20 Settembre 2024, venerdì
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Il timore di non essere bella 

A cura del Prof. Daniele Orefice 

Durante il periodo estivo, il timore di non essere all’altezza degli standard di bellezza diventa particolarmente diffuso, soprattutto nell’era dei social media. Questo sentimento spesso induce molte persone a sentirsi insicure e costantemente sotto giudizio riguardo al proprio aspetto fisico, portando a comportamenti disfunzionali come l’autoisolamento o l’adozione di diete estreme. I media, la pubblicità, le riviste e i film esercitano una forte influenza nel definire degli standard di bellezza spesso irrealistici. Le immagini di corpi perfetti, anche se ritoccate digitalmente, creano un modello inarrivabile, spingendo le persone a cercare di raggiungere un ideale che, nella maggior parte dei casi, non è reale. Il costante bombardamento di tali immagini porta a un inevitabile confronto con questi ideali irraggiungibili. La nostra mente può essere facilmente ingannata da queste rappresentazioni, poiché tende a credere che ciò che vede sia effettivamente realizzabile. In un mondo iperconnesso, dove il confronto sociale è diventato un’abitudine inconsapevole, ci ritroviamo a paragonare il nostro corpo imperfetto con quello “perfetto” di influencer, modelle e modelli, alimentando un senso di inadeguatezza che può avere conseguenze negative sulla nostra autostima e sul nostro benessere psicologico.

L’adesione a questi ideali estetici può anche generare comportamenti ossessivi, come un esercizio fisico eccessivo e l’adozione di diete restrittive. Gli effetti a livello psicologico possono portare a un aumento dell’insicurezza, innalzando i livelli di stress che, nei casi più gravi, possono sfociare in ansia sociale, disturbi alimentari, depressione e dismorfofobia. Quest’ultimo disturbo è caratterizzato dalla preoccupazione per un difetto nell’aspetto fisico, che può essere totalmente immaginario, oppure, se è presente una reale piccola anomalia fisica, la preoccupazione del soggetto risulta essere eccessiva rispetto alla realtà. Le lamentele spesso riguardano difetti lievi o immaginari del viso o della testa, come capelli più o meno folti, acne, rughe, cicatrici, manifestazioni vascolari, pallore o rossore, sudorazione, asimmetrie o sproporzioni del viso, oppure eccessiva peluria. Questa costante attenzione ai presunti difetti fisici può compromettere seriamente la qualità della vita di una persona, influenzando negativamente le sue relazioni interpersonali e la sua capacità di godere delle attività quotidiane.

Vedersi e sentirsi “non adeguati” diventa un pensiero intrusivo e ricorrente, che occupa molte ore della giornata, durante le quali i soggetti confrontano il proprio aspetto fisico con quello degli altri, si guardano ripetutamente allo specchio o su altre superfici riflettenti per esaminarsi, utilizzano trucchi e vestiti per nascondere le proprie imperfezioni e cercano frequentemente rassicurazioni sul loro aspetto. Questo continuo bisogno di conferme può portare a una dipendenza dagli altri per quanto riguarda la propria autostima, rendendo le persone vulnerabili alle critiche e ai giudizi esterni. Per lavorare sulla propria autostima e ridurre l’impatto negativo degli standard di bellezza irrealistici, può essere utile prima di tutto riconoscere che il valore di una persona non dipende dall’aspetto fisico. Educare sé stessi e gli altri sull’importanza della diversità corporea è altrettanto fondamentale, poiché ogni corpo è unico e merita di essere apprezzato per le sue peculiarità.

Migliorare la percezione della propria immagine, imparare ad accettare il proprio corpo e aumentare l’autostima richiede impegno e pratiche consapevoli. Rivolgersi a un professionista può essere di grande aiuto per iniziare a conoscere sé stessi e raggiungere nuove consapevolezze. Un terapeuta può fornire gli strumenti necessari per affrontare le insicurezze e lavorare sulla costruzione di una sana autostima. Inoltre, la pratica della mindfulness può risultare benefica per gestire l’ansia e focalizzarsi sul “qui e ora”, imparando a riconoscere quando la mente si perde in confronti sociali dannosi. La mindfulness può aiutare a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e del proprio corpo, promuovendo un atteggiamento più positivo e accettante verso sé stessi. Integrare queste pratiche nella vita quotidiana può portare a un miglioramento significativo del benessere psicologico, permettendo di vivere in maniera più serena e autentica, lontano dagli standard irrealistici imposti dalla società.

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