20 Settembre 2024, venerdì
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I panni sporchi del sangue degli altri

A cura dell’Avv. Margherita Morelli

Il mio profilo è diventato, intenzionalmente, una cronaca web di ciò che accade a Gaza, con l’obiettivo di dare voce a coloro che sono vittime della brutalità e della sopraffazione. In particolare, mi sono affezionata a qualcuno che ha subito queste atrocità.

Da questo impegno è nato qualcosa di particolare, unico e imprevisto, che va oltre il quotidiano. Ormai, non posso (e non potrei) sottrarmi a questa responsabilità, tanto sono coinvolta.

Non sarà una promessa mancata al destinatario, nei limiti delle mie possibilità e anche oltre, se necessario.

Magari alcuni amici virtuali (perché quelli reali sono un’altra cosa) si annoiano e passano oltre, cercando immagini più amene e meno stressanti postate “on the road” oppure in spiaggia, acchiappa-like e cuoricini.

Se tutti facessero lo stesso, anche solo occasionalmente, invece di rinfrescarsi le meningi come uno struzzo, avremmo un archivio storico eccezionale da condividere, conservare e preservare. Questo archivio sarebbe una testimonianza delle nefandezze commesse dall’uomo contro l’uomo e un’importante prova di ciò che sta accadendo e potrebbe ancora accadere.

Almeno avremmo fatto qualcosa di utile per l’umanità, oltre a partecipare alla vacua fiera della vanità tra mari cristallini, campagne lussureggianti, scollature mozzafiato, gambe bruciate dal sole e tavolate luculliane tra braciate e flambé.

I panni sporchi del sangue degli altri non ci appartengono, anche se in essi potremmo riconoscere qualcosa che potrebbe essere nostro. Preferiamo i nostri, grondanti di ipocrisia, indolenza, superficialità ed evanescenza. Occhio non vede, cuore non duole per chi ancora ne possiede uno.

Continuiamo a restare umani, se potete, e non solo amici virtuali, nonostante e oltre l’apparire e, talvolta, la convenienza.

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