A dichiararlo è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista rilasciata a Le Parisien, citata da Rbc Ukraina. “In effetti, questi territori sono ora sotto il controllo russo. Non abbiamo la forza militare per riprenderli”, ha ammesso il leader ucraino, sottolineando che l’unica strada percorribile per Kiev è quella della diplomazia. Zelensky ha espresso fiducia nella pressione internazionale per indurre il presidente russo Vladimir Putin a sedersi al tavolo delle trattative, puntando su un intervento della comunità globale per porre fine al conflitto.
Nel frattempo, si è fatta strada una nuova rivelazione: un cittadino uzbeko sarebbe il presunto autore dell’attentato che ha causato la morte del generale russo Igor Kirillov. L’FSB ha arrestato il sospetto, mentre il comitato investigativo russo ha dichiarato che il giovane sarebbe stato “reclutato dai servizi speciali ucraini”. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha accusato Kiev di “terrorismo”, tentando di attribuire a Kiev la responsabilità di un attacco che ha scosso la Russia.
Sul fronte orientale, gli Stati Uniti hanno riferito che “diverse centinaia” di soldati nordcoreani sarebbero rimasti uccisi o feriti durante i combattimenti nella regione russa di Kursk contro le forze ucraine. Questi soldati fanno parte di un contingente di almeno 10.000 militari dispiegati nella zona da Mosca dall’inizio di agosto. Nonostante le perdite, le forze russe continuano a fare progressi sul terreno, mentre Kiev rivendica l’attacco al generale Kirillov, accusato di aver utilizzato armi chimiche proibite durante il conflitto.
La guerra, dunque, continua a segnare drammatici sviluppi, con la diplomazia che, seppur non priva di speranze, si scontra con una realtà militare che non sembra promettere soluzioni rapide.