20 Settembre 2024, venerdì
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Gli errori di Meloni nella relazione sullo stato di diritto dell’Ue

A cura di Ionela Polinciuc

Il 30 luglio, durante una conferenza stampa in Cina, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso le sue opinioni sulla recente “Relazione sullo Stato di diritto” della Commissione europea. Meloni ha affermato che la relazione è un «documento tecnico» e che gli «accenti critici» verso l’Italia non provengono dalla Commissione europea stessa, ma da «portatori di interesse» come i giornali Domani, Il Fatto Quotidiano e Repubblica. Secondo Meloni, il rapporto non contiene novità rilevanti rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, questa interpretazione presenta alcune imprecisioni che vale la pena chiarire.

Il 24 luglio, la Commissione europea ha pubblicato la “Relazione sullo Stato di diritto 2024” nell’Unione Europea. Questo documento, pubblicato annualmente dal 2020, valuta il rispetto dello Stato di diritto nei Paesi membri dell’UE. La relazione si concentra su quattro aree principali: i sistemi giudiziari, le norme contro la corruzione, la libertà e il pluralismo dei media, e altre questioni istituzionali riguardanti l’equilibrio dei poteri.

Ogni anno, la Commissione pubblica anche rapporti specifici per ciascuno Stato membro, inclusa l’Italia. Nel rapporto 2024 dedicato all’Italia, la Commissione ha riportato più di 40 volte l’espressione «portatori di interesse». Tuttavia, i quotidiani citati da Meloni non compaiono tra questi. Invece, sono stati citati Avvenire, Corriere della Sera e La Notizia per interviste rilevanti.

La confusione di Meloni sembra derivare dalla sovrapposizione tra la “Relazione sullo Stato di diritto” della Commissione europea e un altro rapporto, “Silenziare il quarto potere: la deriva democratica dell’Italia”, pubblicato il 29 luglio da Media Freedom Rapid Response (Mfrr). Questo secondo rapporto, pur essendo co-finanziato dalla Commissione europea, non rappresenta un progetto ufficiale dell’Unione europea. Mfrr monitora le violazioni della libertà di stampa e dei media negli Stati membri dell’UE, e ha consultato giornalisti di Domani, Il Fatto Quotidiano e Repubblica.

Contrariamente a quanto dichiarato da Meloni, la relazione 2024 della Commissione europea contiene alcune novità rispetto all’anno precedente. Nel rapporto del 2023, la Commissione aveva notato «progressi significativi» dell’Italia su due raccomandazioni e «alcuni progressi» su altre quattro. Nel rapporto 2024, invece, l’Italia ha fatto «ulteriori progressi» solo su due raccomandazioni, senza ulteriori progressi sulle altre tre.

Le nuove raccomandazioni includono: affrontare la pratica di incanalare donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche, portare avanti la riforma della diffamazione e protezione delle fonti giornalistiche, e istituire un’istituzione nazionale per i diritti umani secondo i principi delle Nazioni Unite. Una nuova raccomandazione del 2024 richiede che l’Italia garantisca un finanziamento adeguato e indipendente per i media del servizio pubblico.

L’interpretazione di Giorgia Meloni sulla “Relazione sullo Stato di diritto” dell’UE contiene imprecisioni significative. Mentre la relazione della Commissione europea evidenzia progressi e raccomandazioni, è chiaro che alcune critiche attribuite a specifici giornali da Meloni non sono presenti nel documento ufficiale. La confusione sembra derivare dalla sovrapposizione con un altro rapporto non ufficiale ma co-finanziato dall’UE. Le nuove raccomandazioni della Commissione europea mostrano un quadro complesso e in evoluzione dello Stato di diritto in Italia, con indicazioni precise su come migliorare ulteriormente.

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