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“Basta Violenza nel Nome di Mio Figlio”: L’Appello del Padre di Ramy Elgaml

Yehia Elgaml chiede verità e giustizia per il figlio morto, condannando ogni strumentalizzazione e le violenze nei cortei. “Manifestazioni pacifiche, Ramy avrebbe voluto così”.

A cura di Ella Ayoub

Milano, 13 gennaio 2025 – Yehia Elgaml, padre di Ramy Elgaml, il diciannovenne morto lo scorso 24 novembre durante un inseguimento con i carabinieri, rompe il silenzio con un appello alla calma e alla riflessione. “Per favore, destino solo manifestazioni pacifiche in nome di mio figlio. Ramy avrebbe voluto così”. Yehia lo ribadisce con fermezza dopo gli scontri violenti che hanno segnato le manifestazioni organizzate a Roma e Bologna per ricordare il giovane e chiedere giustizia per la sua morte.

La famiglia Elgaml, attraverso una nota, ha condannato con decisione “ogni forma di violenza e vandalismo”, esprimendo l’auspicio che il nome di Ramy non venga strumentalizzato per fini estranei alla richiesta di verità e giustizia. Yehia, parlando davanti alla palazzina popolare di via Mompiani, nel quartiere Corvetto di Milano, dove vive con la famiglia, ha ribadito la fiducia nelle istituzioni italiane, nel sistema giudiziario e nelle forze dell’ordine.

 “Non voglio che il nome di mio figlio sia associato alla violenza – ha dichiarato Yehia –. Chiedo a tutti coloro che manifestano di farlo in modo pacifico, senza creare problemi. Ramy non avrebbe voluto disordini, né atti che vadano contro le forze dell’ordine, che ogni giorno lavorano per la nostra sicurezza”. Yehia sottolinea la sua fiducia nella Repubblica italiana, nel presidente Sergio Mattarella, e negli organi di sicurezza.

Pur non ignorando che possono esistere episodi di errore o di abuso da parte di alcuni agenti, Yehia distingue con chiarezza: “Ci sono carabinieri sbagliati, ma la maggior parte sono persone corrette e rispettose. Ho fiducia nei carabinieri bravi e nell’imparzialità delle istituzioni”.

Ramy, che avrebbe compiuto vent’anni il 17 dicembre, era un ragazzo come tanti, amava lo sport, gli amici, e sognava un futuro sereno in Italia. “Era un bravo ragazzo, lavorava e viveva con entusiasmo. Non si meritava di essere ricordato attraverso episodi di violenza. Chiedo solo giustizia e verità per lui”.

La famiglia, profondamente segnata dalla perdita, si sta impegnando per mantenere viva la memoria di Ramy attraverso iniziative costruttive. Durante l’incontro con il sindaco Giuseppe Sala e il presidente della Regione Attilio Fontana, Yehia ha proposto la creazione di uno spazio dedicato ai giovani nel quartiere, come un memoriale per ricordare Ramy. “Speriamo che questo progetto si concretizzi. Sarebbe un modo per trasformare il nostro dolore in qualcosa di positivo per la comunità”.

La morte di Ramy ha profondamente scosso la sua famiglia. Yehia ha espresso il desiderio di tranquillità e rispetto per il loro dolore: “La nostra vita è stata stravolta. Io ho perso un figlio, mia moglie un figlio, e suo fratello ha perso un compagno di vita. Questo dolore è immenso e chiedo che venga rispettato”.

Yehia chiede anche un momento di silenzio e riflessione, ribadendo la sua fiducia nella magistratura affinché si faccia chiarezza sui fatti. “Vogliamo giustizia, ma non attraverso la violenza. Abbiamo bisogno di calma per affrontare questa tragedia, per cercare di trovare una parvenza di pace. La memoria di Ramy merita rispetto”.

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