A cura di Ionela Polinciuc
L’Unicef, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), l’UNRWA e altri partner, ha avviato una missione cruciale per la salute pubblica a Gaza, con l’invio di 1,2 milioni di dosi di vaccino antipolio di tipo 2 (nOPV). L’iniziativa mira a proteggere più di 640.000 bambini dalla poliomielite, una malattia infettiva potenzialmente devastante.
L’arrivo dei vaccini a Gaza rappresenta un passo significativo nella lotta contro la poliomielite, malattia altamente contagiosa che può causare paralisi e persino la morte. Le dosi di vaccino, sviluppate per contrastare il ceppo 2 del virus della poliomielite, sono fondamentali in un contesto in cui la diffusione della malattia potrebbe avere conseguenze drammatiche sulla salute dei più giovani.
L’Unicef, insieme ai suoi partner, ha pianificato una campagna di vaccinazione estesa e dettagliata. Il vaccino verrà somministrato a bambini sotto i cinque anni, che rappresentano il gruppo di età più vulnerabile. L’operazione di vaccinazione prevede il coinvolgimento di personale medico qualificato e volontari locali, che lavoreranno sul campo per garantire una copertura capillare e raggiungere ogni bambino.
“Il nostro obiettivo è proteggere i bambini di Gaza dalla poliomielite e prevenire il ritorno di questa malattia debilitante”, ha dichiarato un portavoce dell’Unicef. “Lavoriamo a stretto contatto con i nostri partner per assicurarci che ogni bambino abbia accesso al vaccino e che la campagna di vaccinazione sia effettuata in modo efficiente e sicuro.”
L’intervento dell’Unicef arriva in un momento critico, dato che la regione ha affrontato sfide sanitarie significative negli ultimi anni. Il supporto internazionale, come quello offerto da Unicef e dai suoi partner, è essenziale per garantire che le emergenze sanitarie siano gestite adeguatamente e che le misure preventive siano implementate efficacemente.
Con questa iniziativa, l’Unicef e i suoi collaboratori sperano di fare un passo decisivo verso l’eradicazione della poliomielite a Gaza, contribuendo così alla salute e al benessere dei bambini in una delle regioni più vulnerabili del mondo.
