19 Settembre 2024, giovedì
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Cittadini Italiani rapiti dalla dittatura venezuelana

A cura di Giovanni De Ficchy

Secondo l’ultimo conteggio delle vittime del Foro Penal, in Venezuela ci sono stati 1.263 arresti arbitrari, di cui 114 hanno coinvolto minori.

L’ultimo in ordine di tempo è il deputato Americo de Grazia, volto storico dell’opposizione, cittadino italiano, seguito da l’onorevole William Davila arrestato poche ore dopo l’intervista rilasciata all’Adnkronos nella quale lo stesso parlamentare si è appellato alla premier Giorgia Meloni per chiedere il sostegno dell’Italia, denunciando la repressione del regime di Nicolas Maduro a seguito delle contestatissime elezioni politiche del 28 luglio.

Davila ha parlato anche della stretta sui social attuata dal regime sudamericano: “Il governo – ha sottolineato Davila – cerca di reprimere i social per evitare che le persone si informino, carichino informazioni o prove dei crimini contro l’umanità, delle violazioni dei diritti costituzionali e altro. WhatsApp è stata l’applicazione che Maduro ha ordinato di cancellare dai telefoni perché da lì, afferma, sarebbero nate presunte cospirazioni”.

I parenti di entrambi parlano di sequestro e affermano che non si sa dove si trovino.

C’è preoccupazione anche per la sorte di Rita Capriti, 50enne italo-venezuelana arrestata nella notte tra l’1 e il 2 agosto in Venezuela.

La donna, nata a Maracay da genitori originari della provincia di Messina, è stata prelevata dalla sua abitazione con l’accusa di “istigazione all’odio” contro il governo.

“In Venezuela c’è un clima da guerra civile, la detenzione di Rita è repressione politica” dice una parente. Forse denunciata da un vicino filo-governativo. 

La deputata Bernadette Grasso di FI si unisce alla preoccupazione per la vicenda, sottolineando l’importanza di tutelare i diritti dei cittadini italiani all’estero e assicurando che “continuerò a seguire personalmente questa situazione, in stretta collaborazione con la Farnesina”.

Capriti è vicepresidente nello Stato di Aragua del partito di opposizione Primero Justicia, che ha denunciato il suo arresto definendolo una “repressione politica”.

Comunica la Farnesina di aver istituito una task force permanente “per seguire gli sviluppi in Venezuela. Verrà effettuato un monitoraggio continuo, in coordinamento con l’Ambasciata d’Italia a Caracas e con i due consolati di Caracas e Maracaibo, dell’evoluzione della situazione politica nel Paese e delle problematiche relative agli oppositori politici e ai cittadini italiani soggetti a provvedimenti da parte delle autorità locali”

Amnesty International ha pubblicato un rapporto in cui denuncia l’esistenza di “torture, omicidi e uso eccessivo della forza” per “mettere a tacere il dissenso e la protesta”.

Il segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (Osa), che non è riuscito a far passare una mozione di condanna del processo elettorale venezuelano a causa dei veti di Messico, Colombia e Brasile, ha chiesto il loro immediato rilascio.

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