A cura di Ionela Polinciuc
Un dramma si è consumato domenica 1 settembre nelle acque del lago di Castel Gandolfo, ai Castelli Romani, dove due giovani ragazzi del Burkina Faso hanno perso la vita dopo essersi tuffati da un pedalò e non essere più riemersi. L’incidente è avvenuto intorno alle 16 e ha scosso profondamente la comunità locale.
Secondo le prime ricostruzioni, i due giovani, insieme a un terzo amico, tutti ospiti di un centro di accoglienza della zona, avevano deciso di trascorrere una giornata di svago al lago. Dopo una passeggiata in monopattino lungo le rive, i tre hanno noleggiato un pedalò presso uno degli stabilimenti presenti sul lago. Raggiunto il centro dello specchio d’acqua, hanno iniziato a tuffarsi, forse per rinfrescarsi o per giocare tra loro.
Tuttavia, il divertimento si è trasformato in tragedia in pochi attimi. Uno dei ragazzi si è tuffato per primo, ma non è più risalito in superficie. L’amico, vedendo che non riemergeva, si è lanciato immediatamente in acqua per cercare di salvarlo. Purtroppo, neanche lui è riuscito a tornare a galla. Il terzo giovane, sconvolto e impaurito, è tornato rapidamente a riva per cercare aiuto, ma ormai era troppo tardi.
L’allarme è stato lanciato immediatamente, e sul posto sono intervenuti i carabinieri, i vigili del fuoco e la polizia. Le operazioni di ricerca sono iniziate subito, ma nonostante gli sforzi dei sommozzatori e delle unità specializzate, i corpi dei due ragazzi sono stati ritrovati senza vita nelle acque del lago.
La tragedia ha lasciato un segno profondo sia tra gli abitanti di Castel Gandolfo che tra gli altri ospiti del centro di accoglienza. I due giovani erano giunti in Italia in cerca di una vita migliore, fuggendo da un contesto di povertà e instabilità nel loro paese d’origine. Purtroppo, il loro sogno si è infranto in una giornata che avrebbe dovuto essere di svago e spensieratezza.
Le autorità hanno avviato un’indagine per chiarire ulteriormente le dinamiche dell’incidente, ma al momento sembra che si sia trattato di una tragica fatalità. Questo evento ci ricorda quanto possa essere imprevedibile e pericoloso il contatto con l’acqua, anche in situazioni apparentemente innocue come una giornata al lago.
