23 Settembre 2024, lunedì
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Quando si prescrive un debito con l’INPS?

I debiti contributivi con l’INPS possono diventare una vera e propria spina nel fianco per i contribuenti che, per vari motivi, non riescono a versare regolarmente i contributi dovuti. Tuttavia, esistono regole precise sulla prescrizione di tali debiti che, una volta superate, permettono di liberarsi dall’obbligo di pagamento. Ma quando si prescrive un debito con l’INPS? Quali sono le eccezioni, i casi di sospensione e i fattori che raddoppiano i termini di prescrizione?

Il termine ordinario di prescrizione per i debiti contributivi con l’INPS è di 5 anni. Questo significa che, trascorso questo periodo, i contributi non versati non possono più essere richiesti in pagamento dall’ente previdenziale, e le relative sanzioni non possono essere applicate. Tuttavia, ci sono eccezioni e fenomeni particolari che possono modificare questa regola.

Ad esempio, nel caso di contributi non versati legati a rapporti di lavoro nero, il termine di prescrizione raddoppia, arrivando fino a 10 anni. Il raddoppio può avvenire solo se il lavoratore presenta una denuncia all’INPS entro i 5 anni ordinari. Questo garantisce una tutela aggiuntiva per il lavoratore che ha subito l’omissione contributiva.

Il termine di 5 anni inizia a decorrere dalla data in cui i contributi sarebbero dovuti essere versati. Se, ad esempio, i contributi erano dovuti nel 2020, la prescrizione avverrà nel 2025, a meno che non intervengano degli atti che interrompono o sospendono il decorso della prescrizione.

Alcuni atti, previsti dalla legge, possono interrompere il periodo di prescrizione, facendo ripartire il conteggio dei 5 anni da capo. Tra gli atti interruttivi più comuni troviamo:

  • Richiesta di pagamento: Una semplice comunicazione dell’INPS, anche in forma di sollecito o diffida, interrompe il periodo di prescrizione.
  • Emissione di avviso di addebito: Questo documento, che accerta l’importo dovuto e ne richiede il pagamento, ha lo stesso valore esecutivo di una cartella esattoriale. La notifica dell’avviso di addebito può avvenire via PEC, raccomandata o tramite un messo comunale.
  • Rateizzazione del debito: Se il contribuente richiede di pagare a rate il debito, la prescrizione si interrompe. Questo è importante perché una rateizzazione richiesta su un debito già prescritto non consente più di invocare la prescrizione.

Ogni volta che un atto interruttivo viene emesso, il termine di prescrizione ricomincia da capo, il che significa che il debito può restare esigibile anche dopo molti anni.

Se nel 2024 ricevi una diffida per il pagamento di contributi dovuti nel 2018, il debito sarà considerato prescritto se non hai ricevuto alcuna notifica nei cinque anni precedenti. Tuttavia, se nel 2022 hai ricevuto un avviso di addebito per quei contributi, il termine di prescrizione sarà ripartito da capo a partire da quella data.

La prescrizione può essere sospesa in alcuni casi specifici, ad esempio:

  • Ricorso amministrativo o giudiziario: Se il contribuente impugna un avviso di addebito o una richiesta di pagamento, la prescrizione viene sospesa per tutta la durata del procedimento legale.
  • Frode o simulazione: Se il debitore compie atti fraudolenti per nascondere il suo debito contributivo, la prescrizione viene sospesa finché la frode non viene scoperta dall’INPS. In questi casi, l’ente previdenziale può agire anche dopo il termine di prescrizione ordinario.

La restituzione di somme percepite indebitamente dall’INPS (come ratei di pensione o indennità come la NASpI) ha un termine di prescrizione più lungo rispetto ai debiti contributivi. In questo caso, si applica il termine ordinario di 10 anni. La prescrizione decorre dalla data del pagamento delle somme indebitamente erogate e può essere interrotta da qualsiasi richiesta formale dell’INPS.

Nel caso di rapporti di lavoro non dichiarati, la prescrizione si estende a 10 anni. Questo avviene solo se il lavoratore presenta una denuncia all’INPS prima della scadenza del termine quinquennale ordinario. Se ciò non avviene, la prescrizione rimane di 5 anni.

Capire quando si prescrive un debito con l’INPS è fondamentale per evitare di pagare somme che potrebbero non essere più dovute. Tuttavia, i termini di prescrizione possono essere interrotti o sospesi, e in alcuni casi particolari possono essere estesi. Chi si trova in difficoltà con i pagamenti all’INPS o riceve richieste per debiti passati dovrebbe consultare un professionista per valutare la propria situazione e capire come muoversi nel rispetto delle regole.

Conoscere i meccanismi della prescrizione permette di agire in modo consapevole e difendere i propri diritti di fronte all’ente previdenziale.

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