19 Settembre 2024, giovedì

Botero a Roma

Con laprima e più completa mostra di pittura mai realizzata in Italia a un anno dalla sua scomparsa, Palazzo Bonaparte a Roma vuole rendere omaggio a uno degli artisti più amati dal grande pubblico internazionale, FERNANDO BOTERO.

Autore di opere iconiche e nell’immaginario di tutti, Botero, nato in
Colombia nel 1932, inizia a dipingere da giovanissimo, quando lascia la
scuola per matador per diventare un artista, ma si impone sulla scena
artistica internazionale a partire dal 1961, quando il Museum of Modern Art
di New York decide di acquistare il suo /Monna Lisa all’età di dodici
anni/ (1959), momento in cui comincia un tour di successo in giro per il
mondo e la sua fama cresce in modo esponenziale.

Le forme monumentali dei suoi soggetti e le fisicità corpulente sono da
sempre il suo marchio iconico, ciò che ha reso il suo stile unico e
immediatamente risconoscibile: Botero rappresenta sulle sue tele
l’opulenza delle forme, il volume insieme all’uso iperespressivo del
colore, quell’abbondanza che è anche positività, ricchezza e vita.

La mostra, che racconta OLTRE 60 ANNI DI CARRIERA ARTISTICA, è curata da
LINA BOTERO, figlia dell’artista, e CRISTINA CARRILLO DE ALBORNOZ, grande
esperta della sua opera.

OLTRE 120 OPERE tra dipinti, acquerelli, sanguigne, carboncini, sculture e
alcuni straordinari inediti, prestati eccezionalmente solo per questa
mostra, saranno esposte nelle prestigiose sale di Palazzo Bonaparte.
Opere di grandi dimensioni che rappresentano la sontuosa rotondità dello
stile di Botero, restituito con effetti tridimensionali e colori accesi e
vibranti. Un universo inventato e poetico completamente nuovo, che affonda
le radici nella sua Colombia.

LA MOSTRA, che esplora anche la straordinaria relazione tra Botero e
l’Italia, SI APRE CON UN’OPERA IMPORTANTISSIMA E MAI ESPOSTA PRIMA:
/OMAGGIO A MANTEGNA/ (1958), prestito straordinario proveniente da una
collezione privata degli Stati Uniti e che, dopo decenni, è stato
recentemente scoperto da Lina Botero tramite Christie’s.

Affascinato da uno dei capolavori del Rinascimento, la “Camera degli
sposi” di Mantegna nel Palazzo di Mantova, Botero decise di rendere
omaggio al maestro italiano dopo il suo viaggio in Italia e scelse
l’affresco della parete nord, la scena della corte dei Gonzaga in cui
Ludovico è raffigurato seduto mentre riceve una lettera dal suo
segretario, Marsilio Andreasi. Intorno a lui ci sono i suoi parenti: una
scena che Botero trasformò in un’opera tutta sua, in cui esaltò la
monumentalità e il colore eccezionale, vincendo con questo quadro il primo
premio al Salone Nazionale di Pittura della Colombia nel 1958.

Non mancheranno le versioni di capolavori della storia dell’arte, come la
“Fornarina” di Raffaello, il celebre dittico dei Montefeltro di Piero
della Francesca, i ritratti borghesi di Rubens e “Ritratto dei coniugi
Arnolfini” di Van Eyck fino ad arrivare alle ultime opere che Botero
realizzò nel 2023 come il grande acquerello dell’/Odalisca/.

ALTRA OPERA FONDAMENTALE ED INEDITA E MAI ESPOSTA AL PUBBLICO – PERCHè DA
SEMPRE APPESA NELLO STUDIO PARIGINO DI BOTERO – è UNA VERSIONE
DELL’INFANTA DA “LAS MENINAS” DI VELáZQUEZ, pittore che Botero
copiò durante il suo apprendistato al Prado da giovane studente. Nel corso
della sua vita Botero realizzerà numerose versioni dell’opera, in
particolare quella dell’Infanta Margarita d’Austria. Mantenendo la stessa
aura di grandezza e maestosità, la Menina di Botero è più di una
semplice versione, è un’opera nuova, un Botero autentico.

Immancabili le sue iconiche serie coi temi classici e a lui più cari come
l’amata America Latina, il circo, la religione, la mitologia, la natura
morta e la corrida, quest’ultima forse il tema più interessante perché
interpretato attraverso il filtro della tradizione ispanica molto sentita
nell’arte, da Goya a Picasso.

Una sala è dedicata, infine, alla più recente sperimentazione del maestro
che, dal 2019, dipinse con una nuova tecnica degli ACQUERELLI su tela e in
grandi formati: opere quasi diafane, sintesi dell’opera di una vita,
frutto di un approccio delicato ai temi familiari di sempre.

/“Questa è una mostra eccezionale perchè è la prima grande esposizione
di pitture dedicata a Fernando Botero dopo la sua morte. È anche una
visione diversa del suo lavoro, che mette in evidenza la maestria con cui
Botero ha lavorato con tecniche diverse nel corso della sua carriera
artistica”/, afferma LINA BOTERO, che conclude: /“È un’occasione
straordinaria per celebrare il primo anniversario della morte di mio padre
in Italia, un Paese che ha significato molto per lui e per il suo
lavoro”./

CRISTINA CARRILLO DE ALBORNOZ aggiunge: /“In Italia, a 20 anni, quando si
confrontò con i capolavori del Rinascimento italiano, in particolare Piero
della Francesca, Paolo Uccello e Masaccio, con forme massicce e colori
straordinari, avvenne la sua “metamorfosi”. Botero si è sempre interessato
al volume, fin dai suoi inizi, in modo inconsapevole, ma ha capito la sua
trascendenza nell’arte studiando i maestri del Quattrocento italiano”./

Col patrocinio del MINISTERO DELLA CULTURA, della REGIONE LAZIO e del
COMUNE DI ROMA – ASSESSORATO ALLA CULTURA, la mostra è prodotta e
organizzata da ARTHEMISIA in collaborazione con la FERNANDO BOTERO
FOUNDATION e /in partnership/ con la FONDAZIONE TERZO PILASTRO
INTERNAZIONALE e POEMA.
La mostra vede come /sponsor/ GENERALI VALORE CULTURA, /special partner/
RICOLA, /partner/ ATAC e FRECCIAROSSA TRENO UFFICIALE, /media partner/
URBAN VISION e LA REPUBBLICA, /hospitality partner/ HOTEL DE RUSSIE e HOTEL
DE LA VILLE e /sponsor tecnico/ CANTINE FERRARI TRENTO.
Catalogo edito da MOEBIUS.

LA MOSTRA

                                                                     /“La
mia ambizione era di essere un pittore, e soltanto un pittore. Ho
cominciato a dipingere a quattordici anni e da allora non c’è stato
nulla che sia riuscito a farmi smettere./
/Vivo con una costante fame d’arte. Aspiro a esplorare i problemi
fondamentali della pittura./
/Non ho mai trovato altro nella vita che mi causi altrettanto piacere.”/

Fernando Botero

/FERNANDO BOTERO. LA GRANDE MOSTRA/ è la prima grande esposizione a un
anno dalla morte del maestro colombiano, ritenuto oggigiorno uno dei
pittori più importanti del XX secolo e il cui principale risultato fu la
creazione di uno stile unico e originale, con cui riuscì a esaltare i
volumi come mai visto prima nella storia dell’arte.

Con OLTRE 120 OPERE, la mostra esplora la produzione intensa, prolifica ed
eccezionale che distinse Botero nella sua sperimentazione con le diverse
tecniche di cui si fece maestro nel corso della sua carriera, inclusa la
pittura ad olio, la scultura, i pastelli, il disegno a matita, i carboncini
e le sanguigne, a dimostrazione della profondità e della versatilità del
suo lavoro.

Botero, un classico del XX secolo, rimase sempre legato alla tradizione dei
grandi maestri, e l’Italia, sua seconda patria, svolse un ruolo cruciale
nel suo sviluppo artistico. Fu qui che, all’inizio degli anni ‘50,
mentre studiava le immense forme e gli straordinari colori della pittura
del Quattrocento, comprese il proprio interesse quasi innato per i volumi,
e cominciò la sua trasformazione stilistica.

Nonostante il suo animo cosmopolita, Botero non scordò mai le sue origini
colombiane: trasformò i propri ricordi della Colombia e della sua infanzia
nei temi principali delle sue opere. Affermava di essere “il più
colombiano dei colombiani” e seppe integrare l’essenza della sua terra
natia nella tradizione rinascimentale italiana.

Benché per il grande maestro l’arte dovesse produrre piacere, si
allontanò brevemente da tale premessa per affrontare alcuni temi di
denuncia in due serie: una dedicata alla violenza in Colombia e l’altra
alle torture perpetrate ad Abu Ghraib, in Iraq.

Spese fino all’ultimo dei suoi giorni, come disse lui stesso, “/ad
apprendere la complessa tecnica della pittura/”; quando, nel 2020, gli
chiesero: “/Cosa le piacerebbe fare?/”, con grande umiltà rispose:
“/Imparare a dipingere. L’aspetto meraviglioso della pittura è che
nessuno può decidere di saper dipingere. La pittura, ogni singolo giorno,
ti porta a percorrere nuove strade e a non smettere mai di fare
pratica/”.

Fernando Botero morì il 15 settembre 2023 realizzando il suo sogno di
continuare a lavorare fino all’ultimo, lasciando un’eredità
monumentale che continua a ispirare il mondo dell’arte.

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

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