3 Ottobre 2024, giovedì
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Kamala Harris e il sostegno a Israele: Un’analisi critica

A cura di Giovanni De Ficchy

Cosa succede?

Non possiamo aspettarci che la Harris abbia da presidente un atteggiamento diverso nei confronti della politica statunitense in Medio Oriente rispetto a quando era vicepresidente.

 La Harris è una candidata che ha sempre dimostrato di sostenere Israele tanto quanto e forse di più che Biden.

Si pensi al suo incontro privato del 25 luglio con il Primo Ministro Benjamin Netanyahu. In una dichiarazione televisiva, la Harris ha esordito ripetendo una variante di una storia che ha già raccontato molte volte, di solito davanti a gruppi di pressione pro-Israele come l’American Israel Public Affairs Committee (AIPAC):

“Da quando ero una ragazzina che raccoglieva fondi per piantare alberi per Israele, fino al mio periodo al Senato degli Stati Uniti e ora alla Casa Bianca, ho avuto un impegno incrollabile per l’esistenza dello Stato di Israele, per la sua sicurezza e per il popolo di Israele”, ha detto Harris.

Harris – che ha presieduto al trasferimento di bombe da 2.000 libbre al regime israeliano durante i 10 mesi del genocidio di Gaza – avrebbe continuato a rendere un pç’ di servizio a parole alle sofferenze dei palestinesi, anche se ha dedicato la maggior parte del suo tempo a mostrare sostegno a Israele.

Ed è qui che si rivela la natura sinistra della storia di Harris.

la Harris invece è stata spesso presentata dalla campagna democratica come più amichevole nei confronti della causa palestinese. 

La candidata del Partito Democratico sta lottando contro i suoi demoni interni, cercando di fare la cosa giusta in una situazione difficile?

In realtà sta semplicemente tenendo i piedi in due scarpe, cercando di smobilitare il movimento di solidarietà con la Palestina pur mantenendo un sostegno incrollabile a Israele?
La Harris non è un attore neutrale; non è una persona scelta a caso tra la massa della popolazione degli Stati Uniti perché «coraggiosa» abbastanza per affrontare Trump.

La Harris è stata fermamente dalla parte di un establishment violento che produce incessantemente armi, costruisce prigioni e disumanizza le persone, durante la sua carriera da magistrato.

Manifestanti pro palestinesi

Molti progressisti si stanno bevendo le sue bugie e potrebbero essere ulteriormente rassicurati dal fatto che abbia scelto il governatore del Minnesota Tim Walz come suo compagno di corsa al posto dell’ osteggiato governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, la cui posizione anti-palestinese e sionista (tra gli altri scheletri nell’armadio) gli ha fatto perdere l’ambita posizione. 

È una consapevole rappresentante della casta democratica, dominante statunitense.

Questa classe capitalista-imperialista che ha interessi oggettivi e concreti nel mantenere Israele come avamposto nel mondo arabo.

Così i media tradizionali stanno correndo per creare una nuova narrazione in cui Harris, che è stata afflitta da bassi indici di gradimento per tutta l’amministrazione Biden, sia improvvisamente una voce per la sua gente.

La Harris in realtà non ha nessun popolo.

Tranne forse i suoi donatori, gli alleati pro-Israele e i leader del Partito Democratico, che l’hanno consacrata senza primarie.

La Vice Presidente Harris sta cercando di pacificare il movimento contro la guerra negli Usa.

Il movimento pro-Palestina rappresenta un problema per il Partito Democratico, poiché si verifica sotto la sua amministrazione. 

Non è facile per i Democratici fingere di avere una politica più umana, come accade sotto le amministrazioni repubblicane. 

Ora che la Harris è ufficialmente in corsa, è costretta più che mai a dimostrare chi ha veramente il suo sostegno: i palestinesi o Israele.

Il suo sostegno, senza sorpresa, ricade su quest’ultimo.

Non c’è motivo di pensare che un’amministrazione Harris possa in qualche modo essere un alleato del popolo palestinese.

Durante un recente comizio elettorale, quando i manifestanti pro-Palestina hanno interrotto il suo discorso, ha detto loro: «Se volete che Donald Trump vinca, allora ditelo; altrimenti, parlo io!».

Oggi la Palestina sta rivelando a milioni di persone le profondità sanguinose a cui la classe dirigente democratica è disposta a spingersi per mantenere i propri interessi e anche la scarsa attenzione che presta alle richieste delle masse .

 Il colore della sua pelle e la storia della sua famiglia non sono scudi che possono offrire protezione ai palestinesi all’estero o alle minoranze in patria; sono maschere per coloro che effettivamente governeranno se dovesse essere eletta….

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