A cura di Clara Sardella
Arriverà sugli scaffali ad ottobre il Cavolfiore della Piana del Sele, un autentico gioiello dell’agroalimentare italiano, che vede certificata l’eccellenza IGP e riconosciute la qualità, la sostenibilità, il legame con il territorio e le pregiate proprietà nutritive.
Arriverà presto sulle nostre tavole un prodotto preziosissimo per la nostra salute, il Cavolfiore della Piana del Sele, un’eccellenza certificata dal marchio IGP.
Il Cavolfiore della Piana del Sele, ha infatti ottenuto l’Indicazione Geografica Protetta (IGP), il prestigioso riconoscimento conferito dall’Unione Europea, che certifica e garantisce la qualità e l’origine geografica di questo prodotto.
Il termine Indicazione Geografica Protetta, meglio noto come IGP, è infatti un marchio d’origine attribuito dall’Unione europea ai prodotti agricoli e alimentari con una determinata qualità, reputazione o caratteristica dipendente dall’origine geografica, e per questo una delle tre fasi di produzione deve avvenire in una determinata area geografica, come nel caso della Piana del Sele, a garanzia di un prodotto di qualità e proprietà organolettiche uniche.
Questo traguardo, è stato raggiunto grazie al ruolo fondamentale svolto dall’Organizzazione di Produttori “Solco Maggiore”, che ha guidato l’iter di riconoscimento di questo gioiello dell’agroalimentare italiano che è molto più di una certificazione di origine perché rappresenta anche un riconoscimento al contesto in cui viene coltivato.
Per celebrare questo importante traguardo, si è tenuto a Milano l’evento intitolato “Il Cavolfiore della Piana del Sele. Il valore di un importante riconoscimento europeo, il suo disciplinare produttivo, la nutraceutica del prodotto ed il gusto”, che ha illustrato il valore culturale e gastronomico di questo prodotto d’eccellenza, trattando i vari aspetti che lo rendono unico, come il disciplinare produttivo, le eccellenti proprietà nutritive e il gusto inconfondibile. Un confronto multidisciplinare che ha coinvolto produttori, ricercatori, chef ed esperti del settore alimentare.
“Dopo un lungo e appassionante percorso, che ci ha offerto continui spunti di apprendimento, possiamo finalmente celebrare questo successo”, afferma Antonio Vocca, responsabile generale della OP Solco Maggiore “Per il Cavolfiore della Piana del Sele il riconoscimento IGP è un traguardo che segna anche l’inizio di una nuova fase. Questo simbolo di qualità e tradizione, riconosciuto e valorizzato non solo per le sue qualità organolettiche, ma anche per il suo profondo legame con il territorio, è pronto a conquistare nuovi mercati e palati anche a livello internazionale, affermandosi come un ambasciatore dell’eccellenza agricola italiana”.
Durante il dibattito, Gianluca Caruso, Docente di Orticoltura e Floricoltura presso il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi Federico II di Napoli, ha sottolineato: “Il riconoscimento IGP del Cavolfiore della Piana del Sele rappresenta un traguardo significativo per l’intero settore agroalimentare della regione. Questo successo non solo attesta l’eccellenza qualitativa del prodotto, ma evidenzia anche il valore della ricerca scientifica e del miglioramento varietale che sono stati fondamentali per raggiungere tale risultato”.
A tal proposito, Paola Russo, Professore Ordinario di Chimica Industriale e Tecnologia presso il Dip. di Ingegneria Chimica Materiali Ambiente dell’Università di Roma La Sapienza ha sottolineato: “Il Cavolfiore della Piana del Sele IGP è un esempio eccellente di come la qualità del prodotto possa essere preservata e valorizzata attraverso tecnologie di conservazione e trasformazione innovative. La sinergia tra tradizione e innovazione permette di esaltare le caratteristiche organolettiche e nutrizionali del prodotto, contribuendo alla sua riconoscibilità e apprezzamento a livello nazionale e internazionale”. Infine, lo chef Davide Oldani, noto per la sua cucina che fonde tradizione e innovazione, ha dichiarato: “Il Cavolfiore della Piana del Sele IGP è un ingrediente che racchiude in sé tutta la ricchezza del territorio. La sua versatilità in cucina, unita alle sue proprietà nutrizionali, lo rende protagonista di piatti che sanno raccontare una storia, quella della terra da cui proviene. Utilizzare un prodotto con un’identità così forte e riconosciuta è un privilegio per ogni chef che desidera esprimere al meglio il legame tra cultura gastronomica e territorio”.
