16 Settembre 2024, lunedì
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Nuovo farmaco blocca l’emicrania prima dei sintomi

A cura di Ionela Polinciuc

L’emicrania, una patologia neurologica cronica che colpisce circa il 14% della popolazione adulta mondiale, potrebbe essere fermata prima ancora che si manifestino i sintomi grazie a un nuovo farmaco recentemente approvato negli Stati Uniti. Questa scoperta, riportata dal quotidiano Repubblica e confermata da uno studio pubblicato su Neurology, potrebbe rappresentare un importante passo avanti nel trattamento di questa debilitante condizione.

L’emicrania è spesso preceduta da una fase prodromica, caratterizzata da sintomi come ipersensibilità a suoni e luce, spossatezza, dolore o irrigidimento del collo, vertigini e malessere generale. Per i pazienti che riescono a riconoscere questi segnali, questa fase rappresenta una preziosa opportunità per intervenire in modo preventivo. Se trattati tempestivamente, questi sintomi possono essere bloccati sul nascere, riducendo significativamente l’impatto dell’emicrania sulla qualità della vita.

Il trattamento dell’emicrania richiede farmaci con una lunga durata d’azione, capaci di interferire efficacemente con i meccanismi che alimentano la patologia e che siano ben tollerati dai pazienti. In questo contesto, emergono i gepanti, una classe di molecole innovative, tra cui figura l’ubrogepant, che stanno entrando sul mercato. Questi farmaci rappresentano una novità relativamente recente e offrono nuove prospettive terapeutiche.

Secondo Fabrizio Vernieri, Professore di Neurologia e responsabile del centro cefalee del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, i gepanti agiscono su una molecola coinvolta nell’infiammazione neurologica associata all’emicrania. “Esistono tre tipi di gepanti, di cui due, rimegepant e atogepant, sono già approvati anche in Italia. Sono molto promettenti perché si sono dimostrati efficaci sia nella prevenzione che nel trattamento dell’emicrania acuta, con un’eccellente tollerabilità da parte dei pazienti. Queste caratteristiche aprono la strada a nuove strategie terapeutiche combinate con un unico farmaco”, ha spiegato il professore.

La ricerca più recente ha esaminato l’efficacia di un trattamento precoce con ubrogepant in 518 pazienti affetti da emicrania che erano in grado di riconoscere i sintomi prodromici nel 75% dei casi. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: il primo ha ricevuto ubrogepant durante la fase prodromica del primo attacco di emicrania, e un placebo nel secondo, mentre il secondo gruppo ha seguito un ordine inverso.

I risultati sono stati notevoli. Entro 24 ore dall’assunzione del farmaco, il 68% dei pazienti che aveva ricevuto ubrogepant ha dichiarato che l’emicrania aveva limitato poco o per nulla le loro attività quotidiane, contro il 48% di coloro che avevano assunto il placebo. Inoltre, due ore dopo l’assunzione del farmaco, i pazienti trattati con ubrogepant avevano il 73% di probabilità in più di non essere stati debilitati dall’emicrania rispetto a quelli che avevano ricevuto il placebo.

Questa scoperta segna un avanzamento significativo nella lotta contro l’emicrania. L’auspicio è che l’ubrogepant, e altri farmaci della stessa classe, possano presto essere disponibili a livello globale, offrendo nuove speranze ai milioni di persone che convivono con questa malattia. Con il passare del tempo e ulteriori studi, si spera che questi trattamenti possano diventare sempre più efficaci nel migliorare la qualità di vita dei pazienti.

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