Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha avviato una profonda riorganizzazione per rilanciarsi dopo i recenti risultati elettorali poco soddisfacenti. Durante l’Assemblea costituente, conclusasi il 24 novembre 2024 al Palazzo dei Congressi dell’Eur di Roma, gli iscritti hanno partecipato a una votazione online su 40 quesiti per ridisegnare le basi politiche e organizzative del partito. La consultazione ha coinvolto circa 89.000 aventi diritto, con tassi di affluenza che variano dal 51,5% al 61,2%, segnando un momento chiave nella storia del Movimento.
Una delle decisioni più significative è stata l’eliminazione della figura del garante, ruolo ricoperto da Beppe Grillo, con il 63% dei voti favorevoli. Il garante, secondo lo statuto, aveva il compito di custodire i valori fondamentali del M5S e possedeva il potere di interpretare lo statuto e di promuovere votazioni interne per sfiduciare il presidente. Ora, i poteri del garante saranno trasferiti a un organo collegiale appositamente eletto.
Questa scelta ha suscitato polemiche: Grillo ha critico il cambiamento, accusando Conte di trasformare il Movimento in un partito personale. Conte ha respinto le accuse, sottolineando l’importanza di affidare le decisioni fondamentali agli iscritti.
Il limite dei due mandati, pilastro fondante del Movimento per evitare la politicizzazione della carriera degli eletti, è stato modificato. Il 72% dei votanti ha approvato il superamento di questa regola, introducendo diverse novità:
- Tre mandati massimi: il nuovo limite prevede che gli eletti possano ricoprire incarichi per tre mandati consecutivi.
- Livelli istituzionali separati: il conteggio riguarderà i mandati a ciascun livello (comunale, regionale o nazionale), considerando solo quelli completati.
- Deroghe: previste per i mandati comunali o in casi specifici, se approvate dagli organi di vertice o dai gruppi territoriali.
La questione sarà ulteriormente approfondita nel Consiglio nazionale del partito.
Un’altra votazione cruciale ha riguardato il posizionamento politico del Movimento. Gli iscritti hanno scelto di identificarsi come “progressisti indipendenti” (37%), mantenendo una distanza dai tradizionali schieramenti di sinistra. Questo posizionamento mira a consolidare un’identità basata su valori democratici e pacifisti, opponendosi alle forze di destra.
Sulla questione delle alleanze politiche, l’81% ha votato per eliminare il divieto di collaborazione con altri partiti, ma con condizioni rigorose:
- Le alleanze devono essere fondate su un documento condiviso che espliciti i valori non negoziabili (82,7%).
- Devono prevedere un accordo programmatico dettagliato (92,5%) e la ratifica da parte degli iscritti (68,5%).
Oltre alla riorganizzazione interna, il Movimento ha approvato nove documenti tematici, con percentuale di consenso tra il 93% e il 97%. Le aree di intervento includono:
- Sanità: potenziamento del sistema sanitario pubblico.
- Transizione ecologica: accelerazione delle politiche ambientali.
- Università e ricerca: abolizione del numero chiuso a Medicina.
- Economia e lavoro: promozione di contratti dignitosi e politiche contro l’evasione fiscale.
- Diritti civili: sostegno alla legalizzazione della cannabis e introduzione di una legge sul fine vita.
Alcune proposte, come l’abolizione progressiva del contante e la creazione di un esercito comune europeo, pur approvate, hanno ricevuto percentuali di sostegno più basse, attorno al 65%.