20 Settembre 2024, venerdì
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Caos Monoclonale Nirsevimab

A cura di Ionela Polinciuc

Il Ministero della Salute si trova al centro di una bufera riguardante la distribuzione del monoclonale Nirsevimab, destinato alla prevenzione del virus respiratorio sinciziale (VRS) nei neonati. La controversia è scoppiata in seguito a una direttiva ministeriale che, in un primo momento, escludeva alcune Regioni del Sud Italia, tra cui Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, dalla somministrazione gratuita del farmaco. Questo provvedimento ha suscitato forti reazioni da parte delle opposizioni politiche e delle autorità locali, portando il Ministero a fare un rapido dietrofront.

Il giovedì precedente, una comunicazione firmata da Americo Cicchetti, Direttore Generale del Ministero della Salute, aveva informato i direttori della sanità e i commissari delle Regioni in piano di rientro dal debito sanitario che il monoclonale Nirsevimab non sarebbe stato disponibile gratuitamente. La ragione dietro questa decisione era l’esclusione del farmaco dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), il che significava che le famiglie residenti in queste Regioni avrebbero dovuto pagare di tasca propria per garantire il trattamento ai propri bambini.

Questa scelta ha generato indignazione, in particolare nella Regione Puglia, dove Fabiano Amati, presidente della Commissione Bilancio, ha denunciato l’iniquità della situazione: “I bambini pugliesi rischiano la terapia intensiva o la morte, mentre quelli lombardi vengono salvati”. Le critiche sono arrivate anche da altre parti politiche, come il deputato democratico Piero De Luca, che ha definito la decisione “ingiusta e pericolosa”.

Le pressioni politiche e le critiche pubbliche hanno indotto il Ministero della Salute a cambiare rapidamente posizione. Una nuova circolare, firmata da Maria Rosaria Campitiello, capo del Dipartimento della Prevenzione, ha comunicato che il Ministero sta lavorando per trasferire il Nirsevimab dalla fascia C (a pagamento) alla fascia A, consentendo così la copertura del farmaco da parte del Servizio Sanitario Nazionale. L’obiettivo è garantire parità di accesso in tutte le Regioni, inclusi i territori del Sud in difficoltà economiche.

In parallelo, il Ministero ha avviato colloqui con l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e con la Direzione Generale della Prevenzione per rivedere le normative che attualmente limitano le Regioni in piano di rientro nell’erogazione di farmaci non inclusi nei LEA.

Il Nirsevimab è considerato uno strumento chiave nella prevenzione del virus respiratorio sinciziale, una delle principali cause di malattie respiratorie nei bambini sotto i cinque anni. I pediatri del consiglio del “Calendario per la Vita” hanno accolto positivamente la retromarcia del Ministero, sottolineando come la prevenzione sia essenziale per evitare complicazioni gravi come le ospedalizzazioni. Ogni anno, il VRS colpisce circa 33 milioni di bambini in tutto il mondo, provocando oltre 3,6 milioni di ospedalizzazioni.

L’offerta gratuita del Nirsevimab e la vaccinazione in gravidanza sono strumenti fondamentali per proteggere i neonati da questa infezione pericolosa e potenzialmente letale, garantendo che tutti i bambini, indipendentemente dalla loro regione di residenza, abbiano accesso a cure adegua

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