27 Ottobre 2024, domenica
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Il regime cubano ha finito il combustibile

A cura di Giovanni De Ficchy

L’Unione Elettrica Cubana ha recuperato questa mattina una dozzina di circuiti elettrici all’Avana, oltre al microsistema Matanzas-Cienfuegos-Villa Clara e un'”isola” che serve energia alla maggior parte della città di Las Tunas.

È la prima buona notizia da quando si è verificato il terzo blackout totale del Sistema Elettrico Nazionale (SEN), intorno alle quattro del pomeriggio di domenica, in meno di 72 ore.

In questo contesto, Miguel Díaz-Canel ha accusato di indecenza e di “vandalismo” le persone che hanno protestato contro i blackout di questi giorni e ha assicurato che la Rivoluzione non “tollererà mai questo tipo di comportamenti”.

Il presidente ha fatto queste dichiarazioni in una riunione per valutare l’evoluzione dei compiti di ripristino del Sistema Elettrico Nazionale (SEN), secondo la televisione di stato.

Ha annunciato che tutti i trasgressori saranno perseguiti a norma di legge, in riferimento a presunti comportamenti “indecenti” e ad atti di “vandalismo” e di turbamento della “tranquillità cittadina”.

Nelle ultime ore, si sono diffuse sui social network immagini di scontri con pentole in alcuni municipi specifici del Paese, come quello avvenuto in un quartiere di San Miguel del Padrón, alla periferia dell’Avana.

Altri hanno incitato a proteste da ripetere altrove.

Nelle ultime ore si sono diffuse sui social network immagini di scontri con pentole avvenuti in alcuni municipi specifici del Paese, come quello avvenuto in un quartiere di San Miguel del Padrón

Il Ministro dell’Energia e delle Miniere di Cuba, Vicente de la O Levy, aveva già riconosciuto qualche ora fa questa domenica che si erano verificati alcuni “incidenti minimi” in seguito al massiccio blackout che ha colpito il paese e ha criticato aspramente coloro che avevano protestato.

In una conferenza stampa con i media internazionali, De la O ha definito “indecenti” le piccole proteste che hanno avuto luogo nelle ultime ore e ha definito i partecipanti “il codardo che non ragiona e quello che si svende”.

La maggiore presenza della polizia è evidente da venerdì a L’Avana, con agenti ai principali incroci della città e pattuglie che pattugliano le strade.

Anche il ministro dell’Energia e delle Miniere, Vicente de la O Levy, ha riconosciuto domenica che la situazione nel sistema elettrico è “molto tesa”.

Ma ha detto che il governo spera che la SEN riprenda entro due giorni lo stato in cui si trovava prima del primo grande blackout e che di conseguenza la maggior parte dei consumatori avrà di nuovo l’elettricità “domani, lunedì” e che “l’ultimo cliente forse riceverà (attuale) martedì prossimo.”

Il primo collasso totale del sistema che ha lasciato il Paese a “copertura energetica nazionale zero” è stato registrato venerdì scorso, dopo la chiusura “imprevista” della centrale termoelettrica di Guiteras, considerata fondamentale per la stabilità della SEN.

Questo sabato le azioni intraprese per rimettere in tensione e recuperare la SEN sono fallite nuovamente, provocando la seconda disconnessione totale, e nelle ultime ore di quel giorno il sottosistema che era stato creato nella metà occidentale dell’Isola è crollato, provocando per ricominciare a lavorare.

Ogni tanto incontro cubani che hanno appena lasciato l’Isola o che sono di passaggio a Roma.

La parola che più si ripete nei nostri discorsi non è blackout, né fame, né miseria, ma una parola ancora più oscura: disperazione. 

Un amico che recentemente è stato a Cienfuegos mi ha mostrato le immagini che ha scattato durante la sua visita. 

Le strade erano praticamente deserte e le poche persone che passavano avevano lo sguardo smarrito, ma non come chi aspetta un miracolo, bensì con la rassegnazione di chi non si aspetta più nulla.

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