È a passo lento che si può riscoprire la vera anima di un territorio. Ne sono convinti i sindaci che, il 15 aprile scorso, si sono incontrati a Vitulano su iniziativa di Raffaele Scarinzi, per discutere le opportunità offerte dalla Via Francigena del Sud e, più in generale, dal turismo lento come leva strategica per lo sviluppo locale.
Ad aprire i lavori è stato Nicola Ciarlegio, membro del Comitato di Sorveglianza del PSR Campania e da anni attivo nella valorizzazione dei cammini culturali europei. Ciarlegio ha portato l’attenzione sul progetto “Cammini e Sentieri d’Europa”, promosso dal GAL Campania, che punta a strutturare un’offerta integrata di oltre 800 chilometri di percorsi attraverso l’intera regione. Un’iniziativa che si rivolge ai viaggiatori contemporanei, sempre più attratti da esperienze autentiche e sostenibili, dove ambiente, cultura e benessere si fondono in un’unica proposta.
Felice Iammarino, sindaco di Sant’Arcangelo Trimonte, ha sottolineato il potenziale inespresso di questi itinerari, che possono diventare catalizzatori di sviluppo economico e sociale per i piccoli comuni dell’entroterra. Gli fa eco Giovanni Mastrocinque, primo cittadino di Foglianise, che ha ricordato come tradizioni fortemente identitarie – come i celebri Carri del Grano – possano essere inserite nei percorsi, arricchendo l’esperienza dei pellegrini e contribuendo a creare una narrazione territoriale unica.
Sul valore simbolico e strategico della Via Francigena, riconosciuta dal Consiglio d’Europa e dal 2018 estesa ufficialmente fino a Santa Maria di Leuca, si è espresso anche Salvatore Mazzone, sindaco di Pietrelcina. “La Francigena – ha affermato – può essere il volano per una rete integrata di cammini, ciclovie, itinerari equestri e percorsi naturalistici. Una risorsa preziosa per territori spesso ai margini delle grandi rotte turistiche.”
Eppure, i numeri parlano chiaro: al momento la Via Francigena del Sud attira circa 4.000 pellegrini l’anno, dei quali appena un migliaio percorrono la Campania. Un confronto impietoso con il Cammino di Santiago, che registra oltre 300.000 camminatori e una ricaduta economica stimata in 90 milioni di euro.
Nonostante ciò, il settore del turismo lento in Italia è in forte ascesa: 9 miliardi di euro di valore complessivo, con una crescita del 35% nel 2023 e del 50% nel 2024. Cifre che fanno ben sperare e che spingono le amministrazioni locali ad alzare l’asticella.
“La Francigena deve diventare un prodotto turistico vero e proprio – ha ammonito Gennaro Caporaso, sindaco di Tocco Caudio e presidente della Comunità Montana del Taburno –. Dobbiamo puntare su pacchetti esperienziali, servizi di accoglienza ben strutturati e una promozione integrata, capace di parlare ai mercati nazionali e internazionali.”
Per Vito Fusco, sindaco di Castelpoto, la Via Francigena rappresenta una straordinaria occasione non solo per migliorare l’offerta turistica, ma anche per rafforzare il senso di appartenenza e collaborazione tra i comuni, superando le storiche logiche campanilistiche. Un’opportunità che richiede visione, sinergie e, soprattutto, una progettualità condivisa.
Lo spirito di cooperazione è stato ribadito anche da Alessandro Gisoldi, sindaco di Cautano: “Il nostro Comune garantirà il massimo impegno, consapevole del valore strategico di questo progetto”. E, a tirare le fila dell’intero incontro, è stato l’intervento di Andrea Giallonardo, sindaco di Castelfranco in Miscano, che ha indicato la rotta per il futuro: “La Francigena deve essere l’asse portante di un sistema turistico flessibile e sostenibile. Solo così intercetteremo i flussi di viaggiatori che scelgono l’Italia non solo per le sue città d’arte, ma per borghi autentici, paesaggi incontaminati e il fascino di un turismo a misura d’uomo.”
In definitiva, il messaggio uscito da Vitulano è chiaro: il turismo lento non è un’alternativa, ma una direzione di marcia. E la Via Francigena del Sud può essere il cammino giusto per costruire il futuro delle aree interne. A piccoli passi, ma con visione e determinazione.