3 Ottobre 2024, giovedì
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Gli appunti sul cellulare di Filippo Turetta: “Tinder, la vita, cosa non va con Giulia”

A cura di Ionela Polinciuc

Filippo Turetta, il giovane di 22 anni accusato dell’omicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, aveva annotato sul suo cellulare una serie di pensieri e propositi legati alla loro relazione e alla sua vita personale. Questi appunti, raccolti dagli inquirenti e presentati come prove nel processo, offrono uno spaccato inquietante della sua ossessione per Giulia e delle difficoltà emotive che lo hanno portato, alcuni mesi dopo, a compiere l’omicidio.

Turetta aveva catalogato meticolosamente una serie di annotazioni e liste sul proprio smartphone. Una delle più significative è intitolata “Tinder, la vita, cosa non va con Giulia”, un elenco di riflessioni personali che includono pensieri su Giulia e su come avrebbe potuto cercare di riconquistarla.

Uno dei passaggi più rivelatori è la frase: “Una persona come la Giulia non la troverò mai più neanche in infinite vite”. Nelle note, Turetta esprime anche frustrazione e recriminazioni nei confronti della ragazza, accusandola di non includerlo nella sua vita: “Giulia non mi include nella sua vita”, lamenta.

Tra le cartelle digitali salvate nel suo telefono, c’è un elenco di “buoni propositi” per l’anno 2023. In questa lista, Turetta aveva fissato degli obiettivi personali che andavano dall’aiutare Giulia a migliorare il suo profilo social, fino a dedicarsi ad attività fisiche e momenti di svago come andare a concerti. Tra i suoi propositi emerge anche la volontà di “provare Tinder”, suggerendo un tentativo di apertura a nuove relazioni, nonostante il desiderio evidente di riconquistare l’ex fidanzata.

A questi si aggiungono messaggi di auto-incoraggiamento, in cui Filippo si spinge a superare le sue insicurezze: “Devo buttarmi! In qualsiasi occasione senza paure, non ho nulla da perdere ormai. Non devo litigare, peggioro solamente le cose”.

Le “cose carine” da fare per Giulia

Gli appunti di Turetta non si limitano a riflessioni generiche, ma contengono anche una lista di gesti che voleva compiere per riconquistare Giulia. La cartella, intitolata “Cose carine da fare per lei”, elenca piccole attenzioni quotidiane, come mandarle un post al giorno su Instagram, rileggere ogni giorno le loro chat d’amore e portarla a prendere le frittelle alla mensa. Tra le idee più romantiche, c’era quella di regalarle delle mimose per la Festa della Donna e un uovo di Pasqua con un peluche. Gesti che riflettono un tentativo disperato di far rivivere una relazione già finita.

Tra i pensieri annotati da Turetta emergono anche delle recriminazioni nei confronti di Giulia, che aveva deciso di porre fine alla loro storia. Filippo annota: “Non mi ha mandato un messaggio affettuoso dopo la buonanotte” e si lamenta di essere stato escluso da alcuni eventi della vita della ragazza, come la festa di compleanno della sua amica Elena. “Non mi include nella sua vita, lasciandomi sempre solo”, scrive, evidenziando un senso crescente di isolamento.

Nelle stesse note, Turetta esprime anche giudizi negativi su sé stesso, elencando le proprie insicurezze fisiche e materiali: “Ho i piedi piatti, ho i denti storti, sono povero e non sono bello”. Questi pensieri si accompagnano a un generale senso di ansia e apatia: “Non ho voglia di fare niente durante le giornate e mi sento un sacco in ansia per tante cose. Non ce la faccio, non ho voglia e non riesco a far niente”.

L’epilogo tragico

Pochi mesi dopo aver scritto queste note, Filippo Turetta avrebbe commesso l’omicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, a Fossò, in Veneto. Gli appunti sul suo cellulare, ora parte del fascicolo processuale, mostrano una mente tormentata e un’ossessione crescente che, alla fine, si è trasformata in un tragico gesto di violenza.

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