Orban: “Un piano di pace per Kiev c’è, prendetelo o lasciatelo” | Zelensky: “Sostenersi senza gli Usa è difficile” | Meloni: “Sostegno per una pace giusta”
Il conflitto in Ucraina entra nel suo giorno 1.030, con segnali contrastanti da tutte le parti coinvolte. Dopo aver ammesso le difficoltà nel recuperare la Crimea e il Donbass, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che il paese fatica a sopravvivere senza il supporto degli Stati Uniti. Contemporaneamente, Vladimir Putin ha aperto alla possibilità di negoziare, sottolineando però che qualsiasi accordo dovrà prevedere compromessi da parte ucraina.
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha escluso l’idea di una presenza di peacekeeper europei in Ucraina nel breve periodo, ritenendo che il momento non sia ancora maturo per tale passo. Nel frattempo, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha lanciato una sfida chiara: il piano di pace per Kiev esiste e va preso o lasciato, con poche possibilità di mediazione.
Un incontro significativo si è tenuto nella residenza del segretario della Nato, Mark Rutte, con la partecipazione del presidente Zelensky e una delegazione dei membri europei dell’Alleanza, tra cui l’Italia. In questa sede, il premier Giorgia Meloni, anche in qualità di presidente del G7, ha ribadito il fermo sostegno all’Ucraina nella sua lotta per la difesa legittima del proprio territorio. La Meloni ha inoltre sottolineato che la soluzione alla guerra deve essere una pace giusta e duratura, basata sul diritto internazionale e sui principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite.
Infine, un aggiornamento sul fronte della giustizia: è stato arrestato l’autore dell’omicidio del generale russo Igor Kirillov e del suo assistente.