19 Settembre 2024, giovedì
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Far “lavorare” i soldi al posto nostro e ottenere una rendita mensile

A cura di Anna Borriello 

Sì, non solo è possibile, ma è persino meno difficile di quanto si creda purché  vengano selezionati gli strumenti in grado di offrire un buon rapporto rischio rendimento.

In questo momento, in particolare, utilizzando titoli obbligazionari è possibile costruirsi un’entrata aggiuntiva regolare, ossia una cedola, investendo il capitale in modo diversificato.

Dopo anni caratterizzati da una continua discesa dei tassi di interesse, le obbligazioni a fine 2023 e inizio del 2024 hanno raggiunto i massimi rendimenti da vent’anni a questa parte.

Guadagnare fra il 3% e il 4% all’anno lordo acquistando un paniere di titoli di debito emessi da Stati o aziende è praticamente alla portata di chiunque abbia un conto corrente in banca e abbia liquidità, anche contenuta, da destinare agli investimenti. Rispetto ad altri strumenti, inoltre le obbligazioni sono più convenienti: i titoli infatti una volta acquistati non sono soggetti a costi ricorrenti a differenza di fondi obbligazionari e polizze vita, i cui costi possono incidere, e spesso non poco, sul rendimento finale del capitale investito.

Quanto si può guadagnare investendo in obbligazioni?

Considerando i dati a fine luglio 2024 il rendimento offerto dai titoli governativi europei a 10 anni varia dal 2,35% lordo annuo dei Bund tedeschi al 4,10% dei titoli del tesoro USA. In mezzo tra questi due estremi troviamo i rendimenti dei titoli governativi dell’Eurozona: Francia e Spagna poco sotto il 3% mentre l’Italia è al 3,7% ed è il titolo governativo dell’Eurozona che in questo momento rende di più. In Europa però ci sono anche altri paesi che emettono titoli di stato in euro pur non aderendo alla moneta unica.

In pratica cosa vuol dire che i Btp a 10 anni rendono il 3,7%? 

Significa che considerando il prezzo di acquisto, il rimborso a scadenza e le cedole staccate ogni anno e per i prossimi 10 anni, chi compra Btp italiani può guadagnare il 3,7% medio lordo annuo.

Fino a quanto si può guadagnare investendo in obbligazioni?

Se si investe sempre in titoli governativi dell’Unione Europea, e si vuole guadagnare di più o molto di più, si possono prendere in considerazione per esempio i titoli di stato emessi in euro dalla Romania, che sulle scadenze decennali offrono il 5,4%, oppure quelli emessi dall’Ungheria ( i cui rendimenti arrivano al 4,5%), o dalla Polonia ( caratterizzati da un tasso al 3,4%). Naturalmente i titoli governativi europei sono considerati sicuri, e tutti questi che abbiamo indicato hanno rating pari o superiore all’Italia ma una buona regola è sempre diversificare.

Se si investe invece sui titoli emessi dalle aziende con un buon livello di solidità (obbligazioni come si dice in gergo “investment grade”) i rendimenti lordi viaggiano dal 3,93% dell’area Euro al 5,54% dei mercati emergenti. Le obbligazioni che attualmente rendono di più (fino all’8,6% lordo annuo) sono i titoli ad alto rendimento dei paesi emergenti, mentre l’high yield europeo viaggia intorno al 6,60%.

Quali sono i rischi principali associati a questo tipo di investimento? 

Il concetto più importante è che a rendimenti più elevati sono associati rischi più elevati. Non posso acquistare un’obbligazione Argentina con un rendimento del 10% e pensare di correre lo stesso rischio di un BTP che paga un 3%.

Detto questo le strade sono due: o ci si affida a un consulente indipendente per un’analisi dei rischi-benefici oppure ci si documenta approfonditamente su ciò che si vuole acquistare.

Solitamente, comunque, per le obbligazioni senior il rischio principale consiste nell’incapacità dell’emittente di ripagare per intero il suo debito. In questo caso si andrà incontro ad una perdita di capitale commisurata alla severità della ristrutturazione.

Storicamente i fallimenti hanno tassi di ripagamento del proprio debito molto diversi che vanno da percentuali nulle fino al 40-50%. Nella storia chi ha posseduto bond delle banche venete fallite o bond Lehman Brothers o bond greci si è visto ripagare ben poco o addirittura nulla di quanto investito.”

Quali sono le principali differenze tra obbligazioni sovrane e obbligazioni corporate e quali sono i criteri da seguire nello scegliere tra le due? 

Le obbligazioni sovrane o governative sono quelle emessi dagli Stati, mentre quelle corporate o societarie sono emesse dalle aziende. La maggior parte delle obbligazioni è corredata da un rating, ovvero da un giudizio che ne esprime sinteticamente la capacità di rimborsare i propri creditori, ovvero gli obbligazionisti. È però ragionevole ritenere che, a parità di rating, uno stato sia un pagatore più affidabile di un’azienda.

Tra le obbligazioni sovrane, quindi, ricadono tra gli altri i Btp, I Bund, Gli Oat e i TBond. Tra quelle corporate troviamo per esempio Finmeccanica, Bmw, Apple, Telecom. Verificare il rating a loro attribuito è il prerequisito per avvicinarsi a un investimento obbligazionario.

Quali sono i principali fattori da considerare prima di acquistare un’obbligazione? 

I fattori e i parametri da tenere in considerazione sono molteplici e i più importanti sono relativi al rating dell’emittente, alla scadenza dei titoli, al flusso cedolare e al rendimento.

C’è da dire inoltre che la maggior parte delle obbligazioni è a tasso fisso ma ne esistono anche a tasso variabile o strutturate o miste. Mentre le obbligazioni a tasso fisso restituiscono un flusso cedolare prefissato, tutte le altre vedono le loro cedole agganciate a parametri reali, come l’inflazione, o finanziari, come l’Euribor per esempio o a parametri via via più complessi e proprio per questo di non immediata comprensione.

Quali sono le variabili che possono influenzare il valore delle obbligazioni? 

Sono innumerevoli le variabili che possono avere impatti rilevanti sulle obbligazioni. Una su tutte è quella relativa ai tassi di interesse e alla politica monetaria perseguita dalle banche centrali. L’andamento dei tassi di interesse è infatti inversamente correlato all’andamento del prezzo delle obbligazioni in generale.

Oltre ai tassi di interesse, possono incidere anche l’inflazione, le prospettive di crescita di un Paese o l’esito delle elezioni che vi si svolgeranno. A livello poi di singole obbligazioni, inoltre, vi sono elementi riguardanti gli specifici emittenti che possono subire upgrade o downgrade del debito o presentare sentieri di miglioramento o peggioramento della situazione debitoria o economica. Questi fattori avranno però un impatto diretto solo sulle obbligazioni coinvolte e non sull’asset class in generale.”

Quali sono le regole chiave per chi desidera iniziare a investire in obbligazioni? 

 “Potrei riassumere in tre concetti quello che a mio avviso è il corretto approccio all’investimento obbligazionario: semplicità, consapevolezza e tempo.

Più un prodotto è difficile da comprendere più è da evitare e quindi più è copiosa e arzigogolata la documentazione più è sospetta.

In merito alla consapevolezza mi riferisco sia ad un’informazione attenta, sia al fatto di sapere quale è la propria tolleranza al rischio: se voglio rendimenti alti devo rischiare di più, se voglio stare tranquillo devo accontentarmi di rendimenti meno scoppiettanti.

Il concetto del tempo per le obbligazioni è particolarmente galantuomo: l’obbligazionista al contrario dell’azionista ha la certezza di rivedere il proprio capitale a scadenza qualsiasi siano state le oscillazioni durante la vita del bond. Ad eccezione del default dell’emittente, evento estremamente raro e limitato a pochi casi nella storia, l’investitore obbligazionario paziente rientra comunque del proprio capitale.

Per questo occorre capire quale orizzonte temporale scegliere ed eventualmente costruirsi un portafoglio diversificato e temporalmente scalettato utilizzando non uno, ma dieci o quindici titoli tutti diversi tra loro, magari con il supporto di un consulente finanziario indipendente.

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