16 Settembre 2024, lunedì
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Digiuno intermittente e cancro: Nuovi risultati sui topi sollevano preoccupazioni

A cura di Ionela Polinciuc

La ricerca dell’MIT svela un paradosso: il digiuno intermittente può rigenerare le cellule, ma potrebbe aumentare il rischio di tumori intestinali.

Il digiuno intermittente è spesso lodato per i suoi potenziali benefici sulla salute, inclusi il ringiovanimento dei tessuti e la riduzione di infiammazioni e resistenza all’insulina. Tuttavia, uno studio recente condotto dai ricercatori dell’Istituto di Tecnologia del Massachusetts (MIT) e pubblicato su Nature ha sollevato preoccupazioni significative riguardo a una possibile controindicazione del digiuno intermittente: un aumento del rischio di cancro.

Il team di ricerca ha esaminato tre gruppi di topi per analizzare gli effetti del digiuno intermittente sulle cellule staminali intestinali. I topi sono stati suddivisi in tre gruppi: uno che ha digiunato per 24 ore, un secondo che ha digiunato per 24 ore e poi ha avuto un periodo di “ri-alimentazione” di altre 24 ore, e un gruppo di controllo che ha mangiato normalmente durante l’intero esperimento.

Durante il digiuno, le cellule staminali intestinali dei topi non hanno mostrato segni di particolare rigenerazione. Tuttavia, al termine del periodo di ri-alimentazione, queste cellule sono diventate significativamente più attive rispetto a quelle del gruppo di controllo. Questo aumento dell’attività cellulare, sebbene inizialmente positivo, è stato associato a un incremento delle mutazioni cancerogene. I topi che hanno subito il digiuno intermittente hanno mostrato una maggiore probabilità di sviluppare polipi precancerosi e tumori intestinali in fase iniziale, rispetto a quelli che non avevano digiunato.

Stefano Erzegovesi, nutrizionista e psichiatra, sottolinea che “dallo studio non si evince che il digiuno possa essere direttamente cancerogeno”, poiché la crescita tumorale è stata stimolata artificialmente attraverso un gene cancerogeno. Tuttavia, l’esperimento mette in luce la necessità di attenzione durante la fase di ri-alimentazione dopo un digiuno. “Il periodo post-digiuno è cruciale”, afferma Erzegovesi. “Un’alimentazione non equilibrata, con eccessi di proteine e grassi, può amplificare gli effetti negativi del digiuno, portando a un’iperproduzione di fattori di crescita che possono favorire la crescita tumorale.”

L’approccio più sicuro al digiuno intermittente potrebbe essere un regime come il 12/12, che prevede una finestra di alimentazione di 12 ore seguita da 12 ore di digiuno, accompagnato da giornate in cui si evita di consumare proteine animali e zuccheri. Questa pratica potrebbe aiutare a ottenere benefici senza incorrere negli effetti negativi emersi dallo studio.

Il digiuno intermittente deve essere praticato con cautela e sotto supervisione medica. Non è raccomandato per bambini, adolescenti, donne in gravidanza, anziani con sarcopenia o individui con disturbi alimentari. Un approccio equilibrato e informato al digiuno può massimizzare i benefici mentre si minimizzano i rischi.

In sintesi, mentre il digiuno intermittente può offrire vantaggi significativi per la salute, è essenziale essere consapevoli delle sue potenziali conseguenze e adottare un approccio equilibrato e informato, specialmente durante la fase di ri-alimentazione.

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