A cura di Ella Ayoub
San Lazzaro di Savena, comune di 32.000 abitanti in provincia di Bologna, ha dato vita a un progetto innovativo: l’assessorato alle Politiche per la felicità. A guidarlo è Michele D’Alena, 48 anni, veneto di nascita ma bolognese d’adozione, con alle spalle una carriera dedicata all’innovazione e alla partecipazione civica.
L’idea non nasce da un capriccio simbolico ma dalla consapevolezza che il benessere, la coesione sociale e il senso di comunità sono questioni centrali che la politica deve affrontare con strumenti concreti.
D’Alena, scelto dall’attuale sindaca Marilena Pillati per il suo ruolo tecnico, si concentra su temi come l’isolamento sociale e il rafforzamento del capitale sociale. “San Lazzaro è la cittadina con l’Isee medio più alto dell’Emilia-Romagna, ma le disparità sociali ed economiche sono evidenti. È fondamentale lavorare sulla coesione,” spiega.
L’assessore punta su progetti innovativi che possano ricostruire le relazioni tra cittadini e istituzioni. “I presidi culturali, sociali ed educativi sono in crisi. La partecipazione è in calo: meno iscritti ai sindacati, meno associazioni di volontariato. Ma la politica può invertire la rotta”, continua.
Tra le prime iniziative, l’amministrazione ha puntato sulle chat di vicinato per rispondere rapidamente alle emergenze alluvionali che hanno colpito la regione lo scorso autunno. Non solo avvisi via SMS, ma un sistema che ha attivato il passaparola per raggiungere anche le persone meno connesse. “Grazie a questo strumento, siamo riusciti a salvare vite”, racconta D’Alena.
L’assessorato non si limita a “far quadrare i conti” ma cerca di avvicinare i cittadini alle decisioni. D’Alena immagina un Comune che collabora attivamente, ascolti i bisogni della popolazione e li coinvolga come partner nelle politiche pubbliche. “Non si tratta solo di fornire servizi, ma di costruire relazioni. Meno ‘urbanistica’, più ‘casa’,” sottolinea.
Un messaggio chiave dell’assessorato è che la felicità non è un concetto individualistico ma collettivo. Citando Aristotele, D’Alena ricorda che l’uomo è un animale sociale, incompleto senza relazioni significative. Progetti come comunità energetiche, gruppi educativi e medicina di prossimità ne sono esempi.
Anche gli anziani vengono coinvolti in ruoli attivi: “Non solo utenti della sanità, ma portatori di cura”, spiega. Questi approcci puntano a trasformare i cittadini in protagonisti delle politiche pubbliche, riconoscendoli come risorse di conoscenze e competenze.
D’Alena riconosce che per troppo tempo i cittadini si sono sentiti esclusi dalle decisioni. “Le biblioteche sono state chiuse, gli ospedali trasformati in aziende, le scuole bloccate agli anni ’70. Questo ha aumentato la distanza tra persone e istituzioni”, riflette. Per invertire questa tendenza, il Comune si impegna a rendere la partecipazione reale e non un semplice rituale formale.
Il successo di questa iniziativa dipenderà dalla capacità di costruire fiducia e relazioni autentiche. “Il nostro lavoro non si limita agli uffici, ma si svolge anche tra la gente. Non per i selfie in campagna elettorale, ma ogni giorno”, conclude D’Alena.