A cura di Ionela Polinciuc
Alessandro Faino è una figura che intreccia con rara sensibilità mondi apparentemente distanti: quello della medicina e quello della letteratura. In lui convivono la razionalità del medico, impegnato quotidianamente nella cura delle persone, e la profondità del narratore, capace di cogliere e tradurre in parole le sfumature dell’animo umano.
In un contesto storico in cui il “pensiero unico” sembra dominare la società e l’arte, Faino si distingue per la sua visione lucida e indipendente. La sua riflessione ci porta a riscoprire la letteratura come strumento di connessione autentica, mezzo per esplorare le sfide sociali e politiche e occasione per riflettere su ciò che ci rende veramente umani.
Tra passione per la scrittura e attenzione alle questioni sociali, le sue parole risuonano come un invito a ritrovare il senso profondo della cultura: non un prodotto da consumare, ma una via per illuminare il nostro cammino verso una vita più consapevole e significativa.
Quali elementi della cultura contemporanea ritiene siano più influenti nella Letteratura odierna?
Credo che vi sia un principio che domina e dunque influenza il pensiero della società e della comunicazione occidentale. Mi riferisco al “pensiero unico” e, in generale, alle sue ricadute sul pensiero culturale e pure nella Letteratura del nostro tempo. Questo mainstream è divenuto una sorta di road map nella determinazione del pensiero filosofico come pure un totem in campo creativo, soprattutto nella Letteratura e nella Cinematografia. La problematicità nel poter animare dibattiti democratici e di espressione di opinioni diverse da quelle dominanti (soprattutto in merito a questioni di Sociologia, Etica, Bioetica, Sessualità, ecc.) genera una cultura omopensante e di conseguenza un’Arte e una Letteratura che a varia densità si informano al pensiero unico. Per me la Letteratura è sostanzialmente la narrazione – dentro un contesto storico – di storie di personaggi creati o rivisitati, con l’amore calato nelle sue declinazioni.
Come vede il ruolo della tecnologia nella creazione e nella fruizione della letteratura contemporanea?
La vedo esattamente come vedevo il digitale al suo nascere, poi i Social media e più recentemente l’Intelligenza artificiale: un semplice strumento! Creazione d’Arte e Letteratura sono patrimonio dell’umanità, non della tecnica. Quest’ultima, da un punto di vista etico e pratico, è solamente un mezzo. Il fine resta la persona umana, con la sua dignità e libertà responsabile.
In che modo le questioni sociali e politiche attuali si riflettono nella letteratura contemporanea?
La storia delle persone e delle società è sempre stata, giustamente, l’origine e il fondamento delle Letterature mondiali. Oggi non può essere differente, perché in ogni tempo sono fondamentali all’ispirazione letteraria temi quali la lotta alle povertà, la libertà dei popoli, l’emancipazione di genere, l’eguaglianza personale e sociale, nonché i temi religiosi e antropologici come desiderio dei popoli ma spesso ragione di guerre civili e internazionali. Ma c’è un tema che lega tutti questi aspetti tematici letterari: la conoscenza della persona, la sua formazione e, conseguentemente, l’amore e la ricerca della felicità. A ben pensarci, sono proprio questi ultimi contenuti gli originari fondamenti della cultura di ogni tempo, di cui la Filosofia è baluardo e l’Arte nelle sue varie rivelazioni ne è corollario espressivo.
Quali sfide affrontano oggi gli autori nel cercare di connettersi con il pubblico contemporaneo?
In campo artistico, la forza della connessione degli autori al pubblico è conseguenza della popolarità, che deriva a sua volta dalle opportunità fornite dalla visibilità mediatica, soprattutto televisiva. Avviene per la Musica come per la Letteratura. Il tema è se ciò che è popolare è pure di valore artistico, ammesso che vi sia un criterio per misurare il valore di un’opera. Allora, una soluzione è data dall’incremento delle opportunità di far conoscere i cosiddetti autori minori, che talvolta sono i portatori di una Letteratura sana, solo per restare nell’ambito della scrittura. Tra le soluzioni suggerite: allargare l’offerta culturale, fornire pari opportunità e non selezionare l’autore secondo le vendite, creare percorsi in cui ogni autore può rappresentare le proprie opere e determinare nuovo pubblico e nuovi estimatori.
In che modo il Menotti Art Festival contribuisce a promuovere la cultura contemporanea e quali opportunità offre agli artisti e agli scrittori?
Quella del settembre scorso è stata la mia prima partecipazione al Menotti Art Festival di Spoleto. Ho aderito con il mio ultimo romanzo dal titolo Gli autunni di Terradura, e ho potuto apprezzare la gentilezza e competenza del suo patron prof. Luca Filipponi nonché la perfetta organizzazione e la suggestiva collocazione della serata delle premiazioni letterarie nel Chiostro di S. Nicolò. Oltre alla gioia per aver vinto il Premio Speciale Fondazione Tau premio L’Aquila Capitale della Cultura, una riflessione più ampia mi porta a valutare il Menotti Art Festival molto positivamente. La rassegna dà infatti spazio a autori popolari e meno noti, ospita numerose case editrici (quest’anno ben quarantaquattro), vanta la partnership e l’endorsement di varie istituzioni nazionali e internazionali. Il Menotti Art Festival di Spoleto offre pertanto una significativa visibilità agli autori che partecipano ai diversi concorsi artistici, e al contempo, con sobria solennità, celebra giornate dedicate all’arte, alla bellezza, alla cultura.
Quali sono i progetti in corso e quelli futuri?
Sono un medico igienista, docente universitario e formatore. Le mie giornate sono rivolte prevalentemente alla cura delle persone affidatemi dalla professione ippocratica. I primi progetti sono dunque in questi ambiti. Orientandomi al registro letterario della mia vita, sono attualmente impegnato a promuovere il mio ultimo romanzo, uscito per i tipi di Graus edizioni a fine 2023. Vi è però anche un altro progetto, che per la peculiarità del romanzo (Il compito di Clara, Antonio Dellisanti editore, 2022) rappresenta l’obiettivo più suggestivo da quando scrivo romanzi e comunico col pubblico. Clara, la protagonista del romanzo appena ricordato, è una bambina affetta da un disturbo del comportamento alimentare. Oltre a continuare la presentazione del volume in programmi scolastici di lettura e educazione sanitaria, per Clara nutro un sogno: portare la sua storia di sofferenza e speranza in una fiction televisiva o cinematografica.