giorni proponendo delle modifiche. La Camera a quel punto ha 20 giorni per pronunciarsi in via definitiva, accogliendo le modifiche del Senato o confermando il testo iniziale. Ma la parola finale spetta alla Camera e ci sono dei tempi certi per le leggi”. E alla domanda se non ci sia un pericolo per la democrazia dalla somma di Italicum e monocameralismo, il ministro risponde: “Invece c’e’ la grande opportunita’ che chi vince possa governare avendo gli strumenti per farlo. Noi siamo disponibili a fare modifiche, ma non si puo’ tornare indietro sui punti cardine. Basta che Grasso o chi ha dubbi faccia una passeggiata tra la gente per rendersi conto”.

Conclude Boschi: “Sfido chiunque a dire che non c’e’ consenso su questa riforma.
Ci vuole coraggio: se la classe politica si arrocca nella conservazione, con quale faccia andiamo a chiedere di fare la spending review in altri settori? Oggi si son svegliati tutti, perche’ pensavano che scherzassimo”.

Illeciti, la repressione è veloce

0

Quando il prossimo mese,  nei cinema italiani, uscirà Un matrimonio da favola di Carlo Vanzina sarà ben difficile che circolino liberamente  su Internet sue copie abusive. Infatti, da oggi, è in vigore il Regolamento per la tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica contenuto nell’allegato  “A” alla  Delibera Agcom n. 680/13/Cons del 12 dicembre 2013. Con 19 articoli viene  disciplinato  l’enforcement amministrativo contro differenti forme di abusiva comunicazione al pubblico di film, canzoni, più in generale di opere protette dal diritto d’autore, codificate nel Regolamento come opere digitali o come programmi. Per la  diffusione in Internet, in 35 giorni, il titolare del diritto d’autore che fa istanza all’Autorità  di rimozione, per via telematica collegandosi a  www.ddaonline.it, vedrà concluso il procedimento ed adottati i relativi provvedimenti. Il termine è abbreviato a 12 giorni nel caso di violazioni di “carattere massivo” o di grave lesione dei diritti di sfruttamento economico. Accertata la violazione, l’Agcom, attraverso il preposto Organo collegiale, ordina, al “prestatore di servizi”che svolge attività di mere conduit o di hosting nonché all’uploader (se identificabile)  o ai gestori della pagina o del sito di provvedere alla rimozione delle opere  digitali abusivamente utilizzate: ai prestatori di servizi che svolgono attività di hosting verrà ordinata la rimozione selettiva, cioè diretta alle sole opere digitali oggetto dell’istanza,  nel caso di server ubicato in  Italia, se è ubicato all’estero dovrà essere disabilitato l’accesso al sito ed in entrambi i casi avvisato l’utente finale  del motivo che ha determinato la sospensione del servizio.

La Farnesina? Una sprecopoli. Paolo Bracalini, Il Giornale

0

Il Ministero degli Esteri italiano è un pozzo di sprechi. Il Ministero, noto più per la disastrosa gestione del caso dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone viene dipinto da Paolo Bracalini sul Giornale come una fonte di scialo in giro per il mondo.

L’articolo di Paolo Bracalini ha solo un difetto, affronta gli sprechi del Ministero degli Esteri sotto il solo angolo degli aiuti internazionali. C’è da sperare che affronti poi anche tutta la montagna di consulenze inutili, di personaggi più o meno all’altezza. Ma lì forse il Giornale di Berlusconi non andrà molto lontano, visto che per anni il ministero è stato tenuto da Franco Frattini, colonna della rappresentanza di Forza Italia nel Governo, appena silurato nelle sue aspirazioni di diventare segretario della Nato  che di consulenze più o meno utili ne deve avere distribuito più di una. Ora c’è la comunista Federica Mogherini e il Giornale può picchiarci dentro. 

“Farnesina onlus, ministero degli Esteri e della Beneficenza internazionale, Pia Farnesina caritatevole”.
L’articolo di Paolo Bracalini attacca così e prosegue:

 Una montagna di soldi diretti verso l’Africa sub­sahariana, il Medioriente, il Ma­ghreb, l’America centrale, ovunque (siamo il settimo Pae­se donatore più importante al mondo). Progetti di «coopera­zione allo sviluppo» finanziati dal ministero degli Esteri (e in parte anche dal Tesoro) per fina­lità nobili. Come formare, sem­pre col contributo finanziario del Mae (ministero Affari este­ri), «14 giornalisti della radiote­levisione pubblica libica», col know-how della Rai, per spiega­re ai colleghi di Tripoli le basi della «libertà d’espressione, il pluralismo, i nuovi media», con «sessioni pratiche» negli studi Rai. Bazzecole, briciole rispetto al fiume di de­naro ( 294.351.600 euro nel 2013) che dalla Far­nesina parte per le mete più lontane, impermeabi­le agli allarmi di esperti co­me Dambisa Moyo, econo­mista di origini africane, sugli ef­fetti controversi, a volte addirit­tura controproducenti, degli aiuti al Terzo mondo ( La carità che uccide , Rizzoli). Proprio nei giorni scorsi il Comitato per la cooperazione presieduto dal vi­ceministro Pistelli (ex mentore di Renzi, suo ex portaborse) ha annunciato le nuove «linee gui­da triennali », cioè i nuovi finan­ziamenti in partenza, per com­plessivi 51,2 milioni: 20 milioni di euro per lo sviluppo rurale del Myanmar (la Birmania), 31,2 milioni di euro all’Hondu­ras «per il progetto di schema ir­riguo nella valle del Nacaome», 500mila euro per l’assistenza agli sfollati in Sud Sudan, 30 mi­lioni di euro «per lotta contro Ai­ds, Tbc e malaria».
Battaglie importanti, in cui l’Italia è in prima linea,pronta a finanziare. «Bisogna combatte­re la povertà e rilanciare lo svi­luppo puntando sull’agricoltu­ra e sul sostegno alle piccole e medie imprese» ha detto il mini­stro degli Esteri (Emma Boni­no) a gennaio.Non parlava del­l’-Italia, ma del Senegal, a cui la Farnesina ha girato 45 milioni di euro (per tre anni), inorgo­gliendo l’omologo ministro se­negalese Mankeur Ndiaye, che ha tenuto a sottolineare «le buo­ne relazioni » tra Dakar e Roma, prima di insignire il ministro ita­liano della più alta onorificenza senegalese, «Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito». «E con­ferma anche la priorità del Sene­gal per la cooperazione italiana – dice il comunicato della Farne­sina dell’8 gennaio 2014 – che dal 1985 ha dato 292 milioni di euro a dono e 129 milioni a cre­dito di aiuto». A febbraio sono partiti alla volta di Bangui, Re­pubblica Centrafricana colpita da una crisi umanitaria, 400mi­la euro (prima tranche di un fi­nanziamento complessivo di 1 milione) «per la prevenzione della violenza di genere, l’assi­stenza psicosociale e attività di formazione rivolti a leader loca­li ». Mentre in Tanzania, sempre a febbraio, è andato circa 1 mi­lione di euro come «Supporto al settore della formazione profes­siona­le ed allo sviluppo del mer­cato del lavoro ».

Per scolarizza­re i giovani dell’Angola, invece, il progetto di 1,1 milioni di euro è stato finanziato per il 70% dal ministero degli Esteri. Vale 1,1 milioni anche il progetto di «So­stegno allo sviluppo socio- sani­tario nella provincia della Ngou­nié », in Gabon, mentre per fi­nanziare i giovani ricercatori mozambicani in ambito di bio­tecnologie sono impegnati 1,6 milioni di euro. Altri finanzia­menti per lo «sviluppo della filie­ra lattiero-casearia in Algeria», per il «miglioramento della pro­duzione agro-zootecnica nel­l’Isola di S. Antao» a Capo verde (520mila euro), altri 287.500 eu­ro per «Comunicare lo svilup­po » in Uganda. Tra i maggiori destinatari di aiuti italiani c’è la Palestina. «Con un impegno di circa 220 milioni di euro (160 a dono e 60 a credito d’aiuto) ne­gli ultimi 10 anni- si legge- la Co­operazione italiana si è tradizio­nalmente collocata tra i princi­pali donatori della Palestina». Un impegno che con il ministro renziano Mogherini (già coordi­natrice dell’Intergruppo parla­mentare per la cooperazione in­ternazionale) aumenterà, co­me ha promesso lei stessa da­vanti alle commissioni Esteri.

Contratti telefono nulli senza firma, rimborsi rapidi: nuove regole acquisti online

0

Contratti telefonici? Senza una firma, a penna o digitale, non varranno più nulla. E ancora:diritto di recesso più facile con un modulo universale, rimborsi certi e in tempi più brevi. E ancora: obbligo per chi vende online di mettere subito in chiaro il costo totale della merce, senza nascondere extra nel contratto.

Dal 14 giugno i cittadini conquistano più tutele contro le frodi e le pratiche scorrette nel commercio on line e a distanza ma anche in quello tradizionale,e all’Antitrust viene assegnata la competenza esclusiva sulla materia. E’ l’effetto della direttiva europea sui diritti del consumatore, recepita dal parlamento italiano il 21 febbraio, e che proprio a metà giugno entrerà in vigore.

 

Molte sono le novità della normativa che riguardano i contratti  stipulati via internet e comunque fuori dai locali commerciali a partire dall’ampliamento della durata del diritto di ripensamento fino a due settimane e dai tempi stretti per ottenere il rimborso di quanto pagato (massimo 14 giorni).

Dal punto di vista della burocrazia tutto sarà meno snello, è vero. Ma in un Paese dove ancora in pochi si fidano degli acquisti online l’obbilgo della firma per rendere valido un contratto ha un che di rassicurante.

Lombardia, politici mangiano per 2 milioni di euro. Paghiamo noi. La top ten

0

Politici che mangiano, e stavolta non trattasi di metafora populista, 2 milioni e 140 mila euro. Succede in Lombardia e i conti, euro più euro meno, li ha fatti il Corriere della Sera. Ottenendo un risultato che si commenta da solo: di quasi 3 milioni utilizzati sotto la voce rimborsi elettorali, i due terzi se ne sono andati in cibo. Mangiati. In tutti i modi, per tutti i gusti e per tutte le tasche: dai due euro e mezzo del vasetto di Nutella di Carlo Spreafico (Pd) fino ai 2190 euro di “caviale e pesce vario” di Gianmarco Quadrini (Udc)

In mezzo c’è di tutto: dagli aperitivi alle casse di vino fino ai pasti a menù fisso. Tutto con soldi pubblici.  Come ricorda il Corriere della Sera

Rischiano il rinvio a giudizio 31 consiglieri del Pdl, 23 della Lega, 5 del Pd, due dell’Udc e uno ciascuno di Sel, Idv e Partito dei pensionati.L’elenco dei rimborsi fatti passare come legati al mandato politico è sterminato, ma andando a spulciare tra le voci non mancano le curiosità, alcune ormai diventate un must. C’è chi, come Guido Galperti (Pd) ha messo l’aspirina da 12,10 euro oppure chi ha speso 35 euro nell’ «Angolo della serratura», come Alessandro Marelli (Lega).

Sempre il Corriere elenca i principali rimborsi “gastronomici”:

  1. Giuseppe Giammario (Pdl): si è fatto rimborsare 120 bottiglie di “Refosco”

  2. Massimo Buscemi, (Pdl) ex assessore ai servizi: offrì 18 menù fissi al costo di 1.080 euro

  3. Luciano Bresciani, (Lega) assessore alla Sanità, spese 179,75 euro per 14 aperitivi

  4. Carlo Spreafico (Pd) ha messo nella nota spese un vasetto di Nutella da 2,70 euro

  5. Gianmarco Quadrini (Udc): 2.190,29 euro per “caviale e pesce vario” acquistati alla “Agroittica”

  6.  Gianluca Rinaldin (Pdl) ha speso 265,5 euro per pasteggiare con due commensali sorseggiando Brunello di Montalcino

  7.  Giangiacomo Longoni(Lega): “coppetta piccola” da 2,50 euro

  8. Carlo Porcari, capogruppo del Pd nel 2008, è chiamato a giustificare due banchetti per circa 250 persone pagati 5.000 euro in totale dal Partito democratico il 18 e 19 settembre

  9. Stefano Maullu (Pdl), assessore alla protezione civile nel 2008: pranzo con due ospiti istituzionali a 114 euro e cena da 136 euro con altri due sempre nello stesso ristorante di pesce, “a’Riccione”

  10. Un lungo elenco di pasti (quasi 17mila euro) riguarda l’ufficio di presidenza allora guidato daRoberto Formigoni (Pdl). Fra questi ce ne è uno al ristorante stellato Cracco in occasione dell’incontro tra il Presidente e la «Consulta architetti del Bie», l’11 marzo del 2009: accompagnato da «degustazione di vini», è costato all’erario 2.520 euro

Sondaggio Swg. La paura più grande degli italiani: perdere i risparmi accumulati

0

Sondaggio Swg. La paura più grande degli italiani: perdere i risparmi accumulati. Il timore che i propri risparmi vengano erosi, che la crisi se li porti via è la più grande preoccupazione degli italiani messi di fronte alla attualità della crisi economica. E’ il risultato di un sondaggio Swg, un questionario per scoprire come gli italiani reagiscono all’assedio della congiuntura economica. Il sondaggio Swg (pubblicato sul Corriere Economia) offre risultati interessanti.  Alla domanda “lei teme in particolare di” (con possibilità multipla di scelta):

il 43% ha risposto, “Perdere i risparmi accumulati”;

il 41% “Non riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita”;

il 35% “Non avere i mezzi per le cure personali o di un familiare”;

il 32% “Doversi indebitare”;

il 31% “Non riuscire ad aiutare i propri figli”;

il 12% “Non riuscire a pagare il mutuo dell’abitazione”;

l’11% “Non riuscire a pagare le rate degli acquisti”;

il 4% nessuna di queste cose;

il 2% non sa.