19 Settembre 2024, giovedì
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Riciclaggio e opere d’arte

A cura del Prof.Avv. Giuseppe Catapano

Il report sulle segnalazioni operazioni a rischio riciclaggio appena rilasciato dall’UIF con riferimento al 2023 delinea alcuni schemi di operazioni delittuose basati in tutto o in parte sull’impiego di opere d’arte. In particolare, sono le truffe agli investitori e i fenomeni di corruzione nella PA in cui l’impiego di opere d’arte può rappresentare il mezzo per la commissione dei reati.

Nell’ambito di operazioni con finalità di truffa per gli investitori, l’UIF mette in evidenza come il ricorso a finanziamenti offerti per l’acquisto di opere d’arte con società finanziarie collegate a gallerie e mercanti è uno schema tipico allorché tali finanziamenti, accordati sulla base del valore del bene dichiarato nell’ordine di acquisto sottoscritto dal cliente, senza alcuna verifica o valutazione su base documentale, siano erogati direttamente al venditore che a sua volta li trasferisce ai clienti che a loro volta monetizzano la provvista mediante prelievi di contante e pagamenti a mezzo POS presso società attive nel settore del gaming.

Nell’ambito di intermediazioni, presumibilmente fittizie, si collocano invece i fenomeni corruttivi di dirigenti di società pubbliche. In un caso riscontrato dall’UIF è stato rilevato il pagamento di un sovraprezzo da parte della società a partecipazione pubblica, di cui aveva sostanzialmente beneficiato indirettamente il dirigente della stessa, il quale aveva ricevuto alcuni bonifici anche da un’altra società intervenuta con analogo ruolo di mediatore nella medesima fornitura, giustificati dall’acquisto di opere d’arte. 

Il settore dell’arte è considerato uno dei veicoli potenzialmente idonei a riciclare proventi illeciti o per finanziare il terrorismo per una molteplicità di ragioni. Tra queste, per la presenza di beni di elevato valore, per il carattere internazionale del mercato, per l’uso frequente di intermediari e rappresentanti o di strutture offshore che facilitano l’anonimato, per la facilità di accesso al mercato (anche online), per l’elevata soggettività e volatilità del prezzo delle opere d’arte e per le difficoltà di valutare in modo certo le opere.

In termini quantitativi, le segnalazioni di operazioni sospette fatte nel 2023 da case d’asta e gallerie d’arte sono state in aumento rispetto al 2022 in un contesto generale di calo sensibile, secondo quanto registrato dall’UIF. Le segnalazioni provenienti dagli operatori economici residuali non finanziari, in cui ricadono però anche prestatori di servizi relativi a società e trust, mediatori immobiliari e altri, ha registrato 224 segnalazioni rispetto alle 169 segnalazioni registrate 2022 (+32,5%). Tuttavia, si tratta di una quota pari appena allo 0,1% delle segnalazioni totali che nel 2023 sono scese a 150.418 (-3.2% rispetto al 2022).

Intanto, è attesa per il prossimo 19 settembre l’udienza del Consiglio di Stato per il ripristino dell’operatività del registro dei titolari effettivi che farà ricadere sugli amministratori di case d’asta e gallerie, costituite sotto forma di società, l’obbligo di comunicare al registro delle imprese i dati dei titolari effettivi dell’acquisto di opere d’arte e beni da collezione.

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