17 Gennaio 2025, venerdì
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Antonia Arslan torna a Ferrara: la memoria del genocidio armeno nel romanzo “La masseria delle allodole”

La scrittrice di origine armena presenta la nuova edizione del suo celebre romanzo, portando a Ferrara una riflessione sulla memoria storica, sul genocidio armeno e sull’importanza della cultura come strumento di resistenza.

Il 16 gennaio 2025, Antonia Arslan, scrittrice e saggista italiana di origini armene, è tornata a Ferrara per presentare la nuova edizione di La masseria delle allodole (Bur – Rizzoli), il suo celebre romanzo che racconta il genocidio armeno. La scrittrice era stata insignita nel 2021 della cittadinanza onoraria della città, un riconoscimento che ha celebrato il suo impegno nel raccontare e preservare la memoria storica di una tragedia che ha segnato profondamente il suo popolo. Questa nuova edizione del libro, a distanza di oltre venti anni dalla sua prima uscita, rappresenta un’occasione per ripercorrere una storia che, purtroppo, è ancora troppo attuale.

L’incontro si è svolto nella Sala Arnoldo Foà al Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara, una location che si è rivelata perfetta per un evento di tale importanza. La sala era gremita di persone che, con grande partecipazione, hanno accolto la scrittrice con calore e commozione. L’atmosfera, carica di emozione, ha sottolineato la forza del legame che unisce la città a questa straordinaria figura di intellettuale e testimone della storia armena.

Il dibattito, moderato da Cristiano Bendin, caporedattore de Il Resto del Carlino di Ferrara, ha visto anche la partecipazione dell’assessore alla Cultura Marco Gulinelli, che ha voluto essere al fianco della scrittrice per ribadire l’importanza del suo lavoro e del suo impegno nella diffusione della memoria storica. Durante l’incontro, alcuni brani tratti dal romanzo sono stati letti dall’attore Stefano Muroni, che ha saputo restituire, con grande intensità, la potenza emotiva della narrazione.

Ferrara come città della memoria

Il sindaco Alan Fabbri ha aperto l’incontro con un discorso che ha messo in luce il ruolo di Ferrara come “città della cultura e della memoria”. “Questa città si conferma ancora una volta come luogo di riflessione e di accoglienza per temi fondamentali come la democrazia e la lotta contro l’intolleranza”, ha affermato Fabbri, facendo riferimento al valore simbolico dell’evento. “Antonia Arslan, con i suoi scritti, ha dato voce a una realtà che rischiava di essere dimenticata, quella del genocidio armeno. Grazie a lei, questa tragica vicenda storica è diventata un faro che ci invita a non dimenticare”. Fabbri ha ricordato anche la cerimonia del 2021, quando la città aveva conferito la cittadinanza onoraria alla scrittrice, un riconoscimento che sottolineava l’importanza della sua opera nella lotta contro l’odio e l’intolleranza.

Una testimonianza di memoria viva

Arslan, durante il suo intervento, ha parlato della straordinaria attualità di La masseria delle allodole. “Il genocidio armeno è stato definito ‘il genocidio infinito’, un termine coniato nel 1944, ma che riguarda una realtà che si estende ben oltre quella data”, ha spiegato la scrittrice. “Il mio libro, purtroppo, è ancora un racconto che non perde la sua urgenza. A distanza di ventuno anni dalla sua pubblicazione, rileggendolo, non ho trovato nulla da correggere o modificare, se non una data, che si riferisce all’incendio di Smirne. La memoria di ciò che accadde 110 anni fa, durante la Prima Guerra Mondiale, continua a essere un tema di rilevante attualità, soprattutto in un contesto in cui il genocidio armeno viene ancora oggi negato dalle istituzioni turche”. La scrittrice ha poi aggiunto un dettaglio significativo: “Anche le guide turistiche che accompagnano i visitatori a Istanbul, continuano a omettere che la città è stata progettata da tre architetti armeni. Questa è una testimonianza di quanto sia profonda la negazione storica e culturale che ancora permea la società turca”.

Nel raccontare la sua esperienza come scrittrice, Arslan ha descritto la sua visione della storia come una sorta di “cantastorie”, un ruolo che sente di interpretare anche oggi, quando ripercorre le vicende che hanno segnato la storia del suo popolo. “Per me, raccontare questa storia è un atto di resistenza, un modo per non dimenticare”, ha affermato con emozione.

Il legame con Ferrara e l’importanza della memoria storica

Antonia Arslan ha poi voluto condividere con il pubblico di Ferrara il suo affetto per la città, che le è particolarmente cara. “Ferrara è una delle grandi città vicine a Padova e, come padovana, l’ho sempre considerata un luogo speciale. Ho avuto il privilegio di insegnare letteratura italiana moderna e contemporanea in questa città per alcuni anni, ed è stato un periodo indimenticabile. Ferrara ha una struttura urbanistica che è un sogno rinascimentale, un esempio di come si possa pensare e costruire una città come un’opera d’arte. È una delle città più belle d’Italia”, ha concluso Arslan, sottolineando la bellezza e la storicità di un luogo che ha contribuito alla sua crescita professionale e culturale.

L’assessore Gulinelli ha aggiunto una riflessione che ha toccato il cuore del pubblico presente. “Oggi, con la presenza di Antonia Arslan, Ferrara diventa un simbolo di memoria non solo per il popolo armeno, ma anche per tutti coloro che hanno subito ingiustizie. Dopo la posa delle pietre d’inciampo a ricordo dei cittadini ebrei ferraresi vittime della Shoah, oggi siamo qui a celebrare la forza di un popolo che continua a resistere e a ricordare. Dobbiamo garantire ai nostri giovani un futuro di pace e convivenza, abbandonando ogni forma di intolleranza”, ha dichiarato Gulinelli, concludendo l’incontro con un invito alla riflessione collettiva.

In un mondo in cui la memoria storica rischia spesso di essere ignorata o distorta, la presentazione della nuova edizione di La masseria delle allodole ha rappresentato non solo un atto di celebrazione del romanzo, ma anche un potente richiamo alla necessità di mantenere viva la memoria del genocidio armeno. Un invito a non dimenticare, a non cedere al silenzio, e a trasmettere alle nuove generazioni i valori della pace, della tolleranza e della memoria storica.

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